L'editore
SCENA PRIMA
Ore 14,30 il cadavere giace sul tavolato di maiolica bianca attraversato da
scanalature lungo le quali può scorrere il sangue il corpo è nudo la pelle è
singolarmente pallida color bianco avorio su sfondo grigiastro è questa la
prima indicazione esteriore che la morte sia sopravvenuta per dissanguamento
il professore fa un cenno il tecnico di settore l'uomo cioè che esegue
materialmente i tagli affonda il bisturi con moto circolare tutt'intorno alla
nuca il cuoio capelluto viene scalpato e rovesciato sul volto è il primo atto
del sezionamento vero e proprio nel silenzio stride la sega circolare che
incide per intero la calotta cranica se ne toglie la sommità il cervello è
allo scoperto
ma non c'era nulla qui niente picchi niente vita niente
ascensioni né questa sommità era esattamente una sommità non aveva sostanza
non solide basi essa pure crollava qualunque cosa fosse si sbriciolava mentre
egli precipitava precipitava nel vulcano che doveva avere scalato dopo tutto
sebbene ora avesse nelle orecchie quel rumore di lava che trabocca
orribilmente era in eruzione ma no non era il vulcano era il mondo stesso che
stava esplodendo che esplodeva in neri grumi di villaggi catapultati nello
spazio e lui che cadeva in mezzo a tutto ciò nell'incredibile pandemonio di un
milione di carri corazzati nel bagliore di dieci milioni di corpi
fiammeggianti cadeva entro una finestra cadeva
quando il bisturi prende a funzionare alle 14,30 i preliminari
dell'autopsia sono in corso già da due ore nell'aula di media ampiezza e con
due tavoli anatomici la salma era stata portata alle 12,30 era stato tolto il
telo e si erano scattate numerose fotografie del cadavere vestito da lontano
in campo intero e da vicino in ogni dettaglio poi il corpo era stato
lentamente spogliato ogni capo di vestiario descritto e inventariato camicia
panciotto una giacca spigata pantaloni verdastri sopra un secondo giaccone di
tipo militare verde
sotto canottiera e mutande scarpe svizzere con suola di gomma
quella sinistra è calzata la scarpa destra è stata recuperata a una quindicina
di metri dal corpo il piede destro ancora più in là a venti metri il piede è
ora sul tavolo tagliato poco sopra la caviglia il troncone della gamba destra
si interrompe a metà coscia tutta la parte intermedia manca sbriciolata e
volatizzata dall'esplosione ora il corpo viene nuovamente fotografato senza
vesti la barba non è recente è stata lasciata crescere per mesi appare sale e
pepe delle strinature biancastre nella barba si accerta sono dovute alla
fiammata dell'esplosione
il magistrato ha già formulato i quesiti cui i medici
d'ufficio dovranno cercare di rispondere il legale ripete le richieste di
parte si accertino il tempo e le cause della morte se le ferite da squarcio
conseguenti all'esplosione sono state prodotte in un corpo vivo oppure no se
vi sono tracce di precedenti lesioni già causa comunque di morte o di
infermità grave o tracce che possano far ritenere che la persona sia stata
sottoposta a trattamento di sostanze stupefacente o simili tutte le richieste
del legale sono state accolte dal magistrato
man mano durante l'autopsia il legale interverrà o per lui lo
faranno i periti di parte chiedendo che sia effettuato il tale controllo
praticato il tale taglio asportato e repertato il tale organo i consulenti di
parte non si rivolgono mai direttamente al tecnico che seziona ma al
professore il quale accoglie di volta in volta le richieste e le ripete
all'esecutore materiale benché sia tragica la vicenda e macabra l'occasione
l'atmosfera è di estremo decoro e di correttezza civile non fosse stato per la
materia ha commentato dopo l'autopsia un perito la sessione meritava per la
civiltà e il rispetto che tutti hanno mostrato di venire trasmessa in
televisione tanto ci è parsa educativa
ha preceduto il primo taglio anche la ricognizione esterna del
cadavere lungo esame del troncone maciullato l'arteria e la vena femorale sono
flaccide vuote di sangue lo si rileva si allargano i tessuti si ispezionano
vasi e i canali alla ricerca di possibili frammenti ve ne sarebbero metallici
nel caso di una esplosione di una bomba non ce ne sono invece in questi resti
a conferma del fatto che lo scoppio è stato come già tutto del resto indicava
quello di un candelotto di dinamite avvolto all'esterno solo da carta o da un
sottile foglio di materiale plastico
segni degradanti di contusioni si trovano lungo la parte
destra del corpo fino al volto intatta salvo nell'arto inferiore che ha i
segni di una fiammata la parte sinistra del corpo singolarmente del tutto
indenni il basso ventre e l'addome così pure le mani compresi i polpastrelli
si prelevano frammenti di tessuto dell'epidermide per esami successivi già in
questa fase viene acquisita per il pallore della pelle per lo stato della
femorale la certezza che la morte è avvenuta anche per dissanguamento
l'esame interno successivo con la valutazione del sangue
rimasto e per lo stato di anemia di tutti gli organi interni anch'essi
relativamente pallidi indicherà con più precisione l'ammontare del sangue
perduto un paio di litri dei cinque che normalmente circolano nel corpo umano
l'emorragia dovrebbe essersi protratta per alcuni minuti forse dieci ma è
difficile raggiungere la certezza in questa materia possono essere stati di
più oppure di meno a seconda che il cuore battesse ancora o fosse invece già
fermo
la morte per dissanguamento in concomitanza con l'esplosione
della dinamite elimina un primo elemento di dubbio è escluso che il decesso
possa risalire a ore o addirittura a giorni prima dello scoppio cadono per
intenderci versioni fantasiose del tipo l'editore ucciso in Austria e
trasportato cadavere in Italia rimane però aperto il dilemma relativo ai colpi
gli ematomi le ecchimosi ricevuti dal corpo se essi sono avvenuti quando il
corpo ha urtato il terreno e l'uomo era quindi nell'ambito dei primi secondi
dopo lo scoppio certamente ancora vivo regge l'ipotesi che la dinamite sia
esplosa mentre l'editore si trovava sul traliccio a poco più di tre metri dal
suolo
ma è ancora lecita anche l'altra ipotesi che i colpi possano
avere preceduto l'esplosione intontendo o anche già uccidendo la vittima potrà
rivelarlo la reazione vitale cioè il grado di infiltrazione emorragica nei
tessuti che hanno ricevuto l'urto? sono stati effettuati i prelievi del caso
ma questo tipo di informazioni si ottiene solo dopo esami al microscopio e non
potrà quindi essere noto che in un tempo successivo
l'ampiezza della zona del corpo rimasta indenne lascia
anch'essa aperte due ipotesi contrastanti e qui anzi certe prime indicazioni
dell'esame autoptico potrebbero far propendere più per l'ipotesi dell'omicidio
sembra infatti estremamente poco probabile che della dinamite esplodendo
all'altezza del ginocchio di una persona in bilico su un traliccio a cavallo o
accucciata o anche in piedi rispetti tanta parte del corpo a cominciare dal
basso ventre un risultato del genere parrebbe più probabile almeno sulla base
dei precedenti noti alla medicina legale qualora l'esplosione che tende sempre
ad allargarsi più verso l'alto che lateralmente fosse avvenuta su un corpo
disteso orizzontalmente sul terreno
in questo caso però gli scoppi avrebbero dovuto essere due se
il traliccio è stato fortemente distorto a tre metri d'altezza nel punto di
congiunzione della sbarra orizzontale con due sbarre trasversali un esame
dello stato del traliccio è stato quindi disposto dai magistrati per chiarire
se l'esplosione fu unica o se schiacciando un solo pulsante se ne fossero
invece per ipotesi determinate una sull'uomo a terra e un'altra a tre metri
sul traliccio a questo proposito il sopralluogo effettuato domenica mattina
sulla base di quanto era stato deciso sabato durante l'autopsia ha portato a
una spiacevole delusione l'Azienda elettrica aveva già proceduto al
raddrizzamento e alla riverniciatura dell'intersezione lesionata del pilone il
primo a mostrare disappunto per questo atto di rara sollecitudine è stato il
giudice istruttore
sempre nell'ambito dell'esame esterno del corpo i periti
rilevano un dato anatomico dell'editore che conferma se mai ve ne fosse stato
ancora bisogno la validità del riconoscimento il dato non meno significativo
di quello delle impronte digitali consiste in una caratteristica singolare che
si conosceva della vittima la sindattilia podale il particolare cioè che la
seconda e la terza falange di due dita dei piedi fossero unite si conclude
l'esame esterno e già i periti sotto la guida dei magistrati possono stilare
la prima parte del comunicato conclusivo che sarà trasmesso alla stampa esso è
chiaro a chiunque resta ancora da accertare l'eventuale presenza di tossici e
l'esatta sequenza cronologica delle lesioni craniche meningo-encefaliche e
toraciche se precedettero cioè o meno la morte ma al contrario per l'esperto
queste parole denunciano uno stato ancora confuso di indizi
del resto questo è si noti bene nell'ordine naturale delle
cose il lento e paziente processo dell'autopsia rappresenta come lo
definiscono i medici un fatto descrittivo si esamina cioè il corpo come e ben
più che fotografandolo di fuori e di dentro si prende atto di ogni condizione
o anomalia ma la valutazione di tutti i dati che con l'autopsia si vengono a
conoscere ha luogo solo in una fase posteriore consiste nella stesura del
rapporto sull'autopsia che non ha ancora avuto luogo da parte dei periti
d'ufficio al termine di tutti gli esami radiologia sul sangue e i tessuti
tossici a questo rapporto si accompagna quello della controperizia di parte
il cervello è ora allo scoperto il perito settore ha tolto
dalla scatola cranica l'encefalo il cervello e il cervelletto e quindi il
bulbo ha esaminato attentamente la base cranica per riscontrare in che misura
e fino a che profondità le contusioni e le petecchie emorragiche riscontrate
all'esterno si siano ripercosse all'interno del cranio è accertato che una
ripercussione notevole vi è stata si parla di forte traumatismo cranico resta
invece da valutare se questo colpo risentito dal cervello possa di per sé solo
avere provocato la morte o avervi comunque contribuito certo è comunque che il
traumatismo non è legato al quadro dell'esplosione ma a quello degli urti
e a questo proposito di nuovo due o anche più alternative urto
da caduta se la vittima era in alto oppure se la vittima era in basso colpi
premortali anche con un corpo contundente o infine ricaduta contro il terreno
del corpo lanciato in aria dall'esplosione una discussione del genere dovrà
collimare con i risultati delle perizie balistiche le quali potranno dire con
esattezza la forza viva di quel preciso quantitativo di dinamite e quel
particolare tipo di esplosivo contenuto nel candelotto la forza viva per
inciso varia a seconda del grado di umidità della polvere un elemento forse
non facile da accertare
interessa necessariamente i due periti balistici il dato
accertato che l'esplosivo era di qualità scadente come l'altro che si trattava
di esplosivo ad innesco il quale cioè non poteva scoppiare da solo ma
unicamente dopo essere stato appunto innescato ma non si procede mai
all'innesco se prima non sono state legate in posizione tutte le cariche e
quelle che avrebbero dovuto essere usate erano ancora in gran parte a terra
come mai
sono le 15,40 s'inizia l'apertura del torace incisione
resezione simmetrica delle costole fuoriesce del sangue fluido in parte
emolisato viene in parte raccolto servirà per altri esami specie quelli
tossicologici si toglie il cuore recidendolo lo si spreme si tolgono i polmoni
con la trachea i bronchi vengono recisi con le forbici lo stomaco è legato
sopra e sotto perché non ne esca la materia racchiusa e quindi reciso poi lo
si apre e si osserva il contenuto vi è del sangue colato dalla gola nel
momento traumatizzante della morte lo stomaco è vuoto di cibi la vittima era
certamente digiuna da molte ore quando mori con i liquidi sangue e urina
contenuto gastrico tutti i visceri vengono isolati e affidati al perito
tossicologico rene fegato milza il risultato delle analisi sarà noto solo in
tempo successivo
risolverà drasticamente tutti i dubbi? i periti sono concordi
nel ritenere che li risolverà in una direzione se si troveranno tracce
evidenti di una droga se le tracce fossero invece vaghe o insicure i dubbi
resterebbero drogato o no? otto persone su dieci consumano oggi senza per
questo naturalmente essere state drogate tranquillanti sonniferi o ansiolitici
più grave l'incertezza nel caso lo si dice sempre solo come possibile ipotesi
che sulla vittima fossero state usate anziché droghe dei prodotti per
cloroformizzare o per narcotizzare con etere sostanze volatili del genere non
sarebbero più individuabili in un'autopsia condotta a oltre quattro giorni
dalla morte
sono passate le cinque del pomeriggio si esplora l'intestino
dopo averlo aperto con taglio addominale sottodiaframmatico il professore si
alterna adesso gentilmente al tecnico settore che lavora duro già da molto
tempo l'atmosfera è sempre serena e correttissima priva di polemiche e di
timori nessun sospetto perché appunto non ve ne è motivo quando viene scelto
un ferro piuttosto che un altro o quando si pratica un taglio il tenue viene
alla luce e la lunga matassa intestinale è a poco a poco tagliata e aperta
vuoti per lo più anche gli intestini scarsa poltiglia fecale anche nel colon
anatomicamente integri i genitali
ora il corpo viene voltato sul ventre per l'esame del rachide
cioè della spina dorsale prima si è controllato il laringe se per ipotesi la
vittima fosse stata strangolata il laringe risulterebbe rotto non lo è più
difficile escludere al primo esame l'ipotesi di soffocamento ad esempio con un
cuscino ma lo diranno forse più tardi gli esami microscopici dei polmoni esame
del cavo orale si controlla se la mandibola è rotta no se il palato ha un foro
no l'esame del rachide conferma che vi è stata frattura traumatica di alcune
vertebre il che non stupisce rientra nel quadro già accertato degli effetti di
caduta o urto
alle 19 l'esame del rachide si conclude il corpo viene lavato
e ripulito il tecnico settore ha ora in mano ago e filo si ricuciono con cura
i lunghi spacchi il cuoio capelluto viene riportato nella sua sede e fissato
liberando il volto interviene il giudice per la constatazione di rito quella
appunto che il cadavere sia stato civilmente ricomposto si completa la stesura
del certificato finale e lo si rilegge certa dunque la causa preminente che
causò la morte incerte l'ora e le successioni tra scoppio e urto le domande
che tutti si ponevano al mattino mantengono il loro punto interrogativo la
sera è da sperare che lo perdano presto dopo il termine di tutti gli esami
sparò altre due volte le detonazioni spaziate precise i tuoni
si schiantarono fra le montagne poi vicinissimi sciolto il cavallo s'impennò
agitando fremente la testa girò su se stesso e si lanciò nitrendo nella
foresta dapprima sentì un bizzarro sollievo ora si era reso conto che gli
avevano sparato addosso cadde poi su un ginocchio quindi con un gemito bocconi
quanto era lungo sull'erba pioveva dolcemente ombre gli si agitavano intorno
tendendogli la mano forse cercando ancora di vuotargli le tasche o per
semplice curiosità egli poteva sentire la sua vita rifluire dal corpo come
fegato trinciato spandendosi nella tenerezza dell'erba era solo dov'erano
andati gli altri o non c'era mai stato nessuno
sono le 19,30 entrano i portantini sollevano il corpo dal
tavolo di ceramica e lo depongono sulla barella mentre i periti sfollano la
barella scompare in un corridoio e riprende la strada per il deposito della
morgue il cadavere grigio avorio ha finito di interessare i periti i
magistrati il grande pubblico è ora coperto da un lenzuolo bianco come da un
grande foglio di carta bianco su cui si può scrivere adesso quello che si
vuole come su una grande pagina bianca che si stende sopra il muto volto
grigio avorio
SCENA SECONDA
Il volto con i capelli tirati gli occhiali grossi le labbra strette il volto
nella foto sui giornali la foto sui giornali quella mattina in prima pagina
quella foto grigia di passaporto di quelle fatte nelle macchinette lui con i
capelli tirati gli occhiali grossi le labbra strette subito mi sono detto sono
rimasto Il senza fiato ma questo è lui questo è lui davvero è proprio lui e da
qui poi parte tutta questa storia io leggo subito l'articolo tragica fine di
un sabotatore e mi ricordo bene che allora ho pensato subito ma non è
possibile e da qui poi è cominciata tutta questa storia tutto quello che è
successo poi con questa storia tutto quello che ha voluto dire questa storia
per tutti quanti noi e così via
comincia tutto coi giornali con quella foto sulle prime pagine
dei giornali mettiamo dunque che c'è lui che esce di casa come tutte le
mattine un po' presto per andare a comprare i giornali all'edicola sotto casa
e subito vede sotto il grande titolo del giornale quella foto e subito gli
manca il fiato resta lì un attimo irrigidito tutti i muscoli del corpo che si
irrigidiscono o anche un ronzio nelle orecchie che so li davanti all'edicola
in mezzo al rumore della strada e della città poi si scuote compra tutti i
giornali all'edicola compra tre quattro cinque sei altri giornali e poi
ritorna a casa guardando le prime pagine dei giornali che hanno tutte un
grande titolo più o meno uguale con sotto quasi tutti quella foto la stessa
foto
quando torna a casa lui la sveglia lei sta ancora dormendo lui
la sveglia per farle vedere i giornali è molto agitato lei subito non capisce
perché stava ancora dormendo ma poi capisce subito e dice non è possibile e le
si riempiono gli occhi di lacrime lui è molto agitato e sente come se deve
consolarla le stringe una mano mette i giornali sul letto la guarda negli
occhi pieni di lacrime e restano un momento così lì fermi in silenzio però non
bisogna farla troppo lacrimosa questa scena perché non è una storia lacrimosa
questa è una storia dura e violenta o meglio è una storia di una grande
tensione dura e violenta con anche molto affetto ma lacrimosa mai
lui l'ha svegliata per dirle la notizia per farle vedere i
giornali per parlarne con lei e lei stava ancora dormendo nella stanza buia
lui ha acceso la luce sul comodino ha buttato i giornali sul letto lei si è
svegliata forse era già sveglia lui le ha messo davanti agli occhi un giornale
quello con la foto più grande in prima pagina lei per un momento non capisce
non vede bene poi dice qualcosa o non dice niente e la tensione che lui aveva
dentro di sé il ronzio e tutto adesso si scarica attraverso di lei adesso si
espande e riempie tutta la stanza nella penombra che li avvolge li serra li
soffoca incapaci di parlare di muoversi quasi
e lì comincia tutta questa storia perché poi come vedremo
decidono che devono cambiare per un po' aria e decidono di andare a casa di un
antico dove staranno per un po' di tempo mentre la storia va avanti e in
quella casa si parlerà di quello che sta succedendo e succederanno altre cose
fino a arrivare alla scena finale che è quella del funerale dove si
ritroveranno tutti insieme con tantissimi altri perché Il questa storia
finisce e lì comincia un'altra storia che non sarà più quella di prima e i
funerali saranno per tutti in modo diverso ma per tutti saranno la fine di una
storia e l'inizio di un'altra storia che sarà per tutti da lì in poi una
storia diversa
ci sono lì tutti questi giornali sparsi sul letto e loro per
un po' li passano e li leggono e se li passano ma leggono solo l'articolo che
c'è sotto il grande titolo in prima pagina sotto cui c'è quasi sempre la
fotografia la faccia dell'uomo con gli occhiali le labbra strette qualche
volta la fotografia non è in prima pagina ma in una pagina interna dove
continua l'articolo dalla prima pagina loro leggono solo quell'articolo se lo
passano con pochi commenti perché tutti gli articoli sono quasi uguali leggono
solo quell'articolo non guardano non leggono nessun altro degli articoli dei
giornali che continuano a spostare sul letto sopra le coperte che coprono il
corpo di lei sotto le luce debole del comodino non si soffermano neanche per
un istante su altre notizie della giornata come
gli anconetani per la maggior parte sono rientrati nelle loro
abitazioni dopo aver trascorso la notte nelle strade e nelle piazze se non
addirittura in alloggi d'emergenza fuori città si è trattato insomma di
un'altra notte insonne e piena di apprensioni per la popolazione che ormai
vive con un sismografo addosso avvertendo le scosse di terremoto anche le più
lievi gli anconetani sono impressionati anche dalla ricorrenza notturna con la
quale il fenomeno si ripresenta e ciò aggrava ancor più il logorio fisico e
psichico a cui la popolazione è sottoposta dalla fine del gennaio scorso
quando cominciarono ad avvertirsi i primi sintomi del fenomeno sismico
un regno arabo unito comprendente le regioni a est ed ovest
del Giordano è stato proposto da re Hussein di Giordania la proposta
illustrata alla presenza di notabili della Cisgiordania il territorio occupato
dagli israeliani è stata immediatamente respinta dal governo israeliano
negativa è anche la reazione degli altri Paesi arabi le cui fonti ufficiali si
sono affrettate a criticare aspramente il progetto giordano l'argomento è
stato al centro di un incontro del presidente egiziano Sadat con il leader
siriano Addad e quello libico Gheddafi anche i guerriglieri palestinesi si
sono dichiarati contrari e hanno preannunciato che compiranno nuove azioni di
rappresaglia contro il regno di Giordania
naturalmente secondo il sen. Saragat quando una parte della Dc
strizza l'occhio al Pci Berlinguer sogna di risolvere la storica
contraddizione tra autorità e libertà o meglio tra dittatura e democrazia
attraverso la cosiddetta repubblica conciliare vale a dire nell'incontro di
potere tra cattolici e comunisti non stupisce che preso in mezzo fra la
politica degli ammiccamenti furbeschi del Psi e della Dc il Pci nel corso
della sua storia sia diventato uno strano partito una giraffa comunista come
scrisse una volta Togliatti una giraffa alla quale però si allunga sempre più
il collo mentre la testa cerca di entrare nella stanza dei bottoni il corpo se
ne allontana mai come in questo momento infatti il Pci è stato tanto vicino e
insieme così lontano dal raggiungere i suoi traguardi
per lo storico l'Italia è un campo di battaglia dove si
scontrano brame di potere più che ideologie la storia d'Italia è un epico
meraviglioso e sanguinoso caos dove lo storico può addentrarsi più con gli
strumenti del ricostruttore dei fatti che con quelli del ricostruttore
razionale di movimenti si scorgono è vero alcuni capitoli consequenziali forti
strutture portanti del caos stesso non sono che i pilastri fondamentali di un
immenso e non finito edificio nel cui interno si scatenano Grazie e Furie lo
stile è fluido discorsivo spesso puntellato di osservazioni personali da
fascinose considerazioni delle possibilità alternative che la storia lascia
nonostante i divieti scorgere in diafania
il mondo del calcio non sta fermo un momento e ogni emozione è
sempre possibile mentre tutti si attendono che si metta in moto l'inchiesta
ordinata da Franchi la necessità di designare gli arbitri attraverso il
computer s'è ormai fatta strada nella convinzione dei massimi responsabili
della Lega e della Federazione al punto che possiamo insomma dare per certa
l'innovazione a partire dal prossimo campionato può darsi che la soluzione
sempre da noi convintamente caldeggiata faccia gridare ancora le oche del
Campidoglio ma ormai essa si raccomanda alla coscienza dei più responsabili
per spezzare la reazione a catena dei sospetti e degli scandali
finalmente lei butta in aria le coperte tutti i giornali
finiscono per terra lei si è alzata dal letto si infila qualcosa una vestaglia
di quelle di stoffa cinese che si usavano allora attraversa la stanza decisa e
spalanca la finestra la luce del giorno entra nella stanza e i rumori della
città entrano nella stanza poi lei va in bagno non ha parlato non ha detto
niente finora lei va in bagno e lui resta lì sempre seduto sul letto magari
accende la radio che sta sul comodino vicino alla luce che adesso spegne
perché adesso la luce del giorno entra dalla finestra e ascolta la radio per
sentire le ultime notizie
ma adesso la radio non trasmette nessuna notizia lui prova
tutte le stazioni si sente solo musica da tutte le stazioni magari un po' di
pubblicità e allora lui spegne la radio sente i rumori che vengono dalla
strada e il rumore della doccia di lei piglia qualche giornale da terra o dal
letto e sfoglia le pagine e guarda i titoli che prima non aveva visto legge
qualche notizia che lo interessa di più appoggia un giornale sul letto lo
