Ultimo Aggiornamento : 10-09-2003 : Last Release
Nei segni che confondono la borghesia, la nobiltà e i meschini profeti del regresso riconosciamo la mano del nostro valente amico, Robin Goodfellow, la vecchia talpa che scava tanto rapidamente, il grande minatore: la rivoluzione! - KARL MARX -
 
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Nanni Balestrini

L'editore

 

 

L'editore

 

 

SCENA PRIMA


Ore 14,30 il cadavere giace sul tavolato di maiolica bianca attraversato da scanalature lungo le quali può scorrere il sangue il corpo è nudo la pelle è singolarmente pallida color bianco avorio su sfondo grigiastro è questa la prima indicazione esteriore che la morte sia sopravvenuta per dissanguamento il professore fa un cenno il tecnico di settore l'uomo cioè che esegue materialmente i tagli affonda il bisturi con moto circolare tutt'intorno alla nuca il cuoio capelluto viene scalpato e rovesciato sul volto è il primo atto del sezionamento vero e proprio nel silenzio stride la sega circolare che incide per intero la calotta cranica se ne toglie la sommità il cervello è allo scoperto

ma non c'era nulla qui niente picchi niente vita niente ascensioni né questa sommità era esattamente una sommità non aveva sostanza non solide basi essa pure crollava qualunque cosa fosse si sbriciolava mentre egli precipitava precipitava nel vulcano che doveva avere scalato dopo tutto sebbene ora avesse nelle orecchie quel rumore di lava che trabocca orribilmente era in eruzione ma no non era il vulcano era il mondo stesso che stava esplodendo che esplodeva in neri grumi di villaggi catapultati nello spazio e lui che cadeva in mezzo a tutto ciò nell'incredibile pandemonio di un milione di carri corazzati nel bagliore di dieci milioni di corpi fiammeggianti cadeva entro una finestra cadeva

quando il bisturi prende a funzionare alle 14,30 i preliminari dell'autopsia sono in corso già da due ore nell'aula di media ampiezza e con due tavoli anatomici la salma era stata portata alle 12,30 era stato tolto il telo e si erano scattate numerose fotografie del cadavere vestito da lontano in campo intero e da vicino in ogni dettaglio poi il corpo era stato lentamente spogliato ogni capo di vestiario descritto e inventariato camicia panciotto una giacca spigata pantaloni verdastri sopra un secondo giaccone di tipo militare verde

sotto canottiera e mutande scarpe svizzere con suola di gomma quella sinistra è calzata la scarpa destra è stata recuperata a una quindicina di metri dal corpo il piede destro ancora più in là a venti metri il piede è ora sul tavolo tagliato poco sopra la caviglia il troncone della gamba destra si interrompe a metà coscia tutta la parte intermedia manca sbriciolata e volatizzata dall'esplosione ora il corpo viene nuovamente fotografato senza vesti la barba non è recente è stata lasciata crescere per mesi appare sale e pepe delle strinature biancastre nella barba si accerta sono dovute alla fiammata dell'esplosione

il magistrato ha già formulato i quesiti cui i medici d'ufficio dovranno cercare di rispondere il legale ripete le richieste di parte si accertino il tempo e le cause della morte se le ferite da squarcio conseguenti all'esplosione sono state prodotte in un corpo vivo oppure no se vi sono tracce di precedenti lesioni già causa comunque di morte o di infermità grave o tracce che possano far ritenere che la persona sia stata sottoposta a trattamento di sostanze stupefacente o simili tutte le richieste del legale sono state accolte dal magistrato

man mano durante l'autopsia il legale interverrà o per lui lo faranno i periti di parte chiedendo che sia effettuato il tale controllo praticato il tale taglio asportato e repertato il tale organo i consulenti di parte non si rivolgono mai direttamente al tecnico che seziona ma al professore il quale accoglie di volta in volta le richieste e le ripete all'esecutore materiale benché sia tragica la vicenda e macabra l'occasione l'atmosfera è di estremo decoro e di correttezza civile non fosse stato per la materia ha commentato dopo l'autopsia un perito la sessione meritava per la civiltà e il rispetto che tutti hanno mostrato di venire trasmessa in televisione tanto ci è parsa educativa

ha preceduto il primo taglio anche la ricognizione esterna del cadavere lungo esame del troncone maciullato l'arteria e la vena femorale sono flaccide vuote di sangue lo si rileva si allargano i tessuti si ispezionano vasi e i canali alla ricerca di possibili frammenti ve ne sarebbero metallici nel caso di una esplosione di una bomba non ce ne sono invece in questi resti a conferma del fatto che lo scoppio è stato come già tutto del resto indicava quello di un candelotto di dinamite avvolto all'esterno solo da carta o da un sottile foglio di materiale plastico

segni degradanti di contusioni si trovano lungo la parte destra del corpo fino al volto intatta salvo nell'arto inferiore che ha i segni di una fiammata la parte sinistra del corpo singolarmente del tutto indenni il basso ventre e l'addome così pure le mani compresi i polpastrelli si prelevano frammenti di tessuto dell'epidermide per esami successivi già in questa fase viene acquisita per il pallore della pelle per lo stato della femorale la certezza che la morte è avvenuta anche per dissanguamento

l'esame interno successivo con la valutazione del sangue rimasto e per lo stato di anemia di tutti gli organi interni anch'essi relativamente pallidi indicherà con più precisione l'ammontare del sangue perduto un paio di litri dei cinque che normalmente circolano nel corpo umano l'emorragia dovrebbe essersi protratta per alcuni minuti forse dieci ma è difficile raggiungere la certezza in questa materia possono essere stati di più oppure di meno a seconda che il cuore battesse ancora o fosse invece già fermo

la morte per dissanguamento in concomitanza con l'esplosione della dinamite elimina un primo elemento di dubbio è escluso che il decesso possa risalire a ore o addirittura a giorni prima dello scoppio cadono per intenderci versioni fantasiose del tipo l'editore ucciso in Austria e trasportato cadavere in Italia rimane però aperto il dilemma relativo ai colpi gli ematomi le ecchimosi ricevuti dal corpo se essi sono avvenuti quando il corpo ha urtato il terreno e l'uomo era quindi nell'ambito dei primi secondi dopo lo scoppio certamente ancora vivo regge l'ipotesi che la dinamite sia esplosa mentre l'editore si trovava sul traliccio a poco più di tre metri dal suolo

ma è ancora lecita anche l'altra ipotesi che i colpi possano avere preceduto l'esplosione intontendo o anche già uccidendo la vittima potrà rivelarlo la reazione vitale cioè il grado di infiltrazione emorragica nei tessuti che hanno ricevuto l'urto? sono stati effettuati i prelievi del caso ma questo tipo di informazioni si ottiene solo dopo esami al microscopio e non potrà quindi essere noto che in un tempo successivo

l'ampiezza della zona del corpo rimasta indenne lascia anch'essa aperte due ipotesi contrastanti e qui anzi certe prime indicazioni dell'esame autoptico potrebbero far propendere più per l'ipotesi dell'omicidio sembra infatti estremamente poco probabile che della dinamite esplodendo all'altezza del ginocchio di una persona in bilico su un traliccio a cavallo o accucciata o anche in piedi rispetti tanta parte del corpo a cominciare dal basso ventre un risultato del genere parrebbe più probabile almeno sulla base dei precedenti noti alla medicina legale qualora l'esplosione che tende sempre ad allargarsi più verso l'alto che lateralmente fosse avvenuta su un corpo disteso orizzontalmente sul terreno

in questo caso però gli scoppi avrebbero dovuto essere due se il traliccio è stato fortemente distorto a tre metri d'altezza nel punto di congiunzione della sbarra orizzontale con due sbarre trasversali un esame dello stato del traliccio è stato quindi disposto dai magistrati per chiarire se l'esplosione fu unica o se schiacciando un solo pulsante se ne fossero invece per ipotesi determinate una sull'uomo a terra e un'altra a tre metri sul traliccio a questo proposito il sopralluogo effettuato domenica mattina sulla base di quanto era stato deciso sabato durante l'autopsia ha portato a una spiacevole delusione l'Azienda elettrica aveva già proceduto al raddrizzamento e alla riverniciatura dell'intersezione lesionata del pilone il primo a mostrare disappunto per questo atto di rara sollecitudine è stato il giudice istruttore

sempre nell'ambito dell'esame esterno del corpo i periti rilevano un dato anatomico dell'editore che conferma se mai ve ne fosse stato ancora bisogno la validità del riconoscimento il dato non meno significativo di quello delle impronte digitali consiste in una caratteristica singolare che si conosceva della vittima la sindattilia podale il particolare cioè che la seconda e la terza falange di due dita dei piedi fossero unite si conclude l'esame esterno e già i periti sotto la guida dei magistrati possono stilare la prima parte del comunicato conclusivo che sarà trasmesso alla stampa esso è chiaro a chiunque resta ancora da accertare l'eventuale presenza di tossici e l'esatta sequenza cronologica delle lesioni craniche meningo-encefaliche e toraciche se precedettero cioè o meno la morte ma al contrario per l'esperto queste parole denunciano uno stato ancora confuso di indizi

del resto questo è si noti bene nell'ordine naturale delle cose il lento e paziente processo dell'autopsia rappresenta come lo definiscono i medici un fatto descrittivo si esamina cioè il corpo come e ben più che fotografandolo di fuori e di dentro si prende atto di ogni condizione o anomalia ma la valutazione di tutti i dati che con l'autopsia si vengono a conoscere ha luogo solo in una fase posteriore consiste nella stesura del rapporto sull'autopsia che non ha ancora avuto luogo da parte dei periti d'ufficio al termine di tutti gli esami radiologia sul sangue e i tessuti tossici a questo rapporto si accompagna quello della controperizia di parte

il cervello è ora allo scoperto il perito settore ha tolto dalla scatola cranica l'encefalo il cervello e il cervelletto e quindi il bulbo ha esaminato attentamente la base cranica per riscontrare in che misura e fino a che profondità le contusioni e le petecchie emorragiche riscontrate all'esterno si siano ripercosse all'interno del cranio è accertato che una ripercussione notevole vi è stata si parla di forte traumatismo cranico resta invece da valutare se questo colpo risentito dal cervello possa di per sé solo avere provocato la morte o avervi comunque contribuito certo è comunque che il traumatismo non è legato al quadro dell'esplosione ma a quello degli urti

e a questo proposito di nuovo due o anche più alternative urto da caduta se la vittima era in alto oppure se la vittima era in basso colpi premortali anche con un corpo contundente o infine ricaduta contro il terreno del corpo lanciato in aria dall'esplosione una discussione del genere dovrà collimare con i risultati delle perizie balistiche le quali potranno dire con esattezza la forza viva di quel preciso quantitativo di dinamite e quel particolare tipo di esplosivo contenuto nel candelotto la forza viva per inciso varia a seconda del grado di umidità della polvere un elemento forse non facile da accertare

interessa necessariamente i due periti balistici il dato accertato che l'esplosivo era di qualità scadente come l'altro che si trattava di esplosivo ad innesco il quale cioè non poteva scoppiare da solo ma unicamente dopo essere stato appunto innescato ma non si procede mai all'innesco se prima non sono state legate in posizione tutte le cariche e quelle che avrebbero dovuto essere usate erano ancora in gran parte a terra come mai

sono le 15,40 s'inizia l'apertura del torace incisione resezione simmetrica delle costole fuoriesce del sangue fluido in parte emolisato viene in parte raccolto servirà per altri esami specie quelli tossicologici si toglie il cuore recidendolo lo si spreme si tolgono i polmoni con la trachea i bronchi vengono recisi con le forbici lo stomaco è legato sopra e sotto perché non ne esca la materia racchiusa e quindi reciso poi lo si apre e si osserva il contenuto vi è del sangue colato dalla gola nel momento traumatizzante della morte lo stomaco è vuoto di cibi la vittima era certamente digiuna da molte ore quando mori con i liquidi sangue e urina contenuto gastrico tutti i visceri vengono isolati e affidati al perito tossicologico rene fegato milza il risultato delle analisi sarà noto solo in tempo successivo

risolverà drasticamente tutti i dubbi? i periti sono concordi nel ritenere che li risolverà in una direzione se si troveranno tracce evidenti di una droga se le tracce fossero invece vaghe o insicure i dubbi resterebbero drogato o no? otto persone su dieci consumano oggi senza per questo naturalmente essere state drogate tranquillanti sonniferi o ansiolitici più grave l'incertezza nel caso lo si dice sempre solo come possibile ipotesi che sulla vittima fossero state usate anziché droghe dei prodotti per cloroformizzare o per narcotizzare con etere sostanze volatili del genere non sarebbero più individuabili in un'autopsia condotta a oltre quattro giorni dalla morte

sono passate le cinque del pomeriggio si esplora l'intestino dopo averlo aperto con taglio addominale sottodiaframmatico il professore si alterna adesso gentilmente al tecnico settore che lavora duro già da molto tempo l'atmosfera è sempre serena e correttissima priva di polemiche e di timori nessun sospetto perché appunto non ve ne è motivo quando viene scelto un ferro piuttosto che un altro o quando si pratica un taglio il tenue viene alla luce e la lunga matassa intestinale è a poco a poco tagliata e aperta vuoti per lo più anche gli intestini scarsa poltiglia fecale anche nel colon anatomicamente integri i genitali

ora il corpo viene voltato sul ventre per l'esame del rachide cioè della spina dorsale prima si è controllato il laringe se per ipotesi la vittima fosse stata strangolata il laringe risulterebbe rotto non lo è più difficile escludere al primo esame l'ipotesi di soffocamento ad esempio con un cuscino ma lo diranno forse più tardi gli esami microscopici dei polmoni esame del cavo orale si controlla se la mandibola è rotta no se il palato ha un foro no l'esame del rachide conferma che vi è stata frattura traumatica di alcune vertebre il che non stupisce rientra nel quadro già accertato degli effetti di caduta o urto

alle 19 l'esame del rachide si conclude il corpo viene lavato e ripulito il tecnico settore ha ora in mano ago e filo si ricuciono con cura i lunghi spacchi il cuoio capelluto viene riportato nella sua sede e fissato liberando il volto interviene il giudice per la constatazione di rito quella appunto che il cadavere sia stato civilmente ricomposto si completa la stesura del certificato finale e lo si rilegge certa dunque la causa preminente che causò la morte incerte l'ora e le successioni tra scoppio e urto le domande che tutti si ponevano al mattino mantengono il loro punto interrogativo la sera è da sperare che lo perdano presto dopo il termine di tutti gli esami

sparò altre due volte le detonazioni spaziate precise i tuoni si schiantarono fra le montagne poi vicinissimi sciolto il cavallo s'impennò agitando fremente la testa girò su se stesso e si lanciò nitrendo nella foresta dapprima sentì un bizzarro sollievo ora si era reso conto che gli avevano sparato addosso cadde poi su un ginocchio quindi con un gemito bocconi quanto era lungo sull'erba pioveva dolcemente ombre gli si agitavano intorno tendendogli la mano forse cercando ancora di vuotargli le tasche o per semplice curiosità egli poteva sentire la sua vita rifluire dal corpo come fegato trinciato spandendosi nella tenerezza dell'erba era solo dov'erano andati gli altri o non c'era mai stato nessuno

sono le 19,30 entrano i portantini sollevano il corpo dal tavolo di ceramica e lo depongono sulla barella mentre i periti sfollano la barella scompare in un corridoio e riprende la strada per il deposito della morgue il cadavere grigio avorio ha finito di interessare i periti i magistrati il grande pubblico è ora coperto da un lenzuolo bianco come da un grande foglio di carta bianco su cui si può scrivere adesso quello che si vuole come su una grande pagina bianca che si stende sopra il muto volto grigio avorio

 

 

 

