"Lo sfaldamento dei rapporti politici, nazionali e sovranazionali, e delle forme
di rappresentanza storicamente date è sotto gli occhi di tutti. L'affanno con
cui si tenta di porre rimedio a questa crisi delle istituzioni democratiche,
suscita perplessità anche tra coloro che nella democrazia hanno riposto certezze
assolute. Sul piano dei contenuti lo spirito della rivoluzione francese
-Libertà, Uguaglianza, Fraternità- mutuato dalla democrazia borghese ha subito
un lento ma inesorabile logoramento. I principi di Uguaglianza e Fraternità sono
stati i primi a dissolversi, mentre la Libertà è rimasta a lungo come vessillo
agitatorio della borghesia, conservatrice e non, fino a quando le è convenuto
e, tanto per fissare una data, fino all'11 Settembre 2001. Dopo questa data un
altro principio si è andato affermando al suo posto, quello della Sicurezza; e
quando si sacrifica la Libertà sull'altare della Sicurezza, entrambe corrono un
serio pericolo...
In questo contesto i movimenti che si sono espressi sul piano della
globalizzazione e della rappresentanza di istanze sociali diverse, testimoniano
della necessità di interpretare questo passaggio storico pur non sapendo ancora
come e su quali contenuti indirizzare le grandi energie che si sono espresse.
Crediamo innanzitutto che il tema dell'autorganizzazione sia prioritario alla
luce del doppio fallimento del socialismo reale e del liberismo "globalizzato".
L'interpretazione di questa "doppia sintesi storica" non ci è nuova; nuove, cioè
diverse, sono le condizioni in cui ci troviamo ad operare e a cui dobbiamo
rapportarci.
Tra le centinaia di migliaia di persone che si sono riappropriate delle piazze,
che hanno ripreso a sognare un mondo diverso dal capitalismo, molti non si
riconoscono più nell'attuale configurazione della sinistra istituzionale e nel
suo modo di fare politica. Ma nemmeno è maturata definitivamente in loro la
necessità di rompere con gli schemi organizzativi tradizionali della democrazia
delegata e della separatezza della politica dal vivere quotidiano. Troppo forte
è ancora la speranza che la democrazia rinverdisca grazie a "nuovi" leaders..
Pensiamo quindi che si possano e sia necessario ricostruire diversi momenti di
dibattito dove compagne e compagni dell'autorganizzazione possano mettere a
confronto esperienze e progetti su terreni tematici il cui approfondimento
pensiamo debba essere fatto collettivamente e che qui ci limitiamo ad elencare:
la precarietà del mercato del lavoro (disoccupati e immigrati); della formazione
(giovani e studenti); delle forme di resistenza operaia contro i licenziamenti e
in relazione alla nuova composizione di classe. Senza dimenticare ovviamente, la
centralità dei temi relativi alla guerra alla crisi e alle pratiche
antimperialiste e anticapitaliste."
PER AVVIARE IL CONFRONTO SU QUESTI TEMI INVITIAMO TUTTE E TUTTI A PARTECIPARE AD
UNA ASSEMBLEA GIOVEDI 22 MAGGIO 2003 ORE 17 AULA 12 FACOLTA' DI SCIENZE
POLITICHE ALL'UNIVERSITA' "LA SAPIENZA"
Compagne e compagni per l'autorganizzazione
Roma, 16/5/2003
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