sfoglia lentamente si ferma su una notizia che lo interessa ne legge un pezzo
all'inizio o alla fine o in mezzo poi chiude il giornale lo lascia cadere per
terra ne prende un altro e comincia a sfogliarlo e a leggere le notizie che
più lo interessano
ancora scontri spesso violenti tra polizia e studenti le
dimostrazioni rientrano in un invito allo sciopero di studenti ed operai per
protestare contro i sanguinosi incidenti di venerdì scorso per l'occasione le
commissioni operaie organi smi sindacali clandestini hanno diffuso un appello
accusando il regime di ricorrere a metodi sanguinari nelle prime ore del
pomeriggio di oggi gruppi di studenti e qualche volta di operai hanno
dimostrato nei quartieri vicini alla città universitaria e nella zona
industriale dei Cuatro caminos i giovani inalberavano cartelli con scritte
anti-franchiste vi sono stati tentativi di erigere barricate e il traffico è
stato temporaneamente interrotto
Junio Valerio Borghese il famigerato comandante della X Mas
Presidente dell'organizzazione fascista Fronte nazionale se rientra in Italia
sarà immediatamente arrestato secondo il giudice istruttore il principe nero
aveva organizzato una associazione che aveva come fine di promuovere una
insurrezione armata contro i poteri dello stato nella sua ordinanza si afferma
che non c'era solo l'intenzione di compiere un tentativo autoritario ma che
tutto fu organizzato in tal senso se il piano fallì la sera tra il 7 e l'8
dicembre 1970 è perché qualcuno parlò e i servizi segreti intervennero
un'altra notte di terrore nel Nord Irlanda un giovane
poliziotto è stato assassinato due volontari della milizia territoriale
ulsterina sono rimasti feriti in una imboscata a Belfast una bomba
potentissima ha dilaniato due artificieri che stavano disinnescandola
l'esplosione causata da una carica di almeno un quintale è avvenuta nella zona
protestante di Sandy Row l'ordigno era stato collocato a bordo di un autocarro
il violentissimo scoppio oltre a uccidere due artificieri ha provocato seri
danni a una cinquantina di abitazioni ed ha semidistrutto la sede del Collegio
delle Arti a Ulster
dunque lui l'ha svegliata per darle la notizia per farle
vedere i giornali per discutere con lei della cosa che cosa devono fare
iniziative da prendere con chi mettersi in contatto vedere parlare sentire ma
non sono riusciti finora a scambiarsi una parola quello che è successo è
troppo incredibile enorme spaventoso resta ancora il dubbio che sia proprio
vero che sia proprio lui quello della foto lui la guarda ancora una volta la
guarda bene la fronte stempiata il mento un po' tirato per la smorfia delle
labbra contratte vorrebbe avere dei dubbi ma non riesce e anche lei subito
appena ha visto la foto è rimasta così e poi subito gli occhi le si sono
riempiti di lacrime lui volta la pagina del giornale
il fascino di questo testo è di essere dal principio alla fine
una tragedia tutta azione azione concreta incalzante rapida fino alla
precipitazione che la tragedia poi grondi di sangue è importante fino a un
certo punto il sangue cioè è presente come conseguenza ineluttabile
dell'azione tra le innumerevoli tesi interpretative fiorite sul tronco della
tragedia c'è quella della contrapposizione tra bene e male tra l'armonia
dell'ordine e le forze demoniache della sovversione tesi accettabile ma
parziale ed in certo senso ovvia in quanto la contrapposizione tra bene e male
più che scaturire dallo scontro tra due ordini esterni è contenuta già tutta
intera nel personaggio di Macbeth nella coscienza ch'egli ha della sua
degradazione e insieme dell'ineluttabilità dell'azione intrapresa che lo
conduce sempre più in fondo
il presidente della repubblica Leone si è recato ieri a
palazzo dei Marescialli dove per la prima volta ha presieduto il consiglio
superiore della magistratura così concludendo credo che verrei meno al mio
dovere se in un momento in cui la delinquenza comune in alcune forme brutali e
allarmanti e talune gravi manifestazioni di violenza di piazza da tutti
deplorate creano uno stato d'animo di viva e fondata preoccupazione non
richiamassi nel massimo rispetto alla libertà del magistrato l'attenzione
sulla necessità che ad una ferma azione degli organi della polizia giudiziaria
risponda una analoga fermezza della magistratura requirente e giudicante
Howard Hughes il miliardario americano che poche persone hanno
visto ha lasciato il suo nascondiglio di Managua nel Nicaragua ed è giunto a
Los Angeles a bordo di un aereo privato la notizia è stata data da un suo
collaboratore il quale si è però rifiutato di rispondere alle domande dei
giornalisti intese a conoscere il luogo di residenza del miliardario fonti
solitamente informate affermano che Lunedì sera Hughes si è incontrato con il
presidente del Nicaragua Anastasio Somoza discutendo con lui la possibilità di
allargare a quel paese le operazioni della società aerea Hughes Air che opera
sulle linee degli Stati Uniti
un incendio è scoppiato stamattina al Pechino Hotel il più
elegante albergo della capitale cinese le fiamme si sono sviluppate in un'ala
disabitata da alcune settimane per lavori di restauro si è vista
un'autoambulanza che come poi si è appreso trasportava in ospedale due operai
semisoffocati dal fumo il Pechino Hotel si trova in una grande arteria
trasversale che passa per il centro della città la Chang An Jie non lontana
dalla piazza Tienamen in esso alloggiano soprattutto delegazioni straniere
ospiti del governo cinese o diplomatici raramente turisti qui sono scese nei
giorni scorsi le Pantere nere americane venute in visita in Cina
lei adesso ha finito la doccia esce dal bagno coperta da un
asciugamano forse giallo lui è lì sempre seduto sul letto sul pavimento i
giornali sono sparsi dappertutto lei è entrata asciugandosi con l'asciugamano
e adesso bisogna che parlano cominciano a parlare per commentare quello che è
successo per discutere della cosa che cosa devono fare iniziative da prendere
con chi mettersi in contatto forse ci può essere ancora qualche dubbio che sia
lui veramente ma in fondo non hanno dubbi si comportano come se non ne
avessero pur lasciando aperta la possibilità che non sia lui ma più che un
dubbio si tratta forse solo di una speranza
ma adesso improvvisamente suonano alla porta il campanello e
c'è un riflesso che hanno tutti e due un riflesso per cui si ammutoliscono i
muscoli si contraggono restano immobili le orecchie tese perché subito pensano
chi può essere può essere una perquisizione o magari anche ti arrestano non si
può sapere e se è vero che è lui nella foto può succedere di tutto in questo
momento perché allora a quei tempi succedeva già di tutto lo sapevano già da
qualche anno succedeva di tutto e tutto era possibile lo sapevano e ci erano
preparati, ma una storia come questa sembrava impossibile e non si riusciva
veramente a immaginare che cosa avrebbe ancora potuto succedere adesso
stavano discutendo quando è suonato il campanello c'era questa
discussione che era una discussione pesante e stava per diventare una lite
quasi perché dovevano prendere delle decisioni e perché c'era quella grande
tensione ma soprattutto perché proprio per via di quella tensione e di quelle
decisioni da prendere era uscito fuori in lei qualcosa che lei aveva sempre
non nascosto perché non nascondeva mai niente ma che si era nascosta in lei
che era rimasta latente finora un risentimento una rabbia una cosa che la
spingeva adesso allo scontro con lui a opporsi comunque a qualsiasi cosa che
lui diceva proponeva anche soltanto chiedeva perché era lui a chiederla a
proporla in una situazione come questa in cui si chiese lei improvvisamente
che cosa ci stava a fare
non per paura perché non aveva paura di niente la sua
incoscienza era piuttosto grande allora anche perché era così per tutti allora
quello contro cui sentiva che qualcosa dentro di lei forse per la prima volta
si era ribellata era il fatto di sentirsi ma questo le appari chiaro solo un
po' di tempo dopo di sentirsi ancora una volta come sempre coinvolta obbligata
in scelte che non erano le sue scelte non perché avrebbe voluto scegliere
diversamente ma perché erano scelte che non si giocavano su un terreno che era
suo le regole del gioco le erano state imposte dunque tutto era solo violenza
a cui adesso sentiva che doveva assolutamente e comunque e implacabilmente
ribellarsi il campanello suonava un'altra volta suonava ancora e allora lui
dice io vado a aprire tu stai qui
SCENA TERZA
Un uomo di circa 45 anni è morto dilaniato dalla carica esplosiva che teneva
in mano mentre cercava di far saltare un gigantesco traliccio metallico della
principale linea elettrica ad alta tensione di Milano è probabile che il
dinamitardo fosse prezzolato da qualche organizzazione eversiva quasi
certamente secondo gli inquirenti il suo attentato sarebbe stato il primo di
una lunga serie di una nuova ondata di violenza e di terrore ma non si sa
nulla di lui secondo i documenti si chiama Vincenzo Maggioni nato a Novi
Ligure il 19 agosto 1926 sulla patente di guida risulta residente a Milano in
via Savona 12
la polizia ha però già accertato che i documenti sono stati
falsificati a Novi Ligure Vincenzo Maggioni non esiste non è mai nato il nome
sui documenti i dettagli fanno parte di un preciso meccanismo di un
personaggio costruito a perfezione in ogni particolare anche il camioncino
Volkswagen con il quale il dinamitardo è giunto sul luogo dell'attentato è
minuziosamente incluso nel piano studiato per confondere le indagini risulta
intestato inizialmente a una certa signora Luigia Giudice e successivamente
acquistato da Gianfranco Invernizzi entrambi abitanti a Milano
ma tutti e due non hanno avuto difficoltà nel dimostrare di
non avere mai visto né posseduto il camioncino anche se per diversi mesi hanno
dovuto respingere contravvenzioni indirizzate a loro questi pochi elementi
sono praticamente tutto ciò che gli inquirenti sono riusciti finora a appurare
sull'identità del dinamitardo rimasto vittima del suo stesso gesto manca anche
l'elemento più importante ai fini delle indagini non si sa a quale gruppo
politico appartenesse il dinamitardo o chi gli abbia commissionato l'attentato
non si sa in quale direzione ricercare gli organizzatori del
gravissimo episodio la matrice politica del tentativo di sabotaggio comunque è
fin d'ora evidente è chiaro che si è trattato di un nuovo passo di quella
violenza con la quale da troppo tempo ormai si agitano gli estremisti di ogni
tendenza e colore che stringono Milano in una morsa di terrore costante il
tragico episodio è accaduto a una dozzina di chilometri da Milano tra i comuni
di Segrate e di Pioltello in un territorio che prende il nome dalla Cascina
Nuova
una vecchia costruzione rurale nella quale abitano cinque
famiglie passa sopra quei campi coltivati con giganteschi tralicci metallici
infissi nel terreno la principale linea elettrica dell'azienda elettrica
municipale la Nord-Limito-Sud che circonda praticamente Milano i cavi
dell'alta tensione 220 mila volt forniscono elettricità per i tram le filovie
e l'illuminazione pubblica di quasi tutta la città se l'attentato fosse
riuscito Milano sarebbe rimasta praticamente paralizzata anche se solo per il
tempo necessario a collegarla con le reti ausiliarie
sembra che l'esplosione ma l'ora non è ancora nota con
esattezza sia avvenuta verso le ore 21 di ieri sera ma nessuno se n'è accorto
nemmeno nella Cascina Nuova che dista dal traliccio non più di
quattro-cinquecento metri chi ha inteso lo scoppio probabilmente ha creduto
fosse semplicemente il rumore prodotto da uno degli aerei a reazione che sopra
quella zona passano numerosi e a bassa quota a scoprire l'accaduto verso le
ore 16 di questo pomeriggio è stato un cane bastardo di nome Twist un cucciolo
nero che appartiene a una delle famiglie della Cascina Nuova
Segrate è alle porte di Milano a nord della zona industriale
sei chilometri in linea d'aria dall'aeroporto di Linate oltre il fascio dei
binari della ferrovia corre la strada nuova Cassanese tra la ferrovia e la
strada a est del paese c'è la Cascina Nuova e in un campo di questa fattoria
si alza un alto traliccio il n. 7 1 che trasporta l'energia dell'azienda
elettrica municipale a 220 mila volt è un pilone particolarmente importante
non solo perché porta corrente alla città ma perché se i suoi fili crollano
coinvolgono un'altra linea a 130 mila volt che alimenta con l'energia
proveniente dalla Valtellina le industrie del gruppo Falck di Sesto San
Giovanni e di Tavazzano vicino a Lodi
un punto nevralgico che può indurre un terrorista a credere
che il suo danneggiamento possa lasciare mezza città al buio la realtà è
diversa perché le reti dell'Aem e dell'Enel sono interconnesse per cui un
guasto in un settore determina automaticamente il disinserimento di queste
linee e l'entrata in funzione di altre che sono rimaste indenni comunque è qui
sotto questo traliccio che si fa la macabra scoperta sono le 16 i fratelli
Lorenzo e Luigi Stringhetti 41 e 43 anni che abitano nella Cascina Nuova
notano che il loro cagnetto bastardo Twist è molto agitato corre ripetutamente
dalla cascina al campo abbaiando e riprendendo di nuovo lo stesso cammino
due contadini due fratelli abitanti in una cascina a poche
centinaia di metri si erano recati sul posto insospettiti dal comportamento
del proprio cane che per tutta la mattina aveva continuato a guaire e ululare
messo l'animale alla punta i due sono arrivati al traliccio che per la
precisione è il n. 71 e qui hanno fatto la macabra scoperta un uomo giaceva
riverso sul terreno col corpo orrendamente dilaniato una gamba dal piede al
ginocchio è stata trovata a qualche metro di distanza ma col viso intatto
un piede gli si piegò sotto con un dolore atroce quando toccò
il suolo l'istante successivo mentre tentava di rialzarsi vide alla luce
abbagliante di un lampo il cavallo senza cavaliere avanzava precipitoso di
lato ed egli poté scorgere ogni particolarità la sella sobbalzante che gli
scivolava giù dalla groppa perfino il numero 71 marchiato a fuoco sulle terga
tentando ancora di alzarsi udì se stesso urlare mentre la bestia piegava verso
e su di lui il cielo era un immenso drappo di fiamma incandescente sul quale
gli alberi e il cavallo impennantesi parvero per un attimo inchiodati
i due fratelli incuriositi vanno a vedere trovano a terra
supino il corpo di un uomo lo vedono insanguinato credono che sia un ladro di
fili di rame rimasto fulminato e precipitato dal pilone a terra lì vicino ci
sono tre zainetti di tipo militare uno è vuoto un altro contiene biscotti
caffè solubile latte in polvere altri generi di conforto nel terzo ci sono 13
candelotti di dinamite alla nitroglicerina ciascuno del peso di circa 200
grammi altri 30 candelotti sono già applicati al traliccio suddivisi in due
cariche da 15 l'una a una delle basi del pilone le cariche sono innescate con
otto detonatori a spina funzionanti con la sollecitazione elettrica regolata
di due orologi
il dinamitardo è stato trovato riverso ai piedi del traliccio
aveva il torace e il ventre squarciati una gamba era stata staccata di netto
ed era volata a una ventina di metri di distanza in quel tragico prato poco
fuori Segrate erano disseminati lembi di carne e sangue molto sangue questa
l'orrenda scena che hanno visto per primi due contadini è stata la loro
cagnetta a portarli fin sotto il traliccio non lasciava dubbi l'uomo che
giaceva a braccia larghe e con la faccia rivolta al cielo era caduto in una
trappola che si era preparato da solo
gli artificieri hanno fatto sul posto una prima ricostruzione
dell'attentato di quello che avrebbe potuto succedere e di quanto invece è
accaduto giungendo alla conclusione che il bombardiere nonostante l'incidente
che lo ha ucciso non era uno sprovveduto bensì un esperto di esplosivi i
candelotti di nitroglicerina complessivamente per sette chili circa erano già
stati suddivisi in diverse cariche una di queste di notevolissima potenza era
già stata fissata alla base di un pilone e collegata a un congegno a
orologeria di tipo artigianale fabbricato con due orologi da polso
la meccanica dell'incidente che ha provocato la morte del
dinamitardo è stata ricostruita in questo modo l'uomo si deve essere
arrampicato sulla centina più bassa del traliccio per sistemare la prima
carica di dinamite quella che doveva servire a preparare ed indurre le
successive mentre era a cavalcioni sulla centina e dopo aver già collocato
molto probabilmente i primi candelotti di dinamite si spiega così perché tre
longheroni del gigantesco traliccio sono stati divelti l'uomo deve aver
compiuto il tragico errore
tenendo in mano per un'estremità il lungo filo elettrico una
normale piattina bianca il dinamitardo si era poi arrampicato fino al quadrato
di base del traliccio a circa tre-quattro metri dal suolo evidentemente
intendeva piazzare qui una seconda carica che avrebbe squarciato il centro
dell'intelaiatura metallica e far scendere poi il filo dalla parte opposta per
collegarvi la terza carica ma proprio mentre era arrampicato con i candelotti
con la seconda carica in mano questi sono esplosi quasi certamente a causa di
un contatto elettrico
all'esplosione l'uomo è caduto a terra nel momento in cui
toccava il suolo è avvenuto il secondo scoppio questa ricostruzione dicono i
sostenitori di questa tesi sembra avvalorata da alcuni particolari i piloni
del traliccio sono imbrattati di sangue e lembi di pelle fino a una altezza di
quattro metri parte di questi poveri resti appaiono lanciati in direzione
orizzontale dalla centina del traliccio mentre gli altri sembrano provenire da
terra e sono proiettati verso l'alto
i piloni del traliccio sono imbrattati fino a una altezza di
circa quattro metri di sangue e frammenti di carne dell'attentatore brandelli
di carne e pezzi di ossa sono disseminati ancora in un raggio di una
quindicina di metri nel campo di frumento sul quale sorge il traliccio i primi
appaiono lanciati con violenza in direzione orizzontale dalla prima centina
del traliccio gli altri con provenienza da terra leggermente proiettati verso
l'alto sono più numerosi e sembrano provenire dal punto nel quale
l'attentatore con tutta verosimiglianza è caduto dalla centina su cui stava
sistemando un ordigno dopo la prima esplosione
la luna non c'era più una calda raffica di vento lo colpì in
pieno volto e la saetta s'accese bianca e zig-zagante a nordest il tuono parlò
laconico valanga in bilico il viottolo sempre più ripido continuava a piegare
a destra serpeggiando ora tra le sparse sentinelle d'alberi alti e solitari ed
enormi cactacee le cui innumerevoli mani contorte e spinose a ogni svolta
della strada chiudevano da ogni parte la vista c'era un buio tale che ti
stupivi a non trovare la tenebrosissima notte nel mondo esterno
il punto esatto della seconda esplosione è segnato da una
pozza di sangue corrispondente al femore tranciato dallo scoppio
dell'attentatore e da un'altra più piccola ma pur consistente macchia di
sangue che corrisponde al fianco squarciato dall'esplosione del dinamitardo
tra le due chiazze sulle quali il sangue si è raggrumato in notevole
abbondanza si nota una depressione del terreno provocata sempre secondo gli
esperti dall'esplosione della seconda carica la morte è avvenuta secondo le
testimonianze concordi di due persone che hanno sentito distintamente due
esplosioni alle 21,30 circa di martedì
gli esperti dopo i primi rilievi accertano che ci sono state
due esplosioni la prima quando l'uomo era sul traliccio la seconda quando è
precipitato a terra probabilmente è stata proprio la caduta a far saltare un
altro gruppo di cariche ci sono schizzi di sangue sia, sui ferri alti verso il
basso sia su un basamento di cemento verso l'alto l'uomo viene trovato supino
indossa un giubbotto verde un maglione rosso scuro pantaloni grigi stivaletti
con para in una tasca posteriore dei pantaloni ha un pacchetto di sigarette
Astor che costituisce una rudimentale bomba a mano è riempito con tritolo
pressato ed è innescato con un fiammifero
il terrorista è crollato a terra dilaniato vicino ai suoi
micidiali ordigni gli inquirenti lo hanno trovato così supino sul prato nelle
tasche degli indumenti portava un giaccone di tela verde e sotto una giacca
marrone e un maglione rossiccio gli hanno trovato duecentomila lire in
contanti e 90 franchi svizzeri i franchi forse avrebbero dovuto servirgli per
fuggire poi oltre frontiera le 200.000 lire invece potrebbero benissimo essere
la tariffa pagatagli da chi gli aveva commissionato l'attentato all'attenzione
degli investigatori è una banconota da mille lire tagliata a metà
solitamente è stato fatto osservare la metà di un biglietto di
banca viene utilizzata da colui che deve incontrare un'altra persona che non
conosce e che per farsi identificare con sicurezza e riserbo tiene in tasca
l'altra metà della banconota il dinamitardo aveva raggiunto il traliccio dopo
avere lasciato sul bordo dei campi oltre il ciglio della strada un furgone
Volkswagen grigio con le tende ai vetri e la parte posteriore attrezzata a
roulotte con una branda e un armadietto è probabile che il camioncino targato
MI G64262 fosse la vera casa del dinamitardo
a pochi metri dal corpo c'erano tre piccoli zaini quando sono
stati aperti sono venuti fuori altri 21 candelotti otto detonatori una bussola
una torcia elettrica e tutti quegli altri ammenicoli che fanno parte
dell'armamentario di un dinamitardo poco più in là è stata ritrovata una
roulotte Volkswagen la base viaggiante del dinamitardo il furgone di colore
marroncino chiaro era attrezzato in modo abbastanza confortevole con un
divano-letto cucinino nella roulotte sono stati trovati anche altri oggetti di
minore importanza un loden grigio carte geografiche un pacchetto di sigarette
cibi in scatola abituali oggetti di viaggio insomma solo particolare singolare
un pacco di giornali tutti del 14 marzo
a quattrocento metri di distanza dal traliccio in una stradina
che è collegata con la strada provinciale per Cassano viene trovato un
furgoncino Volkswagen è facile collegarlo con la vicenda del terrorista perché
qualcuno l'ha notato nella mattinata è un automezzo targato MI G64262 che è
stato trasformato in roulotte a bordo ci sono delle tavolette di legno come
quelle che il dinamitardo aveva già usato per applicarvi i candelotti
esplosivi un loden grigio un impermeabile militare di tipo americano ancora
sigillato dei generi di conforto e sul cruscotto un fascio di carte
geografiche di varie località d'Italia
è probabile anche che le residenze indicate sui documenti
entrambi rilasciati nel 1970 insieme a tutti gli altri dati e allo stesso nome
siano invece i particolari con i quali è stato -costruito un personaggio
inesistente l'unica cosa autentica della carta d'identità è forse la
fotografia anche se vi appare senza la folta barba e i baffi brizzolati che lo
rendono irriconoscibile dunque tutto è avvolto, nel mistero almeno per ora un
mistero che verrà forse svelato tutto o in parte nelle prossime ore adesso di
sicuro c'è solo un fatto un uomo che voleva paralizzare una città è morto
orrendamente vittima del suo stesso crimine
SCENA QUARTA
Ci sono lui e lei c'è questa coppia che nella foto sui giornali del misterioso
dinamitardo lo riconoscono riconoscono l'editore e che possono essere una
coppia di intellettuali mescolati al movimento e alle storie politiche di
quegli anni che magari lavorano all'università trentenni con un rapporto di
coppia in cui ci sono magari già dei problemi per il femminismo che cominciava
allora e che conoscevano l'editore da tempo e lo incontravano ogni tanto nella
sua semiclandestinità degli ultimi anni vedono i giornali e logicamente sono
sconvolti e questo sconvolgimento s'innesca sui loro problemi personali e crea
una crisi la fa esplodere
sì ma guarda questa storia del femminismo non si può usarla in
maniera così banale non si può schematizzare così e poi quella scena della
discussione che vorrebbe essere un tentativo di spiegare quello che è lei mi
sembra troppo ovvia anzi mi lascia un po' irritata con questa spiegazione
dell'irredentismo femminile della ribellione di lei che non ne può più del
tallone di ferro maschile ma andiamo è una cosa talmente generica e inutile
per definire un personaggio e qui parlare di femminismo diventa solo una
spiegazione a posteriori mentre i problemi in un tipo di coppia come quella
cioè come eravamo noi allora e il perché è saltata quella coppia io credo che
bisogna vederli in un modo un po' meno banale non vi sembra
io sono d'accordo anche a me sembra che quella cena così non
va questi problemi sono cose che vanno mostrate non dette ma invece l'idea di
cominciare con l'autopsia mi sembra che va bene perché introduce l'idea non