SCENA SECONDA


Il volto con i capelli tirati gli occhiali grossi le labbra strette il volto nella foto sui giornali la foto sui giornali quella mattina in prima pagina quella foto grigia di passaporto di quelle fatte nelle macchinette lui con i capelli tirati gli occhiali grossi le labbra strette subito mi sono detto sono rimasto Il senza fiato ma questo è lui questo è lui davvero è proprio lui e da qui poi parte tutta questa storia io leggo subito l'articolo tragica fine di un sabotatore e mi ricordo bene che allora ho pensato subito ma non è possibile e da qui poi è cominciata tutta questa storia tutto quello che è successo poi con questa storia tutto quello che ha voluto dire questa storia per tutti quanti noi e così via

comincia tutto coi giornali con quella foto sulle prime pagine dei giornali mettiamo dunque che c'è lui che esce di casa come tutte le mattine un po' presto per andare a comprare i giornali all'edicola sotto casa e subito vede sotto il grande titolo del giornale quella foto e subito gli manca il fiato resta lì un attimo irrigidito tutti i muscoli del corpo che si irrigidiscono o anche un ronzio nelle orecchie che so li davanti all'edicola in mezzo al rumore della strada e della città poi si scuote compra tutti i giornali all'edicola compra tre quattro cinque sei altri giornali e poi ritorna a casa guardando le prime pagine dei giornali che hanno tutte un grande titolo più o meno uguale con sotto quasi tutti quella foto la stessa foto

quando torna a casa lui la sveglia lei sta ancora dormendo lui la sveglia per farle vedere i giornali è molto agitato lei subito non capisce perché stava ancora dormendo ma poi capisce subito e dice non è possibile e le si riempiono gli occhi di lacrime lui è molto agitato e sente come se deve consolarla le stringe una mano mette i giornali sul letto la guarda negli occhi pieni di lacrime e restano un momento così lì fermi in silenzio però non bisogna farla troppo lacrimosa questa scena perché non è una storia lacrimosa questa è una storia dura e violenta o meglio è una storia di una grande tensione dura e violenta con anche molto affetto ma lacrimosa mai

lui l'ha svegliata per dirle la notizia per farle vedere i giornali per parlarne con lei e lei stava ancora dormendo nella stanza buia lui ha acceso la luce sul comodino ha buttato i giornali sul letto lei si è svegliata forse era già sveglia lui le ha messo davanti agli occhi un giornale quello con la foto più grande in prima pagina lei per un momento non capisce non vede bene poi dice qualcosa o non dice niente e la tensione che lui aveva dentro di sé il ronzio e tutto adesso si scarica attraverso di lei adesso si espande e riempie tutta la stanza nella penombra che li avvolge li serra li soffoca incapaci di parlare di muoversi quasi

e lì comincia tutta questa storia perché poi come vedremo decidono che devono cambiare per un po' aria e decidono di andare a casa di un antico dove staranno per un po' di tempo mentre la storia va avanti e in quella casa si parlerà di quello che sta succedendo e succederanno altre cose fino a arrivare alla scena finale che è quella del funerale dove si ritroveranno tutti insieme con tantissimi altri perché Il questa storia finisce e lì comincia un'altra storia che non sarà più quella di prima e i funerali saranno per tutti in modo diverso ma per tutti saranno la fine di una storia e l'inizio di un'altra storia che sarà per tutti da lì in poi una storia diversa

ci sono lì tutti questi giornali sparsi sul letto e loro per un po' li passano e li leggono e se li passano ma leggono solo l'articolo che c'è sotto il grande titolo in prima pagina sotto cui c'è quasi sempre la fotografia la faccia dell'uomo con gli occhiali le labbra strette qualche volta la fotografia non è in prima pagina ma in una pagina interna dove continua l'articolo dalla prima pagina loro leggono solo quell'articolo se lo passano con pochi commenti perché tutti gli articoli sono quasi uguali leggono solo quell'articolo non guardano non leggono nessun altro degli articoli dei giornali che continuano a spostare sul letto sopra le coperte che coprono il corpo di lei sotto le luce debole del comodino non si soffermano neanche per un istante su altre notizie della giornata come

gli anconetani per la maggior parte sono rientrati nelle loro abitazioni dopo aver trascorso la notte nelle strade e nelle piazze se non addirittura in alloggi d'emergenza fuori città si è trattato insomma di un'altra notte insonne e piena di apprensioni per la popolazione che ormai vive con un sismografo addosso avvertendo le scosse di terremoto anche le più lievi gli anconetani sono impressionati anche dalla ricorrenza notturna con la quale il fenomeno si ripresenta e ciò aggrava ancor più il logorio fisico e psichico a cui la popolazione è sottoposta dalla fine del gennaio scorso quando cominciarono ad avvertirsi i primi sintomi del fenomeno sismico

un regno arabo unito comprendente le regioni a est ed ovest del Giordano è stato proposto da re Hussein di Giordania la proposta illustrata alla presenza di notabili della Cisgiordania il territorio occupato dagli israeliani è stata immediatamente respinta dal governo israeliano negativa è anche la reazione degli altri Paesi arabi le cui fonti ufficiali si sono affrettate a criticare aspramente il progetto giordano l'argomento è stato al centro di un incontro del presidente egiziano Sadat con il leader siriano Addad e quello libico Gheddafi anche i guerriglieri palestinesi si sono dichiarati contrari e hanno preannunciato che compiranno nuove azioni di rappresaglia contro il regno di Giordania

naturalmente secondo il sen. Saragat quando una parte della Dc strizza l'occhio al Pci Berlinguer sogna di risolvere la storica contraddizione tra autorità e libertà o meglio tra dittatura e democrazia attraverso la cosiddetta repubblica conciliare vale a dire nell'incontro di potere tra cattolici e comunisti non stupisce che preso in mezzo fra la politica degli ammiccamenti furbeschi del Psi e della Dc il Pci nel corso della sua storia sia diventato uno strano partito una giraffa comunista come scrisse una volta Togliatti una giraffa alla quale però si allunga sempre più il collo mentre la testa cerca di entrare nella stanza dei bottoni il corpo se ne allontana mai come in questo momento infatti il Pci è stato tanto vicino e insieme così lontano dal raggiungere i suoi traguardi

per lo storico l'Italia è un campo di battaglia dove si scontrano brame di potere più che ideologie la storia d'Italia è un epico meraviglioso e sanguinoso caos dove lo storico può addentrarsi più con gli strumenti del ricostruttore dei fatti che con quelli del ricostruttore razionale di movimenti si scorgono è vero alcuni capitoli consequenziali forti strutture portanti del caos stesso non sono che i pilastri fondamentali di un immenso e non finito edificio nel cui interno si scatenano Grazie e Furie lo stile è fluido discorsivo spesso puntellato di osservazioni personali da fascinose considerazioni delle possibilità alternative che la storia lascia nonostante i divieti scorgere in diafania

il mondo del calcio non sta fermo un momento e ogni emozione è sempre possibile mentre tutti si attendono che si metta in moto l'inchiesta ordinata da Franchi la necessità di designare gli arbitri attraverso il computer s'è ormai fatta strada nella convinzione dei massimi responsabili della Lega e della Federazione al punto che possiamo insomma dare per certa l'innovazione a partire dal prossimo campionato può darsi che la soluzione sempre da noi convintamente caldeggiata faccia gridare ancora le oche del Campidoglio ma ormai essa si raccomanda alla coscienza dei più responsabili per spezzare la reazione a catena dei sospetti e degli scandali

finalmente lei butta in aria le coperte tutti i giornali finiscono per terra lei si è alzata dal letto si infila qualcosa una vestaglia di quelle di stoffa cinese che si usavano allora attraversa la stanza decisa e spalanca la finestra la luce del giorno entra nella stanza e i rumori della città entrano nella stanza poi lei va in bagno non ha parlato non ha detto niente finora lei va in bagno e lui resta lì sempre seduto sul letto magari accende la radio che sta sul comodino vicino alla luce che adesso spegne perché adesso la luce del giorno entra dalla finestra e ascolta la radio per sentire le ultime notizie

ma adesso la radio non trasmette nessuna notizia lui prova tutte le stazioni si sente solo musica da tutte le stazioni magari un po' di pubblicità e allora lui spegne la radio sente i rumori che vengono dalla strada e il rumore della doccia di lei piglia qualche giornale da terra o dal letto e sfoglia le pagine e guarda i titoli che prima non aveva visto legge qualche notizia che lo interessa di più appoggia un giornale sul letto lo sfoglia lentamente si ferma su una notizia che lo interessa ne legge un pezzo all'inizio o alla fine o in mezzo poi chiude il giornale lo lascia cadere per terra ne prende un altro e comincia a sfogliarlo e a leggere le notizie che più lo interessano

ancora scontri spesso violenti tra polizia e studenti le dimostrazioni rientrano in un invito allo sciopero di studenti ed operai per protestare contro i sanguinosi incidenti di venerdì scorso per l'occasione le commissioni operaie organi smi sindacali clandestini hanno diffuso un appello accusando il regime di ricorrere a metodi sanguinari nelle prime ore del pomeriggio di oggi gruppi di studenti e qualche volta di operai hanno dimostrato nei quartieri vicini alla città universitaria e nella zona industriale dei Cuatro caminos i giovani inalberavano cartelli con scritte anti-franchiste vi sono stati tentativi di erigere barricate e il traffico è stato temporaneamente interrotto

Junio Valerio Borghese il famigerato comandante della X Mas Presidente dell'organizzazione fascista Fronte nazionale se rientra in Italia sarà immediatamente arrestato secondo il giudice istruttore il principe nero aveva organizzato una associazione che aveva come fine di promuovere una insurrezione armata contro i poteri dello stato nella sua ordinanza si afferma che non c'era solo l'intenzione di compiere un tentativo autoritario ma che tutto fu organizzato in tal senso se il piano fallì la sera tra il 7 e l'8 dicembre 1970 è perché qualcuno parlò e i servizi segreti intervennero

un'altra notte di terrore nel Nord Irlanda un giovane poliziotto è stato assassinato due volontari della milizia territoriale ulsterina sono rimasti feriti in una imboscata a Belfast una bomba potentissima ha dilaniato due artificieri che stavano disinnescandola l'esplosione causata da una carica di almeno un quintale è avvenuta nella zona protestante di Sandy Row l'ordigno era stato collocato a bordo di un autocarro il violentissimo scoppio oltre a uccidere due artificieri ha provocato seri danni a una cinquantina di abitazioni ed ha semidistrutto la sede del Collegio delle Arti a Ulster

dunque lui l'ha svegliata per darle la notizia per farle vedere i giornali per discutere con lei della cosa che cosa devono fare iniziative da prendere con chi mettersi in contatto vedere parlare sentire ma non sono riusciti finora a scambiarsi una parola quello che è successo è troppo incredibile enorme spaventoso resta ancora il dubbio che sia proprio vero che sia proprio lui quello della foto lui la guarda ancora una volta la guarda bene la fronte stempiata il mento un po' tirato per la smorfia delle labbra contratte vorrebbe avere dei dubbi ma non riesce e anche lei subito appena ha visto la foto è rimasta così e poi subito gli occhi le si sono riempiti di lacrime lui volta la pagina del giornale

il fascino di questo testo è di essere dal principio alla fine una tragedia tutta azione azione concreta incalzante rapida fino alla precipitazione che la tragedia poi grondi di sangue è importante fino a un certo punto il sangue cioè è presente come conseguenza ineluttabile dell'azione tra le innumerevoli tesi interpretative fiorite sul tronco della tragedia c'è quella della contrapposizione tra bene e male tra l'armonia dell'ordine e le forze demoniache della sovversione tesi accettabile ma parziale ed in certo senso ovvia in quanto la contrapposizione tra bene e male più che scaturire dallo scontro tra due ordini esterni è contenuta già tutta intera nel personaggio di Macbeth nella coscienza ch'egli ha della sua degradazione e insieme dell'ineluttabilità dell'azione intrapresa che lo conduce sempre più in fondo

il presidente della repubblica Leone si è recato ieri a palazzo dei Marescialli dove per la prima volta ha presieduto il consiglio superiore della magistratura così concludendo credo che verrei meno al mio dovere se in un momento in cui la delinquenza comune in alcune forme brutali e allarmanti e talune gravi manifestazioni di violenza di piazza da tutti deplorate creano uno stato d'animo di viva e fondata preoccupazione non richiamassi nel massimo rispetto alla libertà del magistrato l'attenzione sulla necessità che ad una ferma azione degli organi della polizia giudiziaria risponda una analoga fermezza della magistratura requirente e giudicante

Howard Hughes il miliardario americano che poche persone hanno visto ha lasciato il suo nascondiglio di Managua nel Nicaragua ed è giunto a Los Angeles a bordo di un aereo privato la notizia è stata data da un suo collaboratore il quale si è però rifiutato di rispondere alle domande dei giornalisti intese a conoscere il luogo di residenza del miliardario fonti solitamente informate affermano che Lunedì sera Hughes si è incontrato con il presidente del Nicaragua Anastasio Somoza discutendo con lui la possibilità di allargare a quel paese le operazioni della società aerea Hughes Air che opera sulle linee degli Stati Uniti

un incendio è scoppiato stamattina al Pechino Hotel il più elegante albergo della capitale cinese le fiamme si sono sviluppate in un'ala disabitata da alcune settimane per lavori di restauro si è vista un'autoambulanza che come poi si è appreso trasportava in ospedale due operai semisoffocati dal fumo il Pechino Hotel si trova in una grande arteria trasversale che passa per il centro della città la Chang An Jie non lontana dalla piazza Tienamen in esso alloggiano soprattutto delegazioni straniere ospiti del governo cinese o diplomatici raramente turisti qui sono scese nei giorni scorsi le Pantere nere americane venute in visita in Cina

lei adesso ha finito la doccia esce dal bagno coperta da un asciugamano forse giallo lui è lì sempre seduto sul letto sul pavimento i giornali sono sparsi dappertutto lei è entrata asciugandosi con l'asciugamano e adesso bisogna che parlano cominciano a parlare per commentare quello che è successo per discutere della cosa che cosa devono fare iniziative da prendere con chi mettersi in contatto forse ci può essere ancora qualche dubbio che sia lui veramente ma in fondo non hanno dubbi si comportano come se non ne avessero pur lasciando aperta la possibilità che non sia lui ma più che un dubbio si tratta forse solo di una speranza

ma adesso improvvisamente suonano alla porta il campanello e c'è un riflesso che hanno tutti e due un riflesso per cui si ammutoliscono i muscoli si contraggono restano immobili le orecchie tese perché subito pensano chi può essere può essere una perquisizione o magari anche ti arrestano non si può sapere e se è vero che è lui nella foto può succedere di tutto in questo momento perché allora a quei tempi succedeva già di tutto lo sapevano già da qualche anno succedeva di tutto e tutto era possibile lo sapevano e ci erano preparati, ma una storia come questa sembrava impossibile e non si riusciva veramente a immaginare che cosa avrebbe ancora potuto succedere adesso

stavano discutendo quando è suonato il campanello c'era questa discussione che era una discussione pesante e stava per diventare una lite quasi perché dovevano prendere delle decisioni e perché c'era quella grande tensione ma soprattutto perché proprio per via di quella tensione e di quelle decisioni da prendere era uscito fuori in lei qualcosa che lei aveva sempre non nascosto perché non nascondeva mai niente ma che si era nascosta in lei che era rimasta latente finora un risentimento una rabbia una cosa che la spingeva adesso allo scontro con lui a opporsi comunque a qualsiasi cosa che lui diceva proponeva anche soltanto chiedeva perché era lui a chiederla a proporla in una situazione come questa in cui si chiese lei improvvisamente che cosa ci stava a fare

non per paura perché non aveva paura di niente la sua incoscienza era piuttosto grande allora anche perché era così per tutti allora quello contro cui sentiva che qualcosa dentro di lei forse per la prima volta si era ribellata era il fatto di sentirsi ma questo le appari chiaro solo un po' di tempo dopo di sentirsi ancora una volta come sempre coinvolta obbligata in scelte che non erano le sue scelte non perché avrebbe voluto scegliere diversamente ma perché erano scelte che non si giocavano su un terreno che era suo le regole del gioco le erano state imposte dunque tutto era solo violenza a cui adesso sentiva che doveva assolutamente e comunque e implacabilmente ribellarsi il campanello suonava un'altra volta suonava ancora e allora lui dice io vado a aprire tu stai qui

 

 

 

SCENA TERZA


Un uomo di circa 45 anni è morto dilaniato dalla carica esplosiva che teneva in mano mentre cercava di far saltare un gigantesco traliccio metallico della principale linea elettrica ad alta tensione di Milano è probabile che il dinamitardo fosse prezzolato da qualche organizzazione eversiva quasi certamente secondo gli inquirenti il suo attentato sarebbe stato il primo di una lunga serie di una nuova ondata di violenza e di terrore ma non si sa nulla di lui secondo i documenti si chiama Vincenzo Maggioni nato a Novi Ligure il 19 agosto 1926 sulla patente di guida risulta residente a Milano in via Savona 12

la polizia ha però già accertato che i documenti sono stati falsificati a Novi Ligure Vincenzo Maggioni non esiste non è mai nato il nome sui documenti i dettagli fanno parte di un preciso meccanismo di un personaggio costruito a perfezione in ogni particolare anche il camioncino Volkswagen con il quale il dinamitardo è giunto sul luogo dell'attentato è minuziosamente incluso nel piano studiato per confondere le indagini risulta intestato inizialmente a una certa signora Luigia Giudice e successivamente acquistato da Gianfranco Invernizzi entrambi abitanti a Milano

ma tutti e due non hanno avuto difficoltà nel dimostrare di non avere mai visto né posseduto il camioncino anche se per diversi mesi hanno dovuto respingere contravvenzioni indirizzate a loro questi pochi elementi sono praticamente tutto ciò che gli inquirenti sono riusciti finora a appurare sull'identità del dinamitardo rimasto vittima del suo stesso gesto manca anche l'elemento più importante ai fini delle indagini non si sa a quale gruppo politico appartenesse il dinamitardo o chi gli abbia commissionato l'attentato

non si sa in quale direzione ricercare gli organizzatori del gravissimo episodio la matrice politica del tentativo di sabotaggio comunque è fin d'ora evidente è chiaro che si è trattato di un nuovo passo di quella violenza con la quale da troppo tempo ormai si agitano gli estremisti di ogni tendenza e colore che stringono Milano in una morsa di terrore costante il tragico episodio è accaduto a una dozzina di chilometri da Milano tra i comuni di Segrate e di Pioltello in un territorio che prende il nome dalla Cascina Nuova

una vecchia costruzione rurale nella quale abitano cinque famiglie passa sopra quei campi coltivati con giganteschi tralicci metallici infissi nel terreno la principale linea elettrica dell'azienda elettrica municipale la Nord-Limito-Sud che circonda praticamente Milano i cavi dell'alta tensione 220 mila volt forniscono elettricità per i tram le filovie e l'illuminazione pubblica di quasi tutta la città se l'attentato fosse riuscito Milano sarebbe rimasta praticamente paralizzata anche se solo per il tempo necessario a collegarla con le reti ausiliarie

sembra che l'esplosione ma l'ora non è ancora nota con esattezza sia avvenuta verso le ore 21 di ieri sera ma nessuno se n'è accorto nemmeno nella Cascina Nuova che dista dal traliccio non più di quattro-cinquecento metri chi ha inteso lo scoppio probabilmente ha creduto fosse semplicemente il rumore prodotto da uno degli aerei a reazione che sopra quella zona passano numerosi e a bassa quota a scoprire l'accaduto verso le ore 16 di questo pomeriggio è stato un cane bastardo di nome Twist un cucciolo nero che appartiene a una delle famiglie della Cascina Nuova