tanto dell'autopsia di questo personaggio ma piuttosto di ciò che ha
significato la sua morte perché non è solo un'immagine della violenza ma anche
un'immagine dell'interpretazione e dell'analisi qui non è tanto che dobbiamo
fare delle analisi ma piuttosto cercare alcune immagini che poi rinviano a
altre immagini così come il volto del cadavere poi diventa il volto nella
fotografia sulle prime pagine dei giornali
per raccontare questa storia cioè una storia che succede a
alcuni personaggi quando improvvisamente esplode la notizia di questa morte va
bene che cominciamo ognuno di noi a rifarci ai nostri ricordi perché questa è
una storia che in un certo modo ognuno di noi ha vissuto però poi bisogna
pensare che bisogna poterla mostrare con delle immagini e con delle reazioni
alle immagini per esempio la reazione che hai avuto tu di fronte alla foto sul
giornale oppure quella che hai avuto tu ecco sì io ho avuto la sua stessa
reazione in quel momento perché anch'io quella volta appena ho visto la foto
ho pensato mi sono detto subito ma questo è lui e poi ho pensato porco dio c'è
cascato e poi ho pensato anche cristo lui che era così preciso che gli piaceva
fare raccontare
mi ricordo un po' di tempo prima un anno prima che l'avevamo
incontrato in casa di qualcuno dov'era lì ospite per qualche giorno ero andato
su anche con una ragazza allora abbiamo passato un pomeriggio insieme lui ci
raccontava insomma tutto quello che sappiamo che ci raccontava quando lo
incontravamo la ragazza non sapeva che lui era l'editore perché non stava con
me da molto e non l'aveva mai visto e allora dopo a un certo punto abbiamo
parlato di libri e così via e allora a un certo punto la ragazza è saltata
fuori a dire ma sì cristo in quelle librerie che erano poi le sue librerie noi
gli freghiamo tutti i libri perché insomma questo qui è di sinistra stampa
libri che ci interessano noi non abbiamo soldi e allora i libri ce li
prendiamo
lui lì impassibile così la guardava ci guardava sorrideva poi
siamo andati avanti a parlare di altre cose di tante cose e poi siamo partiti
e poi la volta dopo che l'ho rivisto e che è stata l'ultima volta mi ha
ricordato quella storia mi ha parlato dell'apprendimento del controllo della
precisione del non sbagliare le cose e così via e poi mi dice e poi salutami
quella ragazza simpatica e tutto questo mi è venuto in mente allora e l'ho
pensato quando ho visto il giornale con la sua foto quella mattina ho pensato
ma come è possibile mi sono detto uno che ci tiene così tanto a essere attento
a essere preciso ma qui è certo che l'hanno incastrato
andiamo avanti questa è una notizia che quando è apparsa ha
suscitato tantissime reazioni e non sarebbe male se la nostra coppia
s'incontrasse con altri personaggi che hanno avuto reazioni diverse e poi
parlandone tra loro succede che queste reazioni si confrontano si scontrano e
loro potrebbero incontrarsi da qualche parte lì in quel tempo come ricorderete
ci si incontrava in molti nella casa dell'architetto comunista o dello
psicanalista simpatizzante no ma guarda tu non tieni conto che però quella
mattina dopo subito dopo la notizia ci sono già state centinaia di
perquisizioni dappertutto per cui siamo in una situazione di enorme tensione
in una situazione frenetica e mi sembra più logico che la prima cosa è che si
vogliono avere delle notizie e allora lui esce per telefonare da un telefono
pubblico mentre lei prepara una valigia
no però guarda che non ci sono valigie quando si va via in
questi casi si prende solo il portafoglio i documenti delle carte che è meglio
non lasciare in giro si prende su qualcosa in fretta e via in situazioni così
che ne abbiamo viste tante sia prima che dopo quella storia si faceva così
allora e dunque lui dopo la scena che ha con lei che così però non funziona
lui telefona alla redazione dove c'è una giornalista loro amica lei risponde
al telefono poi poco dopo esce per incontrarsi con loro al bar lì parlano un
po' ci può essere la conferma che il morto è l'editore e altre notizie
arrivate in redazione forse è stato assassinato, eccetera parlano di cosa fare
passa una sirena della polizia hanno un sussulto sono un po' scossi si danno
appuntamento per la sera
va bene e già in questi percorsi che fanno in città per
incontrarsi con la giornalista e poi mentre si dirigono verso questo luogo
dove passeranno la notte avvengono delle cose significative come per esempio
un'edicola o un bar dove c'è la gente che discute la notizia e sentono delle
cose che la gente dice o un posto di blocco della polizia dove li fermano e
guardano nel baule della macchina o magari a un certo punto pensano di essere
seguiti da una macchina che li segue sempre e fanno strane manovre per
seminarla piccoli fatti quotidiani collegati o no al filo della storia che
mostrano che il clima che c'era non era un clima tranquillo
comunque quella notte per ragioni di sicurezza hanno deciso di
passarla in un altro luogo e li incontreranno altri personaggi che sono lì
anche loro per passare la notte fuori dalle loro case per ragioni di sicurezza
che sono dunque nella loro stessa situazione che non è una situazione in cui
si va in visita a fare quattro chiacchiere e contarsela su in un salotto come
in un film di Scola perché quella notte c'era gente che era in fuga c'era
gente che s'imboscava c'era gente che per prudenza stava un po' alla larga e
poi c'è la cosa fondamentale che per tutti questi personaggi la morte
dell'editore segna qualcosa d'importante rispetto a cui sono costretti a
mettersi in discussione a compiere delle scelte
io penso che dovrebbe essere una situazione in cui ci sono
quattro o cinque personaggi ognuno che rappresenta una cosa molto precisa e
che si ritrovano in un luogo che può essere un luogo come questo qui loro per
esempio vengono qui vengono a casa di un loro amico dove anche altri hanno
deciso di venire quella notte per motivi che non sono conosciuti al lettore ma
che poi appariranno nel corso della storia tutti partono da punti diversi e
poi convergano qui si ritrovano qui e qui intorno all'enigma centrale
rappresentato dalla morte dell'editore si forma il coro di questi personaggi
diversamente interessati all'evento che li ha messi in movimento che si sono
mossi su percorsi diversi e che sono poi confluiti in un unico luogo che è
questo che è il luogo del coro
una bella idea questa del coro ma senti immaginiamo che la
storia si svolge qui che si svolge qui in questa tua casa una casa come questa
coi mobili come questi belli moderni qualche mobile antico un po' meno bello
un posto un po' fuori città in una campagna non molto lontana dalla città
facile da raggiungere una bella casa vecchia rimessa a posto bene e lì ci
potrebbe vivere un ex partigiano sopra i 50 con la moglie e che fa
l'agricoltore o qualcosa del genere comunista ma critico col partito della
linea di Berlinguer del compromesso storico e aperto interessato al movimento
come si diceva allora ai giovani
immaginiamo che io devo nascondermi da qualche parte per
ragioni di sicurezza e immaginiamo che qui va bene che è il posto giusto che
conosco già è la casa di un amico dove sono già venuto altre volte ne parlo
con lei dove andiamo c'è la discussione o quello che metteremo al suo posto
nella seconda scena ma alla fine decidiamo andiamo da te veniamo qua da te qua
c'è già qualcuno poi ci sei tu più in là arrivi anche tu ci ritroviamo tutti
qua e c'è una serie di vicende che poi si scioglieranno tutte nella scena
finale del funerale dell'editore e questo è l'arco temporale della storia poi
si tratterà di ordinare di mettere a fuoco le immagini sconnesse che ora ci
vengono a galla così alla rinfusa
bisogna riuscire a mettere insieme qui una piccola società
contraddittoria dunque il primo giorno c'è la coppia che abbiamo visto poi c'è
il democratico un giornalista o un avvocato meglio un giornalista perché c'è
il problema della stampa anche lui tra i trenta e i quaranta sostenitore della
tesi che l'editore è stato assassinato poi c'è il comunista il partigiano il
soggetto della resistenza tradita più vecchio lui e sua moglie una bella
coppia affiatata che sono i padroni di casa c'è il personaggio giovane il
discepolo ideale dell'editore un ventenne diciottenne forte bello biondo che
si scazza con tutti e che sarà quello che negli anni 70 finirà nella lotta
armata
il giornalista potrebbe essere una donna possiamo fare venire
qua la giornalista che abbiamo già visto quella che i due hanno incontrato il
mattino basta però che non la confondiamo con me dice lei e infine ci vuole un
personaggio un po' antipatico un leaderino del movimento studentesco
supponente e saccente che si dà un sacco d'arie ecco e possiamo anche fare che
tra la giornalista e te cioè il giovane rivoluzionario biondo c'è una storia
che c'era già da prima o che succede lì c'è un rapporto che diventa un
conflitto quando scoppiano le contraddizioni sull'interpretazione da dare alla
morte dell'editore
allora vediamo dunque la giornalista arriva lì un po' tardi
con il giovane biondo trafelata agitata emozionata perché è stata alle
riunioni è stata alla conferenza stampa del movimento studentesco alla Statale
e poi ha dovuto passare ancora al giornale arriva li con il documento dei
democratici che sostiene che l'editore è stato assassinato e di cui intanto la
televisione ha già dato notizia e che lì ne stiamo già discutendo da un po' io
sono contrario il leaderino saccente lo sostiene mentre lei e l'ex partigiano
preferiscono non intervenire e parlano tra loro sottovoce di altre cose
davanti al caminetto e la padrona di casa prepara la cena in cucina e mette a
marinare la lepre per domani
il giovane biondo è ancora più incazzato di me contro il
leaderino e contro la giornalista noi sostenevamo che questa è un'altra
mistificazione oltre tutte quelle che monteranno i giornali di domani quelli
di destra come quelli di sinistra ma questo è il loro normale sporco mestiere
mentre invece l'area extraparlamentare sa benissimo chi era l'editore e sa
benissimo che cosa faceva per cui la mistificazione che sta compiendo non è
ammissibile ma la giornalista e il leaderino ribattevano che c'erano però
prove concrete per esempio come fanno sei o sette candelotti a esplodergli in
mano lasciandogli integro il volto per il sicuro riconoscimento come è
credibile che sapendosi da tempo preso di mira dalla polizia vada in giro
imbottito di dinamite e poi la dinamite non esplode accidentalmente e poi con
i mezzi che aveva l'editore poteva pagarsi tranquillamente un commando di
terroristi specializzati e poi infine c'erano i documenti malamente
falsificati di cui non aveva bisogno perché non era ricercato anche se alcuni
giornali scriveranno che era ricercato ma questo non era vero e poi
l'assurdità delle fotografie dei familiari che si portava dietro che lo
rendono subito identificabile
insomma non un elemento che quadrava a meno appunto di non
considerarlo un folle ma noi rispondevamo che tutte queste prove potevano
facilmente essere smontate e rimontate ma che quello non era il punto il punto
era politico ed era per una ragione politica che loro e i democratici
progressisti non potevano ammettere che l'editore era morto durante un'azione
clandestina non potevano ammettere che aveva un'organizzazione clandestina non
potevano ammettere che lui stesso era nella clandestinità perché queste per
definizione sono per voi cose che fanno i fascisti i servizi segreti gli
agenti della Cia non sono cose che possono fare i compagni
e ammettere che le fanno gli dicevamo vuol dire per voi far
perdere l'innocenza al movimento l'innocenza che voi democratici vi siete
inventata per permettervi di stare a fianco del movimento vuol dire dunque
perdere anche voi la vostra innocenza le vostre mani pulite con una punta in
più d'ambiguità perché l'innocenza che voi pretendete dopo gli avvenimenti è
sempre una versione a posteriori è un gioco che voi fate magari compiacendovi
anche un po' perché sapete che c'è un po' di mistero perciò adesso un fatto
così crudo quando un militante ci lascia la vita facendo queste cose di cui
voi parlavate un po' sottovoce compiacendovi vi dà adesso uno choc tale che
dovete subito mistificare il personaggio e tutta la storia e trasformare le
mani pulite in ideologia dell'innocenza dicevamo sempre più accalorandoci
non dimentichiamoci che la vostra alleanza col movimento è
nata tre anni fa quando la strage di stato aveva creato questo grande
movimento di opinione che ha assorbito strati della borghesia democratica e
illuminata giornalisti dei grandi giornali borghesi avvocati architetti
psicanalisti e lì dentro è confluita anche tutta l'ondata dell'antifascismo
militante questa alleanza è sempre stata fondata sulla presunzione della
sostanziale innocenza della sinistra e della contestazione sempre minacciate
represse colpite dalle trame dello stato dei corpi separati dei fascisti
quindi tutto quello che avviene di oscuro di clandestino di
violento va sempre addebitato ai progetti reazionari della destra e così in
questi tre anni voi vi siete dati da fare e lodevolmente per svelare trame
nere per fare riunioni assemblee a non finire per scrivere comunicati
documenti volantini per pubblicare e diffondere bollettini opuscoli libri per
partecipare alle manifestazioni contro la repressione dove vi è capitato anche
di venire affumicati coi lacrimogeni e pestati coi manganelli ma tutto questo
sempre con le mani pulite e in nome delle mani pulite
in questo quadro l'editore vi andava bene quando sull'onda dei
colonnelli greci denunciava la possibilità di un colpo di stato in Italia
questo era dentro la tradizione della resistenza e della realizzazione della
cosiddetta costituzione nata dalla resistenza che non è mai stata realizzata
su questo progetto voi democratici ci stavate a battervi contro un'involuzione
reazionaria anche se consideravate l'editore un po' mattarello ma non
pericoloso e la sua infatuazione per il Che la vedevate come un segno di
confusione mentale ma fin quando lui stampa le lontane guerriglie africane e
sudamericane cosa che del resto oggi fanno perfino i cattolici a voi andava
benissimo a voi che ammirate tanto il Che finché è lontano però appena si
avvicina un po' date fuori di matto
per noi invece gridava il biondo a parte questo problema dei
fascisti eccetera che è scontato c'è per noi un altro problema che è il
problema della rivoluzione e di come la si fa c'è il problema della violenza e
di come usarla per attaccare e qui allora non siamo più d'accordo perché se
voi giustificate l'uso della violenza come risposta alle cariche poliziesche o
alle trame dello stato non la prevedete però come possibilità offensiva in un
progetto rivoluzionario e la morte dell'editore fa esplodere adesso questa
contraddizione che adesso cercate di mascherare con la ridicola tesi che
l'editore è stato assassinato ma che è solo la difesa dei vostri innocenti e
innocui tre anni di partecipazione al movimento a questo punto la giornalista
s'incazza veramente
c'è tutta questa discussione questo scontro siamo li che
discutiamo sempre più animatamente alzando la voce non lasciandoci parlare
gridando gesticolando insultandoci agitati congestionati avevamo bevuto anche
un po' la giornalista fuori di sé diceva che eravamo dei farneticanti ma come
voi vi date il martello sui piedi dicendo queste cose ma come non capite siete
anche un po' fessi non capite che ci sono la Cia il Sid i corpi separati che
vi stanno utilizzando ma era in buona fede lei mentre in malafede era il
leaderino che strillava gridava provocatori traditori venduti finché alla fine
ci siamo quasi messi le mani addosso credo che gli ho dato un cazzotto è
intervenuto l'ex partigiano non mi ricordo bene è intervenuta lei per calmarci
e mi ha portato a dormire era quasi l'alba
SCENA QUINTA
Alle 11 di ieri Milano ha avuto un sussulto per una sensazionale notizia che
dilagata in un lampo ha trovato con il passare delle ore sempre maggiore
consistenza la notizia esplosa verso le 10 del mattino e accolta in un primo
momento con un profondo scetticismo da tutti è risultata sempre più
attendibile man mano che passavano le ore Milano ancora turbata dalle
manifestazioni dei giorni scorsi alcune delle quali degenerate in atti di
violenza era rimasta sbalordita dalla notizia
l'altra notte il corpo esanime di uno sconosciuto è stato
trovato ai piedi della linea di alta tensione che fornisce l'energia elettrica
a mezza Milano il volto del falso Maggioni era stato studiato attentamente
osservato a sezioni dal naso all'alta fronte stempiata dalle nari al mento
prendendo in esame le orecchie all'identificazione più che attraverso il
riconoscimento della salma che nessun familiare ha potuto ancora vedere si è
giunti con un attento esame delle foto
poi qualcuno forse il commissario Calabrese aveva esclamato
mettetegli un paio di baffi pare che sia stata questa battuta a dare il via a
una sempre più febbrile serie di controlli eseguiti nel cuore della notte il
confronto dei rilievi dattiloscopici delle falangette della mano destra dato
che i polpastrelli presentavano alterazioni per le bruciacchiature causate
dallo scoppio la fotografia pubblicata dai giornali della carta d'identità con
il falso nome di Vincenzo Maggioni veniva girata da tute le parti e c'era
naturalmente chi giurava che essa fosse somigliantissima a quella dell'editore
e chi invece sosteneva a spada tratta il contrario
i due fotogrammi sono stati sottoposti a successivi
ingrandimenti e a un certo momento in uno di essi gli inquirenti hanno
riconosciuto l'ultima moglie dell'editore la scoperta non poteva essere più
clamorosa sebbene la notizia non sia ancora ufficiale sembra accertato che
l'uomo dilaniato ed ucciso dall'esplosione di una carica destinata a fare
saltare un grande traliccio alla porte di Milano sia il ricco editore
militante di estrema sinistra il falso Vincenzo Maggioni l'impiegato nato il
19 giugno 1926 a Novi Ligure il cui corpo era stato rinvenuto mercoledì
pomeriggio dilaniato dall'esplosione sotto un traliccio nella campagna di
Segrate era in realtà l'editore nato a Milano lo stesso 19 giugno 1926
la notizia che il terrorista dilaniato mentre cercava di far
saltare un traliccio dell'alta tensione era l'editore è esplosa a Milano
provocando una reazione a catena di emozione stupore sbigottimento incredulità
nessuno poteva immaginare che si trattasse del miliardario editore di libri
militante nelle forze extraparlamentari di sinistra e ricercato per terrorismo
è certo anche se alla notizia manca il crisma dell'ufficialità il morto
dilaniato da una carica di dinamite accanto al traliccio dell'Atm tra
Pioltello e Segrate è il ricchissimo industriale notissimo editore e
contestatore di antica data
anche sulla genesi delle indagini che hanno portato al nome
dell'editore grava il silenzio degli addetti ai lavori quello che è trapelato
e che si è potuto mettere insieme cucendo indiscrezioni particolari e
informazioni fiduciarie offre soltanto una ricostruzione di massima il
movimento che si notava al palazzo di giustizia negli uffici del procuratore
capo della repubblica e del procuratore generale faceva presumere che qualcosa
di molto grosso fosse nell'aria quando la notizia al mattino è trapelata al
palazzo di giustizia si è scatenato il caos in mezzo all'andirivieni di
magistrati di alti ufficiali dei carabinieri e di funzionari della questura
un magistrato infatti incaricato delle indagini alle
insistenti domande dei giornalisti ha così risposto non possiamo ancora dire
nulla su una vicenda che non si può ritenere ufficialmente conclusa
ufficialmente nessuna conferma gli inquirenti si mantengono riservati e
reticenti ma lasciano intendere di essere sicuri del fatto loro pur
riservandosi di dire qualcosa di definitivo nelle prossime ore il nome
dell'editore sarebbe affiorato alle labbra degli inquirenti impegnati a far
luce sul mistero del cadavere scoperto sotto il traliccio n. 71 di Segrate che
nella fotografia di Vincenzo Maggioni avevano colto subito i tratti di
qualcuno già conosciuto
è ormai certo che l'uomo trovato ucciso sotto il traliccio è
l'editore le autorità hanno fatto trapelare numerosi elementi che hanno
portato all'indubbia identificazione del cadavere ciò nonostante la
magistratura continua a mantenere il più assoluto riserbo la vicenda sotto
qualsiasi punto di vista la si consideri è strana ha dell'incredibile in poche
ore il cadavere dilaniato viene riconosciuto o quasi ma non fino al punto che
magistrati o polizia si assumono la responsabilità di confermare poche ore per
il riconoscimento ma molte per procedere all'identificazione della salma
mostrandola ai parenti e agli amici dell'editore che a Milano sono molti e
facilmente reperibili
i magistrati interpellati dai giornalisti si chiudevano però
nel più assoluto riserbo ma le voci si facevano sempre più insistenti in poco
tempo tutta la città ne era al corrente la clamorosa notizia si è sparsa
rapidamente in tutta Italia ieri mattina anche se non è stato ancora
dichiarato ufficialmente dalla magistratura né dalle forze dell'ordine è stata
un'esplosione simile per portata a quella che 24 ore prima aveva orribilmente
dilaniato il corpo del terrorista le redazioni dei giornali sono state
tempestate di telefonate
sono cominciate a filtrare le prime notizie le prime conferme
ufficiose che sono bastate ad alcuni giornali del pomeriggio per uscire con
titoli di assoluta certezza in prima pagina e a nove colonne e sono cominciate
anche le prime ipotesi contrastanti la notizia che l'attentatore al traliccio
di Segrate è l'editore è apparsa sui giornali della sera di Milano prima con
un punto interrogativo poi nelle edizioni successive con il punto esclamativo
escludente ogni dubbio in breve la notizia ha varcato le frontiere e anche
dall'estero si chiedevano conferme che sono poi venute nel tardo pomeriggio i
giornali nel pomeriggio sono andati a ruba
assieme all'intrecciarsi frenetico delle telefonate
cominciavano anche a sorgere i primi inquietanti interrogativi perché mai un
uomo ricco un miliardario come l'editore si sarebbe recato da solo a piazzare
dinamite sotto un traliccio? ecco d'improvviso che l'editore brillante
frequentatore di salotti ricompare due giorni fa in abiti di foggia militare
con uno zaino colmo di tutti i ferri del mestiere dell'attentatore di
professione anche questa sua ricomparsa in circostanze così straordinarie da
lasciare sbalorditi è un segno dei tempi dei tempi sconvolti che viviamo
ma ecco che nella città che non aveva avuto il tempo di
riprendersi dallo stupore si diffonde un'opposta tesi che il miliardario
l'uomo il cui nome tutti conoscono sarebbe stato assassinato qualcuno sostiene
fra l'altro che si tratta dell'editore ma che in realtà era stato prima ucciso
e poi usato per inscenare l'incidente durante l'innesco della dinamite nel
comunicato che formula la tesi dell'assassinio diramato ieri nel pomeriggio a
Milano si afferma che l'editore è stato assassinato che il potere politico il
governo il capitalismo internazionale avevano bisogno di un capro espiatorio
per dare un'etichetta di sinistra alle bombe di piazza Fontana
nel documento si sottintende che il ritrovamento dell'editore ai piedi del
traliccio di Segrate è soltanto il frutto di una messa in scena l'incredibile
si aggiunge all'incredibile è credibile che l'editore non sia giunto vivo al
traliccio? soltanto porre questa domanda fa sorgere dubbi e congetture che
definire inquietanti è poco orbene se l'accusa è suffragata da prove bisogna
che si producano se le prove non ci sono si tratta di una mossa politica
destinata a creare confusione in un momento già di per sé troppo confuso
noi attendiamo le prossime ore per formulare interrogativi ai
quali appena accenniamo ci attendiamo dalle prossime ore notizie che fughino
ogni dubbio sulla vicenda che è certamente una vicenda oscura una vicenda
torbida che per torbidi fini potrebbe essere utilizzata tutto nella tragica
vicenda di Segrate che ha avuto a protagonista l'editore è profondamente
oscuro alcuni aspetti appaiono assurdi alcuni altri sono palesemente
inverosimili e ogni interrogativo è lecito anche il più grave le ipotesi a un
certo punto possono prendere pieghe allucinanti fondarsi su un disegno di
macchinazioni demoniache
quando sembra che la violenza abbia toccato la punta massima
quando si è indotti a sperare che essa possa placarsi ecco che immancabilmente
un altro clamoroso fatto di sangue viene a scuotere le coscienze e a rendere
più incandescente il clima caldo di questa vigilia elettorale tutto in questa
vicenda va vagliato sottoposto ad esame scrupoloso sotto gli occhi di tutti un
pazzo più pazzo di quanto si riesca ad immaginare vittima della sua stessa