Segrate è alle porte di Milano a nord della zona industriale sei chilometri in linea d'aria dall'aeroporto di Linate oltre il fascio dei binari della ferrovia corre la strada nuova Cassanese tra la ferrovia e la strada a est del paese c'è la Cascina Nuova e in un campo di questa fattoria si alza un alto traliccio il n. 7 1 che trasporta l'energia dell'azienda elettrica municipale a 220 mila volt è un pilone particolarmente importante non solo perché porta corrente alla città ma perché se i suoi fili crollano coinvolgono un'altra linea a 130 mila volt che alimenta con l'energia proveniente dalla Valtellina le industrie del gruppo Falck di Sesto San Giovanni e di Tavazzano vicino a Lodi

un punto nevralgico che può indurre un terrorista a credere che il suo danneggiamento possa lasciare mezza città al buio la realtà è diversa perché le reti dell'Aem e dell'Enel sono interconnesse per cui un guasto in un settore determina automaticamente il disinserimento di queste linee e l'entrata in funzione di altre che sono rimaste indenni comunque è qui sotto questo traliccio che si fa la macabra scoperta sono le 16 i fratelli Lorenzo e Luigi Stringhetti 41 e 43 anni che abitano nella Cascina Nuova notano che il loro cagnetto bastardo Twist è molto agitato corre ripetutamente dalla cascina al campo abbaiando e riprendendo di nuovo lo stesso cammino

due contadini due fratelli abitanti in una cascina a poche centinaia di metri si erano recati sul posto insospettiti dal comportamento del proprio cane che per tutta la mattina aveva continuato a guaire e ululare messo l'animale alla punta i due sono arrivati al traliccio che per la precisione è il n. 71 e qui hanno fatto la macabra scoperta un uomo giaceva riverso sul terreno col corpo orrendamente dilaniato una gamba dal piede al ginocchio è stata trovata a qualche metro di distanza ma col viso intatto

un piede gli si piegò sotto con un dolore atroce quando toccò il suolo l'istante successivo mentre tentava di rialzarsi vide alla luce abbagliante di un lampo il cavallo senza cavaliere avanzava precipitoso di lato ed egli poté scorgere ogni particolarità la sella sobbalzante che gli scivolava giù dalla groppa perfino il numero 71 marchiato a fuoco sulle terga tentando ancora di alzarsi udì se stesso urlare mentre la bestia piegava verso e su di lui il cielo era un immenso drappo di fiamma incandescente sul quale gli alberi e il cavallo impennantesi parvero per un attimo inchiodati

i due fratelli incuriositi vanno a vedere trovano a terra supino il corpo di un uomo lo vedono insanguinato credono che sia un ladro di fili di rame rimasto fulminato e precipitato dal pilone a terra lì vicino ci sono tre zainetti di tipo militare uno è vuoto un altro contiene biscotti caffè solubile latte in polvere altri generi di conforto nel terzo ci sono 13 candelotti di dinamite alla nitroglicerina ciascuno del peso di circa 200 grammi altri 30 candelotti sono già applicati al traliccio suddivisi in due cariche da 15 l'una a una delle basi del pilone le cariche sono innescate con otto detonatori a spina funzionanti con la sollecitazione elettrica regolata di due orologi

il dinamitardo è stato trovato riverso ai piedi del traliccio aveva il torace e il ventre squarciati una gamba era stata staccata di netto ed era volata a una ventina di metri di distanza in quel tragico prato poco fuori Segrate erano disseminati lembi di carne e sangue molto sangue questa l'orrenda scena che hanno visto per primi due contadini è stata la loro cagnetta a portarli fin sotto il traliccio non lasciava dubbi l'uomo che giaceva a braccia larghe e con la faccia rivolta al cielo era caduto in una trappola che si era preparato da solo

gli artificieri hanno fatto sul posto una prima ricostruzione dell'attentato di quello che avrebbe potuto succedere e di quanto invece è accaduto giungendo alla conclusione che il bombardiere nonostante l'incidente che lo ha ucciso non era uno sprovveduto bensì un esperto di esplosivi i candelotti di nitroglicerina complessivamente per sette chili circa erano già stati suddivisi in diverse cariche una di queste di notevolissima potenza era già stata fissata alla base di un pilone e collegata a un congegno a orologeria di tipo artigianale fabbricato con due orologi da polso

la meccanica dell'incidente che ha provocato la morte del dinamitardo è stata ricostruita in questo modo l'uomo si deve essere arrampicato sulla centina più bassa del traliccio per sistemare la prima carica di dinamite quella che doveva servire a preparare ed indurre le successive mentre era a cavalcioni sulla centina e dopo aver già collocato molto probabilmente i primi candelotti di dinamite si spiega così perché tre longheroni del gigantesco traliccio sono stati divelti l'uomo deve aver compiuto il tragico errore

tenendo in mano per un'estremità il lungo filo elettrico una normale piattina bianca il dinamitardo si era poi arrampicato fino al quadrato di base del traliccio a circa tre-quattro metri dal suolo evidentemente intendeva piazzare qui una seconda carica che avrebbe squarciato il centro dell'intelaiatura metallica e far scendere poi il filo dalla parte opposta per collegarvi la terza carica ma proprio mentre era arrampicato con i candelotti con la seconda carica in mano questi sono esplosi quasi certamente a causa di un contatto elettrico

all'esplosione l'uomo è caduto a terra nel momento in cui toccava il suolo è avvenuto il secondo scoppio questa ricostruzione dicono i sostenitori di questa tesi sembra avvalorata da alcuni particolari i piloni del traliccio sono imbrattati di sangue e lembi di pelle fino a una altezza di quattro metri parte di questi poveri resti appaiono lanciati in direzione orizzontale dalla centina del traliccio mentre gli altri sembrano provenire da terra e sono proiettati verso l'alto

i piloni del traliccio sono imbrattati fino a una altezza di circa quattro metri di sangue e frammenti di carne dell'attentatore brandelli di carne e pezzi di ossa sono disseminati ancora in un raggio di una quindicina di metri nel campo di frumento sul quale sorge il traliccio i primi appaiono lanciati con violenza in direzione orizzontale dalla prima centina del traliccio gli altri con provenienza da terra leggermente proiettati verso l'alto sono più numerosi e sembrano provenire dal punto nel quale l'attentatore con tutta verosimiglianza è caduto dalla centina su cui stava sistemando un ordigno dopo la prima esplosione

la luna non c'era più una calda raffica di vento lo colpì in pieno volto e la saetta s'accese bianca e zig-zagante a nordest il tuono parlò laconico valanga in bilico il viottolo sempre più ripido continuava a piegare a destra serpeggiando ora tra le sparse sentinelle d'alberi alti e solitari ed enormi cactacee le cui innumerevoli mani contorte e spinose a ogni svolta della strada chiudevano da ogni parte la vista c'era un buio tale che ti stupivi a non trovare la tenebrosissima notte nel mondo esterno

il punto esatto della seconda esplosione è segnato da una pozza di sangue corrispondente al femore tranciato dallo scoppio dell'attentatore e da un'altra più piccola ma pur consistente macchia di sangue che corrisponde al fianco squarciato dall'esplosione del dinamitardo tra le due chiazze sulle quali il sangue si è raggrumato in notevole abbondanza si nota una depressione del terreno provocata sempre secondo gli esperti dall'esplosione della seconda carica la morte è avvenuta secondo le testimonianze concordi di due persone che hanno sentito distintamente due esplosioni alle 21,30 circa di martedì

gli esperti dopo i primi rilievi accertano che ci sono state due esplosioni la prima quando l'uomo era sul traliccio la seconda quando è precipitato a terra probabilmente è stata proprio la caduta a far saltare un altro gruppo di cariche ci sono schizzi di sangue sia, sui ferri alti verso il basso sia su un basamento di cemento verso l'alto l'uomo viene trovato supino indossa un giubbotto verde un maglione rosso scuro pantaloni grigi stivaletti con para in una tasca posteriore dei pantaloni ha un pacchetto di sigarette Astor che costituisce una rudimentale bomba a mano è riempito con tritolo pressato ed è innescato con un fiammifero

il terrorista è crollato a terra dilaniato vicino ai suoi micidiali ordigni gli inquirenti lo hanno trovato così supino sul prato nelle tasche degli indumenti portava un giaccone di tela verde e sotto una giacca marrone e un maglione rossiccio gli hanno trovato duecentomila lire in contanti e 90 franchi svizzeri i franchi forse avrebbero dovuto servirgli per fuggire poi oltre frontiera le 200.000 lire invece potrebbero benissimo essere la tariffa pagatagli da chi gli aveva commissionato l'attentato all'attenzione degli investigatori è una banconota da mille lire tagliata a metà

solitamente è stato fatto osservare la metà di un biglietto di banca viene utilizzata da colui che deve incontrare un'altra persona che non conosce e che per farsi identificare con sicurezza e riserbo tiene in tasca l'altra metà della banconota il dinamitardo aveva raggiunto il traliccio dopo avere lasciato sul bordo dei campi oltre il ciglio della strada un furgone Volkswagen grigio con le tende ai vetri e la parte posteriore attrezzata a roulotte con una branda e un armadietto è probabile che il camioncino targato MI G64262 fosse la vera casa del dinamitardo

a pochi metri dal corpo c'erano tre piccoli zaini quando sono stati aperti sono venuti fuori altri 21 candelotti otto detonatori una bussola una torcia elettrica e tutti quegli altri ammenicoli che fanno parte dell'armamentario di un dinamitardo poco più in là è stata ritrovata una roulotte Volkswagen la base viaggiante del dinamitardo il furgone di colore marroncino chiaro era attrezzato in modo abbastanza confortevole con un divano-letto cucinino nella roulotte sono stati trovati anche altri oggetti di minore importanza un loden grigio carte geografiche un pacchetto di sigarette cibi in scatola abituali oggetti di viaggio insomma solo particolare singolare un pacco di giornali tutti del 14 marzo

a quattrocento metri di distanza dal traliccio in una stradina che è collegata con la strada provinciale per Cassano viene trovato un furgoncino Volkswagen è facile collegarlo con la vicenda del terrorista perché qualcuno l'ha notato nella mattinata è un automezzo targato MI G64262 che è stato trasformato in roulotte a bordo ci sono delle tavolette di legno come quelle che il dinamitardo aveva già usato per applicarvi i candelotti esplosivi un loden grigio un impermeabile militare di tipo americano ancora sigillato dei generi di conforto e sul cruscotto un fascio di carte geografiche di varie località d'Italia

è probabile anche che le residenze indicate sui documenti entrambi rilasciati nel 1970 insieme a tutti gli altri dati e allo stesso nome siano invece i particolari con i quali è stato -costruito un personaggio inesistente l'unica cosa autentica della carta d'identità è forse la fotografia anche se vi appare senza la folta barba e i baffi brizzolati che lo rendono irriconoscibile dunque tutto è avvolto, nel mistero almeno per ora un mistero che verrà forse svelato tutto o in parte nelle prossime ore adesso di sicuro c'è solo un fatto un uomo che voleva paralizzare una città è morto orrendamente vittima del suo stesso crimine

 

 

 

SCENA QUARTA


Ci sono lui e lei c'è questa coppia che nella foto sui giornali del misterioso dinamitardo lo riconoscono riconoscono l'editore e che possono essere una coppia di intellettuali mescolati al movimento e alle storie politiche di quegli anni che magari lavorano all'università trentenni con un rapporto di coppia in cui ci sono magari già dei problemi per il femminismo che cominciava allora e che conoscevano l'editore da tempo e lo incontravano ogni tanto nella sua semiclandestinità degli ultimi anni vedono i giornali e logicamente sono sconvolti e questo sconvolgimento s'innesca sui loro problemi personali e crea una crisi la fa esplodere

sì ma guarda questa storia del femminismo non si può usarla in maniera così banale non si può schematizzare così e poi quella scena della discussione che vorrebbe essere un tentativo di spiegare quello che è lei mi sembra troppo ovvia anzi mi lascia un po' irritata con questa spiegazione dell'irredentismo femminile della ribellione di lei che non ne può più del tallone di ferro maschile ma andiamo è una cosa talmente generica e inutile per definire un personaggio e qui parlare di femminismo diventa solo una spiegazione a posteriori mentre i problemi in un tipo di coppia come quella cioè come eravamo noi allora e il perché è saltata quella coppia io credo che bisogna vederli in un modo un po' meno banale non vi sembra

io sono d'accordo anche a me sembra che quella cena così non va questi problemi sono cose che vanno mostrate non dette ma invece l'idea di cominciare con l'autopsia mi sembra che va bene perché introduce l'idea non tanto dell'autopsia di questo personaggio ma piuttosto di ciò che ha significato la sua morte perché non è solo un'immagine della violenza ma anche un'immagine dell'interpretazione e dell'analisi qui non è tanto che dobbiamo fare delle analisi ma piuttosto cercare alcune immagini che poi rinviano a altre immagini così come il volto del cadavere poi diventa il volto nella
fotografia sulle prime pagine dei giornali

per raccontare questa storia cioè una storia che succede a alcuni personaggi quando improvvisamente esplode la notizia di questa morte va bene che cominciamo ognuno di noi a rifarci ai nostri ricordi perché questa è una storia che in un certo modo ognuno di noi ha vissuto però poi bisogna pensare che bisogna poterla mostrare con delle immagini e con delle reazioni alle immagini per esempio la reazione che hai avuto tu di fronte alla foto sul giornale oppure quella che hai avuto tu ecco sì io ho avuto la sua stessa reazione in quel momento perché anch'io quella volta appena ho visto la foto ho pensato mi sono detto subito ma questo è lui e poi ho pensato porco dio c'è cascato e poi ho pensato anche cristo lui che era così preciso che gli piaceva fare raccontare

mi ricordo un po' di tempo prima un anno prima che l'avevamo incontrato in casa di qualcuno dov'era lì ospite per qualche giorno ero andato su anche con una ragazza allora abbiamo passato un pomeriggio insieme lui ci raccontava insomma tutto quello che sappiamo che ci raccontava quando lo incontravamo la ragazza non sapeva che lui era l'editore perché non stava con me da molto e non l'aveva mai visto e allora dopo a un certo punto abbiamo parlato di libri e così via e allora a un certo punto la ragazza è saltata fuori a dire ma sì cristo in quelle librerie che erano poi le sue librerie noi gli freghiamo tutti i libri perché insomma questo qui è di sinistra stampa libri che ci interessano noi non abbiamo soldi e allora i libri ce li prendiamo

lui lì impassibile così la guardava ci guardava sorrideva poi siamo andati avanti a parlare di altre cose di tante cose e poi siamo partiti e poi la volta dopo che l'ho rivisto e che è stata l'ultima volta mi ha ricordato quella storia mi ha parlato dell'apprendimento del controllo della precisione del non sbagliare le cose e così via e poi mi dice e poi salutami quella ragazza simpatica e tutto questo mi è venuto in mente allora e l'ho pensato quando ho visto il giornale con la sua foto quella mattina ho pensato ma come è possibile mi sono detto uno che ci tiene così tanto a essere attento a essere preciso ma qui è certo che l'hanno incastrato

andiamo avanti questa è una notizia che quando è apparsa ha suscitato tantissime reazioni e non sarebbe male se la nostra coppia s'incontrasse con altri personaggi che hanno avuto reazioni diverse e poi parlandone tra loro succede che queste reazioni si confrontano si scontrano e loro potrebbero incontrarsi da qualche parte lì in quel tempo come ricorderete ci si incontrava in molti nella casa dell'architetto comunista o dello psicanalista simpatizzante no ma guarda tu non tieni conto che però quella mattina dopo subito dopo la notizia ci sono già state centinaia di perquisizioni dappertutto per cui siamo in una situazione di enorme tensione in una situazione frenetica e mi sembra più logico che la prima cosa è che si vogliono avere delle notizie e allora lui esce per telefonare da un telefono pubblico mentre lei prepara una valigia

no però guarda che non ci sono valigie quando si va via in questi casi si prende solo il portafoglio i documenti delle carte che è meglio non lasciare in giro si prende su qualcosa in fretta e via in situazioni così che ne abbiamo viste tante sia prima che dopo quella storia si faceva così allora e dunque lui dopo la scena che ha con lei che così però non funziona lui telefona alla redazione dove c'è una giornalista loro amica lei risponde al telefono poi poco dopo esce per incontrarsi con loro al bar lì parlano un po' ci può essere la conferma che il morto è l'editore e altre notizie arrivate in redazione forse è stato assassinato, eccetera parlano di cosa fare passa una sirena della polizia hanno un sussulto sono un po' scossi si danno appuntamento per la sera