follia per stravagante e avventuroso che si voglia considerare il personaggio
un tale comportamento rasenta i limiti della follia e dell'incredibile
mancava da Milano e probabilmente dall'Italia salvo possibili
riapparizioni clandestine dai primi del dicembre del 1970 ossia da un paio di
settimane prima della strage avvenuta alla banca dell'Agricoltura a Milano che
un industriale erede di una grande dinastia di imprenditori e di costruttori
sia finito così in basso apostolo di sovversione maestro e protagonista di
sciagurate imprese dinamitarde tutto ciò ha dell'incredibile un editore
miliardario che vuole compiere un gesto imitativo di certi suoi idoli politici
e letterari si sarebbe messo in condizione tale che da morto o da vivo
l'indagine susseguente all'attentato si sarebbe indirizzata
proprio verso quei gruppi per i quali l'editore aveva simpatia in questo
ambiente oscuro e torbido nel quale confluiscono giovani troppo ingenui
esaltati teorici della ultima ora di varie colorazioni e veri e propri
provocatori a servizio dei fascisti tutte le voci di apparizioni dell'editore
a Milano dove avrebbe addirittura partecipato a una riunione di anarchici o
comunque di rivoluzionari non sono legate a testimonianze sicure
la procura della repubblica ritiene che l'editore avesse
intrecciato rapporti piuttosto stretti con movimenti extraparlamentari decisi
a trasformare la lotta politica in guerriglia urbana sabotaggi e attentati
l'editore avrebbe creduto di trovare l'ambiente ideale per la messa in pratica
delle teorie tante volte pubblicate in esagitati opuscoli qualcuno ha scritto
che nel corso dell'ipotetica riunione di extraparlamentari l'editore fu
duramente attaccato dai compagni che gli rimproveravano di dedicare alla causa
soltanto i soldi
ripetiamo l'episodio di Segrate avviene in un momento
estremamente serio e gravido di pericoli per la democrazia abbiamo bisogno di
pulizia tremendamente bisogno e insieme di una instancabile vigilanza di tutti
i democratici c'è una sola cosa da chiedere una inchiesta pronta senza ombre
completa che elimini ogni margine di dubbio il paese deve sapere avere la
verità al 100% nessun pasticcio per intendersi alla Valpreda è ammissibile il
paese non si lascerà trascinare alla ventura sa che non esistono scorciatoie
di comodo sa che la disunione delle forze popolari è esiziale
rafforzando uno schieramento di opposizione e alimentando un
risveglio della coscienza popolare contro il marcio che si annida nell'attuale
quadro istituzionale ma queste considerazioni doverose nulla tolgono alla
terribile gravità del fatto l'impressione che ci troviamo di fronte ad una
provocazione allarmante è nettissima se in America non si è venuti a capo
della morte dei due Kennedy e in Italia di quella di Pinelli se la strage di
stato si è finora risolta in un rovesciamento delle responsabilità se su tutto
questo prosperano alternativamente la speculazione fascista o la repressione
di stato o la controffensiva politica moderata
è difficile attendersi che su quest'ultima incredibile morte
venga ora fatta chiarezza la risposta a tutto questo non può che essere prima
di tutto politica e di massa i comunisti chiedono che si assodi rapidamente
l'intera verità senza quegli scandalosi intrighi e quelle violazioni della
legge che in precedenti occasioni hanno bloccato deviato confuso il corso
della giustizia ipotesi di macchinazione e di complotti dubbi e incertezze che
lasciano lo spazio non solo alle più sfrenate fantasie ma magari a qualche
cosa di molto peggio non devono intorbidire una situazione che molti hanno
interesse ad esasperare
ma ci è impossibile far tacere la nostra voce di sdegno e di
protesta per il modo cinico ignobile con cui hanno reagito uomini e giornali
di sinistra è un'antica verità chiedersi a chi una certa faccenda giovi e qui
ogni giovamento va a destra è la destra che ha fatto scattare l'apparato
provocatorio è essa che utilizza le barricate e le molotov degli
extraparlamentari e li inserisce nel proprio complotto autoritario secondo
inveterata vocazione delle classi dirigenti italiane non avremmo il cattivo
gusto di adottare accenti e toni trionfalistici per commentare la triste fine
dell'editore non ci può dare gioia che un'ancora giovane vita sia stata così
drammaticamente stroncata
dalla strage di stato ad oggi questa spirale non si è più
chiusa ed oggi innumerevoli episodi grandi e piccoli fanno pensare che si stia
toccando il fondo non solo e non tanto in vista delle elezioni ma di qualche
cosa di peggio si voleva che il terrorista rimasto vittima della sua imperizia
fosse un uomo della cosiddetta destra eversiva la vicenda scriveva l'Unità ha
evidenti connessioni con i famosi attentati ai tralicci a suo tempo firmati in
tutta Italia dai Nar fascisti almeno da tre anni a questa parte ma anche più
in là nel tempo per chi ha buona memoria avanza in Italia una colossale
macchinazione che più di una volta è giunta alle soglie del colpo di forza o
del colpo di stato
l'identificazione del terrorista ha sconvolto questa
mobilitazione propagandistica già in atto non un fascista ma un estremista di
sinistra divulgatore di trattati di guerriglia urbana e suburbana
l'importatore delle peggiori teorie della contestazione anarcoide le
provocazioni di destra sono un dato permanente l'apparato poliziesco e statale
è apparso invischiato fino al collo in vicende delittuose tuttora aperte e su
questo tessuto di base si è di volta in volta innescata una controffensiva
politica generale delle forze dominanti e di governo l'infortunio non avrebbe
potuto essere maggiore nel momento in cui tutta la sinistra è impegnata
facendo leva sulla montatura giudiziaria di Treviso a mettere un'etichetta
fascista sulla bomba di piazza Fontana
ma i nostri intrepidi mistificatori non si danno per vinti al
colpo della morte del terrorista editore hanno reagito nel modo più grottesco
e cinico lanciando subito l'oscena versione del delitto di stato o del delitto
dell'infame destra o forse di entrambi un mucchio di sporcizia questo
incrostatosi attorno alla vicenda di Segrate da portare alla luce e da
spazzare non può procurarci piacere questa nuova prova della nauseante
alleanza che si è stabilita tra i rappresentanti degeneri di una borghesia
suicida che recita quotidianamente un fosco cupio dissolvi e gli ambienti dove
fruttificano i frutti marci del terrorismo e della criminalità politica
SCENA SESTA
Sensazione nauseante lui smette di leggere i giornali adesso è al bar del
paese con l'ex partigiano stanno leggendo i giornali e li commentano il
comandante saluta i suoi amici con cui va a caccia insieme è il mattino dopo
lei ancora dormiva quando lui si è svegliato e si è alzato perché non riusciva
a dormire per via di quella sensazione nello stomaco nella testa e nella casa
quasi tutti ancora dormivano perché quella notte avevano discusso fino a tardi
avevano litigato fino all'alba si era creata una situazione di conflittualità
generale alimentata anche un po' dall'alcol era come se tutti fossero in
guerra con tutti si creavano alleanze temporanee ma che poi si rompevano anche
col giovane biondo lui si era scontrato a un certo punto perché gli era
sembrato che esagerava un po' con questa storia della violenza e delle armi
avevano litigato tutta la notte c'era in tutti la
consapevolezza confusa non confusa chiara oscura complessa di un passaggio che
stava avvenendo per questo non riuscivano a smettere di litigare perché
sentivano che la violenza di quella morte creava e imponeva a tutti situazioni
irreversibili che erano differenti contraddittorie conflittuali ma
irreversibili e così tutti litigavano su qualsiasi cosa non c'era
conciliazione possibile poi dopo ti spieghi ma prima c'è lo scontro
l'aggressione tutto questo crea molto affetto ma anche molto conflitto tutti
stanno insieme e sono divisi
stanno insieme di nuovo e di nuovo sono divisi per cui passa
questa notte di discussione e di grande tensione ci sono duplicità che saltano
ci sono ambiguità che saltano una serie di posizioni che non erano ben
chiarite ma che potevano coesistere ora non possono più coesistere
nell'ambiguità la giornalista democratica non può più scopare col giovane
rivoluzionario oppure si possono continuare a scopare ma non possono più
comunicare ma soprattutto deve essere chiaro che la tensione principale di
questa storia oltre i conflitti che scoppiano per differenze di valutazione
reazioni emotive impostazioni ideologiche eccetera è nel fatto che si respira
si sente il nodo di quello che succederà poi negli anni 70 tutti i personaggi
si trovano di fronte a questa morte come a una cartina di tornasole uno
spartiacque e ne hanno la consapevolezza
avevano dormito insieme lì stretti nel piccolo letto della
camera del figlio dell'ex partigiano che adesso studiava a Ulm c'era il
manifesto appeso sul muro con scritto il Che è vivo il manifesto che aveva
fatto stampare l'editore subito dopo che il Che era stato ammazzato in Bolivia
e quasi tutti erano libri che l'editore aveva pubblicato i libri negli
scaffali lui aveva scorso i titoli sui dorsi Cent'anni di solitudine La teoria
dei bisogni Senza tregua La rivoluzione sessuale Vogliamo tutto Diario del Che
in Bolivia Sotto il vulcano lo aveva preso ne aveva rilette un po' di pagine
qua e là poi si era vestito e era uscito senza svegliarla e adesso era lì col
comandante e il mal di testa al bar del paese
ancora in abito da sera che non sembrava particolarmente
gualcito il Console con una ciocca di capelli che gli ricadeva sugli occhi e
una mano afferrata alla breve barbetta a punta sedeva sghembo con un piede
sulla traversa di uno sgabello adiacente davanti al piccolo banco ad angolo
retto mezzo proteso su di esso e occupato a quel che sembrava a parlare tra sé
perché il barista un ragazzo bruno e lustro di un diciott'anni stava ritto a
una certa distanza contro una tramezza di vetro che divideva la sala e non
aveva l'aria di ascoltare
la mattina l'ex partigiano era andato come il solito a
comprare i giornali in paese e lui era andato insieme per prendere un po'
d'aria con lui giù nel paese dove tutti lo conoscono lo stimano lo rispettano
gli dicono buongiorno comandante potrebbe essere il sindaco del paese ma
allora forse non avrebbe potuto ospitarli e adesso lì il comandante che non
aveva parlato per tutta la sera precedente potrebbe parlare con lui potrebbe
spiegargli la sua reazione di fronte alla morte dell'editore o piuttosto il
fatto di essere combattuto fra due reazioni la reazione da coscienza pulita
Pci cioè non si può lasciare che l'immagine di un compagno come lui finisca
così e la reazione di chi sa di chi è sgomento per la cosa però per rispetto
al morto non può nasconderla e mistificarla di questo gli può parlare il
comandante mentre sono insieme giù nel paese
il paese a questo punto è importante perché i personaggi non è
che devono stare a casa tutto il giorno a contarsela su intorno a un tavolo
come stiamo facendo noi qui adesso bisogna che ci sia un fuori magari ci potrà
essere lì in paese una piccola festa dell'Unità dove andranno e dove
succederanno delle cose perché lì in quelle zone come l'oltrepò pavese o il
lodigiano ci sono quelle grandi tavolate dove con qualche bottiglia di vino un
po' spumantino si comincia a gridare viva il comunismo e queste cose qua i
personaggi non devono essere quattro gatti tagliati fuori dal mondo e chiusi
isolati dentro una casa non c'è lì l'angelo sterminatore che arriverà solo
qualche anno dopo
io sono d'accordo perché questa scena fuori finisce con essere
il rovescio della situazione dentro da una parte sono chiusi in casa come topi
isolati ma con questa tensione verso l'esterno leggendo i giornali tutti i
giornali e con la paranoia del telefono che avevamo allora che si pensava
sempre che tutti i telefoni erano controllati e spiando dalle finestre con la
preoccupazione di qualche macchina sospetta che si ferma troppo vicino alla
casa mentre poi invece dall'altra parte si trovano in una festa paesana in un
ambiente amico sono in un contesto sociale c'è una festa dell'Unità dove vanno
a bere insieme a altri con il comandante che lì conosce tutti ma c'era una
cosa aspetta però che non va bene è il libro della Heller La teoria dei
bisogni che lì non ci può stare perché è uscito nel 74 è uscito dopo
a me però la festa paesana non mi convince perché il fenomeno
perché queste storie sono state storie urbane metropolitane però potrebbe
essere un paese in trasformazione metropolitana dove c'è la cascina ma c'è
anche la fabbrica dove c'è il vecchio e il nuovo la campagna che diventa città
e industria dove però la cascina non scompare un paese industriale alla
periferia di Milano ci potrebbe essere una trattoria in una cascina facciamo
che loro lì al bar incontrano un ragazzo e una ragazza di poco più di
vent'anni due compagni come glieli presenta il comandante che si sposano e che
l'hanno invitato al pranzo di nozze che ci sarà quella sera nella trattoria
della cascina e gli ricordano di non mancare e di portare anche i suoi amici
potrebbe esserci una cosa del genere
queste storie sono storie di città sono storie metropolitane e
per questo è un po' difficile raccontarle non ci sono storie metropolitane in
Italia perché non ci sono metropoli in Italia non ci sono nei termini in cui
siamo stati abituati a vederle nei film americani è impossibile immaginarsi un
film che si svolge a New York immaginarselo in Italia a Milano o a Roma dove
tutto è stretto dove tutto è chiuso la notte mentre la metropoli è una cosa
molteplice misteriosa inquietante sconfinata fuori orario ma Milano è una
città provinciale e non se ne vogliono accorgere questi milanesi gonfiati che
li senti dire perfino Milano come New York e ci credono perfino
c'è l'hinterland di Milano invece che è qualcosa di
infinitamente più importante misterioso e inquietante di quelle quattro strade
intorno a piazza del Duomo la vera città è quella che si stende fino a Sesto e
va avanti per decine di chilometri a nord dove tra mezzanotte e le cinque del
mattino avvengono gli scazzi e gli scontri lì la gente li ammazzano e li
buttano e poi all'alba la polizia passa a raccogliere i morti in Italia il
solo film che ha cercato un po' di rappresentare queste cose anche se l'ha
fatto a un livello pazzesco era Rocco e i suoi fratelli però con un intruglio
di sentimentalismo machismo morbosità Roma invece è una capitale impazzita ma
l'unico film che l'ha fatta vedere come metropoli moderna è sempre ancora la
Dolce vita
io non so Roma ma per me adesso su Milano si potrebbe fare un
film molto interessante perché se guardiamo intorno a Milano vediamo una città
che sta diventando metropoli per via di questi due milioni e mezzo di abitanti
che stanno fuori oltre la fascia comunale e comincia in tutto a essere una
dimensione rilevante cominciano a essere quattro o cinque milioni di abitanti
allora questo comincia a essere qualche cosa di smisurato di molteplice di
complesso e l'inizio degli anni 70 il momento di questa storia che stiamo
raccontando è anche il momento in cui si sta giocando questo passaggio dalla
città all'hinterland che allora stava cominciando a diventare qualcosa di
mostruoso
va bene ma adesso torniamo a questa storia lui il mal di testa
va meglio sta parlando con il comandante mentre tornano a casa dopo essere
stati al bar e avere comprato i giornali in quel paese dell'hinterland
milanese mentre camminano ogni tanto il comandante gli indica come il paese
negli ultimi vent'anni è cambiato le fabbrichette che prima non c'erano le
orrende villette moderne tutte con l'araucaria davanti il supermercato solo la
vecchia cascina è rimasta tale e quale anche se è diventata una trattoria e
intanto gli dice che cosa rappresenta la morte dell'editore per personaggi
come lui che erano stati partigiani o che erano comunisti
qui bisogna mostrare come il discorso della resistenza tradita
dell'antifascismo del colpo di stato di destra erano alla base dell'azione
politica dell'editore che aveva frequentato la sezione Martiri oscuri di
Lambrate che è quella dove c'era stata la Volante rossa alla fine degli anni
40 lui si agganciava sempre a luoghi situazioni di forte memoria partigiana e
poi c'era l'idea della base rossa che continuava e era affascinato da questi
vecchi partigiani duri tutti d'un pezzo un po' stalinisti gli piacevano molto
tipi come Giovanni Pesce a cui aveva stampato il libro di memorie questo
gappista che durante la resistenza andava in giro a ammazzare fascisti per
conto del Cln
la sera che è venuta quella sera sui quadrelli rossi
delle macerie e vari caseggiati un partigiano
della gap un tipo evoluto sanguinario e buono
aveva il braccio insecchito sentì
ancora tre ariette di sudore sull'addome
nell'erba dei capezzoli e sotto il coppino
e un fil di refe rosso un filo di sangue dal costato
la febbre grattava dove c'è la cintura del corame era
il grano profumato che verrà dall'Urss in una volta
sola una vera manifestazione pensò e chiuse gli occhi
che erano già da spaccare col martello
come ha scritto Emilio Villa cioè il più grande poeta italiano degli anni 40
altro che Montale
comunque si può dire che in qualche modo l'editore ha creato
l'antifascismo militante che è diverso dall'antifascismo retorico da 25 aprile
degli anni 60 e per di più l'ha creato in maniera diffusa perché lui era il
primo che aveva inventato le librerie militanti quando lui apre le sue
librerie negli anni 60 diventano subito luoghi di movimento luoghi
resistenziali lui lì vende e stampa indifferentemente giornali underground
opuscoli degli studenti del Parini opuscoli della guerriglia africana e
latinoamericana e poi con l'Istituto che raccoglie tutto il materiale del
movimento operaio rivoluzionario dall'inizio del secolo fino a oggi stabilisce
una grande linea culturale e editoriale che va da quegli inizi fino a questi
opuscoli del movimento
allora avviene questa strana convergenza sulla teoria
dell'editore assassinato c'è da una parte la borghesia illuminata che parla di
complotto perché deve conservarsi le mani pulite ed è una vera fortuna che
pochi giorni dopo arriva l'incriminazione dei fascisti per piazza Fontana
perché ridà fiato alle loro tesi che la violenza è sempre solo a destra
dall'altra parte i quadri partigiani e comunisti che non hanno da salvare le
mani pulite ma che devono mantenere la figura dell'editore e della sua lotta
politica integra e fuori di queste cose anche se magari in parte ci sono
dentro anche loro e comunque gli scatta automaticamente il meccanismo del
complotto
che è un meccanismo stalinista per cui il negativo va sempre
addossato a un complotto del nemico e il complotto non può che essere la
destra la Cia l'America sono atteggiamenti di tipo veterocomunista alla russa
dove non possono raccontarsi la storia e allora si raccontano le convinzioni
lo stesso Pesce che ci ho mangiato insieme al ristorante qualche mese fa
ancora oggi sostiene continua a sostenere che lui è stato assassinato che lui
un giorno avrà le prove che l'editore è stato assassinato ma poi soprattutto
allora c'era il Pci che non voleva assolutamente che la figura dei partigiani
venisse toccata e venisse riproposta come azione non a caso pochi giorni dopo
la morte dell'editore l'anniversario delle fosse ardeatine viene celebrato in
modo massiccio
e così e in quell'occasione in un'intervista Carla Capponi che
è la ragazza dell'impermeabile di via Rasella la leggendaria gappista medaglia
d'oro della resistenza dichiara mi trovo a confrontare le azioni che compivamo
noi e le molotov che lanciano i gruppetti allora era il popolo che metteva le
bombe qui le bombe le mettono i provocatori fine della citazione ma per il Pci
la resistenza e i partigiani devono ormai esistere solo come mito perché
quello è il momento in cui un'altra linea viene allo scoperto quella del
compromesso storico non più quella di una strategia di attacco che implica uno
scontro violento di classe e questa nuova linea viene sancita proprio in quei
giorni a Milano dove il XIII congresso del Pci si conclude al Palalido con la
nomina di Berlinguer a segretario del partito e questo per il quadro storico
ma lo sai che anche la teoria delle basi di montagna intorno
alla città dove credi che l'ha presa l'editore? mi dice intanto il comandante
mentre stiamo tornando a casa dal paese lungo il vialetto fiancheggiato dal
biancospino che copre appena il cantiere di un palazzone di cemento quella
teoria che è stata sempre collegata dai giornali anche di sinistra a una
visione fuochista latinoamericana se non maoista l'editore in realtà l'ha
presa da un manuale del doppio livello del Pci che si chiama Ipotesi di
comportamento e che fino a una decina di anni fa era usato per istruire i
giovani militanti e che prevedeva proprio un comportamento di questo tipo
chiedilo al nostro amico libraio che viene qui oggi a pranzo lui ha fatto
ancora in tempo a conoscerlo quel manuale
cioè in certe sezioni c'era il segretario e il commissario
politico e il commissario politico selezionava alcuni compagni giovani e
diceva tu non dipendi dal segretario dipendi da me e a questi dopo un lungo
corso alla fine gli dava questo manuale che era un manuale che prevedeva per
esempio di tenere sott'occhio l'armeria del tuo quartiere e cose del genere e
dava le indicazioni per la ritirata dalla città in caso di colpo di stato per
lo spostamento sulle montagne e nei luoghi di riferimento corrispondenti ai
triangoli della città io parlo di Milano che è una città radiale che si divide
per triangoli anche noi durante la resistenza l'abbiamo sempre divisa in
triangoli con il vertice verso il centro la base verso la periferia che indica
la direzione della ritirata
tanto che in quegli anni si portavano i giovani a fare dei
festival in montagna a Omegna piuttosto che dalle parti di Novi Ligure proprio
per conoscere i luoghi dove ci si doveva ritirare e stabilire una base di
montagna quindi vedi che l'editore non ha importato questa teoria da Cuba ma
l'ha presa da una tradizione del Pci del dopoguerra ancora legata ad una
tradizione territoriale della resistenza partigiana comunque questa è stata la
nostra ultima occasione e la sua morte significa la fine di quest'ultima
occasione dice il comandante affrettando il passo per cui adesso non possiamo
che ritirarci e questa volta per sempre alt no però questo non va questo è
troppo patetico questo non glielo farei dire da lui qui
e poi se è vero che con l'editore finiva simbolicamente tutto
questo sogno della resistenza tradita che cercava una rivalsa che coltivava la
speranza del momento opportuno finiva l'ultima speranza finiva la storia dei
partigiani però in realtà finiva perché lo spostamento lungo quei triangoli
verso le montagne non aveva più senso perché le città non erano più radiali e
dilagavano ovunque perché insomma le trasformazioni avvenute negli ultimi
dieci anni nel territorio e nella società erano state tali che le strutture
della resistenza non corrispondevano più cioè per esempio la struttura di
fabbrica non corrispondeva più al rapporto città-campagna o città-montagna
perché la città e la fabbrica ormai erano arrivate dappertutto
e in quegli anni quando si parlava di lotta di violenza si
parlava di lotta di massa di violenza operaia di azioni autonome di cortei
interni in fabbrica che bloccavano la produzione e che picchiavano i capi e
che fuori occupavano le case e volevano vivere una vita diversa e tutte queste
cose mentre i partigiani non avevano mai avuto un immaginario legato a nuove
forme di vita a una vita libera giovane spontanea senza gerarchie e capi
avevano sempre avuto l'idea di una gerarchia militare rigida ricalcata e
equivalente a quella degli eserciti che combattevano con in più la rigidità
politica sovietica col commissario politico sempre una gerarchia militare e
paternalistica dei rapporti
tutto questo è ormai un passato che fa parte del passato del
Pci che in quegli anni era stato obbligato a elaborare una nuova strategia che
li tagliava fuori completamente e faceva anche parte del passato dell'editore
e ora quel passato come immaginario di massa rivoluzionario scompariva con lui
sotto il traliccio per cui il comandante dovrebbe concludere dicendo che
adesso loro non possono che ritirarsi nel museo che il Pci gli ha costruito
non resta che passare la mano ai loro figli che sceglieranno loro la loro
strada ma forse invece dice un'altra cosa che ne so dice che lui ha deciso di
smettere di andare a caccia e lascia che ci vadano i giovani ma intanto siamo
arrivati a casa e cerchiamo gli altri per mostrargli cosa hanno scritto i
giornali le schifezze che hanno scritto i vari Bocca Montanelli e tutti quanti
come si può vedere nella prossima scena
SCENA SETTIMA