va bene e già in questi percorsi che fanno in città per incontrarsi con la giornalista e poi mentre si dirigono verso questo luogo dove passeranno la notte avvengono delle cose significative come per esempio un'edicola o un bar dove c'è la gente che discute la notizia e sentono delle cose che la gente dice o un posto di blocco della polizia dove li fermano e guardano nel baule della macchina o magari a un certo punto pensano di essere seguiti da una macchina che li segue sempre e fanno strane manovre per seminarla piccoli fatti quotidiani collegati o no al filo della storia che mostrano che il clima che c'era non era un clima tranquillo

comunque quella notte per ragioni di sicurezza hanno deciso di passarla in un altro luogo e li incontreranno altri personaggi che sono lì anche loro per passare la notte fuori dalle loro case per ragioni di sicurezza che sono dunque nella loro stessa situazione che non è una situazione in cui si va in visita a fare quattro chiacchiere e contarsela su in un salotto come in un film di Scola perché quella notte c'era gente che era in fuga c'era gente che s'imboscava c'era gente che per prudenza stava un po' alla larga e poi c'è la cosa fondamentale che per tutti questi personaggi la morte dell'editore segna qualcosa d'importante rispetto a cui sono costretti a mettersi in discussione a compiere delle scelte

io penso che dovrebbe essere una situazione in cui ci sono quattro o cinque personaggi ognuno che rappresenta una cosa molto precisa e che si ritrovano in un luogo che può essere un luogo come questo qui loro per esempio vengono qui vengono a casa di un loro amico dove anche altri hanno deciso di venire quella notte per motivi che non sono conosciuti al lettore ma che poi appariranno nel corso della storia tutti partono da punti diversi e poi convergano qui si ritrovano qui e qui intorno all'enigma centrale rappresentato dalla morte dell'editore si forma il coro di questi personaggi diversamente interessati all'evento che li ha messi in movimento che si sono mossi su percorsi diversi e che sono poi confluiti in un unico luogo che è questo che è il luogo del coro

una bella idea questa del coro ma senti immaginiamo che la storia si svolge qui che si svolge qui in questa tua casa una casa come questa coi mobili come questi belli moderni qualche mobile antico un po' meno bello un posto un po' fuori città in una campagna non molto lontana dalla città facile da raggiungere una bella casa vecchia rimessa a posto bene e lì ci potrebbe vivere un ex partigiano sopra i 50 con la moglie e che fa l'agricoltore o qualcosa del genere comunista ma critico col partito della linea di Berlinguer del compromesso storico e aperto interessato al movimento come si diceva allora ai giovani

immaginiamo che io devo nascondermi da qualche parte per ragioni di sicurezza e immaginiamo che qui va bene che è il posto giusto che conosco già è la casa di un amico dove sono già venuto altre volte ne parlo con lei dove andiamo c'è la discussione o quello che metteremo al suo posto nella seconda scena ma alla fine decidiamo andiamo da te veniamo qua da te qua c'è già qualcuno poi ci sei tu più in là arrivi anche tu ci ritroviamo tutti qua e c'è una serie di vicende che poi si scioglieranno tutte nella scena finale del funerale dell'editore e questo è l'arco temporale della storia poi si tratterà di ordinare di mettere a fuoco le immagini sconnesse che ora ci vengono a galla così alla rinfusa

bisogna riuscire a mettere insieme qui una piccola società contraddittoria dunque il primo giorno c'è la coppia che abbiamo visto poi c'è il democratico un giornalista o un avvocato meglio un giornalista perché c'è il problema della stampa anche lui tra i trenta e i quaranta sostenitore della tesi che l'editore è stato assassinato poi c'è il comunista il partigiano il soggetto della resistenza tradita più vecchio lui e sua moglie una bella coppia affiatata che sono i padroni di casa c'è il personaggio giovane il discepolo ideale dell'editore un ventenne diciottenne forte bello biondo che si scazza con tutti e che sarà quello che negli anni 70 finirà nella lotta armata

il giornalista potrebbe essere una donna possiamo fare venire qua la giornalista che abbiamo già visto quella che i due hanno incontrato il mattino basta però che non la confondiamo con me dice lei e infine ci vuole un personaggio un po' antipatico un leaderino del movimento studentesco supponente e saccente che si dà un sacco d'arie ecco e possiamo anche fare che tra la giornalista e te cioè il giovane rivoluzionario biondo c'è una storia che c'era già da prima o che succede lì c'è un rapporto che diventa un conflitto quando scoppiano le contraddizioni sull'interpretazione da dare alla morte dell'editore

allora vediamo dunque la giornalista arriva lì un po' tardi con il giovane biondo trafelata agitata emozionata perché è stata alle riunioni è stata alla conferenza stampa del movimento studentesco alla Statale e poi ha dovuto passare ancora al giornale arriva li con il documento dei democratici che sostiene che l'editore è stato assassinato e di cui intanto la televisione ha già dato notizia e che lì ne stiamo già discutendo da un po' io sono contrario il leaderino saccente lo sostiene mentre lei e l'ex partigiano preferiscono non intervenire e parlano tra loro sottovoce di altre cose davanti al caminetto e la padrona di casa prepara la cena in cucina e mette a marinare la lepre per domani

il giovane biondo è ancora più incazzato di me contro il leaderino e contro la giornalista noi sostenevamo che questa è un'altra mistificazione oltre tutte quelle che monteranno i giornali di domani quelli di destra come quelli di sinistra ma questo è il loro normale sporco mestiere mentre invece l'area extraparlamentare sa benissimo chi era l'editore e sa benissimo che cosa faceva per cui la mistificazione che sta compiendo non è ammissibile ma la giornalista e il leaderino ribattevano che c'erano però prove concrete per esempio come fanno sei o sette candelotti a esplodergli in mano lasciandogli integro il volto per il sicuro riconoscimento come è credibile che sapendosi da tempo preso di mira dalla polizia vada in giro imbottito di dinamite e poi la dinamite non esplode accidentalmente e poi con i mezzi che aveva l'editore poteva pagarsi tranquillamente un commando di terroristi specializzati e poi infine c'erano i documenti malamente falsificati di cui non aveva bisogno perché non era ricercato anche se alcuni giornali scriveranno che era ricercato ma questo non era vero e poi l'assurdità delle fotografie dei familiari che si portava dietro che lo rendono subito identificabile

insomma non un elemento che quadrava a meno appunto di non considerarlo un folle ma noi rispondevamo che tutte queste prove potevano facilmente essere smontate e rimontate ma che quello non era il punto il punto era politico ed era per una ragione politica che loro e i democratici progressisti non potevano ammettere che l'editore era morto durante un'azione clandestina non potevano ammettere che aveva un'organizzazione clandestina non potevano ammettere che lui stesso era nella clandestinità perché queste per definizione sono per voi cose che fanno i fascisti i servizi segreti gli agenti della Cia non sono cose che possono fare i compagni

e ammettere che le fanno gli dicevamo vuol dire per voi far perdere l'innocenza al movimento l'innocenza che voi democratici vi siete inventata per permettervi di stare a fianco del movimento vuol dire dunque perdere anche voi la vostra innocenza le vostre mani pulite con una punta in più d'ambiguità perché l'innocenza che voi pretendete dopo gli avvenimenti è sempre una versione a posteriori è un gioco che voi fate magari compiacendovi anche un po' perché sapete che c'è un po' di mistero perciò adesso un fatto così crudo quando un militante ci lascia la vita facendo queste cose di cui voi parlavate un po' sottovoce compiacendovi vi dà adesso uno choc tale che dovete subito mistificare il personaggio e tutta la storia e trasformare le mani pulite in ideologia dell'innocenza dicevamo sempre più accalorandoci

non dimentichiamoci che la vostra alleanza col movimento è nata tre anni fa quando la strage di stato aveva creato questo grande movimento di opinione che ha assorbito strati della borghesia democratica e illuminata giornalisti dei grandi giornali borghesi avvocati architetti psicanalisti e lì dentro è confluita anche tutta l'ondata dell'antifascismo militante questa alleanza è sempre stata fondata sulla presunzione della sostanziale innocenza della sinistra e della contestazione sempre minacciate represse colpite dalle trame dello stato dei corpi separati dei fascisti

quindi tutto quello che avviene di oscuro di clandestino di violento va sempre addebitato ai progetti reazionari della destra e così in questi tre anni voi vi siete dati da fare e lodevolmente per svelare trame nere per fare riunioni assemblee a non finire per scrivere comunicati documenti volantini per pubblicare e diffondere bollettini opuscoli libri per partecipare alle manifestazioni contro la repressione dove vi è capitato anche di venire affumicati coi lacrimogeni e pestati coi manganelli ma tutto questo sempre con le mani pulite e in nome delle mani pulite

in questo quadro l'editore vi andava bene quando sull'onda dei colonnelli greci denunciava la possibilità di un colpo di stato in Italia questo era dentro la tradizione della resistenza e della realizzazione della cosiddetta costituzione nata dalla resistenza che non è mai stata realizzata su questo progetto voi democratici ci stavate a battervi contro un'involuzione reazionaria anche se consideravate l'editore un po' mattarello ma non pericoloso e la sua infatuazione per il Che la vedevate come un segno di confusione mentale ma fin quando lui stampa le lontane guerriglie africane e sudamericane cosa che del resto oggi fanno perfino i cattolici a voi andava benissimo a voi che ammirate tanto il Che finché è lontano però appena si avvicina un po' date fuori di matto

per noi invece gridava il biondo a parte questo problema dei fascisti eccetera che è scontato c'è per noi un altro problema che è il problema della rivoluzione e di come la si fa c'è il problema della violenza e di come usarla per attaccare e qui allora non siamo più d'accordo perché se voi giustificate l'uso della violenza come risposta alle cariche poliziesche o alle trame dello stato non la prevedete però come possibilità offensiva in un progetto rivoluzionario e la morte dell'editore fa esplodere adesso questa contraddizione che adesso cercate di mascherare con la ridicola tesi che l'editore è stato assassinato ma che è solo la difesa dei vostri innocenti e innocui tre anni di partecipazione al movimento a questo punto la giornalista s'incazza veramente

c'è tutta questa discussione questo scontro siamo li che discutiamo sempre più animatamente alzando la voce non lasciandoci parlare gridando gesticolando insultandoci agitati congestionati avevamo bevuto anche un po' la giornalista fuori di sé diceva che eravamo dei farneticanti ma come voi vi date il martello sui piedi dicendo queste cose ma come non capite siete anche un po' fessi non capite che ci sono la Cia il Sid i corpi separati che vi stanno utilizzando ma era in buona fede lei mentre in malafede era il leaderino che strillava gridava provocatori traditori venduti finché alla fine ci siamo quasi messi le mani addosso credo che gli ho dato un cazzotto è intervenuto l'ex partigiano non mi ricordo bene è intervenuta lei per calmarci e mi ha portato a dormire era quasi l'alba

 

 

SCENA QUINTA


Alle 11 di ieri Milano ha avuto un sussulto per una sensazionale notizia che dilagata in un lampo ha trovato con il passare delle ore sempre maggiore consistenza la notizia esplosa verso le 10 del mattino e accolta in un primo momento con un profondo scetticismo da tutti è risultata sempre più attendibile man mano che passavano le ore Milano ancora turbata dalle manifestazioni dei giorni scorsi alcune delle quali degenerate in atti di violenza era rimasta sbalordita dalla notizia

l'altra notte il corpo esanime di uno sconosciuto è stato trovato ai piedi della linea di alta tensione che fornisce l'energia elettrica a mezza Milano il volto del falso Maggioni era stato studiato attentamente osservato a sezioni dal naso all'alta fronte stempiata dalle nari al mento prendendo in esame le orecchie all'identificazione più che attraverso il riconoscimento della salma che nessun familiare ha potuto ancora vedere si è giunti con un attento esame delle foto

poi qualcuno forse il commissario Calabrese aveva esclamato mettetegli un paio di baffi pare che sia stata questa battuta a dare il via a una sempre più febbrile serie di controlli eseguiti nel cuore della notte il confronto dei rilievi dattiloscopici delle falangette della mano destra dato che i polpastrelli presentavano alterazioni per le bruciacchiature causate dallo scoppio la fotografia pubblicata dai giornali della carta d'identità con il falso nome di Vincenzo Maggioni veniva girata da tute le parti e c'era naturalmente chi giurava che essa fosse somigliantissima a quella dell'editore e chi invece sosteneva a spada tratta il contrario

i due fotogrammi sono stati sottoposti a successivi ingrandimenti e a un certo momento in uno di essi gli inquirenti hanno riconosciuto l'ultima moglie dell'editore la scoperta non poteva essere più clamorosa sebbene la notizia non sia ancora ufficiale sembra accertato che l'uomo dilaniato ed ucciso dall'esplosione di una carica destinata a fare saltare un grande traliccio alla porte di Milano sia il ricco editore militante di estrema sinistra il falso Vincenzo Maggioni l'impiegato nato il 19 giugno 1926 a Novi Ligure il cui corpo era stato rinvenuto mercoledì pomeriggio dilaniato dall'esplosione sotto un traliccio nella campagna di Segrate era in realtà l'editore nato a Milano lo stesso 19 giugno 1926

la notizia che il terrorista dilaniato mentre cercava di far saltare un traliccio dell'alta tensione era l'editore è esplosa a Milano provocando una reazione a catena di emozione stupore sbigottimento incredulità nessuno poteva immaginare che si trattasse del miliardario editore di libri militante nelle forze extraparlamentari di sinistra e ricercato per terrorismo è certo anche se alla notizia manca il crisma dell'ufficialità il morto dilaniato da una carica di dinamite accanto al traliccio dell'Atm tra Pioltello e Segrate è il ricchissimo industriale notissimo editore e contestatore di antica data

anche sulla genesi delle indagini che hanno portato al nome dell'editore grava il silenzio degli addetti ai lavori quello che è trapelato e che si è potuto mettere insieme cucendo indiscrezioni particolari e informazioni fiduciarie offre soltanto una ricostruzione di massima il movimento che si notava al palazzo di giustizia negli uffici del procuratore capo della repubblica e del procuratore generale faceva presumere che qualcosa di molto grosso fosse nell'aria quando la notizia al mattino è trapelata al palazzo di giustizia si è scatenato il caos in mezzo all'andirivieni di magistrati di alti ufficiali dei carabinieri e di funzionari della questura

un magistrato infatti incaricato delle indagini alle insistenti domande dei giornalisti ha così risposto non possiamo ancora dire nulla su una vicenda che non si può ritenere ufficialmente conclusa ufficialmente nessuna conferma gli inquirenti si mantengono riservati e reticenti ma lasciano intendere di essere sicuri del fatto loro pur riservandosi di dire qualcosa di definitivo nelle prossime ore il nome dell'editore sarebbe affiorato alle labbra degli inquirenti impegnati a far luce sul mistero del cadavere scoperto sotto il traliccio n. 71 di Segrate che nella fotografia di Vincenzo Maggioni avevano colto subito i tratti di qualcuno già conosciuto