I ricchi facciano i ricchi se non vogliono cacciarsi nei guai o combinare guai
penso così con malinconia dell'editore un ricco infelice pieno di problemi
personali che in fondo non interessavano a nessuno sempre implicato in vicende
clamorose che gli appassivano tra le mani incapace di fermarsi in un lavoro in
un amore in una idea sempre alla ricerca di qualcosa che lo tenesse in piedi
che desse un significato alla sua vita alle sue contraddizioni alle sue
stravaganze mentre scrivo so poco del modo nel quale è morto vedremo di capire
meglio se sarà possibile ma temo che neppure questa sua fine tragica
comunque siano andate le cose riuscirà a fare di lui qualcosa
di diverso da un uomo fallito la sua morte è un finale come si suol dire
emblematico c'è qualcosa di logico e di fatale nel fatto che questo
ricchissimo borghese sia stato trovato dilaniato da una carica di dinamite la
stessa dinamite che egli metteva contro una società che gli aveva permesso di
nascere in una culla tappezzata di miliardi cioè in definitiva contro se
stesso è la sorte che aspetta tutti questi buffoncelli del sinistrismo in
spyder fra i quali il povero editore
fa spicco se non altro per un certo coraggio l'editore è
approdato all'ultima spiaggia di una morte violenta che ha suggellato una
esistenza difficile inquietante contraddittoria l'origine miliardaria che più
o meno confusamente senti come una condizione che lo segnava con le comode
stimmate del privilegio ha condizionato la sua vita spingendolo tra
sbandamenti e confusioni alla ricerca di miti e di soluzioni disperate e
isolate convinto che l'Italia fosse in pieno colpo di stato viveva in
clandestinità all'estero dopo aver mal digerito la lezione del Che in America
latina alle teorie aberranti aggiungeva un pizzico
di bizzarria confinante da vicino con la stravaganza l'assurda
avventura dell'editore è di quelle che si snodano oscillando paradossalmente
tra il mondo ricco e dorato di origine e la ricerca disperata di primeggiare
in ambienti assolutamente opposti che quel mondo vuole abbattere istinti
autopunitivi labilità di carattere frustrazioni profonde possono certo
spiegare sotto il profilo psicologico o meglio psichiatrico la personalità del
miliardario dinamitardo il Che diventa la sua stella polare la tecnica della
guerriglia lo affascina e appena gli affari glielo consentono vola
a Cuba e vi soggiorna per lunghi periodi senza tralasciare di
farsi vedere in giro con belle donne e di condurre una vita molto agiata nel
1954 fonda la casa editrice e due anni dopo lascia il Pci dopo i fatti di
Ungheria la Milano-bene sorride soddisfatta il transfuga ritornerà presto tra
le file ha finito di fare il sovversivo le due anime dell'editore l'impronta
del grande ricco e l'insoddisfazione che lo spinge sempre verso una ricerca
individualistica e esasperata si manifestano in modo clamoroso i suoi viaggi a
Cuba la sua brevissima detenzione nelle carceri
della Bolivia si alternano all'apparizione su Vogue in cui
appare fasciato in un mantello di lontra marrone firmato da Jole Veneziani
giustificava la sua latitanza dicendo che quando il Reichstadt brucia occorre
tenersi lontani ma continuava a inguiaiarsi in clamorose disavventure di
svolte nella vita privata e pubblica dell'editore milanese ce ne sono state
molte e talune sconcertanti e difficilmente omologabili sotto una comune e
chiara matrice il tarlo dell'avventura doveva roderlo senza sosta forse gli
eroi della rivolta proletaria e dell'anarchia immortalati dalle sue
pubblicazioni l'ossessionavano doveva diventare uno di essi specialmente
il Che Guevara non contento delle ville delle barche di lusso
delle automobili che vanno a trecento all'ora delle pellicce e dei gioielli
che poteva regalare aveva scelto l'hobby della dinamite e del populismo si
portava dietro troppi complessi d'inferiorità e troppi bollori momentanei per
non diventare uno strumento nelle mani di qualcuno più abile di lui un
boy-scout che voleva essere considerato pericoloso ma che non c'era mai
riuscito che voleva essere considerato un estremista ma era guardato con
sospetto dagli estremisti veri fino in fondo l'editore ha tentato di diventare
un primo attore senza capire che aveva i mezzi soltanto per particine
di contorno quella del traliccio era la sua grande occasione
la sfortuna la maledetta sfortuna non l'ha mollato fino all'ultimo
giustificava la sua latitanza dicendo che quando il Reichstadt brucia occorre
tenersi lontani ma continuava a inguiaiarsi in clamorose disavventure nello
stesso tempo per altro egli non smette certi atteggiamenti tendenti a épater
le bourgeois in questo senso è certo significativo che egli riesca a offrire
al pubblico nello stesso momento due contemporanee e opposte immagini di sé
quella del playboy e quella dell'editore impegnato d'avanguardia pronto
a pagare di persona siamo infatti al settembre del 67 i
lettori di L'Uomo Vogue possono ammirare le foto dell'editore in veste di
indossatore di costosissime pellicce in un servizio sui quattro re della
foresta di cemento milanese dopo aver lanciato Il dottor Zivago scrive la
rivista l'editore yé-yé ora lancia le pellicce Zivago e infatti l'editore posa
in una foto di studio con un mantello di lontra marrone addosso e in un'altra
avvolto in un mantello di persiano S.W.A. con colbacco chi vorrà scrivere una
biografia o un tentativo di biografia
di questo gigantesco Ossesso in senso dostoeskiano dovrà
necessariamente far partire la sua inchiesta informativa la sua indagine
conoscitiva da un'accurata analisi del corpo già vastissimo delle sue edizioni
più che delinquenziale il suo caso mi sembra patetico e soprattutto rivelatore
di una certa mentalità molti si domanderanno per quali vie ideologiche questo
rampollo di una delle più ricche dinastie lombarde sia arrivato al terrorismo
posso garantire che l'ideologia non c'entra per il semplice motivo che questo
ragazzo non era in grado di capirne nessuna ciò sembrerebbe in contrasto con
la sua attività di editore che vantava anche notevoli successi
ma realtà questi successi vanno accreditati unicamente agli
uomini di cui si era circondato tradendo l'acume dei filosofi e dei sociologhi
marxisti che egli a preferenza di altri pubblicava i suoi autori preferiti
quelli a cui dedicava non confessate ore di appassionata lettura erano quelli
che molti anni fa avevano inventato i personaggi di Fantomas di Rocambole e di
Arsenio Lupin in quegli eroi trovava rassomiglianze stupefacenti stimoli
esempi da imitare gli sarebbe piaciuto essere il Fantasma dell'Opera o uno di
quei misteriosi e sanguinari tipi per cui Eugène Sue
e Carolina Invernizio prosciugarono piscine d'inchiostro una
lunga e pressoché ininterrotta omertà ha sempre legato il Pci e il suo figliol
prodigo con troppi soldi e troppi raptus rivoluzionari si ricattavano e si
condizionavano a vicenda sfortunatamente per entrambi il boy-scout lasciato a
far di testa sua non si accontentava delle bombe con la crema voleva anche
fare il Pietro Micca e il Reichstag è bruciato per davvero ma con lui dentro
il rifugio segreto tra i monti della Carinzia in una romantica baita sepolta
dalla neve e nascosta tra i boschi dove l'editore progressista aveva
conservato tutti gli antichi vessatori
diritti padronali e si pagava un pedaggio per transitarvi e le
guardie col cappello piumato catturavano e consegnavano alla polizia le
donnette che andavano a far legna più tardi fu convertito alla rivoluzione da
un giardiniere e abbracciò la sua nuova fede con il medesimo fanatismo cieco
apparteneva a un genere di uomo comune in Italia che poteva passare da un
movimento estremista a un altro opposto purché illiberale e mitologico senza
fermarsi alle idee forse noiose e troppo serie perché non promettono nessun
miracolo ma solo fatica non ereditò dagli avi quell'amore per lo stato
italiano che era invece insegnato naturalmente ai discendenti
di patrioti dell'800 né per le idee di libertà e come molti figli di borbonici
un secolo fa egli continuò senza accorgersene la lotta all'Italia liberale e
indipendente ma da posizioni di sinistra per capirlo bisogna forse evocare
alcuni personaggi simili egli somigliava al grande industriale tessile russo
presso il quale erano impiegati l'ingegner Skriabin detto Molotov e l'ingegner
Krassin e che al principio del secolo finanziò per anni Lenin l'Iskra e la
Pravda e dopo la rivoluzione si impiccò in una camera
d'albergo di Cannes avendo capito a che erano serviti i suoi
denari ricorda curiosamente per certi aspetti anche Howard Hughes il
miliardario americano che vive in un mondo separato tutto per lui circondato
dal segreto servito da sicofanti cortigiani e dipendenti fedeli come schiavi
la rivista di moda Vogue si occupò di lui pubblicandone una foto in pelliccia
con questa didascalia Dopo aver lanciato Il dottor Zivago l'editore yé-yé ora
lancia la pelliccia Zivago a sinistra in un mantello di lontra marrone di Jole
Veneziani a destra in un mantello di persiano S.W.A. marrone scuro di Fendi
con colbacco torna in Italia deluso
dalla Bolivia mentre la sua sterile avventura balza all'onore
delle cronache di tutti i giornali torna nella grande villa stile liberty sul
lago di Garda con un giardino da mille e una notte ed un chilometro di
spiaggia privata riprendono i party sfarzosi ed assurdi con centinaia di
invitati intellettuali anarchici estremisti avventurieri di tutti i colori e
molte belle donne guerriglia e champagne atteggiamenti da Filippo egalité che
la Milano bene comincia a disprezzare in merito all'attentato di Segrate l'on.
Malagodi ha fatto la seguente dichiarazione se veramente l'attentatore morto è
l'editore termina così tragicamente per lui e sull'orlo del dramma
per Milano una carriera di dilettante della Politica
rivoluzionaria di un uomo ricchissimo per eredità che giocava non da ieri al
mistero e all'estremismo dinamitardo in nome di un progressismo senza sbocchi
di progresso è un nuovo esempio di quella confusione degli spiriti che può
essere vinta soltanto dalla ragione e dalla buona volontà in nome della
libertà e dell'umanità secondo i rapporti del controspionaggio l'editore
reduce dalla Bolivia e desideroso di importare in Italia i metodi della
guerriglia come primo passo verso l'insurrezione armata ritenne assurdamente
che in Sardegna avrebbe potuto opportunamente stimolata crescere la pianta
della rivoluzione in Sardegna a suo avviso la base
rivoluzionaria esisteva bastava trovare la leva giusta mancava invece un
esercito di guerriglieri l'editore credette di trovarlo già bello e pronto
nelle bande che operavano sequestri e rapine nel Nuorese e Graziano Mesina il
più celebre il più popolare e anche il più amato dei banditi sardi fu
designato come capo nella mia costernazione per la tragica fine del povero
editore devo confessare che c'è una venatura di rimorso non è che me ne senta
in qualche modo responsabile ma avendolo conosciuto ragazzo quando si allenava
alla contestazione esercitandola contro la madre il patrigno i precettori il
latino il galateo e soprattutto
il sapone forse avrei dovuto dargli qualche consiglio che a
lui non sarebbe servito a nulla lo so perché l'avrebbe rifiutato ma che ora
servirebbe a me per mettermi in pace la coscienza nell'atteggiamento
dell'editore c'è la chiave per comprendere il fondamentale errore della sua
concezione della lotta politica in Italia per lui erano finite le illusioni
della via italiana al socialismo le sostituì con altre strade che lo hanno
portato a essere un tragico simbolo di fallimento nella foto un'immagine
dell'editore pubblicata da Vogue all'epoca del successo del Dottor Zivago e si
chiama appunto modello
Zivago una pelliccia lunga fino ai piedi di agnellino di
Persia da portare con un colbacco dello stesso pelo l'editore accusava
un'impotenza manifesta e permanente con molta probabilità egli soffriva di una
sindrome infantile ossia era rimasto bloccato ad uno stadio infantile per
effetto di traumi contratti durante l'infanzia e l'adolescenza nell'ambiente
familiare e sociale di conseguenza non avrebbe raggiunto né la maturità
psicologica né la maturità sessuale ma gli elementi attinenti alla sfera
sessuale si riflettono su ogni altro aspetto della personalità di qui la sua
rivolta alla famiglia alla classe sociale dalla quale proveniva al sistema al
quale apparteneva quasi
biologicamente per nascita e consanguineità di qui il suo
bisogno disperato di distinguersi e di differenziarsi il suo protagonismo
disperato il denaro ebbe una grande influenza i miliardi facili danno a coloro
che li possiedono un senso di ebbrezza paragonabile all'effetto che producono
certe droghe tutto sembra loro consentito nessuna remora non l'opinione altrui
non il codice penale non le regole della vita normale li ferma li ferma solo
talvolta il timore di perdere i miliardi e con essi il potere e l'immunità ma
l'editore non aveva questo timore perché le risorse erano immense perché si
illudeva di potersi rifare e perché infine
stava conducendo una manovra speculativa che egli considerava
sicura la sua posizione di potere si sarebbe rafforzata e quella degli altri
ricchi distrutta il giorno in cui egli sarebbe tornato in Italia alla testa
della rivoluzione non dategli del delinquente non lo era soltanto un ragazzo
di poca testa che ha fatto il terrorista perché oggi questa è l'unica attività
che fa notizia e riempie le pagine dei giornali fa perfino il manichino per la
rivista di moda Vogue che lo presenta in posa da indossatore con un cappotto e
colbacco di astrakan i baffi cadenti lo disegnano come un satrapo cosacco
abbiamo di fronte soltanto la fine
allucinante di un uomo ricchissimo insoddisfatto sempre più
perso dietro le sue lucide follie che si addestra nell'uso dell'esplosivo e
parte all'attacco di un traliccio nella notte della campagna lombarda una fine
assurda da pazzo soldato solitario un contestatore con moti soldi e molti
complessi tragico simbolo di un fallimento la politica che diventa la sua
passione ossessiva riconducendo ogni azione ogni gesto ogni parola al bisogno
di soddisfare un impulso oscuro ma esigente ha voluto giocare alla rivoluzione
è lo sfogo probabilmente di tutti i suoi complessi l'assurda avventura del
guerrigliero
dinamitardo dilettante isolato della rivoluzione la morte di
un ricco infelice che corre dietro al clamore una vita piena di svolte
velleitarie una vita inquieta sbagliata e contraddittoria sotto il traliccio
di Segrate la fine di una vita sbagliata il romanzaccio giallo di Segrate si
articola in una serie ancora incompiuta di capitoli che spesso dopo una prima
lettura risultano del tutto estranei alla trama della vicenda e non è proprio
il caso di illudersi che manchino poche pagine all'epilogo né tantomeno che
questo epilogo sia tale da sciogliere tutte le incertezze e fugare tutti i
dubbi sul personaggio
un play-boy della rivoluzione un giovane patrizio viziato
dagli agi e dai miliardi un bambino capriccioso incapace di dare un senso alla
propria esistenza un alto-borghese degenere e degenerato un boy-scout un
commesso viaggiatore alla ricerca di pubblicità assetato di clamore e di
avventura ecc. ecc.
SCENA OTTAVA
Era seduta sul letto leggiucchiando la sua rivista la camicia da notte
lievemente scostata da una parte a mostrare dove la sua calda abbronzatura
sfumava nel biancore del seno e le braccia fuori delle coperte con una mano
penzoloni all'estremità del polso abbandonato sul bordo del letto quand'egli
si avvicinò lei volse la palma di questa mano verso l'alto in un gesto
involontario forse d'irritazione ma fu come un moto inconscio d'appello anzi
parve riassumere improvvisamente tutte le antiche suppliche tutta la segreta
pantomima bizzarra della tenerezza delle ineffabili fedeltà e delle eterne
speranze del loro matrimonio
dovresti bere un po' meno dice lei alzandosi dal letto stretto
dove avevano dormito quella notte sotto il manifesto del Che ieri sera eri
completamente ubriaco ti rendi conto hai rischiato anche di farti picchiare da
quello stronzo se non intervenivamo per separarvi una scena ridicola lei
attraversa la stanza decisa e va verso la finestra è inutile che adesso fai
quella faccia offesa certo normalmente gliele avresti date tu ma ieri sera non
eri normale non ti reggevi in piedi lei spalanca la finestra la luce del
giorno entra nella stanza i rumori gli odori della campagna entrano nella
stanza che spettacolo ridicolo e penoso i maschi che sfogano la loro
aggressività spero che non sia questo anche il motivo per cui fate politica
dice e va nel bagno a farsi la doccia lui riaprì il libro
il Console accese un fiammifero per la sigaretta che in
qualche modo s'era dimenticato di mettersi tra le labbra dopo un po'
trovandosi con un fiammifero spento in mano se lo ripose in tasca per qualche
istante si fronteggiarono reciprocamente come due fortezze che non comunicano
l'acqua che continuava a stillare nella piscina dio con che mortale lentezza
colmava il silenzio fra loro c'era qualcos'altro al Console parve di udire
ancora la musica della festa da ballo eppure doveva essere finita da un pezzo
così che quel silenzio era pervaso come da uno stantio pulsare di tamburi
arriva la telefonata della giornalista che era appena arrivata
al suo giornale e che dà la notizia che sono in corso centinaia di
perquisizioni che sarebbero già stati firmati decine di mandati di cattura per
militanti e simpatizzanti che il clima è paranoico che i giornali come ci si
aspettava hanno scritto cose spaventose e che c'è grande attesa per l'autopsia
del cadavere che si farà oggi e che dovrà rivelare le cause dell'esplosione e
della morte e poi si fa passare al telefono il biondo che risponde a
monosillabi e poi mette giù alzando le spalle
quando il telefono squillò il suo cuore quasi cessò di battere
in realtà il telefono suonava molto limpidamente il Console lasciò il portico
per la sala da pranzo dove timoroso del frenetico apparecchio cominciò a
parlare nel ricevitore perché era una chiamata internazionale senza sapere
quel che diceva udendo la sua muta voce chiaramente ma trasformando le sue
domande nelle proprie risposte timoroso che da un momento all'altro olio
bollente gli si rovesciasse dentro i timpani o nella bocca
a pranzo mangiamo la lepre non è la migliore stagione per la
lepre questa dice il comandante la migliore stagione è l'inverno ma è giovane
e tenera e mia moglie prima di farla cuocere per tre ore nella marinata dove è
rimasta tutta la notte la fa rosolare prima e toglie il liquido che butta
insieme al grasso e poi verso la fine ci aggiunge il fegato e tutte le
interiora tritate fine e anche due o tre cucchiai del sangue della lepre noi
diciamo tutti che è buonissima quella lepre in salmì con la polenta di farina
di grano grosso che era davvero buonissima e ci facciamo raccontare dalla
moglie del comandante come la fa la marinata
la fa con una bottiglia di barbera due spicchi d'aglio
schiacciati una cipolla steccata con qualche chiodo di garofano carota e
sedano a pezzetti qualche granello di pepe in grani mezzo cucchiaio di turno e
mezzo di maggiorana essiccata una foglia d'alloro sbriciolata tre foglie di
salvia e sei bacche di ginepro ci siamo io e lei a tavola col comandante e sua
moglie e c'è il biondo che è rimasto lì mentre con la giornalista è tornato in
città il leaderino saccente perché c'era un'assemblea alla Statale e ci ha
guardati un po' male me e lei perché non ci andavamo anche noi all'assemblea
poi è arrivato lì il libraio e forse qualcun altro ma questi personaggi ci
serviranno per una prossima scena qui vediamo lei che è un po' meno aggressiva
e io mi sento un po' meglio e racconto di quella volta che ero stato con
l'editore sulla sua barca
c'era un mare spaventoso io quella volta ero stato malissimo
perché soffro il mal di mare credevo di morire poi al ritorno c'era questa
cosa della manovra che dal molo tutti guardano giudicano con che manovra uno
entra nel porto entrarci col motore non è da gran marinaio l'editore ci è
entrato senza motore con tutte le vele spiegate poi ha virato e di colpo ha
ammainato tutte le vele mentre la barca puntava dritta verso il molo con
l'abbrivio velocissima ancora un istante poi bisognava mettere il motore a
retromarcia per bloccare la barca che se no finiva sul molo io stavo vicino a
lui dietro al timone e lui a un certo punto ha schiacciato il pulsante
dell'avviamento ma il motore non è partito l'ha schiacciato un'altra volta
niente
il molo era ormai a pochi metri adesso va a sfasciarsi sul
molo ho pensato ma la terza volta il motore è partito e la prua si è fermata
che quasi toccava il molo l'editore era rimasto impassibile e la gente sul
molo che non si era resa conto ha applaudito la bella manovra poi chiedo a lei
che è un po' annoiata perché me lo aveva già sentito raccontare qualche volta
le chiedo tu che cosa ti ricordi dell'editore lei fa una smorfia dice non lo
so non riesco a ricordarmi niente adesso sembrava annoiata poi dice mi ricordo
che si mangiava le unghie mi ricordo che non mi lasciava mai scendere dalla
macchina quella volta che abbiamo fatto un viaggio per fare la pipì perché non
si voleva fermare mai
questo è vero ma non so se va bene dice lei mi sembra chiaro
che il contesto la situazione in cui la morte dell'editore è avvenuta è
certamente più importante della sua figura della sua persona perché l'ha
trasformata e questa trasformazione è quello che ci interessa la
trasformazione di questa figura di questo personaggio di cui noi conosciamo un
po' il quotidiano di cui conosciamo degli eventi anche delle banalità come le
nostre perché siamo tutti pieni di banalità ma se non vedessimo in lui questa
trasformazione non riusciremmo a vederlo come quel passaggio dentro le cose
della storia che noi vogliamo mettere in luce resterebbero solo i suoi eventi
e i suoi atti banali non vi pare non riusciremmo insomma a vederlo come da
quel ponte lì si può vedere giù in basso il torrente che scorre lontano
e questo vale anche per noi dico io sarebbe di scarso
interesse volere ricostruire le storie i fatti le parole delle persone che
eravamo quella volta ma adesso noi siamo qui che parliamo e ci ricordiamo e ci
diciamo queste cose siamo qui dopo tanti anni dopo quasi vent'anni dopo
diciassette siamo qui guarda caso ma forse non è un caso siamo qui esattamente
quelli che eravamo quel giorno lì a mangiare la lepre in salmì a casa del
comandante lui e sua moglie non sono qui perché non esistono ce li siamo
inventati ma ne esistono tanti come lui poi ci sono io che faccio sempre il
professore e c'è lei che invece adesso fa la giornalista e che non stiamo più
insieme più o meno da allora e c'è il biondo che è un po' meno biondo ma
sempre giovane e che fa il cinema o almeno ci prova
c'è il libraio che fa sempre il libraio e che sa sempre tutte
le storie del movimento e che senza la sua memoria tutte queste storie non
esisterebbero più c'è il fatto che il tempo è un altro tempo per via di questi
diciassette anni che sono passati e il fatto che il luogo è un altro luogo
perché qui dalla finestra adesso non si vedono fabbrichette in mezzo ai campi
piatti a perdita d'occhio ma si vedono le montagne e quel ponte altissimo
sulle acque del torrente che sprofonda tra le rocce e c'è il fatto che siamo
qui adesso a parlare di quella storia a cercare come dicevamo prima di darle
un significato un valore che secondo me è importante per capire le storie di
quegli anni
ci sono i due grandi momenti di passaggio i due spartiacque
che sono la morte dell'editore e poi il rapimento Moro il primo che ha
prodotto una nuova coscienza l'apertura di un processo attraverso una rottura
con tradizioni rivoluzionarie ormai consumate come quella partigiana e quella
della vecchia classe operaia mentre si apre un altro ciclo storico pazzesco
che è la modificazione profonda del lavoro si mette in moto la costruzione di
una soggettività personale e collettiva completamente rovesciata cioè da una
storia a un'altra storia da una soggettività a un'altra e finisce la coscienza
di classe nasce la collettività decentrata almeno così dicevamo una volta
l'altro momento di passaggio è il rapimento Moro che è la fine
brutale di questo processo il processo ormai ha vinto si è imposto ha
trasformato la società ha trasformato la gente il modo di vivere di pensare di
amare i desideri e i comportamenti e questo soprattutto grazie al femminismo
dice lui tante grazie dice lei ha trasformato anche le parole e anche come si
raccontano le storie e questo è una mutazione irreversibile che segna anche la
generazione successiva quella degli anni del riflusso questi anni 80 putridi
ormai alla fine e anche se fanno di tutto per rincoglionirle queste nuove
generazioni con la televisione con la droga mentre i giornali gli spiegano che
loro vogliono soltanto la carriera e la famiglia e magari dio
allora dice il biondo questa morte la storia di quella morte
dovrebbe diventare una storia che racconta altre storie la storia del
personaggio la nostra storia e la storia di tanta altra gente la storia di
quegli anni così lontani ma anche così vicini perché ancora oggi noi siamo
fatti tutti di quegli anni di quella storia e perciò in quella storia c'è
anche la storia di questi anni ma è una storia che racconta così tante storie
che non si potrà scrivere mai a noi basterebbe poterne ritagliare un pezzetto
che riesca a dare almeno il senso un po' di quella storia
io mi ricordo dice il libraio le discussioni di quei giorni
che erano state un momento importante perché si trattava di fare passare una
figura che tutti volevano dimenticare per quella che era stata c'era chi la
voleva mettere sul pietistico chi sulla trama della Cia tutti volevano
mascherarlo non volevano vederlo come una figura dentro a un contesto che era
il contesto di quegli anni questa morte ha coinciso subito con una
cancellazione una cancellazione e una mistificazione di questo personaggio
cancellazione mistificazione spostamento modificazione cioè tutto pur di non
parlare della cosa in sé basta guardare i giornali di quei giorni e si capisce
benissimo la necessità di mascherare di spostare questo personaggio così
scomodo
certo gli riconoscevano di avere fatto uno dei migliori
istituti al mondo per gli studi sul movimento operaio gli riconoscevano la
prestigiosa casa editrice però mettendo bene in luce lo scarto avvenuto il
cambiamento che compie a un certo punto con la sua infatuazione per Fidel che
è vista generalmente come una sua confusione mentale mentre sappiamo che i
riferimenti che si facevano allora a Fidel e a tutti i movimenti di
liberazione vari non erano infatuazioni ma erano le realtà in mezzo alle quali
ci si muoveva erano il paesaggio il contesto in cui anche le cose che si
facevano in Italia avevano la loro collocazione e il loro senso
lui stampa gli scritti di Fidel e del Che ma prima ancora ha
stampato libri sulla rivoluzione algerina anche Il Giorno di Italo Pietra si
occupava dell'Algeria ma era il giornale di Mattei e quindi c'era un interesse
economico nel senso che c'era di mezzo il petrolio del Sahara era una
strategia intelligente di Mattei che diceva noi appoggiamo la guerriglia
algerina e quando questa vincerà con la Francia noi avremo il petrolio del
Sahara poi Mattei muore cadendo misteriosamente col suo aereo e un mese dopo
mi ricordo come fatto curioso in tutta Italia aprono i distributori Total la
benzina francese che finché Mattei era in vita in Italia non c'era
quella dell'editore invece era una cosa militante forniva
strumenti al movimento italiano e lui non solo stampava i documenti della
guerriglia algerina ma era anche dentro in prima persona nel reseau Jeanson e
è li che io l'ho conosciuto lui interveniva nelle cose direttamente come
militante c'era forse anche un po' di ingenuità nella sua passione nella sua
rivolta contro la sopraffazione e l'ingiustizia che lo spingevano a bruciare i
tempi a saltare le mediazioni certo nella sua azione ci sono stati errori e
improvvisazioni probabilmente ha commesso per generosità degli errori fatali
d'imprudenza che forse gli sono costati la vita
sì dice il biondo ma adesso io penso che bisogna parlare anche
di un altro grande occultamento il fatto che tutta la società di quel tempo
non vuole dare legalità alla lotta operaia dura partita di slancio con
l'autunno caldo del 69 è come se tutta la società italiana voglia esorcizzarla
e trova i motivi del rifiuto negli elementi di violenza inevitabile nella
lotta dura di questa nuova classe operaia che è incazzata che fa queste cose e
che nello scontro sociale si collega alla radicalità dei giovani per cui
contro di loro si usa la violenza per distruggerli e contemporaneamente li si
accusa di violenza di attentato alle regole della democrazia o della legalità
repubblicana come dicono i comunisti e questo è lo sporco lavoro dei mass
media e degli intellettuali dell'epoca
la visione del Pci e dei democratici progressisti era quella
dell'operaio portatore di valori sani dei valori morali del socialismo della
società del lavoro a cui si contrappone l'idea di quello che abbiamo chiamato
il rifiuto del lavoro cioè della classe che si nega come destino operaio
questo è lo scontro fondamentale degli anni 70 uno scontro culturale basato
sulla loro impossibilità di comprendere i nuovi valori culturali del vivere
dell'esistenza e che crea una frattura insanabile perché loro pur essendo
sindacalizzati e del Pci non possono tollerare che io figlio di operaio faccio
le lotte per negarmi come operaio ma come tu le lotte le devi fare per gli
aumenti salariali sì però compatibili col fatto che devi produrre di più ma
cazzo dico io le lotte le faccio per non essere più operaio mai più
è qui che avviene il passaggio da una forma di resistenza
rispetto alla controrivoluzione rispetto al colpo di stato che è una forma che
per i giovani per il movimento non basta più si passa al fatto di volere
trasformare radicalmente e violentemente la società cioè la rivoluzione ecco
tutto questo dopo la morte dell'editore sotto il traliccio viene
drammaticamente allo scoperto non solo come teoria e come progetto ma anche
come pratica quotidiana e allora erompe dilaga questa complessità questo
mélange questo cocktail molotov di esperienze che puntano tutte a un
cambiamento rivoluzionario
è stato così dice lui e l'appuntamento emblematico della morte
dell'editore rappresenta questi passaggi li rappresenta obiettivamente non è
che in lui ci fosse una visione e una previsione lucida e chiara come non
poteva esserci in nessuno di noi in un periodo così contraddittorio e
tumultuoso lui è la somma di tutte le contraddizioni dove il vecchio e il
nuovo non si risolvono ma si sommano si scontrano si accavallano si mescolano
ma lui di tutte queste cose è sempre un testimone appassionato onesto lacerato
che è sempre alla ricerca di queste cose che è investito da queste cose che
suscita queste cose proteso verso il mondo che cambia fino a modificare il suo
rapporto con il suo lavoro con il suo contesto culturale con la sua classe con
il suo patrimonio e con la sua famiglia qui lei forse vuole dire qualcosa ma
non la dice
non t'è più rimasto un filo di tenerezza o d'amore per me
chiese ad un tratto lei quasi implorando voltandosi verso di lui egli pensò sì
ti amo mi resta per te tutto l'amore di questo mondo solo che questo amore mi
sembra così lontano da me e inoltre così strano perché è come se potessi quasi
udirlo un brusio oppure un pianto ma lontano lontanissimo un suono triste
smarrito che potrebbe tanto avvicinarsi quanto recedere non saprei dire non
puoi dunque pensare ad altro che non sia il numero di libagioni a cui intendi
darti si disse lui sì è così oh mio dio
va bene adesso che ci siamo detti tutto questo però qui a
questo punto non si capisce bene come va avanti questa storia e se è una
storia o che cos'è e a questo punto io vorrei bere qualcosa no aspetta a
questo punto bisogna che succeda qualcosa d'improvviso e d'imprevisto per
esempio arriva lì qualcuno arriva lì uno in loden grigio no questo non è
possibile arriva lì uno con una valigia che deve consegnare a qualcuno per
esempio al comandante o al giovane biondo e nella valigia ci sono dei
documenti che spiegano come sono andate veramente le cose sotto il traliccio
io non sono d'accordo interrompe lei mi sembra anzi una sciocchezza non
possiamo adesso metterci a inventare delle storie su questa storia come se
dovessimo inventare un film giallo
non era più sua qualcuno aveva senza dubbio approvato ammirato
il suo elegante abito blu ardesia da viaggio e non era stato lui ad un tratto
con un gesto di muta impazienza lei si tolse il cappello e scuotendo i capelli
castani schiariti dal sole si alzò dal parapetto per comporsi sul divanoletto
accavallando le lunghe gambe particolarmente belle e aristocratiche il divano
emise un gemito sordo di corde di chitarra spezzate lui ritrovò i suoi
occhiali neri e se li mise quasi per scherzo ma lo aveva colpito con una
remota angoscia il fatto che lei stesse ancora aspettando il coraggio di
SCENA NONA
Punto sull'inchiesta sulla morte dell'editore tutte le ipotesi restano valide
l'editore può avere perduto la vita nell'attentato che stava preparando come
gli investigatori paiono soprattutto voler accreditare ma con pari probabilità
può essere stato ucciso forse dagli stessi uomini che erano con lui nel
momento della morte ora si cercano le chiavi del furgone da globetrotter
dell'attentato può sembrare strano e strano in effetti è ma a questo piccolo
particolare si è pensato solo adesso ieri le hanno cercate per tutto il giorno
persino con i mine-detector invano se quelle chiavi non vengono trovate balza
fuori la prova tanto cercata che con l'editore c'era qualcuno i suoi
accompagnatori o i suoi assassini
il presidente del consiglio Andreotti riferendosi in
un'intervista ai recenti fatti di violenza e alla morte dell'editore rileva
che il governo si è mosso e si muove di fronte a questi fatti sconcertanti
astenendosi dal compiere qualsiasi gesto che possa suonare come un intervento
nelle indagini della magistratura e aggiunge credo che sia mio dovere
continuare su questa strada lasciando alla magistratura il compito di cercare
la verità perché essa sia tale e non una tesi infatti solo lungo questa strada
lo stato può avere credibilità e l'autorità può mostrarsi degna di essere
creduta
un'altra novità nell'inchiesta deriva dalla statura
dell'editore morto ai piedi del traliccio di Segrate di corporatura magra
asciutto e robusto misura un metro e 85 centimetri di altezza a chi appartiene
allora il loden grigio trovato nel furgone arsenale la taglia del quale assai
più piccola adatta a un uomo di buoni venti centimetri più basso soltanto
adesso è saltata agli occhi degli inquirenti e che rafforza il convincimento
che la spedizione contro il traliccio non fosse la solitaria e assurda impresa
dell'editore-guerrigliero deciso a passare dalla teoria alla pratica della
violenza ma un piano coordinato nella cui realizzazione era impegnato un
piccolo gruppo o commando
un gruppo di oppositori al regime greco sono comparsi oggi
davanti alla Corte marziale di Atene sotto l'accusa di complotto per
rovesciare con la forza il regime dei colonnelli al potere l'atto di
imputazione precisa che il gruppo formato da quindici persone appartenenti al
movimento panellenico di liberazione Pak fondato all'estero da Andrea
Papandreu aveva agito per compiere attentati dinamitardi in varie zone della
capitale greca e nel porto del Pireo dove erano ancorate unità della sesta
flotta statunitense in segno di protesta per la politica di sostegno degli
Stati Uniti verso il regime greco
possibile si sia camuffato in maniera così vistosa da
dinamitardo per compiere un'azione a dir poco insensata l'editore non aveva
nessun bisogno di camuffarsi era un libero cittadino e per di più con molti
mezzi dunque perché quelle patenti e quella carta d'identità false e poi quel
camioncino con tanto di brandina frigidaire e viveri vari non sa di sfacciata
messa in scena ma come era finito lì e perché era finito li l'uomo era
bizzarro tutto quello che si vuole ma che fosse addirittura un folle si
dovrebbe proprio escluderlo a meno che come suggerisce qualcuno tutta quella
tragica messa in scena non simulasse un suicidio sia pure pensato e voluto a
livello inconscio
il presidente Allende ha reagito oggi fermamente ad un ennesimo tentativo
della reazione di creare un clima di tensione nel paese con una decisione del
ministero dell'interno è stata proibita una marcia di donne organizzata dai
partiti dell'estrema destra contro la politica di riforme del governo di Unità
popolare l'estrema destra cilena intendeva provocare con questa manifestazione
come aveva già fatto alcune settimane fa scontri e tafferugli per le strade di
Santiago per mettere in difficoltà Allende e proseguire la escalation delle
attività sovversive messe in atto negli ultimi tempi
anche la storia del cappotto di loden sembra destinata a
cadere era stato detto infatti che il cappotto trovato sul furgoncino non
sarebbe stato della taglia dell'editore sembrava una taglia più piccola
corrispondente a quella di un uomo alto circa un metro e 65 mentre l'editore
era alto un metro e 80 oggi è stato precisato che il cappotto in loden è sì
corto ma può essere stato tranquillamente indossato dall'editore c'è da dire
però a tale proposito che l'editore non era solito indossare cappotti sembra
che non li abbia mai potuti soffrire nemmeno nei periodi più rigidi
dell'inverno il cappotto quindi a prescindere dalla taglia poteva essere di un
altro
le forze del fronte unito cambogiano hanno lanciato un attacco
coordinato e fulmineo contro le installazioni militari di Phnom Penh le
artiglierie e i razzi delle forze di liberazione hanno martellato le basi
della capitale mentre reparti partigiani attaccavano postazioni e caserme la
guarnigione della città è stata sopraffatta la stazione radio distrutta
l'aeroporto messo fuori uso e numerosi aerei fatti a pezzi le milizie del
governo fantoccio di Lon Nol si sono abbandonate alle più vergognose
rappresaglie giornalisti stranieri riferiscono di avere visto un partigiano
catturato e fatto a pezzi e teste mozzate portate in giro per le strade su
picche di bambù
a questo punto tiriamo le somme l'editore è morto dissanguato
dopo l'esplosione è stato accertato nel corso dell'autopsia effettuata ieri
non è stato ucciso altrove dunque o con altri mezzi su questo paiono non
esserci più dubbi ma in quali condizioni era era lucido perfettamente padrone
di sé e del suoi atti era drogato era stordito è tecnicamente possibile che
qualcuno abbia fatto brillare la carica dal basso tecnicamente è possibile
risponde il tecnico della polizia ma non abbiamo trovato traccia di ciò in
sostanza non abbiamo trovato il filo del secondo detonatore
i rapitori dell'industriale italiano Oberdan Sallustro
direttore della Fiat-Concord argentina hanno chiesto un riscatto di un milione
di dollari oltre al riscatto i rapitori di Sallustro hanno chiesto la
liberazione di cinquanta detenuti politici argentini concedendo 48 ore di
tempo per rispondere il comunicato distribuito alla stampa precisa che
Sallustro è stato giudicato dal tribunale del popolo è stato trovato colpevole
e condannato a morte la sentenza sarà eseguita se le richieste dei rapitori
non saranno accolte
potrebbe averlo portato via l'assassino ma quel filo avrebbe
dovuto essere lungo decine di metri perché altrimenti anche l'omicida sarebbe
stato investito dall'esplosione questo è vero ma a poca distanza dal traliccio
corre un fossato largo circa un metro e mezzo e profondo un metro dal quale il
criminale certo un super esperto di esplosivi avrebbe potuto senza rischi far
brillare la carica per compiere il delitto l'assassino ha dovuto convincere
l'editore a salire sul traliccio se questo è vero il criminale è un individuo
di cui l'editore aveva piena fiducia un'altra notizia significativa gli
orologi usati per minare il traliccio sono dello stesso tipo e della stessa
inarca di quelli usati per gli attentati fascisti ai treni dell'agosto 1969
la giuria della corte suprema di San Francisco ha assolto oggi
i due giovani negri John Clutchette di ventotto anni e Fleeta Drumgo di
ventisei noti come i fratelli di Soledad dall'accusa di omicidio nei confronti
di una guardia carceraria come si ricorderà George Jackson il terzo dei
fratelli di Soledad è rimasto ucciso nello scorso agosto nel carcere di San
Quentin in circostanze misteriose che la direzione del carcere ha cercato di
presentare come un tentativo di evasione il processo è stato collegato a
quello in corso dinanzi alla corte suprema di San José contro Angela Davis
all'appuntamento con la morte l'editore non era solo erano con
lui altre persone due o forse tre dove sono andate che fine hanno fatto ecco
un altro drammatico interrogativo che si inserisce nella torbida vicenda la
notizia che l'editore non era solo nelle campagne di Segrate non è stata
comunicata da nessuna fonte ufficiale ma gira nell'aria viene confermata a
mezza bocca si parla infatti di impronte digitali rilevate sulle armature del
traliccio chi erano gli uomini che hanno accompagnato l'editore e quale era il
loro compito c'è chi ipotizza che dopo lo scoppio improvviso sarebbero stati
colti dal panico e si sarebbero dati alla fuga ma c'è chi avanza ipotesi più
inquietanti
mentre prosegue l'inchiesta sul Number One ieri Walter Chiari
interrogato per più di quattro ore durante una ennesima udienza del processo
per la droga che lo vede imputato insieme ad altre 21 persone ha negato
recisamente di aver mai preso cocaina se durante le indagini ha detto il
popolare comico io ammisi di aver preso la droga un paio di volte lo feci
dietro consiglio di alcuni agenti della Finanza i quali mi dissero che per me
sarebbe stato più conveniente fare qualche parziale ammissione che mi avrebbe
consentito di eludere una accusa più grave cioè il traffico di stupefacenti
un'altra indiscrezione uscita dall'ambiente tecnico
dell'inchiesta riguarda una prima ricostruzione di quello che sarebbe avvenuto
nella notte tra martedì e mercoledì sotto il traliccio nel campo di grano di
Segrate stando al parere degli esperti il pilone sarebbe stato attaccato da
almeno tre se non quattro persone si pensa anche una donna e c'è chi parla di
un'amica straniera dell'editore una avrebbe funzionato da palo la seconda
avrebbe avuto il compito di fare la spola tra il furgone posteggiato sulla
strada e il traliccio n. 71 trasportando lungo mezzo chilometro di campo il
materiale necessario all'attentato la terza sarebbe stata l'innescatore e la
quarta il collocatore delle cariche ma la terza e la quarta avrebbero potuto
essere benissimo un'unica persona
dopo la mafia la camorra il cinema italiano continua a
interessarsi di problemi sociali del nostro paese senza riguardi per nessuno è
un buon segno il nuovo film che Pasquale Squitieri si accinge a girare
intitolato appunto Camorra è la storia di un giovane che dopo due anni di
carcere scontati per il ferimento di un guappo torna nuovamente nell'ambiente
che lo aveva avviato alla delinquenza la sua unica strada è quella di far
carriera nella malavita unitosi con una avventuriera cerca di eliminare il
capo dei camorristi per ereditarne la paranza
l'uomo del loden avrebbe agito da basista nell'azione
terroristica attribuita all'editore si sarebbe in altre parole preoccupato di
procurare il furgone Volkswagen l'esplosivo e i fili elettrici e l'altro
materiale occorrente all'azione di sabotaggio per farsi riconoscere avrebbe
esibito all'editore mezzo biglietto da mille l'altra metà come noto venne
rinvenuta nelle tasche della tuta dell'editore subito dopo la drammatica fine
del suo complice sarebbe fuggito in preda al terrore portandosi via anche le
chiavi del pulmino
da Pozzuoli dov'è giunta per ricevere un premio Sofia Loren se
n'è andata al suono delle sirene una jeep davanti una gazzella con la luce blu
lampeggiante dietro e lei in mezzo su una Maserati circondata da carabinieri
sudati un convoglio che con disperata lentezza ha dovuto farsi strada tra la
folla che urlava da tre ore complimenti e parolacce quanto sei bella e fai
schifo te vulimmo bene e vattene alle otto di sera gli invitati erano
cominciati a arrivare gli uomini in smoking e le donne in abito da sera
generalmente pacchiano e di lamé la folla fischia e scandisce pa-ra-ssi-ti
pa-ra-ssi-ti arrivano pezzi grossi del comune la-dri la-dri passa un pezzo
grosso più grosso di quelli già passati la folla scandisce pi-ta-le pi-ta-le
è fuggito probabilmente quando ha visto sui giornali che si
parlava del loden grigio e della raggiunta certezza di un terzo uomo forse
leggeva tranquillamente il giornale quando ha avuto un sobbalzo e ha preso la
porta a rotta di collo lasciando un bicchiere a metà pieno di vino sul tavolo
accanto a una banana e sui fornelli una pentola con pasta e piselli insieme a
materiale estremamente compromettente sono stati trovati documenti strappati
ma riconoscibili libri pubblicati dall'editore una pubblicazione sui Tupamaros
e altra roba di questo tipo qualcosa ha anche portato via come racconta la
portiera che lo vide allontanarsi in gran fretta con una valigia piena da
scoppiare
un film sulla vita e sulla morte dell'editore verrà realizzato
da un soggetto dal titolo Il rivoluzionario solitario il produttore
cinematografico che per il momento vuole conservare l'incognito ha acquistato
i diritti del soggetto per ricavarne un film entro breve tempo gli autori
hanno strutturato il soggetto basandosi su materiale riguardante la vita
dell'editore scomparso mentre sulla sua morte hanno presentato le due
contrastanti versioni ampiamente illustrate in questi giorni dalla stampa
italiana e straniera
nell'abitazione gli uomini dell'ufficio politico hanno
sequestrato un paio di pantaloni grigi sporchi di terriccio un paio di
scarponcini di cuoio giallo e suola di gomma sporchi di fango chiavi
d'automobili fra di esse non c'è quella del camioncino VW come ha specificato
il magistrato un impermeabilino di tuta mimetico con scritto in inglese
Emergency Blanket sul fodero di plastica l'indumento è identico a quello
trovato nel Volkswagen parcheggiato a 150 metri dal luogo dove giaceva il
corpo dilaniato dell'editore inoltre molle pezzetti di legno sagomati una
linguetta di bomba a mano una busta contenente polvere d'alluminio un pacco di
fotografie al vaglio del magistrato un distintivo che riproduce Mao Tsetung un
altro con la scritta Servire il popolo e poi libri editi dall'editore
le sorprese non sono finite dopo la morte dell'editore un
nuovo caso riesplode in modo clamoroso il dott. Giuseppe Rauti esponente del
Msi e fondatore di una organizzazione che è stata più volte indicata come una
delle centrali più pericolose dell'estremismo di destra è stato indiziato di
reato per concorso in strage continuata Rauti che era stato arrestato nelle
scorse settimane sarebbe responsabile anche della strage di piazza Fontana
strage che finora era stata imputata a Valpreda e ad altri militanti del
circolo paranarchico 22 marzo
il documento che tuttavia ha maggiormente polarizzato
l'attenzione degli inquirenti è un pezzo di carta topografica della città di
Milano sulla quale sono segnati con circoletti rossi sette punti uno dei
cerchietti comprende la zona dove sorge l'edificio della questura milanese un
altro abbraccia il settore cittadino dov'è la caserma dei carabinieri di via
Moscova altri punti stando a un'indiscrezione che non è possibile controllare
corrisponderebbero a edifici d'interesse pubblico e grandi aziende e alle
abitazioni di funzionari dello stato e industriali
da Treviso a Milano dal Veneto a piazza Fontana dalla strage
del 12 dicembre 1969 alla banca nazionale dell'agricoltura conduce la pista
nera ricostruita con pazienza ed encomiabile riservatezza durante due anni e
tre mesi dai magistrati di Treviso stamane mentre i fascicoli e i reperti fra
i quali numerose apparecchiature per ordigni esplosivi dell'inchiesta
trevigiana erano già al sicuro nel palazzo di giustizia milanese tre identici
avvisi di reato sono stati notificati in carcere a Pino Rauti Franco Freda e
Giovanni Ventura essi sono ora formalmente indiziati anche per gli attentati
del 12 dicembre 1969 a Milano e a Roma
naturalmente secondo indiscrezioni della questura la mappa del
guerrigliero è stata subito collegata con le liste di proscrizione che si
afferma sono state sequestrate nell'appartamento di via Legnano n. 32
trasformato in una centrale della congiura di qui la fulminea ipotesi se il
traliccio di Segrate fosse saltato mezza Milano sarebbe rimasta al buio sia
pure per pochi minuti e in quei pochi minuti si sarebbero scatenati i
commandos delle brigate rosse indiscrezioni da fantacronaca ma col clima che
c'è in questi giorni a Milano anche ai marziani si rischia di credere
SCENA DECIMA
Questa storia è la storia di una storia che racconta un'altra storia o meglio
altre storie o che piuttosto crede di raccontarle perché ciò che può essere
mostrato non può essere detto dice lei e lui dice forse è vero non so ma
adesso io volevo dire un'altra cosa volevo dire che qui abbiamo anche un caso
che è un caso dei più esemplari di processo a mezzo stampa questo tipo di
processo che diventerà una pratica corrente per tutti gli anni 70 grandi
processi pubblici sommari in cui si emettono subito a caldo a tamburo battente
e in una sola volta incriminazioni giudizi e sentenze
che sono poi le cose che restano nella testa alla gente che di