è ormai certo che l'uomo trovato ucciso sotto il traliccio è l'editore le autorità hanno fatto trapelare numerosi elementi che hanno portato all'indubbia identificazione del cadavere ciò nonostante la magistratura continua a mantenere il più assoluto riserbo la vicenda sotto qualsiasi punto di vista la si consideri è strana ha dell'incredibile in poche ore il cadavere dilaniato viene riconosciuto o quasi ma non fino al punto che magistrati o polizia si assumono la responsabilità di confermare poche ore per il riconoscimento ma molte per procedere all'identificazione della salma mostrandola ai parenti e agli amici dell'editore che a Milano sono molti e facilmente reperibili

i magistrati interpellati dai giornalisti si chiudevano però nel più assoluto riserbo ma le voci si facevano sempre più insistenti in poco tempo tutta la città ne era al corrente la clamorosa notizia si è sparsa rapidamente in tutta Italia ieri mattina anche se non è stato ancora dichiarato ufficialmente dalla magistratura né dalle forze dell'ordine è stata un'esplosione simile per portata a quella che 24 ore prima aveva orribilmente dilaniato il corpo del terrorista le redazioni dei giornali sono state tempestate di telefonate

sono cominciate a filtrare le prime notizie le prime conferme ufficiose che sono bastate ad alcuni giornali del pomeriggio per uscire con titoli di assoluta certezza in prima pagina e a nove colonne e sono cominciate anche le prime ipotesi contrastanti la notizia che l'attentatore al traliccio di Segrate è l'editore è apparsa sui giornali della sera di Milano prima con un punto interrogativo poi nelle edizioni successive con il punto esclamativo escludente ogni dubbio in breve la notizia ha varcato le frontiere e anche dall'estero si chiedevano conferme che sono poi venute nel tardo pomeriggio i giornali nel pomeriggio sono andati a ruba

assieme all'intrecciarsi frenetico delle telefonate cominciavano anche a sorgere i primi inquietanti interrogativi perché mai un uomo ricco un miliardario come l'editore si sarebbe recato da solo a piazzare dinamite sotto un traliccio? ecco d'improvviso che l'editore brillante frequentatore di salotti ricompare due giorni fa in abiti di foggia militare con uno zaino colmo di tutti i ferri del mestiere dell'attentatore di professione anche questa sua ricomparsa in circostanze così straordinarie da lasciare sbalorditi è un segno dei tempi dei tempi sconvolti che viviamo

ma ecco che nella città che non aveva avuto il tempo di riprendersi dallo stupore si diffonde un'opposta tesi che il miliardario l'uomo il cui nome tutti conoscono sarebbe stato assassinato qualcuno sostiene fra l'altro che si tratta dell'editore ma che in realtà era stato prima ucciso e poi usato per inscenare l'incidente durante l'innesco della dinamite nel comunicato che formula la tesi dell'assassinio diramato ieri nel pomeriggio a Milano si afferma che l'editore è stato assassinato che il potere politico il governo il capitalismo internazionale avevano bisogno di un capro espiatorio

per dare un'etichetta di sinistra alle bombe di piazza Fontana nel documento si sottintende che il ritrovamento dell'editore ai piedi del traliccio di Segrate è soltanto il frutto di una messa in scena l'incredibile si aggiunge all'incredibile è credibile che l'editore non sia giunto vivo al traliccio? soltanto porre questa domanda fa sorgere dubbi e congetture che definire inquietanti è poco orbene se l'accusa è suffragata da prove bisogna che si producano se le prove non ci sono si tratta di una mossa politica destinata a creare confusione in un momento già di per sé troppo confuso

noi attendiamo le prossime ore per formulare interrogativi ai quali appena accenniamo ci attendiamo dalle prossime ore notizie che fughino ogni dubbio sulla vicenda che è certamente una vicenda oscura una vicenda torbida che per torbidi fini potrebbe essere utilizzata tutto nella tragica vicenda di Segrate che ha avuto a protagonista l'editore è profondamente oscuro alcuni aspetti appaiono assurdi alcuni altri sono palesemente inverosimili e ogni interrogativo è lecito anche il più grave le ipotesi a un certo punto possono prendere pieghe allucinanti fondarsi su un disegno di macchinazioni demoniache

quando sembra che la violenza abbia toccato la punta massima quando si è indotti a sperare che essa possa placarsi ecco che immancabilmente un altro clamoroso fatto di sangue viene a scuotere le coscienze e a rendere più incandescente il clima caldo di questa vigilia elettorale tutto in questa vicenda va vagliato sottoposto ad esame scrupoloso sotto gli occhi di tutti un pazzo più pazzo di quanto si riesca ad immaginare vittima della sua stessa follia per stravagante e avventuroso che si voglia considerare il personaggio un tale comportamento rasenta i limiti della follia e dell'incredibile

mancava da Milano e probabilmente dall'Italia salvo possibili riapparizioni clandestine dai primi del dicembre del 1970 ossia da un paio di settimane prima della strage avvenuta alla banca dell'Agricoltura a Milano che un industriale erede di una grande dinastia di imprenditori e di costruttori sia finito così in basso apostolo di sovversione maestro e protagonista di sciagurate imprese dinamitarde tutto ciò ha dell'incredibile un editore miliardario che vuole compiere un gesto imitativo di certi suoi idoli politici e letterari si sarebbe messo in condizione tale che da morto o da vivo

l'indagine susseguente all'attentato si sarebbe indirizzata proprio verso quei gruppi per i quali l'editore aveva simpatia in questo ambiente oscuro e torbido nel quale confluiscono giovani troppo ingenui esaltati teorici della ultima ora di varie colorazioni e veri e propri provocatori a servizio dei fascisti tutte le voci di apparizioni dell'editore a Milano dove avrebbe addirittura partecipato a una riunione di anarchici o comunque di rivoluzionari non sono legate a testimonianze sicure

la procura della repubblica ritiene che l'editore avesse intrecciato rapporti piuttosto stretti con movimenti extraparlamentari decisi a trasformare la lotta politica in guerriglia urbana sabotaggi e attentati l'editore avrebbe creduto di trovare l'ambiente ideale per la messa in pratica delle teorie tante volte pubblicate in esagitati opuscoli qualcuno ha scritto che nel corso dell'ipotetica riunione di extraparlamentari l'editore fu duramente attaccato dai compagni che gli rimproveravano di dedicare alla causa soltanto i soldi

ripetiamo l'episodio di Segrate avviene in un momento estremamente serio e gravido di pericoli per la democrazia abbiamo bisogno di pulizia tremendamente bisogno e insieme di una instancabile vigilanza di tutti i democratici c'è una sola cosa da chiedere una inchiesta pronta senza ombre completa che elimini ogni margine di dubbio il paese deve sapere avere la verità al 100% nessun pasticcio per intendersi alla Valpreda è ammissibile il paese non si lascerà trascinare alla ventura sa che non esistono scorciatoie di comodo sa che la disunione delle forze popolari è esiziale

rafforzando uno schieramento di opposizione e alimentando un risveglio della coscienza popolare contro il marcio che si annida nell'attuale quadro istituzionale ma queste considerazioni doverose nulla tolgono alla terribile gravità del fatto l'impressione che ci troviamo di fronte ad una provocazione allarmante è nettissima se in America non si è venuti a capo della morte dei due Kennedy e in Italia di quella di Pinelli se la strage di stato si è finora risolta in un rovesciamento delle responsabilità se su tutto questo prosperano alternativamente la speculazione fascista o la repressione di stato o la controffensiva politica moderata

è difficile attendersi che su quest'ultima incredibile morte venga ora fatta chiarezza la risposta a tutto questo non può che essere prima di tutto politica e di massa i comunisti chiedono che si assodi rapidamente l'intera verità senza quegli scandalosi intrighi e quelle violazioni della legge che in precedenti occasioni hanno bloccato deviato confuso il corso della giustizia ipotesi di macchinazione e di complotti dubbi e incertezze che lasciano lo spazio non solo alle più sfrenate fantasie ma magari a qualche cosa di molto peggio non devono intorbidire una situazione che molti hanno interesse ad esasperare

ma ci è impossibile far tacere la nostra voce di sdegno e di protesta per il modo cinico ignobile con cui hanno reagito uomini e giornali di sinistra è un'antica verità chiedersi a chi una certa faccenda giovi e qui ogni giovamento va a destra è la destra che ha fatto scattare l'apparato provocatorio è essa che utilizza le barricate e le molotov degli extraparlamentari e li inserisce nel proprio complotto autoritario secondo inveterata vocazione delle classi dirigenti italiane non avremmo il cattivo gusto di adottare accenti e toni trionfalistici per commentare la triste fine dell'editore non ci può dare gioia che un'ancora giovane vita sia stata così drammaticamente stroncata

dalla strage di stato ad oggi questa spirale non si è più chiusa ed oggi innumerevoli episodi grandi e piccoli fanno pensare che si stia toccando il fondo non solo e non tanto in vista delle elezioni ma di qualche cosa di peggio si voleva che il terrorista rimasto vittima della sua imperizia fosse un uomo della cosiddetta destra eversiva la vicenda scriveva l'Unità ha evidenti connessioni con i famosi attentati ai tralicci a suo tempo firmati in tutta Italia dai Nar fascisti almeno da tre anni a questa parte ma anche più in là nel tempo per chi ha buona memoria avanza in Italia una colossale macchinazione che più di una volta è giunta alle soglie del colpo di forza o del colpo di stato

l'identificazione del terrorista ha sconvolto questa mobilitazione propagandistica già in atto non un fascista ma un estremista di sinistra divulgatore di trattati di guerriglia urbana e suburbana l'importatore delle peggiori teorie della contestazione anarcoide le provocazioni di destra sono un dato permanente l'apparato poliziesco e statale è apparso invischiato fino al collo in vicende delittuose tuttora aperte e su questo tessuto di base si è di volta in volta innescata una controffensiva politica generale delle forze dominanti e di governo l'infortunio non avrebbe potuto essere maggiore nel momento in cui tutta la sinistra è impegnata facendo leva sulla montatura giudiziaria di Treviso a mettere un'etichetta fascista sulla bomba di piazza Fontana

ma i nostri intrepidi mistificatori non si danno per vinti al colpo della morte del terrorista editore hanno reagito nel modo più grottesco e cinico lanciando subito l'oscena versione del delitto di stato o del delitto dell'infame destra o forse di entrambi un mucchio di sporcizia questo incrostatosi attorno alla vicenda di Segrate da portare alla luce e da spazzare non può procurarci piacere questa nuova prova della nauseante alleanza che si è stabilita tra i rappresentanti degeneri di una borghesia suicida che recita quotidianamente un fosco cupio dissolvi e gli ambienti dove fruttificano i frutti marci del terrorismo e della criminalità politica

 

 

 

SCENA SESTA


Sensazione nauseante lui smette di leggere i giornali adesso è al bar del paese con l'ex partigiano stanno leggendo i giornali e li commentano il comandante saluta i suoi amici con cui va a caccia insieme è il mattino dopo lei ancora dormiva quando lui si è svegliato e si è alzato perché non riusciva a dormire per via di quella sensazione nello stomaco nella testa e nella casa quasi tutti ancora dormivano perché quella notte avevano discusso fino a tardi avevano litigato fino all'alba si era creata una situazione di conflittualità generale alimentata anche un po' dall'alcol era come se tutti fossero in guerra con tutti si creavano alleanze temporanee ma che poi si rompevano anche col giovane biondo lui si era scontrato a un certo punto perché gli era sembrato che esagerava un po' con questa storia della violenza e delle armi

avevano litigato tutta la notte c'era in tutti la consapevolezza confusa non confusa chiara oscura complessa di un passaggio che stava avvenendo per questo non riuscivano a smettere di litigare perché sentivano che la violenza di quella morte creava e imponeva a tutti situazioni irreversibili che erano differenti contraddittorie conflittuali ma irreversibili e così tutti litigavano su qualsiasi cosa non c'era conciliazione possibile poi dopo ti spieghi ma prima c'è lo scontro l'aggressione tutto questo crea molto affetto ma anche molto conflitto tutti stanno insieme e sono divisi

stanno insieme di nuovo e di nuovo sono divisi per cui passa questa notte di discussione e di grande tensione ci sono duplicità che saltano ci sono ambiguità che saltano una serie di posizioni che non erano ben chiarite ma che potevano coesistere ora non possono più coesistere nell'ambiguità la giornalista democratica non può più scopare col giovane rivoluzionario oppure si possono continuare a scopare ma non possono più comunicare ma soprattutto deve essere chiaro che la tensione principale di questa storia oltre i conflitti che scoppiano per differenze di valutazione reazioni emotive impostazioni ideologiche eccetera è nel fatto che si respira si sente il nodo di quello che succederà poi negli anni 70 tutti i personaggi si trovano di fronte a questa morte come a una cartina di tornasole uno spartiacque e ne hanno la consapevolezza

avevano dormito insieme lì stretti nel piccolo letto della camera del figlio dell'ex partigiano che adesso studiava a Ulm c'era il manifesto appeso sul muro con scritto il Che è vivo il manifesto che aveva fatto stampare l'editore subito dopo che il Che era stato ammazzato in Bolivia e quasi tutti erano libri che l'editore aveva pubblicato i libri negli scaffali lui aveva scorso i titoli sui dorsi Cent'anni di solitudine La teoria dei bisogni Senza tregua La rivoluzione sessuale Vogliamo tutto Diario del Che in Bolivia Sotto il vulcano lo aveva preso ne aveva rilette un po' di pagine qua e là poi si era vestito e era uscito senza svegliarla e adesso era lì col comandante e il mal di testa al bar del paese

ancora in abito da sera che non sembrava particolarmente gualcito il Console con una ciocca di capelli che gli ricadeva sugli occhi e una mano afferrata alla breve barbetta a punta sedeva sghembo con un piede sulla traversa di uno sgabello adiacente davanti al piccolo banco ad angolo retto mezzo proteso su di esso e occupato a quel che sembrava a parlare tra sé perché il barista un ragazzo bruno e lustro di un diciott'anni stava ritto a una certa distanza contro una tramezza di vetro che divideva la sala e non aveva l'aria di ascoltare

la mattina l'ex partigiano era andato come il solito a comprare i giornali in paese e lui era andato insieme per prendere un po' d'aria con lui giù nel paese dove tutti lo conoscono lo stimano lo rispettano gli dicono buongiorno comandante potrebbe essere il sindaco del paese ma allora forse non avrebbe potuto ospitarli e adesso lì il comandante che non aveva parlato per tutta la sera precedente potrebbe parlare con lui potrebbe spiegargli la sua reazione di fronte alla morte dell'editore o piuttosto il fatto di essere combattuto fra due reazioni la reazione da coscienza pulita Pci cioè non si può lasciare che l'immagine di un compagno come lui finisca così e la reazione di chi sa di chi è sgomento per la cosa però per rispetto al morto non può nasconderla e mistificarla di questo gli può parlare il comandante mentre sono insieme giù nel paese

il paese a questo punto è importante perché i personaggi non è che devono stare a casa tutto il giorno a contarsela su intorno a un tavolo come stiamo facendo noi qui adesso bisogna che ci sia un fuori magari ci potrà essere lì in paese una piccola festa dell'Unità dove andranno e dove succederanno delle cose perché lì in quelle zone come l'oltrepò pavese o il lodigiano ci sono quelle grandi tavolate dove con qualche bottiglia di vino un po' spumantino si comincia a gridare viva il comunismo e queste cose qua i personaggi non devono essere quattro gatti tagliati fuori dal mondo e chiusi isolati dentro una casa non c'è lì l'angelo sterminatore che arriverà solo qualche anno dopo

io sono d'accordo perché questa scena fuori finisce con essere il rovescio della situazione dentro da una parte sono chiusi in casa come topi isolati ma con questa tensione verso l'esterno leggendo i giornali tutti i giornali e con la paranoia del telefono che avevamo allora che si pensava sempre che tutti i telefoni erano controllati e spiando dalle finestre con la preoccupazione di qualche macchina sospetta che si ferma troppo vicino alla casa mentre poi invece dall'altra parte si trovano in una festa paesana in un ambiente amico sono in un contesto sociale c'è una festa dell'Unità dove vanno a bere insieme a altri con il comandante che lì conosce tutti ma c'era una cosa aspetta però che non va bene è il libro della Heller La teoria dei bisogni che lì non ci può stare perché è uscito nel 74 è uscito dopo

a me però la festa paesana non mi convince perché il fenomeno perché queste storie sono state storie urbane metropolitane però potrebbe essere un paese in trasformazione metropolitana dove c'è la cascina ma c'è anche la fabbrica dove c'è il vecchio e il nuovo la campagna che diventa città e industria dove però la cascina non scompare un paese industriale alla periferia di Milano ci potrebbe essere una trattoria in una cascina facciamo che loro lì al bar incontrano un ragazzo e una ragazza di poco più di vent'anni due compagni come glieli presenta il comandante che si sposano e che l'hanno invitato al pranzo di nozze che ci sarà quella sera nella trattoria della cascina e gli ricordano di non mancare e di portare anche i suoi amici potrebbe esserci una cosa del genere

queste storie sono storie di città sono storie metropolitane e per questo è un po' difficile raccontarle non ci sono storie metropolitane in Italia perché non ci sono metropoli in Italia non ci sono nei termini in cui siamo stati abituati a vederle nei film americani è impossibile immaginarsi un film che si svolge a New York immaginarselo in Italia a Milano o a Roma dove tutto è stretto dove tutto è chiuso la notte mentre la metropoli è una cosa molteplice misteriosa inquietante sconfinata fuori orario ma Milano è una città provinciale e non se ne vogliono accorgere questi milanesi gonfiati che li senti dire perfino Milano come New York e ci credono perfino

c'è l'hinterland di Milano invece che è qualcosa di infinitamente più importante misterioso e inquietante di quelle quattro strade intorno a piazza del Duomo la vera città è quella che si stende fino a Sesto e va avanti per decine di chilometri a nord dove tra mezzanotte e le cinque del mattino avvengono gli scazzi e gli scontri lì la gente li ammazzano e li buttano e poi all'alba la polizia passa a raccogliere i morti in Italia il solo film che ha cercato un po' di rappresentare queste cose anche se l'ha fatto a un livello pazzesco era Rocco e i suoi fratelli però con un intruglio di sentimentalismo machismo morbosità Roma invece è una capitale impazzita ma l'unico film che l'ha fatta vedere come metropoli moderna è sempre ancora la Dolce vita

io non so Roma ma per me adesso su Milano si potrebbe fare un film molto interessante perché se guardiamo intorno a Milano vediamo una città che sta diventando metropoli per via di questi due milioni e mezzo di abitanti che stanno fuori oltre la fascia comunale e comincia in tutto a essere una dimensione rilevante cominciano a essere quattro o cinque milioni di abitanti allora questo comincia a essere qualche cosa di smisurato di molteplice di complesso e l'inizio degli anni 70 il momento di questa storia che stiamo raccontando è anche il momento in cui si sta giocando questo passaggio dalla città all'hinterland che allora stava cominciando a diventare qualcosa di mostruoso

va bene ma adesso torniamo a questa storia lui il mal di testa va meglio sta parlando con il comandante mentre tornano a casa dopo essere stati al bar e avere comprato i giornali in quel paese dell'hinterland milanese mentre camminano ogni tanto il comandante gli indica come il paese negli ultimi vent'anni è cambiato le fabbrichette che prima non c'erano le orrende villette moderne tutte con l'araucaria davanti il supermercato solo la vecchia cascina è rimasta tale e quale anche se è diventata una trattoria e intanto gli dice che cosa rappresenta la morte dell'editore per personaggi come lui che erano stati partigiani o che erano comunisti