tutta la storia poi si ricorderà solo quello e per sempre che ha letto allora
sul giornale nei titoli in prima pagina e se anche uno risulterà assolto
innocente quando forse un giorno lontano si farà il vero processo in tribunale
poi ci sarà sul giornale solo un trafiletto minuscolo in una pagina che
nessuno legge e il risultato lo vediamo ancora oggi dice il biondo perché
vediamo che quello che è rimasto nella memoria di quasi tutta la gente di quel
periodo degli anni 70 è che è stato un periodo cupo e sanguinoso mentre come
tutti ci ricordiamo è stato un periodo sì duro e teso ma soprattutto di
vitalità e di gioia e di intelligenza e di passione
qui forse adesso quello che servirebbe sarebbe fare un momento
una parentesi e vedere come a partire dalla situazione e dal clima di allora
la situazione si trasformerà tracciare insomma le linee di quello che avverrà
dopo la morte dell'editore la nuova svolta che si determinerà non per questa
morte naturalmente ma nel processo storico dice il biondo si d'accordo dice il
libraio però volevo aggiungere una cosa a quello che dicevi prima che non è
cominciata qui questa pratica del processo a mezzo stampa è cominciata già
prima è cominciata in grande stile con piazza Fontana mi ricordo un episodio
quando ho appreso la notizia quando sono uscito di casa quel pomeriggio che
non ne sapevo ancora niente della strage
passo davanti all'edicola che mi conosce e dove compro sempre
il giornale e l'edicolante con una faccia molto triste preoccupata mi chiede
ha visto ha sentito io non sapevo niente e dico no lui prende il giornale il
Corriere d'informazione mi sembra e me lo spalanca davanti con i titoli della
strage e mi dice con una faccia quasi un po' da rimprovero mi dice eh ma non
si fanno di queste cose io resto lì e come cosa non si fanno gli rispondo duro
eh no lui si tira subito indietro e la cosa finisce lì ma la cosa è grave
perché il giornale già annunciava gli anarchici come autori della strage e
quello mi conosceva come anarchico comunista e cosi via
per capire il clima di allora dice il biondo teniamo anche
conto che la morte dell'editore avviene pochi giorni dopo che a Milano c'è
stato il più grosso episodio di guerriglia urbana il famoso 11 marzo con
l'assalto e le fiamme al Corriere della sera tre ore di scontri duri di
battaglia nel centro della città con i sassi le bottiglie le fionde con le
barricate con i giovani che respingono per ore gli attacchi della polizia che
poi alla fine disorientata si ritira sparando all'impazzata candelotti a
altezza d'uomo e uno di questi poi in piazza della Scala piglia in faccia da
pochi metri un passante un pensionato e lo uccide
è interessante notare dice il libraio che questi scontri
nascono ancora sulla lotta antifascista nascono in largo Cairoli contro un
comizio fascista della maggioranza silenziosa però subito gli scontri si
spostano verso altri obiettivi il Corriere della sera e le vetrine della
Renault che vanno in frantumi insieme a alcune macchine esposte per ricordare
l'assassinio di Overney un compagno ucciso a Parigi da un guardione della
Renault è da notare anche che da quella manifestazione alcuni gruppi meno
radicali si erano dissodati è proprio in quel periodo che per mancanza di
elaborazione strategica i gruppi finiscono per esaurirsi e si rompe la loro
unità d'azione e nasce l'autonomia
l'autonomia nasce su questo nasce dicendo l'antifascismo non è
il problema l'antifascismo noi lo diamo per scontato il vero problema è lo
scontro interno della sinistra in questa seconda fase questa svolta che
avviene dopo la morte dell'editore la rivoluzione incomincia a
decentralizzarsi dovunque c'è da rimettere in gioco qualcosa in rapporto alla
propria collettività di appartenenza incomincia a sollecitare e a sostenere
tutte le contraddizioni le insubordinazioni le rivolte tutte le rivendicazioni
là dove nascono e allora nessuno ascoltava le Br che applicavano il vecchio
modello rivoluzionario della centralizzazione politica monolitica che non
aveva nessun rapporto con le insubordinazioni con il casino che stavano
succedendo
e mentre il Pci facendo anche un indebito trapianto
dell'esperienza cilena diceva è vero che c'è questa realtà golpista però
bisogna sconfiggerla con un'altra strategia che non è quella del rapporto di
guerra ma quella di riuscire a creare questa specie di fronte con i cattolici
creare questo vasto movimento popolare per bloccare e isolare la destra
golpista per cui il Pci parte su questo progetto a cui dà quel bruttissimo
nome di compromesso storico cambia linguaggio butta via la vecchia retorica
resistenziale e comincia a usare un linguaggio in cui sovrabbonda il termine
democrazia però non sa inventare nient'altro riesce solo a vivacchiare a
resistere alla dissoluzione della classe operaia distruggendo però tutte le
forme di radicalità soprattutto nei giovani
lei si era avvicinata alla finestra e guardava giù dalla
finestra adesso evidentemente qualcosa aveva attirato la sua attenzione perché
era rimasta immobile un po' protesa in avanti sulla ringhiera che tagliava a
metà la finestra senza appoggiarsi ma sporgendosi piegata verso lo strapiombo
mi fai venire le vertigini da qua solo a guardarti disse il libraio non
potresti tirarti un po' indietro adesso no disse lei ma però potresti non
guardarmi no ma che cosa stai guardando disse il biondo lei non disse niente e
non si mosse e continuò a guardare giù muovendo impercettibilmente la testa da
destra verso sinistra come se stesse seguendo qualcosa mentre lui continuava a
parlare
nell'autonomia non c'è un'idea di futuro questa è la novità
perché mentre le rivoluzioni precedenti dicevano prima prendiamo lo stato poi
lo trasformiamo il che vuole dire che quando fai una rivoluzione hai già una
idea di futuro dentro il quale poi metterai tutte le vicende e le soggettività
particolari vuol dire che prima ti scontri con una struttura dello stato delle
gerarchie del lavoro esistente la abbatti la modifichi e poi rimetti in piedi
un'altra struttura che sarebbe poi quella comunista e là dentro ci dovrebbe
essere il modello di tutte le soggettività particolari che si risolvono e che
invece non si risolvono poi per niente come abbiamo visto in tutte le
realizzazioni finora del comunismo lei voltò la testa e ebbe la sensazione che
gli altri stavano più attenti ai suoi movimenti silenziosi che alle parole di
lui
questa è l'idea della struttura che poi determina tutte le
altre cose che devono succedere e con la chiusura di questa fase antica della
rivoluzione è anche questa idea che salta perché adesso quando le collettività
i soggetti incominciano a rivoluzionare se stessi non partono più da una
rimessa in discussione della struttura dello stato della gerarchia e così via
ma agiscono e verificano immediatamente il rivoluzionamento nella loro
situazione nella loro condizione attuale nella loro vita quotidiana e in
questo senso sembrano agire senza futuro senza avere una visione di futuro
globale perché le cose che fanno le fanno e le verificano direttamente nella
loro situazione particolare dunque questa è una rivoluzione che marcia dentro
i processi quotidiani e materiali e questa è stata la grande novità bene
professore disse lei lasciando la finestra però adesso usciamo un po' no
va bene adesso andiamo a fare due passi dice lui passiamo il
ponte e poi scendiamo giù fino al torrente vi voglio fare vedere dove era il
vecchio mulino lei è contenta di buonumore gli prende il braccio ridendo
mentre scendono giù per il sentiero ripido verso il torrente incassato giù tra
le rocce poi dietro viene il libraio mentre il biondo era rimasto un po' più
indietro perché era tornato indietro a prendere qualcosa la macchina
fotografica forse e il sentiero è molto ripido sotto si vedono le rocce
appuntite tra cui scorre l'acqua del torrente e sopra di noi c'è il grande
ponte che ci sovrasta da una riva all'altra riva e alzando ancora più gli
occhi si vedono le cime delle montagne vicine
io credo che quella fascia generazionale lì che è quella del
biondo dice il libraio mentre scendono giù per il sentiero credo che questi
giovani che allora avevano 15 o 20 anni quando si trovano a fare questa scelta
che matura tra il 71 e il 72 e che diventa negli anni successivi processo
generale nelle fabbriche nelle scuole nelle parrocchie nei quartieri è come se
avessero subito una modificazione antropologica non trovo altro termine una
modificazione culturale di sé irreversibile da qui non puoi più tornare
indietro per questo poi questi soggetti più tardi dopo il 79 quando tutto
finisce impazziscono si suicidano si drogano proprio per l'impossibilità e
l'insopportabilità di essere riomologati
il rumore delle cateratte dietro di loro si perdeva ora nel
fragore della cascata ancora da raggiungere l'aria era piena di spruzzi e
l'acqua polverizzata se non fosse stato per il fragore quasi si sarebbe potuto
udire il crescere delle cose al rapinoso passare della corrente attraverso la
folta vegetazione infracidita che da per tutto attorno a loro spuntava dal
terreno alluvionale improvvisamente rivide in alto il cielo le nubi da rosse
si erano mutate ora in bianco-azzurrine un colore particolare luminescente
masse profonde e compatte alla deriva illuminate sembrava più dalla luna che
dal sole e tra esse rombava ancora il cobalto fondo e impenetrabile del
pomeriggio
perché gente come il biondo non può più tornare indietro da
quella vicenda che nel 79 si rompe allora tutto si rompe tutto si è rotto però
per rompere tutto occorre l'unione di tutti i partiti occorrono le forze
armate occorre la magistratura occorrono tutti i mass media non è mai successo
in uno stato moderno che ci voglia tutto questo spiegamento di forze per far
fuori quella che viene definita una minoranza che invece era una maggioranza
sociale in movimento di trasformazione di cui una parte ha subito una radicale
modificazione antropologica come percezione del mondo delle emozioni del sesso
della cultura del rapporto col denaro e quindi adesso se non sono impazziti
restano ai margini o si appassionano per qualcosa che li riporta al loro
passato come il biondo che è così appassionato adesso per l'idea di questo
film
si sentì sciogliere il cuore un senso di pace generale di pace
montana parve scendere su di loro era una sensazione falsa era una menzogna ma
per un momento fu quasi come se stessero tornando a casa dalla spesa ai vecchi
giorni lei gli prese il braccio ridendo si misero al passo ed ora c'erano di
nuovo le muraglie e il loro viale declinava fino in strada dove nessuno aveva
spazzato la polvere già impressa da nudi piedi mattutini ed ecco ora il loro
cancello fuor dei cardini e steso a terra subito oltre la soglia come del
resto era sempre stato steso con aria di sfida seminascosto sotto il cespo di
buganvillea
guardali disse il biondo al libraio che aveva raggiunto mentre
scattava una foto di lui e di lei che camminavano davanti a loro sottobraccio
con aria felice non sembrano di nuovo una coppia il libraio non poteva troppo
guardare in basso per via delle vertigini era meglio quando risalirono per il
sentiero anche se più faticoso poi erano lì di nuovo nella casa all'imbocco
del ponte che lo vedevano dalla finestra proteso all'altra riva erano lì di
nuovo seduti io non so come è meglio raccontare questa storia diceva lui e se
bisogna veramente raccontare una storia non è questo quello che mi interessa
veramente non so voi ma io non so se questo è quello che ci porta dall'altra
parte del ponte lascia perdere qui ora abbiamo tutto il quadro storico e
politico
però qui ora bisogna introdurre dei fatti nuovi bisogna che
succeda un fatto nuovo perché se no qui non succede più niente la storia non
va più avanti resta lì così per aria arenata dovremo sforzarci un po' a
trovare qualcosa che funzioni perché ormai siamo quasi alla fine e prima della
scena finale bisogna mettere lì ancora delle cose perché ci sono delle cose
che ancora vanno dette e chiarite dunque dove eravamo rimasti io sono stanca e
non mi vengono altre idee dice lei potremmo bere qualcosa dice lui non
vorresti smettere almeno per un po' di bere o almeno bere un po' meno dice lei
in tono affettuoso gentile questa volta
eppure non dobbiamo a noi stessi a quel nostro io che creammo
indipendentemente da noi di tentare ancora ahimè che è accaduto all'amore e
alla comprensione che un tempo avevamo che cosa sarà di tutto ciò che cosa
sarà dei nostri cuori l'amore è la sola cosa che dà un significato alle nostre
povere esistenze sulla terra non precisamente una scoperta temo penserai che
io sia matto ma è anche così che bevo come se stessi ricevendo un sacramento
oh ascoltami non possiamo permettere a ciò che creammo di sprofondare
nell'oblio in questo modo squallido
eravamo rimasti che dopo avere visto i giornali con la storia
del riconoscimento del cadavere la notizia clamorosa che si tratta
dell'editore i commenti le supposizioni eccetera la sera si scazzano la
mattina dopo c'è la conversazione col comandante in paese poi c'è il pranzo
con la lepre in salmì alcuni sono partiti alcuni sono arrivati e poi non so
parlano di come è stata commentata la figura dell'editore s'indignano per come
è stata mistificata calunniata derisa e poi si accenna un po' a cosa è
successo dopo la morte dell'editore be' no questo non è che possono dirlo loro
là allora questo siamo noi che lo diciamo qua adesso
è rimasto in sospeso quell'invito la sera alla cena in paese
la cena per le nozze dei due giovani amici del comandante questo va bene ci
vanno lì tutti ci sono queste tavolate vino e allegria si suona la chitarra si
cantano le canzoni
le masse anche in Europa non stanno più a guardare
la lotta esplode ovunque e non si può fermare
ovunque barricate da Burgos a Stettino
ed anche qui da noi da Avola a Torino
da Orgosolo a Marghera da Battipaglia a Reggio
la lotta dura avanza i padroni avran la peggio
e quindi che cosa vuoi di più compagno per capire
che è suonata l'ora del fucile?
e così via e si canta anche Bandiera rossa e l'internazionale naturalmente e
tutti che cantavano insieme
e poi quando c'è il momento della torta arriva la grande torta
di nozze e lì sulla torta di nozze c'è una grande stella a cinque punte una
stella rossa no ma questo è successo davvero io ci sono stato davvero a quel
pranzo da quelle parti e penso che vada bene una scena così a questo punto una
scena così è molto bella perché lasciando da parte le Br dovrebbe significare
una scelta il passaggio alla nuova fase della rivoluzione una nuova storia che
parte e che si mette in moto come poi in realtà è avvenuto qui non stiamo
adesso a giudicare come e perché perché qui adesso stiamo solo raccontando una
storia che è vera
naturalmente lì il biondo ci si trova benissimo fraternizza si
unisce discutono s'intendono forse entrerà a far parte di quella banda forse
in questo momento si gioca la sua scelta che sarà una scelta definitiva
irrimediabile e che pagherà poi duramente ma senza rimorsi senza pentimenti
gli altri noi siamo spettatori benevoli ma un po' distanti osservatori
partecipi di una storia che ci riguarda ma di cui non saremo i protagonisti
adesso lei vuole ballare adesso hanno cominciato a ballare con la musica che
suona un valzerino e anche lei vuole ballare e balla col comandante che
l'invita e che balla benissimo il valzer
e allora è lì che può essere che lì a un certo punto può
arrivare quello con la valigia lo so che tu sei contraria ma pensiamoci un
momento in tutto questo clima arriva lì alla festa quello della valigia arriva
uno che nessuno conosce o che pochi conoscono o meglio uno che è di quel posto
di quei paesi che lo conoscono tutti amico compagno degli sposi e dei loro
amici uno del loro gruppo che è scomparso da un po' si dice che è entrato
nella clandestinità arriva lì cercando con questa valigia dove ci sono dei
documenti importanti lui è in fuga magari è ferito
magari era con l'editore sotto il traliccio pensa qualcuno e
adesso deve affidare a qualcuno quella valigia perché deve andarsene alla
svelta ha il tempo contato ma deve eseguire la sua missione consegnare quella
valigia magari affidare a qualcuno la verità di quello che è successo sotto il
traliccio di come è morto veramente l'editore forse quella verità è in una
registrazione in una cassetta che consegna al comandante o a qualcun altro ma
che non si dovrà ascoltarla prima del giorno del funerale dell'editore
SCENA UNDICESIMA
Milano è una piazza d'armi alla Scala c'è un muro di scudi di plastica una
foresta di manganelli al Duomo a San Babila i baschi neri dei carabinieri
marciano come alle manovre per prendere posizione a ogni angolo di strada le
armi sono tenute bene in mostra compaiono anche i mitra pesanti caricatori da
quaranta colpi due piedi sulla canna perché con quelli si spara distesi a
terra il rinculo è violentissimo a far fuoco in piedi un uomo non ce la
farebbe gli elicotteri sorvolano ronzando la città il pilota e l'operatore
osservano col binocolo ma non è l'operazione strade sicure gli uomini sono
venuti da tutta la Lombardia da mezza Italia per la prima volta a quanto si
ricorda anche decine di commissari sono stati fatti accorrere da altre
questure
era un martedì quando l'editore morì in un campo di grano ai
piedi di un traliccio minato di martedì a due settimane di distanza il suo
corpo dilaniato è stato tumulato nella cappella di famiglia al monumentale il
corteo funebre non era stato permesso dalla questura per motivi di ordine
pubblico la salma composta in una cassa di abete greggio chiarissimo l'abete
dei suoi monti della Carinzia è stata portata in forma privata dall'obitorio
al cimitero di prima mattina
il gran sole di primavera non è bastato a disperdere
quell'atmosfera di grande tensione che la gente ha avvertito a Milano durante
tutta la giornata per i funerali dell'editore la città ha vissuto una giornata
di apprensione a momenti di angoscia tre elicotteri dei carabinieri si sono
alzati in volo alle 7 del mattino e hanno continuato a girare sulla città fino
al tramonto sorvegliando dall'alto strade piazze il centro la periferia e
l'hinterland milanese per un raggio di 30 km posti di blocco lungo le
autostrade le statali le provinciali code di automobili con le portiere
spalancate clacson inferociti
la città quasi in stato di assedio per i funerali proibiti
dell'editore si temevano incidenti che per fortuna non ci sono stati forse
grazie anche all'imponente servizio d'ordine pubblico che ha scoraggiato
eventuali fomentatori di disordini un piano preciso era stato predisposto fin
da lunedì scorso dal questore d'accordo con il comando della I divisione
Pastrengo dei carabinieri con la polizia stradale la polizia ferroviaria e i
vigili urbani rinforzi di polizia e di carabinieri sono affluiti da altre
città insieme con funzionari e con agenti in borghese si calcola che circa
5000 uomini siano stati impiegati in questo eccezionale servizio d'ordine
in una città praticamente stretta d'assedio con uno
spiegamento di forza straordinariamente imponente si è fatto uso anche di
elicotteri si sono svolti al cimitero monumentale i funerali dell'editore
trovato morto sotto un traliccio dell'alta tensione a Segrate una località a
pochi chilometri da Milano ieri il questore richiamandosi ad una legge del
1931 aveva vietato il corteo funebre col pretesto che avrebbe potuto causare
incidenti pregiudizievoli per la sicurezza e la pubblica incolumità in seguito
a tale grave decisione la città è stata posta sotto il controllo di migliaia
di poliziotti e di carabinieri
le camionette delle cariche i gipponi gli idranti gli
autocarri i cellulari i vetri protetti dal graticcio metallico a bordo
cassette già aperte di lacrimogeni formano colonne ai lati delle vie in testa
ad ogni colonna il trombettiere pronto a incrinare l'aria con i prescritti tre
squilli il cimitero monumentale ricorda un castello assediato davanti alle
rosse mura dei mattoni il verde schieramento compatto delle forze dell'ordine
tutto perché si sta seppellendo un cadavere quello dell'editore
sono state utilizzate tutte le pattuglie al completo in
particolare quelle civetta i carabinieri hanno agito in un raggio di trenta
chilometri dal centro controllando circa 14000 auto e 25400 persone la polizia
aveva provveduto anche a istituire un servizio di sorveglianza allo stesso
cimitero monumentale prima ancora che vi fosse trasportato il feretro
dell'editore la tomba di famiglia è stata presidiata nella notte precedente e
sono stati sguinzagliati persino cani poliziotto addestrati alla scoperta di
ordigni non si poteva neppure escludere la macabra ipotesi di qualche
attentato anche nelle prossime notti la tomba rimarrà sorvegliata
praticamente in ogni quartiere gli imbocchi di tutte le strade
e autostrade in un raggio di 20 chilometri almeno erano sorvegliati da 150
gazzelle dei carabinieri e ad ogni punto cruciale ad ogni nodo del centro e
della periferia vigilavano posti di controllo forti di almeno un plotone ci
sono stati scontri e disordini non importanti al ponte della Ghisolfa ma in
compenso la giornata che si temeva potesse riportare a Milano la violenza di
due settimane addietro è trascorsa tranquilla
mai visto uno schieramento di polizia così imponente per un
funerale fin dal primo mattino agenti e carabinieri erano già in movimento
erano passate da poco le sei ed in piazzale Gorini davanti all'obitorio sono
arrivati sei camion una quindicina di jeep ed otto gipponi stracolmi di uomini
in divisa c'era anche una corriera piena zeppa di agenti in borghese la bara
che è arrivata al monumentale poco prima delle 8 il cimitero era già stato
stretto d'assedio da migliaia di poliziotti e carabinieri è stata quindi
sistemata in una cripta vicino all'entrata
erano le 7,30 quando il furgone nero del comune si è mosso
dall'istituto di medicina legale di piazza Gorini dove il corpo dell'editore
era stato portato con il falso nome di Vincenzo Maggioni le generalità che
risultavano dalla carta d'identità trovata nelle sue tasche sin dal primo
mattino la polizia aveva circondato tutta la zona per evitare che la triste
circostanza fosse strumentalizzata dai gruppetti estremisti che diventasse il
pretesto per una nuova manifestazione di piazza così come aveva disposto la
questura solo i familiari hanno assistito a questa prima parte della cerimonia
tutt'intorno alla camera ardente rami gialli di forsizie un
fittissimo intreccio ai piedi del feretro adagiato su un alto zoccolo un
cuscino di rose rosse sul coperchio felci rami di pino e di altre piante di
bosco solo più tardi è comparso un nastro rosso il grande afflusso dei
visitatori è cominciato nel primo pomeriggio alle 15 tutto il piazzale del
cimitero era pieno di gente sotto un sole che scottava erano in gran parte
giovani giovanissimi bluejeans e maglioni folla anche sulla gradinata centrale
e folla affacciata ai loggiati sul piazzale molta animazione un incessante
brusio
sulle grandi terrazze che si aprono a semicerchio intorno alla
chiesa monumentale in un solenne scenario di archi di balaustre di marino e di
statue la folla si affacciava come per assistere ad uno spettacolo altri
sedevano in fila sulla gradinata che conduce alla cappella molti fumavano
invano redarguiti dai pochi custodi c'era una strana atmosfera tra la kermesse
e l'attesa di qualcosa di grave che sarebbe potuto accadere da un momento
all'altro la morte dell'editore figlio ribelle della Milano ricca e potente
che si rifletteva in quei monumenti funebri opere di grandi artisti e in
quelle cappelle degne di figurare nei cataloghi di un museo sembrava un fatto
incongruo e lontano una avventura incomprensibile e assurda
a braccia poco prima delle 16 la bara è stata sollevata dal
catafalco di velluto verde fra due ali di folla è stata quindi portata fino
alla cappella di famiglia la numero 177 al reparto 2 è stato un percorso
brevissimo sotto un sole primaverile che stagliava ombre nette è stato anche
il momento di maggiore tensione mentre dai gruppetti di estremisti con il
pugno levato venivano intonate le prime note di inni e mentre qualcuno
scandiva slogan come compagno sarai vendicato e borghesia assassina
quando la bara è stata finalmente issata in cima ai gradini si
sono alzati pugni chiusi una selva di braccia ancora una volta si sono levati
canti rivoluzionari e sono stati scanditi in coro i nomi di Marx Lenin e Mao
Tsetung l'editore è stato assassinato borghesia assassina ha gridato qualcuno
faceva caldo il cielo era di un azzurro terso ogni tanto si levava il ronzio
dell'elicottero dei carabinieri che per tutta la mattinata e per buona parte
del pomeriggio ha sorvolato la zona del cimitero monumentale quel rumore basso
e insistente seguito dal fischio di un jet che stava prendendo quota si è
portato via tutto l'inizio dei discorsi
fendendo a fatica la folla che aveva invaso le tombe vicine la
bara è stata portata nella cappella di famiglia una costruzione neoclassica
alta 17 metri rivestita di marmo botticino costruita nel 1915 su disegno
dell'architetto Guido Cesarini vi riposano i corpi del padre dell'editore e
della nonna accanto a loro è stata posta la bara che all'ultimo momento è
stata ricoperta con una bandiera rossa molti hanno anche gettato fiori che
sono ricaduti nell'atrio della cappella
continuava il pellegrinaggio davanti alla bara una sfilata
lenta continua qualcuno toccava il feretro qualcuno alzava il pugno e qualcuno
si faceva il segno della croce poi alle 15,30 un gran movimento di poliziotti
si è formato un robusto cordone di agenti che a stento è riuscito però a
trattenere l'ondata della folla la cripta in cui era esposta la bara si è di
colpo riempita di un assordante brusio alle 16 infine la tumulazione il
feretro è stato portato a spalle dai dipendenti della casa editrice è stato a
questo punto che si sono levate le prime grida i primi canti
hanno cominciato a cantare quando il feretro portato a spalla
da amici e da dipendenti della casa editrice ha lasciato l'androne nel quale
era rimasto dalle otto del mattino coperto di felci e di rose su uno sfondo di
rami di forsizia il fiore giallo che è il simbolo della Carinzia e cantavano a
mezza voce un coro triste e sommesso nel quale a stento si distinguevano le
esortazioni alla lotta dell'Internazionale
le canzoni della rivoluzione gli slogan della condanna e
dell'ira gli impegni e i giuramenti di vendetta hanno accompagnato l'editore
fino alla soglia della suntuosa cappella di famiglia dove la bara di abete
bianco della Carinzia ornata di chiodi dello stesso legno è stata inumata
qualche minuto prima delle quattro in un pomeriggio caldo di sole e gonfio di
passione politica a salutarlo erano venuti in cinque o seimila barbe e capelli
lunghi bluejeans e tascapani bandiere rosse occhi duri sui poliziotti
schierati in una cintura di ferro intorno al perimetro del cimitero e
ammassati all'ingresso davanti al cancello centrale
d'improvviso però il coro si è alzato di tono le voci si sono
fatte rabbiose le mani chiuse a pugno sono diventate una selva e hanno
cominciato a sventolare le bandiere rosse compagno sei stato assassinato
compagno sarai vendicato e altre grida di rabbia altre minacce contro la
borghesia assassina parole dure che risuonavano assurde nel pomeriggio di sole
fra le tombe monumentali che fanno del cimitero di Milano forse il più
importante museo della scultura lombarda e dove riposano da Manzoni a Cattaneo
a Forlanini tutti gli uomini che nell'industria nelle lettere nelle arti
figurative e nella musica hanno illustrato questa regione
la bara d'abete è stata rimossa alle 15,45 portata a spalla
dai dipendenti della casa editrice fino alla cappella della famiglia reparto 2
numero 177 accanto alla tomba della famiglia Pirelli ma molto più grande
quando la bara è stata calata nel sotterraneo della cappella la folla che
salutava con i pugni chiusi cantando l'Internazionale ha cominciato a scandire
compagno sarai vendicato alle 16,30 la tensione si è dissolta per le strade le
colonne motorizzate della polizia sono rientrate nelle caserme e la città è
ritornata finalmente alla sua vita normale
adesso escono dal cimitero ad ondate ininterrotte il piazzale
è ormai pieno zeppo di gente davanti ai cancelli continua intanto a restare
compatto lo schieramento dei poliziotti con lo scudo la celata calata sugli
occhi e un grosso sfollagente impugnato tutt'attorno alle mura decine di
camion di jeep di gipponi stracarichi di carabinieri armati di tutto punto i
tascapane gonfi di bombe lacrimogene l'elicottero continua sempre a ronzare
instancabile
lo spettacolo che si offrì ai loro occhi quand'essi emersero
sulla strada fu terrificante i neri ammassi di nubi continuavano a salire nel
cielo crepuscolare altissimi sul loro capo a un'altezza immensa un'altezza
immensa fino all'orrore uccelli neri senza corpo più simili a scheletri
d'uccelli vagavano come portati alla deriva tempeste di neve s'inseguivano
lungo la vetta oscurandola mentre la sua mole si perdeva dietro un velo di
stratocumuli ma l'intero massiccio sembrava avanzare su di loro viaggiando
insieme coi nembi protendendosi sopra la valle sul fianco della quale incisa a
rilievo dalla strana luce malinconica scintillava la piccola vetta ribelle
d'un colle con un minuscolo cimitero in essa scavato
ancora pugni chiusi levati al cielo inni intonati in coro
slogan ripetuti infine gli inservienti hanno chiuso i cancelli lentamente
aspettando che tutti lasciassero i vialetti di ghiaia su cui erano rimasti
molti fiori i responsabili dell'ordine pubblico a Milano e a Roma erano
sicuramente soddisfatti ieri sera i funerali dell'editore sono diventati
comizio ma il comizio non è sfociato in incidenti lo spiegamento di polizia e
di carabinieri ha ottenuto l'effetto deterrente che si proponeva la vita di
Milano non è stata turbata da scontri e violenze alle inquietudini della
vigilia elettorale al disorientamento per l'accavallarsi di piste rosse e
piste nere non si è aggiunto un nuovo motivo di disagio
la manifestazione per l'editore al cimitero monumentale ha
suggerito anch'essa nella sua sostanziale compostezza qualche riflessione gli
studenti sono accorsi numerosi nella tenuta standardizzata giacche a vento per
gli uomini pantaloni per le ragazze profusione di capelli e barbe ma di operai
non crediamo di averne visto neppure uno e non si obbietti che gli operai a
quell'ora erano in fabbrica perché ci sono quelli dei turni che finiscono alle
due del pomeriggio o i tranvieri che lavorano di notte e tanti altri
lavoratori liberi per le più svariate ragioni è che gli operai hanno capito
come l'occasione fosse ben strana per una loro partecipazione
una tuta mimetica una tessera falsa una carica esplosiva che
salta un prato di periferia nel buio della notte e adesso tutto quel sole la
bara di legno pregiato la cappella alta 17 metri quasi una piccola chiesa i
giovani che gridano borghesi assassini e promettono la prossima rivoluzione
restituito nella morte alla sua dimensione ma ad essa conteso fino all'ultimo
istante dai compagni che giurano di vendicarlo l'editore è scomparso nel
pomeriggio di oggi personaggio emblematico di un tempo inquieto e confuso nel
suo nome saranno forse commesse altre violenze ma oggi mentre la folla cantava
bandiera rossa qualcuno ha certo pianto per lui
SCENA DODICESIMA
Tanto questo film non si farà mai disse lei la scena del funerale disse il
biondo facendo finta di non sentirla e chiudendo la finestra perché c'era
troppo vento è l'ultima scena è quella in cui tutti sono lì insieme per
l'ultima volta per qualcosa che avevano in comune e che non c'è più ci sono lì
tutti al funerale dell'editore e si consumano tutte le storie si consuma la
rottura tra la giornalista e il biondo che mi sembra già chiara e scontata e
che s'intreccia con la sua scelta politica che lo porterà alla lotta armata ma
naturalmente questa scelta va preparata magari in un dialogo col comandante da
cui risultano che so le differenze e i punti in comune tra la lotta partigiana
e la nuova lotta armata quelle cose che abbiamo già detto insomma
e poi c'è lì al funerale il comandante commosso e silenzioso
che ha deciso ormai di mettersi da parte c'è il libraio di cui non ci siamo
ancora occupati molto e su cui penso che bisogna inventare una storia che ha a
che fare con il suo lavoro con la sua libreria se no perché c'è qui un libraio
in questa storia e poi c'è soprattutto la storia tra lui e lei che è un po' la
storia centrale di tutta questa storia il loro rapporto andato in crisi e che
potrebbe anche quello finire h mentre c'è tutta questa confusione al funerale
in questo clima strano di tristezza e di eccitazione che è una scena
importante perché è quella che simbolicamente spiega tutto e dovremmo un po'
metterla a punto adesso prima di lasciarci
non so se riusciamo adesso a parlare di quello che è successo
allora disse lei a ricostruire o almeno a capirla perché in fondo questa cosa
ci ha colti assolutamente impreparati finiva una storia politica intensamente
vissuta insieme per cui a un certo momento questo veniva a mancare e non si
poteva più andare avanti con una vita di coppia che non poteva più essere
quella di prima e allora o si aveva la forza di inventarsene un'altra cioè di
dire ci modifichiamo eccetera ma ci modifichiamo insieme e questo è difficile
però bisognava parlarne bisognava avere voglia di parlarne ma allora non è
stato così allora si passava il tempo a parlare di tutto quello che succedeva
fuori perché allora fuori succedevano mille cose o a leggere i giornali e
l'unica volta che mi sono sforzata di tentare di parlarti tu leggevi i
giornali
lui ebbe la tentazione di rialzare il capo e gridare di gioia
lei è qui con me svegliati lei è ritornata amor mio tesoro mio ti amo il
desiderio di trovarla immediatamente di ricondursela a casa in giardino c'era
ancora in attesa la bianca bottiglia di Tequila Añejo de Jalisco semipiena di
porre fine a quella gita insensata d'essere soprattutto solo con lei lo colse
e il desiderio pure lo colse di ricominciare immediatamente a vivere con lei
una vita normale e felice una vita per esempio in cui fosse possibile la
stessa innocente grazia e letizia che tutta quella brava gente intorno a lui
godeva ma avevano mai condotto una vita normale e lieta sì lo era stata
per dare un senso a questo personaggio femminile bisogna
dargli un po' di spessore ma a tutti questi personaggi bisogna dargli un po'
di spessore o non si capisce bene chi sono che cosa sono il libraio per
esempio ce lo siamo perso per strada non può mica essere solo quello che
registra le storie che senso ha in questa storia certo disse il biondo che si
era messo a camminare su e giù nervoso ma qui tutti i personaggi sono appena
accennati stiamo ancora solo cercando degli spunti delle motivazioni da
inserire in questo quadro di quel periodo che abbiamo cercato di ricostruire
mettendoci un po' tutti i nostri ricordi le nostre valutazioni ripensandolo
adesso a distanza poi certo bisognerà poi scendere nei particolari
ma non si tratta solo di particolari disse lei ma anche di
cose generali come il fatto che allora vivevamo un'idea e su questa idea tutto
si muoveva facciamo questo facciamo quello facciamo la rivoluzione non c'era
nessun bisogno di comunicarsi nulla c'era un obiettivo tutto esterno rispetto
al quale agio disagio questo mi piace di più o di meno di quello che piace a
te non era poi tanto importante l'importante era tutto fuori non era
importante come erano le persone non era importante come era l'uomo come era
la donna quello che voleva uno quello che voleva l'altro perché c'era questa
specie di enorme mano di cemento che si stendeva su tutto e quindi non si
stava tanto a pensare come dovevano essere i rapporti non solo tra uomini e
donne ma anche tra gli uomini tra di loro e poi su tutto questo è arrivato
l'alito della morte
perché non ce ne andiamo ora domani oggi stesso che cosa ce lo
impedisce lui le cinse le spalle col braccio pose la testa bagnata di sudore
sui capelli di lei come un bambino e per un istante fu come se uno spirito di
compassione e di tenerezza aleggiasse su di loro vegliandoli proteggendoli lui
riprese stancamente perché no? andiamocene per l'amor di dio andiamocene a
migliaia a milioni di chilometri di distanza ovunque tu voglia purché sia
lontano semplicemente lontano da tutto questo gran dio lontano di qua
secondo me disse il libraio dovrebbe essere lei che determina
la rottura perché lei ha la coscienza della situazione in cui si trova il loro
rapporto mentre lui sente solo un disagio che non si preoccupa tanto di
approfondire per me allora è stato il contrario io invece in quel periodo ho
fatto una famiglia ho fatto una figlia con quella ragazza con cui ero andato
quella volta a trovare l'editore e ho fatto la libreria proprio in quell'anno
l'ho fatta perché allora c'era una necessità che si sentiva anch'io sentivo
che quella fase lì il 68 la contestazione l'autunno caldo era finita era stata
una fase esaltante avevi capito tante cose però quello che facevi non era più
sufficiente sentivi che occorreva costruire qualcosa di nuovo nei luoghi in
cui ti trovavi a operare o altrimenti uscire da quel luogo e inventarne un
altro
e questo in un certo senso è quello che ha fatto anche
l'editore perché anche lui sentiva questa necessità che è diventata chiara per
tutti in quel periodo di questo passaggio dalla teoria alla prassi come
sperimentazione nel quotidiano e che da lì in poi non era più possibile la
doppia funzione per esempio conciliare di lavorare in un giornale borghese e
stare nel movimento adesso tu dovevi mettere in discussione direttamente il
tuo ruolo e proprio nell'ambito del lavoro che sapevi fare costruire
direttamente quotidianamente la possibilità di sperimentare la rivoluzione
oggi qui da subito e con gli strumenti che tu avevi
se fai l'insegnante metterai in discussione il tuo libro di
testo come facevano allora gli insegnanti che avevano fatto un centro di
documentazione che faceva capo alla libreria e che volevano abolire tutta la
cultura borghese fin dalla scuola materna se fai il professore all'università
farai dei seminari sui Grundrisse come facevi tu e se lavori nei libri inventi
una libreria magari un circuito di diffusione come struttura di servizio del
movimento queste cose bisognava fare e si facevano allora ma questo forse
quella coppia non l'ha capito o almeno non l'hanno capito insieme l'hanno
capito forse con tempi diversi ma dovreste essere voi a dircelo a dirci
insomma perché allora vi siete lasciati
ma io sono tornata lei diceva almeno pareva non lo vedi siamo
qui ancora insieme siamo noi non puoi vederlo le labbra le tremavano lei stava
per piangere e a un tratto gli fu vicina fu tra le sue braccia ma lui guardava
al di sopra della sua testa si posso vederlo rispose ma non poteva vedere
soltanto udire il mormorio il pianto e sentire l'irrealtà io ti amo ma non
potrò mai perdonarti abbastanza profondamente era questo che aveva in mente di
aggiungere e tuttavia stava andando con la mente ancora a tutta la vicenda dal
principio alla fine come fosse per la prima volta a tutto quello che aveva
patito senza di lei
deve essere chiaro disse lei che lei non lascia quella storia
perché non le è piaciuta io quella storia l'ho trovata molto appassionante e
non posso dire che mi faceva rabbia perché mi è stata imposta perché quella
storia io me la sono voluta e l'ho amata e è stata bella anche per me però
forse poi dopo ho pensato che ne dovevo trovare magari di meno belle ma dove
non sto lì da una parte insieme a voi che gentilmente mi portate con voi a
vedere l'editore o gli scontri in piazza allora tutta questa impostazione qua
a un certo momento non mi riguardava più per cui mi sembra più giusto che lei
adesso nemmeno ci sia al funerale lei non ci va proprio al funerale e lui la
cerca ma lei non c'è perché è già uscita da questa storia
la finestra si spalancò di colpo una raffica di vento freddo
sparpagliò i fogli sul tavolo alcuni caddero per terra e il libraio si
affrettò a raccoglierli mentre il biondo chiudeva un'altra volta la finestra
girando bene in fondo la maniglia facciamo in fretta disse lui riempendosi un
bicchiere non abbiamo più molto tempo io penso che su questa storia di lei e
di questa coppia dovremo tornarci su un'altra volta ma ci siamo dimenticati
un'altra cosa molto importante che qui alla fine deve venire fuori sempre se
siamo tutti d'accordo su questa storia del nastro della registrazione che loro
ascoltano dopo il funerale tu no naturalmente perché tu hai già voluto uscire
da questa storia o no
dio sa che ti ho già visto così infinite volte i pensieri di
lei stavano dicendo l'amore di lei stava dicendo nella semioscurità del bar
troppe volte perché tutto questo possa comunque rappresentare una sorpresa tu
mi stai rinnegando ancora ma questa volta c'è una profonda differenza questa è
come l'ultima rinnegazione oh perché non puoi tornare indietro dovrai
continuare così sempre così all'infinito a camminare in questa stupida tenebra
cercandola anche ora là dove non posso raggiungerti sempre più a fondo nella
tenebra della separazione della scissione oh perché lo fai
lui vuotò il bicchiere e continuò quello con la valigia che è
arrivato lì alla festa con la valigia ha consegnato quel nastro con su tutta
la storia a qualcuno che secondo me devi essere tu perché il fatto che sei la
memoria storica delle storie di questi anni non è un ruolo da sottovalutare
non sono d'accordo con lei perché è un ruolo che si può anche mostrare che può
creare situazioni interessanti e dunque sarà poi il libraio dopo il funerale a
far ascoltare questo nastro ai personaggi di questa storia e questo nastro
concluderà la storia dell'editore perché lì c'è forse la verità della sua
morte
la verità disse lei ho freddo e adesso credo che dobbiamo
proprio andare ma potremo sempre tornarci su un'altra volta su questa storia
forse questa volta ci siamo preoccupati troppo di trovare sempre delle
spiegazioni e delle verità a tutti i costi e forse abbiamo perso di vista
qualcosa di più importante forse invece le cose più importanti sono quelle che
non sappiamo e quelle che non sapremo mai quelle per cui la figura
dell'editore e anche quelle dei nostri personaggi restano nonostante tutti gli
sforzi che abbiamo fatto delle figure un po' misteriose che non potremo mai
capire e spiegare fino in fondo ma che proprio per questo ci fanno capire
delle cose non vi pare forse hai ragione disse il biondo comunque adesso per
concludere almeno per ora prima di lasciarci diciamo che la storia potrebbe
finire così coloro che ascoltano dopo il funerale questo nastro questa voce
sconosciuta che racconta la morte dell'editore
vanno salgono sulla loro macchina vanno verso il luogo fissato
dall'appuntamento lì parcheggiano l'automobile scendono e si mettono a
passeggiare poco dopo sul luogo fissato dell'appuntamento che era vicino al
cinema Vox poco dopo vedono il pulmino parcheggiato più in là e lui che
aspetta sono le 7,30 circa grosso modo loro si incontrano con lui e salgono
sul pulmino e partono lui è teso molto nervoso sembra che durante la strada
avesse rischiato di fare un paio di incidenti tanto che uno dei due gli disse
di fermarsi parlava a scatti poi lui e il secondo si misero a scherzare a dire
battute spiritose e poi cominciarono a parlare di quello che avrebbero fatto
dopo l'indomani
arrivano sul posto e portano il pulmino vicino al campo
distante dal traliccio circa qualche centinaio dicono 500 metri lì lo fermano
e scendono dal pulmino e lui entra nel pulmino dalla parte posteriore cioè
all'interno e dice agli altri di aspettare sta dentro un 10 minuti circa
quando esce dal pulmino ha indossato una casacca di tipo militare con molte
tasche scaricano tutti gli oggetti dal pulmino e vanno verso il traliccio il
tempo è umido pioviggina un poco o è umido è quasi buio si vedono delle luci
in lontananza i due non riescono a comprendere o a localizzare bene la natura
delle luci ci sono delle case in fondo il tragitto dal pulmino al traliccio
avviene con difficoltà perché le scarpe sprofondano nel terreno molle comunque
giunti sul posto portano il materiale e iniziano il lavoro
i due si occupano dell'agganciamento dei candelotti di
dinamite a pacchetti di otto attorno al primo pilastro questi candelotti
vengono schiacciati all'interno del pilastro compressi con delle tavole di
legno e legati con del filo di ferro da questo pacchetto di candelotti esce un
filo già preparato che viene appeso a uno dei tiranti del traliccio a questo
punto sembra che lui si renda conto che i fili di collegamento ai cavi
elettrici sono troppo corti si incazza bestemmia decide di usare tutto il
materiale dei due tralicci per farne uno solo e di fare una cosa in grande va
quindi verso il pulmino porta tutto il materiale del traliccio del secondo
traliccio
il programma è di mettere cariche ovunque in pratica le tre o
quattro cariche del primo traliccio dovrebbero essere applicate alle zampe del
traliccio stesso le altre tre o quattro cariche del secondo traliccio
progettano su consiglio del primo dei due accompagnatori di attaccarle ai
tiranti superiori cioè ai longheroni della piattaforma orizzontale che dista
da terra circa due metri e mezzo si accingono a questo lavoro lui sempre su
consiglio del primo decide che la cosa migliore da fare è quella di andare in
alto e applicare lì subito tutti i congegni va quindi verso l'alto il lavoro è
difficoltoso bisogna scalare il traliccio lui quindi sale sul traliccio e si
mette al centro del longarone orizzontale per passare il materiale
il primo consiglia di fare una scala una catena cioè per
passare il materiale lui si trova in alto appollaiato con le gambe all'interno
che penzolano all'interno del traliccio la schiena all'esterno seduto il primo
resta per terra quasi sotto di lui a distanza di tre metri circa tutti i
sacchetti sono disposti per terra il secondo si mette a metà strada dai due
sul traliccio il braccio destro è attorno al pilastro portante destro i piedi
sono sui longheroni e sui tiranti inferiori l'altro braccio è libero gli serve
per prendere il materiale e passarlo a lui il pilastro già minato è quello di
sinistra quindi lui si trova in alto con le gambe all'interno penzoloni seduto
il secondo si trova in terra il terzo cioè il primo si trova a metà strada tra
lui e il secondo in piedi sul traliccio con il braccio destro saldamente
agganciato a quel pilastro
passano allora per primo i candelotti poi la pila poi
l'orologio ricevuto il primo orologio lo sentono imprecare l'orologio è rotto
non è funzionante sembra che si sia staccata la saldatura posteriore quella
sulla cassa o qualcosa del genere comunque l'orologio non è in buone
condizioni lui impreca getta a terra sotto di sé l'orologio dove verrà
probabilmente trovato si fa passare il secondo orologio il secondo cerca il
secondo orologio nel secondo cassetto dove erano contenuti lo passa al primo
che lo passa a lui poi a secondo compagno volta le spalle a lui si mette cioè
di spalle al traliccio e accucciato per terra sulla punta dei piedi guarda in
lontananza le luci in fondo per vedere se qualcuno si avvicina se qualcosa si
muove
il primo passa l'orologio a lui all'inizio lui aveva i
candelotti di dinamite della carica che serviva a far saltare il longherone
centrale in mezzo alle gambe tra le due gambe strette poi la posizione scomoda
lo fa muovere si trova impacciato nella posizione impreca allora si muove
sposta i candelotti all'esterno non più fra le due gambe si suppone
probabilmente sotto la prima gamba cioè la gamba sinistra è in questa
posizione seduto con i candelotti sotto la gamba in modo che li tiene fermi
mentre prepara l'innesto cioè il congegno di scoppio tutto il progetto era
quello di preparare il congegno sistemarlo poi agganciare i candelotti al
tutto far pendere i fili e agganciare alla fine il tutto assieme agli altri
posti sui piloni
è in questo momento che il primo quello a mezz'aria sul
traliccio sente uno scoppio fortissimo uno scoppio secco viene investito
dall'esplosione ma si aggrappa fortemente con il braccio al pilastro il
braccio destro sente un forte dolore nell'orecchio sinistro cade per terra
guarda verso l'alto ma non vede nulla guarda verso il basso e vede lui a terra
rantolante la sua impressione immediata è che abbia perso entrambi le gambe si
scuote va dall'altro l'altro si sente investire da un forte colpo ha un dolore
forte alla gamba più che un dolore un colpo caldo alla coscia destra viene
buttato per terra dal colpo l'altro va da lui immediatamente e gli dice che
lui non c'è è scoppiato l'altro guarda in alto e non vede nulla guarda verso
la posizione dove c'era lui e non lo vede allora guarda per terra e vede lui
il problema delle gambe uno dice ha perso entrambe le gambe
poi gli sembra di ricordare che una delle gambe la gamba destra si è
rovesciata sotto il corpo cioè in posizione che vedrà dopo la gamba sinistra
non c'è è troncata il secondo ricorda il particolare del braccio il braccio
destro di lui rattrappito sul petto con la mano rivolta all'esterno non
riescono a capire esattamente cosa è successo e come i due terrorizzati
scappano il primo il secondo cioè urla il primo lo richiama sente un forte
dolore all'orecchio non sente più nulla ha l'occhio gonfio investito dall'onda
dell'esplosione poi lo richiama fanno pochi metri circa 10-15 metri poi
ritornano indietro lui sta rantolando ancora per pochi minuti poi ha un ultimo
rantolo forte e non sente più nulla