qui bisogna mostrare come il discorso della resistenza tradita dell'antifascismo del colpo di stato di destra erano alla base dell'azione politica dell'editore che aveva frequentato la sezione Martiri oscuri di Lambrate che è quella dove c'era stata la Volante rossa alla fine degli anni 40 lui si agganciava sempre a luoghi situazioni di forte memoria partigiana e poi c'era l'idea della base rossa che continuava e era affascinato da questi vecchi partigiani duri tutti d'un pezzo un po' stalinisti gli piacevano molto tipi come Giovanni Pesce a cui aveva stampato il libro di memorie questo gappista che durante la resistenza andava in giro a ammazzare fascisti per conto del Cln

la sera che è venuta quella sera sui quadrelli rossi
delle macerie e vari caseggiati un partigiano
della gap un tipo evoluto sanguinario e buono
aveva il braccio insecchito sentì
ancora tre ariette di sudore sull'addome
nell'erba dei capezzoli e sotto il coppino
e un fil di refe rosso un filo di sangue dal costato
la febbre grattava dove c'è la cintura del corame era
il grano profumato che verrà dall'Urss in una volta
sola una vera manifestazione pensò e chiuse gli occhi
che erano già da spaccare col martello
come ha scritto Emilio Villa cioè il più grande poeta italiano degli anni 40 altro che Montale

comunque si può dire che in qualche modo l'editore ha creato l'antifascismo militante che è diverso dall'antifascismo retorico da 25 aprile degli anni 60 e per di più l'ha creato in maniera diffusa perché lui era il primo che aveva inventato le librerie militanti quando lui apre le sue librerie negli anni 60 diventano subito luoghi di movimento luoghi resistenziali lui lì vende e stampa indifferentemente giornali underground opuscoli degli studenti del Parini opuscoli della guerriglia africana e latinoamericana e poi con l'Istituto che raccoglie tutto il materiale del movimento operaio rivoluzionario dall'inizio del secolo fino a oggi stabilisce una grande linea culturale e editoriale che va da quegli inizi fino a questi opuscoli del movimento

allora avviene questa strana convergenza sulla teoria dell'editore assassinato c'è da una parte la borghesia illuminata che parla di complotto perché deve conservarsi le mani pulite ed è una vera fortuna che pochi giorni dopo arriva l'incriminazione dei fascisti per piazza Fontana perché ridà fiato alle loro tesi che la violenza è sempre solo a destra dall'altra parte i quadri partigiani e comunisti che non hanno da salvare le mani pulite ma che devono mantenere la figura dell'editore e della sua lotta politica integra e fuori di queste cose anche se magari in parte ci sono dentro anche loro e comunque gli scatta automaticamente il meccanismo del complotto

che è un meccanismo stalinista per cui il negativo va sempre addossato a un complotto del nemico e il complotto non può che essere la destra la Cia l'America sono atteggiamenti di tipo veterocomunista alla russa dove non possono raccontarsi la storia e allora si raccontano le convinzioni lo stesso Pesce che ci ho mangiato insieme al ristorante qualche mese fa ancora oggi sostiene continua a sostenere che lui è stato assassinato che lui un giorno avrà le prove che l'editore è stato assassinato ma poi soprattutto allora c'era il Pci che non voleva assolutamente che la figura dei partigiani venisse toccata e venisse riproposta come azione non a caso pochi giorni dopo la morte dell'editore l'anniversario delle fosse ardeatine viene celebrato in modo massiccio

e così e in quell'occasione in un'intervista Carla Capponi che è la ragazza dell'impermeabile di via Rasella la leggendaria gappista medaglia d'oro della resistenza dichiara mi trovo a confrontare le azioni che compivamo noi e le molotov che lanciano i gruppetti allora era il popolo che metteva le bombe qui le bombe le mettono i provocatori fine della citazione ma per il Pci la resistenza e i partigiani devono ormai esistere solo come mito perché quello è il momento in cui un'altra linea viene allo scoperto quella del compromesso storico non più quella di una strategia di attacco che implica uno scontro violento di classe e questa nuova linea viene sancita proprio in quei giorni a Milano dove il XIII congresso del Pci si conclude al Palalido con la nomina di Berlinguer a segretario del partito e questo per il quadro storico

ma lo sai che anche la teoria delle basi di montagna intorno alla città dove credi che l'ha presa l'editore? mi dice intanto il comandante mentre stiamo tornando a casa dal paese lungo il vialetto fiancheggiato dal biancospino che copre appena il cantiere di un palazzone di cemento quella teoria che è stata sempre collegata dai giornali anche di sinistra a una visione fuochista latinoamericana se non maoista l'editore in realtà l'ha presa da un manuale del doppio livello del Pci che si chiama Ipotesi di comportamento e che fino a una decina di anni fa era usato per istruire i giovani militanti e che prevedeva proprio un comportamento di questo tipo chiedilo al nostro amico libraio che viene qui oggi a pranzo lui ha fatto ancora in tempo a conoscerlo quel manuale

cioè in certe sezioni c'era il segretario e il commissario politico e il commissario politico selezionava alcuni compagni giovani e diceva tu non dipendi dal segretario dipendi da me e a questi dopo un lungo corso alla fine gli dava questo manuale che era un manuale che prevedeva per esempio di tenere sott'occhio l'armeria del tuo quartiere e cose del genere e dava le indicazioni per la ritirata dalla città in caso di colpo di stato per lo spostamento sulle montagne e nei luoghi di riferimento corrispondenti ai triangoli della città io parlo di Milano che è una città radiale che si divide per triangoli anche noi durante la resistenza l'abbiamo sempre divisa in triangoli con il vertice verso il centro la base verso la periferia che indica la direzione della ritirata

tanto che in quegli anni si portavano i giovani a fare dei festival in montagna a Omegna piuttosto che dalle parti di Novi Ligure proprio per conoscere i luoghi dove ci si doveva ritirare e stabilire una base di montagna quindi vedi che l'editore non ha importato questa teoria da Cuba ma l'ha presa da una tradizione del Pci del dopoguerra ancora legata ad una tradizione territoriale della resistenza partigiana comunque questa è stata la nostra ultima occasione e la sua morte significa la fine di quest'ultima occasione dice il comandante affrettando il passo per cui adesso non possiamo che ritirarci e questa volta per sempre alt no però questo non va questo è troppo patetico questo non glielo farei dire da lui qui

e poi se è vero che con l'editore finiva simbolicamente tutto questo sogno della resistenza tradita che cercava una rivalsa che coltivava la speranza del momento opportuno finiva l'ultima speranza finiva la storia dei partigiani però in realtà finiva perché lo spostamento lungo quei triangoli verso le montagne non aveva più senso perché le città non erano più radiali e dilagavano ovunque perché insomma le trasformazioni avvenute negli ultimi dieci anni nel territorio e nella società erano state tali che le strutture della resistenza non corrispondevano più cioè per esempio la struttura di fabbrica non corrispondeva più al rapporto città-campagna o città-montagna perché la città e la fabbrica ormai erano arrivate dappertutto

e in quegli anni quando si parlava di lotta di violenza si parlava di lotta di massa di violenza operaia di azioni autonome di cortei interni in fabbrica che bloccavano la produzione e che picchiavano i capi e che fuori occupavano le case e volevano vivere una vita diversa e tutte queste cose mentre i partigiani non avevano mai avuto un immaginario legato a nuove forme di vita a una vita libera giovane spontanea senza gerarchie e capi avevano sempre avuto l'idea di una gerarchia militare rigida ricalcata e equivalente a quella degli eserciti che combattevano con in più la rigidità politica sovietica col commissario politico sempre una gerarchia militare e paternalistica dei rapporti

tutto questo è ormai un passato che fa parte del passato del Pci che in quegli anni era stato obbligato a elaborare una nuova strategia che li tagliava fuori completamente e faceva anche parte del passato dell'editore e ora quel passato come immaginario di massa rivoluzionario scompariva con lui sotto il traliccio per cui il comandante dovrebbe concludere dicendo che adesso loro non possono che ritirarsi nel museo che il Pci gli ha costruito non resta che passare la mano ai loro figli che sceglieranno loro la loro strada ma forse invece dice un'altra cosa che ne so dice che lui ha deciso di smettere di andare a caccia e lascia che ci vadano i giovani ma intanto siamo arrivati a casa e cerchiamo gli altri per mostrargli cosa hanno scritto i giornali le schifezze che hanno scritto i vari Bocca Montanelli e tutti quanti come si può vedere nella prossima scena

 

 

 

SCENA SETTIMA


I ricchi facciano i ricchi se non vogliono cacciarsi nei guai o combinare guai penso così con malinconia dell'editore un ricco infelice pieno di problemi personali che in fondo non interessavano a nessuno sempre implicato in vicende clamorose che gli appassivano tra le mani incapace di fermarsi in un lavoro in un amore in una idea sempre alla ricerca di qualcosa che lo tenesse in piedi che desse un significato alla sua vita alle sue contraddizioni alle sue stravaganze mentre scrivo so poco del modo nel quale è morto vedremo di capire meglio se sarà possibile ma temo che neppure questa sua fine tragica

comunque siano andate le cose riuscirà a fare di lui qualcosa di diverso da un uomo fallito la sua morte è un finale come si suol dire emblematico c'è qualcosa di logico e di fatale nel fatto che questo ricchissimo borghese sia stato trovato dilaniato da una carica di dinamite la stessa dinamite che egli metteva contro una società che gli aveva permesso di nascere in una culla tappezzata di miliardi cioè in definitiva contro se stesso è la sorte che aspetta tutti questi buffoncelli del sinistrismo in spyder fra i quali il povero editore

fa spicco se non altro per un certo coraggio l'editore è approdato all'ultima spiaggia di una morte violenta che ha suggellato una esistenza difficile inquietante contraddittoria l'origine miliardaria che più o meno confusamente senti come una condizione che lo segnava con le comode stimmate del privilegio ha condizionato la sua vita spingendolo tra sbandamenti e confusioni alla ricerca di miti e di soluzioni disperate e isolate convinto che l'Italia fosse in pieno colpo di stato viveva in clandestinità all'estero dopo aver mal digerito la lezione del Che in America latina alle teorie aberranti aggiungeva un pizzico

di bizzarria confinante da vicino con la stravaganza l'assurda avventura dell'editore è di quelle che si snodano oscillando paradossalmente tra il mondo ricco e dorato di origine e la ricerca disperata di primeggiare in ambienti assolutamente opposti che quel mondo vuole abbattere istinti autopunitivi labilità di carattere frustrazioni profonde possono certo spiegare sotto il profilo psicologico o meglio psichiatrico la personalità del miliardario dinamitardo il Che diventa la sua stella polare la tecnica della guerriglia lo affascina e appena gli affari glielo consentono vola

a Cuba e vi soggiorna per lunghi periodi senza tralasciare di farsi vedere in giro con belle donne e di condurre una vita molto agiata nel 1954 fonda la casa editrice e due anni dopo lascia il Pci dopo i fatti di Ungheria la Milano-bene sorride soddisfatta il transfuga ritornerà presto tra le file ha finito di fare il sovversivo le due anime dell'editore l'impronta del grande ricco e l'insoddisfazione che lo spinge sempre verso una ricerca individualistica e esasperata si manifestano in modo clamoroso i suoi viaggi a Cuba la sua brevissima detenzione nelle carceri

della Bolivia si alternano all'apparizione su Vogue in cui appare fasciato in un mantello di lontra marrone firmato da Jole Veneziani giustificava la sua latitanza dicendo che quando il Reichstadt brucia occorre tenersi lontani ma continuava a inguiaiarsi in clamorose disavventure di svolte nella vita privata e pubblica dell'editore milanese ce ne sono state molte e talune sconcertanti e difficilmente omologabili sotto una comune e chiara matrice il tarlo dell'avventura doveva roderlo senza sosta forse gli eroi della rivolta proletaria e dell'anarchia immortalati dalle sue pubblicazioni l'ossessionavano doveva diventare uno di essi specialmente

il Che Guevara non contento delle ville delle barche di lusso delle automobili che vanno a trecento all'ora delle pellicce e dei gioielli che poteva regalare aveva scelto l'hobby della dinamite e del populismo si portava dietro troppi complessi d'inferiorità e troppi bollori momentanei per non diventare uno strumento nelle mani di qualcuno più abile di lui un boy-scout che voleva essere considerato pericoloso ma che non c'era mai riuscito che voleva essere considerato un estremista ma era guardato con sospetto dagli estremisti veri fino in fondo l'editore ha tentato di diventare un primo attore senza capire che aveva i mezzi soltanto per particine

di contorno quella del traliccio era la sua grande occasione la sfortuna la maledetta sfortuna non l'ha mollato fino all'ultimo giustificava la sua latitanza dicendo che quando il Reichstadt brucia occorre tenersi lontani ma continuava a inguiaiarsi in clamorose disavventure nello stesso tempo per altro egli non smette certi atteggiamenti tendenti a épater le bourgeois in questo senso è certo significativo che egli riesca a offrire al pubblico nello stesso momento due contemporanee e opposte immagini di sé quella del playboy e quella dell'editore impegnato d'avanguardia pronto

a pagare di persona siamo infatti al settembre del 67 i lettori di L'Uomo Vogue possono ammirare le foto dell'editore in veste di indossatore di costosissime pellicce in un servizio sui quattro re della foresta di cemento milanese dopo aver lanciato Il dottor Zivago scrive la rivista l'editore yé-yé ora lancia le pellicce Zivago e infatti l'editore posa in una foto di studio con un mantello di lontra marrone addosso e in un'altra avvolto in un mantello di persiano S.W.A. con colbacco chi vorrà scrivere una biografia o un tentativo di biografia

di questo gigantesco Ossesso in senso dostoeskiano dovrà necessariamente far partire la sua inchiesta informativa la sua indagine conoscitiva da un'accurata analisi del corpo già vastissimo delle sue edizioni più che delinquenziale il suo caso mi sembra patetico e soprattutto rivelatore di una certa mentalità molti si domanderanno per quali vie ideologiche questo rampollo di una delle più ricche dinastie lombarde sia arrivato al terrorismo posso garantire che l'ideologia non c'entra per il semplice motivo che questo ragazzo non era in grado di capirne nessuna ciò sembrerebbe in contrasto con la sua attività di editore che vantava anche notevoli successi

ma realtà questi successi vanno accreditati unicamente agli uomini di cui si era circondato tradendo l'acume dei filosofi e dei sociologhi marxisti che egli a preferenza di altri pubblicava i suoi autori preferiti quelli a cui dedicava non confessate ore di appassionata lettura erano quelli che molti anni fa avevano inventato i personaggi di Fantomas di Rocambole e di Arsenio Lupin in quegli eroi trovava rassomiglianze stupefacenti stimoli esempi da imitare gli sarebbe piaciuto essere il Fantasma dell'Opera o uno di quei misteriosi e sanguinari tipi per cui Eugène Sue

e Carolina Invernizio prosciugarono piscine d'inchiostro una lunga e pressoché ininterrotta omertà ha sempre legato il Pci e il suo figliol prodigo con troppi soldi e troppi raptus rivoluzionari si ricattavano e si condizionavano a vicenda sfortunatamente per entrambi il boy-scout lasciato a far di testa sua non si accontentava delle bombe con la crema voleva anche fare il Pietro Micca e il Reichstag è bruciato per davvero ma con lui dentro il rifugio segreto tra i monti della Carinzia in una romantica baita sepolta dalla neve e nascosta tra i boschi dove l'editore progressista aveva conservato tutti gli antichi vessatori

diritti padronali e si pagava un pedaggio per transitarvi e le guardie col cappello piumato catturavano e consegnavano alla polizia le donnette che andavano a far legna più tardi fu convertito alla rivoluzione da un giardiniere e abbracciò la sua nuova fede con il medesimo fanatismo cieco apparteneva a un genere di uomo comune in Italia che poteva passare da un movimento estremista a un altro opposto purché illiberale e mitologico senza fermarsi alle idee forse noiose e troppo serie perché non promettono nessun miracolo ma solo fatica non ereditò dagli avi quell'amore per lo stato

italiano che era invece insegnato naturalmente ai discendenti di patrioti dell'800 né per le idee di libertà e come molti figli di borbonici un secolo fa egli continuò senza accorgersene la lotta all'Italia liberale e indipendente ma da posizioni di sinistra per capirlo bisogna forse evocare alcuni personaggi simili egli somigliava al grande industriale tessile russo presso il quale erano impiegati l'ingegner Skriabin detto Molotov e l'ingegner Krassin e che al principio del secolo finanziò per anni Lenin l'Iskra e la Pravda e dopo la rivoluzione si impiccò in una camera

d'albergo di Cannes avendo capito a che erano serviti i suoi denari ricorda curiosamente per certi aspetti anche Howard Hughes il miliardario americano che vive in un mondo separato tutto per lui circondato dal segreto servito da sicofanti cortigiani e dipendenti fedeli come schiavi la rivista di moda Vogue si occupò di lui pubblicandone una foto in pelliccia con questa didascalia Dopo aver lanciato Il dottor Zivago l'editore yé-yé ora lancia la pelliccia Zivago a sinistra in un mantello di lontra marrone di Jole Veneziani a destra in un mantello di persiano S.W.A. marrone scuro di Fendi con colbacco torna in Italia deluso

dalla Bolivia mentre la sua sterile avventura balza all'onore delle cronache di tutti i giornali torna nella grande villa stile liberty sul lago di Garda con un giardino da mille e una notte ed un chilometro di spiaggia privata riprendono i party sfarzosi ed assurdi con centinaia di invitati intellettuali anarchici estremisti avventurieri di tutti i colori e molte belle donne guerriglia e champagne atteggiamenti da Filippo egalité che la Milano bene comincia a disprezzare in merito all'attentato di Segrate l'on. Malagodi ha fatto la seguente dichiarazione se veramente l'attentatore morto è l'editore termina così tragicamente per lui e sull'orlo del dramma

per Milano una carriera di dilettante della Politica rivoluzionaria di un uomo ricchissimo per eredità che giocava non da ieri al mistero e all'estremismo dinamitardo in nome di un progressismo senza sbocchi di progresso è un nuovo esempio di quella confusione degli spiriti che può essere vinta soltanto dalla ragione e dalla buona volontà in nome della libertà e dell'umanità secondo i rapporti del controspionaggio l'editore reduce dalla Bolivia e desideroso di importare in Italia i metodi della guerriglia come primo passo verso l'insurrezione armata ritenne assurdamente che in Sardegna avrebbe potuto opportunamente stimolata crescere la pianta

della rivoluzione in Sardegna a suo avviso la base rivoluzionaria esisteva bastava trovare la leva giusta mancava invece un esercito di guerriglieri l'editore credette di trovarlo già bello e pronto nelle bande che operavano sequestri e rapine nel Nuorese e Graziano Mesina il più celebre il più popolare e anche il più amato dei banditi sardi fu designato come capo nella mia costernazione per la tragica fine del povero editore devo confessare che c'è una venatura di rimorso non è che me ne senta in qualche modo responsabile ma avendolo conosciuto ragazzo quando si allenava alla contestazione esercitandola contro la madre il patrigno i precettori il latino il galateo e soprattutto

il sapone forse avrei dovuto dargli qualche consiglio che a lui non sarebbe servito a nulla lo so perché l'avrebbe rifiutato ma che ora servirebbe a me per mettermi in pace la coscienza nell'atteggiamento dell'editore c'è la chiave per comprendere il fondamentale errore della sua concezione della lotta politica in Italia per lui erano finite le illusioni della via italiana al socialismo le sostituì con altre strade che lo hanno portato a essere un tragico simbolo di fallimento nella foto un'immagine dell'editore pubblicata da Vogue all'epoca del successo del Dottor Zivago e si chiama appunto modello

Zivago una pelliccia lunga fino ai piedi di agnellino di Persia da portare con un colbacco dello stesso pelo l'editore accusava un'impotenza manifesta e permanente con molta probabilità egli soffriva di una sindrome infantile ossia era rimasto bloccato ad uno stadio infantile per effetto di traumi contratti durante l'infanzia e l'adolescenza nell'ambiente familiare e sociale di conseguenza non avrebbe raggiunto né la maturità psicologica né la maturità sessuale ma gli elementi attinenti alla sfera sessuale si riflettono su ogni altro aspetto della personalità di qui la sua rivolta alla famiglia alla classe sociale dalla quale proveniva al sistema al quale apparteneva quasi

biologicamente per nascita e consanguineità di qui il suo bisogno disperato di distinguersi e di differenziarsi il suo protagonismo disperato il denaro ebbe una grande influenza i miliardi facili danno a coloro che li possiedono un senso di ebbrezza paragonabile all'effetto che producono certe droghe tutto sembra loro consentito nessuna remora non l'opinione altrui non il codice penale non le regole della vita normale li ferma li ferma solo talvolta il timore di perdere i miliardi e con essi il potere e l'immunità ma l'editore non aveva questo timore perché le risorse erano immense perché si illudeva di potersi rifare e perché infine

stava conducendo una manovra speculativa che egli considerava sicura la sua posizione di potere si sarebbe rafforzata e quella degli altri ricchi distrutta il giorno in cui egli sarebbe tornato in Italia alla testa della rivoluzione non dategli del delinquente non lo era soltanto un ragazzo di poca testa che ha fatto il terrorista perché oggi questa è l'unica attività che fa notizia e riempie le pagine dei giornali fa perfino il manichino per la rivista di moda Vogue che lo presenta in posa da indossatore con un cappotto e colbacco di astrakan i baffi cadenti lo disegnano come un satrapo cosacco abbiamo di fronte soltanto la fine

allucinante di un uomo ricchissimo insoddisfatto sempre più perso dietro le sue lucide follie che si addestra nell'uso dell'esplosivo e parte all'attacco di un traliccio nella notte della campagna lombarda una fine assurda da pazzo soldato solitario un contestatore con moti soldi e molti complessi tragico simbolo di un fallimento la politica che diventa la sua passione ossessiva riconducendo ogni azione ogni gesto ogni parola al bisogno di soddisfare un impulso oscuro ma esigente ha voluto giocare alla rivoluzione è lo sfogo probabilmente di tutti i suoi complessi l'assurda avventura del guerrigliero

dinamitardo dilettante isolato della rivoluzione la morte di un ricco infelice che corre dietro al clamore una vita piena di svolte velleitarie una vita inquieta sbagliata e contraddittoria sotto il traliccio di Segrate la fine di una vita sbagliata il romanzaccio giallo di Segrate si articola in una serie ancora incompiuta di capitoli che spesso dopo una prima lettura risultano del tutto estranei alla trama della vicenda e non è proprio il caso di illudersi che manchino poche pagine all'epilogo né tantomeno che questo epilogo sia tale da sciogliere tutte le incertezze e fugare tutti i dubbi sul personaggio

un play-boy della rivoluzione un giovane patrizio viziato dagli agi e dai miliardi un bambino capriccioso incapace di dare un senso alla propria esistenza un alto-borghese degenere e degenerato un boy-scout un commesso viaggiatore alla ricerca di pubblicità assetato di clamore e di avventura ecc. ecc.

 

 

 

SCENA OTTAVA


Era seduta sul letto leggiucchiando la sua rivista la camicia da notte lievemente scostata da una parte a mostrare dove la sua calda abbronzatura sfumava nel biancore del seno e le braccia fuori delle coperte con una mano penzoloni all'estremità del polso abbandonato sul bordo del letto quand'egli si avvicinò lei volse la palma di questa mano verso l'alto in un gesto involontario forse d'irritazione ma fu come un moto inconscio d'appello anzi parve riassumere improvvisamente tutte le antiche suppliche tutta la segreta pantomima bizzarra della tenerezza delle ineffabili fedeltà e delle eterne speranze del loro matrimonio

dovresti bere un po' meno dice lei alzandosi dal letto stretto dove avevano dormito quella notte sotto il manifesto del Che ieri sera eri completamente ubriaco ti rendi conto hai rischiato anche di farti picchiare da quello stronzo se non intervenivamo per separarvi una scena ridicola lei attraversa la stanza decisa e va verso la finestra è inutile che adesso fai quella faccia offesa certo normalmente gliele avresti date tu ma ieri sera non eri normale non ti reggevi in piedi lei spalanca la finestra la luce del giorno entra nella stanza i rumori gli odori della campagna entrano nella stanza che spettacolo ridicolo e penoso i maschi che sfogano la loro aggressività spero che non sia questo anche il motivo per cui fate politica dice e va nel bagno a farsi la doccia lui riaprì il libro

il Console accese un fiammifero per la sigaretta che in qualche modo s'era dimenticato di mettersi tra le labbra dopo un po' trovandosi con un fiammifero spento in mano se lo ripose in tasca per qualche istante si fronteggiarono reciprocamente come due fortezze che non comunicano l'acqua che continuava a stillare nella piscina dio con che mortale lentezza colmava il silenzio fra loro c'era qualcos'altro al Console parve di udire ancora la musica della festa da ballo eppure doveva essere finita da un pezzo così che quel silenzio era pervaso come da uno stantio pulsare di tamburi

arriva la telefonata della giornalista che era appena arrivata al suo giornale e che dà la notizia che sono in corso centinaia di perquisizioni che sarebbero già stati firmati decine di mandati di cattura per militanti e simpatizzanti che il clima è paranoico che i giornali come ci si aspettava hanno scritto cose spaventose e che c'è grande attesa per l'autopsia del cadavere che si farà oggi e che dovrà rivelare le cause dell'esplosione e della morte e poi si fa passare al telefono il biondo che risponde a monosillabi e poi mette giù alzando le spalle

quando il telefono squillò il suo cuore quasi cessò di battere in realtà il telefono suonava molto limpidamente il Console lasciò il portico per la sala da pranzo dove timoroso del frenetico apparecchio cominciò a parlare nel ricevitore perché era una chiamata internazionale senza sapere quel che diceva udendo la sua muta voce chiaramente ma trasformando le sue domande nelle proprie risposte timoroso che da un momento all'altro olio bollente gli si rovesciasse dentro i timpani o nella bocca

a pranzo mangiamo la lepre non è la migliore stagione per la lepre questa dice il comandante la migliore stagione è l'inverno ma è giovane e tenera e mia moglie prima di farla cuocere per tre ore nella marinata dove è rimasta tutta la notte la fa rosolare prima e toglie il liquido che butta insieme al grasso e poi verso la fine ci aggiunge il fegato e tutte le interiora tritate fine e anche due o tre cucchiai del sangue della lepre noi diciamo tutti che è buonissima quella lepre in salmì con la polenta di farina di grano grosso che era davvero buonissima e ci facciamo raccontare dalla moglie del comandante come la fa la marinata

la fa con una bottiglia di barbera due spicchi d'aglio schiacciati una cipolla steccata con qualche chiodo di garofano carota e sedano a pezzetti qualche granello di pepe in grani mezzo cucchiaio di turno e mezzo di maggiorana essiccata una foglia d'alloro sbriciolata tre foglie di salvia e sei bacche di ginepro ci siamo io e lei a tavola col comandante e sua moglie e c'è il biondo che è rimasto lì mentre con la giornalista è tornato in città il leaderino saccente perché c'era un'assemblea alla Statale e ci ha guardati un po' male me e lei perché non ci andavamo anche noi all'assemblea poi è arrivato lì il libraio e forse qualcun altro ma questi personaggi ci serviranno per una prossima scena qui vediamo lei che è un po' meno aggressiva e io mi sento un po' meglio e racconto di quella volta che ero stato con l'editore sulla sua barca

c'era un mare spaventoso io quella volta ero stato malissimo perché soffro il mal di mare credevo di morire poi al ritorno c'era questa cosa della manovra che dal molo tutti guardano giudicano con che manovra uno entra nel porto entrarci col motore non è da gran marinaio l'editore ci è entrato senza motore con tutte le vele spiegate poi ha virato e di colpo ha ammainato tutte le vele mentre la barca puntava dritta verso il molo con l'abbrivio velocissima ancora un istante poi bisognava mettere il motore a retromarcia per bloccare la barca che se no finiva sul molo io stavo vicino a lui dietro al timone e lui a un certo punto ha schiacciato il pulsante dell'avviamento ma il motore non è partito l'ha schiacciato un'altra volta niente

il molo era ormai a pochi metri adesso va a sfasciarsi sul molo ho pensato ma la terza volta il motore è partito e la prua si è fermata che quasi toccava il molo l'editore era rimasto impassibile e la gente sul molo che non si era resa conto ha applaudito la bella manovra poi chiedo a lei che è un po' annoiata perché me lo aveva già sentito raccontare qualche volta le chiedo tu che cosa ti ricordi dell'editore lei fa una smorfia dice non lo so non riesco a ricordarmi niente adesso sembrava annoiata poi dice mi ricordo che si mangiava le unghie mi ricordo che non mi lasciava mai scendere dalla macchina quella volta che abbiamo fatto un viaggio per fare la pipì perché non si voleva fermare mai

questo è vero ma non so se va bene dice lei mi sembra chiaro che il contesto la situazione in cui la morte dell'editore è avvenuta è certamente più importante della sua figura della sua persona perché l'ha trasformata e questa trasformazione è quello che ci interessa la trasformazione di questa figura di questo personaggio di cui noi conosciamo un po' il quotidiano di cui conosciamo degli eventi anche delle banalità come le nostre perché siamo tutti pieni di banalità ma se non vedessimo in lui questa trasformazione non riusciremmo a vederlo come quel passaggio dentro le cose della storia che noi vogliamo mettere in luce resterebbero solo i suoi eventi e i suoi atti banali non vi pare non riusciremmo insomma a vederlo come da quel ponte lì si può vedere giù in basso il torrente che scorre lontano

e questo vale anche per noi dico io sarebbe di scarso interesse volere ricostruire le storie i fatti le parole delle persone che eravamo quella volta ma adesso noi siamo qui che parliamo e ci ricordiamo e ci diciamo queste cose siamo qui dopo tanti anni dopo quasi vent'anni dopo diciassette siamo qui guarda caso ma forse non è un caso siamo qui esattamente quelli che eravamo quel giorno lì a mangiare la lepre in salmì a casa del comandante lui e sua moglie non sono qui perché non esistono ce li siamo inventati ma ne esistono tanti come lui poi ci sono io che faccio sempre il professore e c'è lei che invece adesso fa la giornalista e che non stiamo più insieme più o meno da allora e c'è il biondo che è un po' meno biondo ma sempre giovane e che fa il cinema o almeno ci prova

c'è il libraio che fa sempre il libraio e che sa sempre tutte le storie del movimento e che senza la sua memoria tutte queste storie non esisterebbero più c'è il fatto che il tempo è un altro tempo per via di questi diciassette anni che sono passati e il fatto che il luogo è un altro luogo perché qui dalla finestra adesso non si vedono fabbrichette in mezzo ai campi piatti a perdita d'occhio ma si vedono le montagne e quel ponte altissimo sulle acque del torrente che sprofonda tra le rocce e c'è il fatto che siamo qui adesso a parlare di quella storia a cercare come dicevamo prima di darle un significato un valore che secondo me è importante per capire le storie di quegli anni

ci sono i due grandi momenti di passaggio i due spartiacque che sono la morte dell'editore e poi il rapimento Moro il primo che ha prodotto una nuova coscienza l'apertura di un processo attraverso una rottura con tradizioni rivoluzionarie ormai consumate come quella partigiana e quella della vecchia classe operaia mentre si apre un altro ciclo storico pazzesco che è la modificazione profonda del lavoro si mette in moto la costruzione di una soggettività personale e collettiva completamente rovesciata cioè da una storia a un'altra storia da una soggettività a un'altra e finisce la coscienza di classe nasce la collettività decentrata almeno così dicevamo una volta

l'altro momento di passaggio è il rapimento Moro che è la fine brutale di questo processo il processo ormai ha vinto si è imposto ha trasformato la società ha trasformato la gente il modo di vivere di pensare di amare i desideri e i comportamenti e questo soprattutto grazie al femminismo dice lui tante grazie dice lei ha trasformato anche le parole e anche come si raccontano le storie e questo è una mutazione irreversibile che segna anche la generazione successiva quella degli anni del riflusso questi anni 80 putridi ormai alla fine e anche se fanno di tutto per rincoglionirle queste nuove generazioni con la televisione con la droga mentre i giornali gli spiegano che loro vogliono soltanto la carriera e la famiglia e magari dio

allora dice il biondo questa morte la storia di quella morte dovrebbe diventare una storia che racconta altre storie la storia del personaggio la nostra storia e la storia di tanta altra gente la storia di quegli anni così lontani ma anche così vicini perché ancora oggi noi siamo fatti tutti di quegli anni di quella storia e perciò in quella storia c'è anche la storia di questi anni ma è una storia che racconta così tante storie che non si potrà scrivere mai a noi basterebbe poterne ritagliare un pezzetto che riesca a dare almeno il senso un po' di quella storia

io mi ricordo dice il libraio le discussioni di quei giorni che erano state un momento importante perché si trattava di fare passare una figura che tutti volevano dimenticare per quella che era stata c'era chi la voleva mettere sul pietistico chi sulla trama della Cia tutti volevano mascherarlo non volevano vederlo come una figura dentro a un contesto che era il contesto di quegli anni questa morte ha coinciso subito con una cancellazione una cancellazione e una mistificazione di questo personaggio cancellazione mistificazione spostamento modificazione cioè tutto pur di non parlare della cosa in sé basta guardare i giornali di quei giorni e si capisce benissimo la necessità di mascherare di spostare questo personaggio così scomodo

certo gli riconoscevano di avere fatto uno dei migliori istituti al mondo per gli studi sul movimento operaio gli riconoscevano la prestigiosa casa editrice però mettendo bene in luce lo scarto avvenuto il cambiamento che compie a un certo punto con la sua infatuazione per Fidel che è vista generalmente come una sua confusione mentale mentre sappiamo che i riferimenti che si facevano allora a Fidel e a tutti i movimenti di liberazione vari non erano infatuazioni ma erano le realtà in mezzo alle quali ci si muoveva erano il paesaggio il contesto in cui anche le cose che si facevano in Italia avevano la loro collocazione e il loro senso

lui stampa gli scritti di Fidel e del Che ma prima ancora ha stampato libri sulla rivoluzione algerina anche Il Giorno di Italo Pietra si occupava dell'Algeria ma era il giornale di Mattei e quindi c'era un interesse economico nel senso che c'era di mezzo il petrolio del Sahara era una strategia intelligente di Mattei che diceva noi appoggiamo la guerriglia algerina e quando questa vincerà con la Francia noi avremo il petrolio del Sahara poi Mattei muore cadendo misteriosamente col suo aereo e un mese dopo mi ricordo come fatto curioso in tutta Italia aprono i distributori Total la benzina francese che finché Mattei era in vita in Italia non c'era

quella dell'editore invece era una cosa militante forniva strumenti al movimento italiano e lui non solo stampava i documenti della guerriglia algerina ma era anche dentro in prima persona nel reseau Jeanson e è li che io l'ho conosciuto lui interveniva nelle cose direttamente come militante c'era forse anche un po' di ingenuità nella sua passione nella sua rivolta contro la sopraffazione e l'ingiustizia che lo spingevano a bruciare i tempi a saltare le mediazioni certo nella sua azione ci sono stati errori e improvvisazioni probabilmente ha commesso per generosità degli errori fatali d'imprudenza che forse gli sono costati la vita

sì dice il biondo ma adesso io penso che bisogna parlare anche di un altro grande occultamento il fatto che tutta la società di quel tempo non vuole dare legalità alla lotta operaia dura partita di slancio con l'autunno caldo del 69 è come se tutta la società italiana voglia esorcizzarla e trova i motivi del rifiuto negli elementi di violenza inevitabile nella lotta dura di questa nuova classe operaia che è incazzata che fa queste cose e che nello scontro sociale si collega alla radicalità dei giovani per cui contro di loro si usa la violenza per distruggerli e contemporaneamente li si accusa di violenza di attentato alle regole della democrazia o della legalità repubblicana come dicono i comunisti e questo è lo sporco lavoro dei mass media e degli intellettuali dell'epoca

la visione del Pci e dei democratici progressisti era quella dell'operaio portatore di valori sani dei valori morali del socialismo della società del lavoro a cui si contrappone l'idea di quello che abbiamo chiamato il rifiuto del lavoro cioè della classe che si nega come destino operaio questo è lo scontro fondamentale degli anni 70 uno scontro culturale basato sulla loro impossibilità di comprendere i nuovi valori culturali del vivere dell'esistenza e che crea una frattura insanabile perché loro pur essendo sindacalizzati e del Pci non possono tollerare che io figlio di operaio faccio le lotte per negarmi come operaio ma come tu le lotte le devi fare per gli aumenti salariali sì però compatibili col fatto che devi produrre di più ma cazzo dico io le lotte le faccio per non essere più operaio mai più

è qui che avviene il passaggio da una forma di resistenza rispetto alla controrivoluzione rispetto al colpo di stato che è una forma che per i giovani per il movimento non basta più si passa al fatto di volere trasformare radicalmente e violentemente la società cioè la rivoluzione ecco tutto questo dopo la morte dell'editore sotto il traliccio viene drammaticamente allo scoperto non solo come teoria e come progetto ma anche come pratica quotidiana e allora erompe dilaga questa complessità questo mélange questo cocktail molotov di esperienze che puntano tutte a un cambiamento rivoluzionario

è stato così dice lui e l'appuntamento emblematico della morte dell'editore rappresenta questi passaggi li rappresenta obiettivamente non è che in lui ci fosse una visione e una previsione lucida e chiara come non poteva esserci in nessuno di noi in un periodo così contraddittorio e tumultuoso lui è la somma di tutte le contraddizioni dove il vecchio e il nuovo non si risolvono ma si sommano si scontrano si accavallano si mescolano ma lui di tutte queste cose è sempre un testimone appassionato onesto lacerato che è sempre alla ricerca di queste cose che è investito da queste cose che suscita queste cose proteso verso il mondo che cambia fino a modificare il suo rapporto con il suo lavoro con il suo contesto culturale con la sua classe con il suo patrimonio e con la sua famiglia qui lei forse vuole dire qualcosa ma non la dice

non t'è più rimasto un filo di tenerezza o d'amore per me chiese ad un tratto lei quasi implorando voltandosi verso di lui egli pensò sì ti amo mi resta per te tutto l'amore di questo mondo solo che questo amore mi sembra così lontano da me e inoltre così strano perché è come se potessi quasi udirlo un brusio oppure un pianto ma lontano lontanissimo un suono triste smarrito che potrebbe tanto avvicinarsi quanto recedere non saprei dire non puoi dunque pensare ad altro che non sia il numero di libagioni a cui intendi darti si disse lui sì è così oh mio dio

va bene adesso che ci siamo detti tutto questo però qui a questo punto non si capisce bene come va avanti questa storia e se è una storia o che cos'è e a questo punto io vorrei bere qualcosa no aspetta a questo punto bisogna che succeda qualcosa d'improvviso e d'imprevisto per esempio arriva lì qualcuno arriva lì uno in loden grigio no questo non è possibile arriva lì uno con una valigia che deve consegnare a qualcuno per esempio al comandante o al giovane biondo e nella valigia ci sono dei documenti che spiegano come sono andate veramente le cose sotto il traliccio io non sono d'accordo interrompe lei mi sembra anzi una sciocchezza non possiamo adesso metterci a inventare delle storie su questa storia come se dovessimo inventare un film giallo

non era più sua qualcuno aveva senza dubbio approvato ammirato il suo elegante abito blu ardesia da viaggio e non era stato lui ad un tratto con un gesto di muta impazienza lei si tolse il cappello e scuotendo i capelli castani schiariti dal sole si alzò dal parapetto per comporsi sul divanoletto accavallando le lunghe gambe particolarmente belle e aristocratiche il divano emise un gemito sordo di corde di chitarra spezzate lui ritrovò i suoi occhiali neri e se li mise quasi per scherzo ma lo aveva colpito con una remota angoscia il fatto che lei stesse ancora aspettando il coraggio di

 

 

 

SCENA NONA


Punto sull'inchiesta sulla morte dell'editore tutte le ipotesi restano valide l'editore può avere perduto la vita nell'attentato che stava preparando come gli investigatori paiono soprattutto voler accreditare ma con pari probabilità può essere stato ucciso forse dagli stessi uomini che erano con lui nel momento della morte ora si cercano le chiavi del furgone da globetrotter dell'attentato può sembrare strano e strano in effetti è ma a questo piccolo particolare si è pensato solo adesso ieri le hanno cercate per tutto il giorno persino con i mine-detector invano se quelle chiavi non vengono trovate balza fuori la prova tanto cercata che con l'editore c'era qualcuno i suoi accompagnatori o i suoi assassini

il presidente del consiglio Andreotti riferendosi in un'intervista ai recenti fatti di violenza e alla morte dell'editore rileva che il governo si è mosso e si muove di fronte a questi fatti sconcertanti astenendosi dal compiere qualsiasi gesto che possa suonare come un intervento nelle indagini della magistratura e aggiunge credo che sia mio dovere continuare su questa strada lasciando alla magistratura il compito di cercare la verità perché essa sia tale e non una tesi infatti solo lungo questa strada lo stato può avere credibilità e l'autorità può mostrarsi degna di essere creduta

un'altra novità nell'inchiesta deriva dalla statura dell'editore morto ai piedi del traliccio di Segrate di corporatura magra asciutto e robusto misura un metro e 85 centimetri di altezza a chi appartiene allora il loden grigio trovato nel furgone arsenale la taglia del quale assai più piccola adatta a un uomo di buoni venti centimetri più basso soltanto adesso è saltata agli occhi degli inquirenti e che rafforza il convincimento che la spedizione contro il traliccio non fosse la solitaria e assurda impresa dell'editore-guerrigliero deciso a passare dalla teoria alla pratica della violenza ma un piano coordinato nella cui realizzazione era impegnato un piccolo gruppo o commando

un gruppo di oppositori al regime greco sono comparsi oggi davanti alla Corte marziale di Atene sotto l'accusa di complotto per rovesciare con la forza il regime dei colonnelli al potere l'atto di imputazione precisa che il gruppo formato da quindici persone appartenenti al movimento panellenico di liberazione Pak fondato all'estero da Andrea Papandreu aveva agito per compiere attentati dinamitardi in varie zone della capitale greca e nel porto del Pireo dove erano ancorate unità della sesta flotta statunitense in segno di protesta per la politica di sostegno degli Stati Uniti verso il regime greco

possibile si sia camuffato in maniera così vistosa da dinamitardo per compiere un'azione a dir poco insensata l'editore non aveva nessun bisogno di camuffarsi era un libero cittadino e per di più con molti mezzi dunque perché quelle patenti e quella carta d'identità false e poi quel camioncino con tanto di brandina frigidaire e viveri vari non sa di sfacciata messa in scena ma come era finito lì e perché era finito li l'uomo era bizzarro tutto quello che si vuole ma che fosse addirittura un folle si dovrebbe proprio escluderlo a meno che come suggerisce qualcuno tutta quella tragica messa in scena non simulasse un suicidio sia pure pensato e voluto a livello inconscio

il presidente Allende ha reagito oggi fermamente ad un ennesimo tentativo della reazione di creare un clima di tensione nel paese con una decisione del ministero dell'interno è stata proibita una marcia di donne organizzata dai partiti dell'estrema destra contro la politica di riforme del governo di Unità popolare l'estrema destra cilena intendeva provocare con questa manifestazione come aveva già fatto alcune settimane fa scontri e tafferugli per le strade di Santiago per mettere in difficoltà Allende e proseguire la escalation delle attività sovversive messe in atto negli ultimi tempi

anche la storia del cappotto di loden sembra destinata a cadere era stato detto infatti che il cappotto trovato sul furgoncino non sarebbe stato della taglia dell'editore sembrava una taglia più piccola corrispondente a quella di un uomo alto circa un metro e 65 mentre l'editore era alto un metro e 80 oggi è stato precisato che il cappotto in loden è sì corto ma può essere stato tranquillamente indossato dall'editore c'è da dire però a tale proposito che l'editore non era solito indossare cappotti sembra che non li abbia mai potuti soffrire nemmeno nei periodi più rigidi dell'inverno il cappotto quindi a prescindere dalla taglia poteva essere di un altro

le forze del fronte unito cambogiano hanno lanciato un attacco coordinato e fulmineo contro le installazioni militari di Phnom Penh le artiglierie e i razzi delle forze di liberazione hanno martellato le basi della capitale mentre reparti partigiani attaccavano postazioni e caserme la guarnigione della città è stata sopraffatta la stazione radio distrutta l'aeroporto messo fuori uso e numerosi aerei fatti a pezzi le milizie del governo fantoccio di Lon Nol si sono abbandonate alle più vergognose rappresaglie giornalisti stranieri riferiscono di avere visto un partigiano catturato e fatto a pezzi e teste mozzate portate in giro per le strade su picche di bambù

a questo punto tiriamo le somme l'editore è morto dissanguato dopo l'esplosione è stato accertato nel corso dell'autopsia effettuata ieri non è stato ucciso altrove dunque o con altri mezzi su questo paiono non esserci più dubbi ma in quali condizioni era era lucido perfettamente padrone di sé e del suoi atti era drogato era stordito è tecnicamente possibile che qualcuno abbia fatto brillare la carica dal basso tecnicamente è possibile risponde il tecnico della polizia ma non abbiamo trovato traccia di ciò in sostanza non abbiamo trovato il filo del secondo detonatore

i rapitori dell'industriale italiano Oberdan Sallustro direttore della Fiat-Concord argentina hanno chiesto un riscatto di un milione di dollari oltre al riscatto i rapitori di Sallustro hanno chiesto la liberazione di cinquanta detenuti politici argentini concedendo 48 ore di tempo per rispondere il comunicato distribuito alla stampa precisa che Sallustro è stato giudicato dal tribunale del popolo è stato trovato colpevole e condannato a morte la sentenza sarà eseguita se le richieste dei rapitori non saranno accolte

potrebbe averlo portato via l'assassino ma quel filo avrebbe dovuto essere lungo decine di metri perché altrimenti anche l'omicida sarebbe stato investito dall'esplosione questo è vero ma a poca distanza dal traliccio corre un fossato largo circa un metro e mezzo e profondo un metro dal quale il criminale certo un super esperto di esplosivi avrebbe potuto senza rischi far brillare la carica per compiere il delitto l'assassino ha dovuto convincere l'editore a salire sul traliccio se questo è vero il criminale è un individuo di cui l'editore aveva piena fiducia un'altra notizia significativa gli orologi usati per minare il traliccio sono dello stesso tipo e della stessa inarca di quelli usati per gli attentati fascisti ai treni dell'agosto 1969

la giuria della corte suprema di San Francisco ha assolto oggi i due giovani negri John Clutchette di ventotto anni e Fleeta Drumgo di ventisei noti come i fratelli di Soledad dall'accusa di omicidio nei confronti di una guardia carceraria come si ricorderà George Jackson il terzo dei fratelli di Soledad è rimasto ucciso nello scorso agosto nel carcere di San Quentin in circostanze misteriose che la direzione del carcere ha cercato di presentare come un tentativo di evasione il processo è stato collegato a quello in corso dinanzi alla corte suprema di San José contro Angela Davis

all'appuntamento con la morte l'editore non era solo erano con lui altre persone due o forse tre dove sono andate che fine hanno fatto ecco un altro drammatico interrogativo che si inserisce nella torbida vicenda la notizia che l'editore non era solo nelle campagne di Segrate non è stata comunicata da nessuna fonte ufficiale ma gira nell'aria viene confermata a mezza bocca si parla infatti di impronte digitali rilevate sulle armature del traliccio chi erano gli uomini che hanno accompagnato l'editore e quale era il loro compito c'è chi ipotizza che dopo lo scoppio improvviso sarebbero stati colti dal panico e si sarebbero dati alla fuga ma c'è chi avanza ipotesi più inquietanti

mentre prosegue l'inchiesta sul Number One ieri Walter Chiari interrogato per più di quattro ore durante una ennesima udienza del processo per la droga che lo vede imputato insieme ad altre 21 persone ha negato recisamente di aver mai preso cocaina se durante le indagini ha detto il popolare comico io ammisi di aver preso la droga un paio di volte lo feci dietro consiglio di alcuni agenti della Finanza i quali mi dissero che per me sarebbe stato più conveniente fare qualche parziale ammissione che mi avrebbe consentito di eludere una accusa più grave cioè il traffico di stupefacenti

un'altra indiscrezione uscita dall'ambiente tecnico dell'inchiesta riguarda una prima ricostruzione di quello che sarebbe avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì sotto il traliccio nel campo di grano di Segrate stando al parere degli esperti il pilone sarebbe stato attaccato da almeno tre se non quattro persone si pensa anche una donna e c'è chi parla di un'amica straniera dell'editore una avrebbe funzionato da palo la seconda avrebbe avuto il compito di fare la spola tra il furgone posteggiato sulla strada e il traliccio n. 71 trasportando lungo mezzo chilometro di campo il materiale necessario all'attentato la terza sarebbe stata l'innescatore e la quarta il collocatore delle cariche ma la terza e la quarta avrebbero potuto essere benissimo un'unica persona

dopo la mafia la camorra il cinema italiano continua a interessarsi di problemi sociali del nostro paese senza riguardi per nessuno è un buon segno il nuovo film che Pasquale Squitieri si accinge a girare intitolato appunto Camorra è la storia di un giovane che dopo due anni di carcere scontati per il ferimento di un guappo torna nuovamente nell'ambiente che lo aveva avviato alla delinquenza la sua unica strada è quella di far carriera nella malavita unitosi con una avventuriera cerca di eliminare il capo dei camorristi per ereditarne la paranza

l'uomo del loden avrebbe agito da basista nell'azione terroristica attribuita all'editore si sarebbe in altre parole preoccupato di procurare il furgone Volkswagen l'esplosivo e i fili elettrici e l'altro materiale occorrente all'azione di sabotaggio per farsi riconoscere avrebbe esibito all'editore mezzo biglietto da mille l'altra metà come noto venne rinvenuta nelle tasche della tuta dell'editore subito dopo la drammatica fine del suo complice sarebbe fuggito in preda al terrore portandosi via anche le chiavi del pulmino

da Pozzuoli dov'è giunta per ricevere un premio Sofia Loren se n'è andata al suono delle sirene una jeep davanti una gazzella con la luce blu lampeggiante dietro e lei in mezzo su una Maserati circondata da carabinieri sudati un convoglio che con disperata lentezza ha dovuto farsi strada tra la folla che urlava da tre ore complimenti e parolacce quanto sei bella e fai schifo te vulimmo bene e vattene alle otto di sera gli invitati erano cominciati a arrivare gli uomini in smoking e le donne in abito da sera generalmente pacchiano e di lamé la folla fischia e scandisce pa-ra-ssi-ti pa-ra-ssi-ti arrivano pezzi grossi del comune la-dri la-dri passa un pezzo grosso più grosso di quelli già passati la folla scandisce pi-ta-le pi-ta-le

è fuggito probabilmente quando ha visto sui giornali che si parlava del loden grigio e della raggiunta certezza di un terzo uomo forse leggeva tranquillamente il giornale quando ha avuto un sobbalzo e ha preso la porta a rotta di collo lasciando un bicchiere a metà pieno di vino sul tavolo accanto a una banana e sui fornelli una pentola con pasta e piselli insieme a materiale estremamente compromettente sono stati trovati documenti strappati ma riconoscibili libri pubblicati dall'editore una pubblicazione sui Tupamaros e altra roba di questo tipo qualcosa ha anche portato via come racconta la portiera che lo vide allontanarsi in gran fretta con una valigia piena da scoppiare

un film sulla vita e sulla morte dell'editore verrà realizzato da un soggetto dal titolo Il rivoluzionario solitario il produttore cinematografico che per il momento vuole conservare l'incognito ha acquistato i diritti del soggetto per ricavarne un film entro breve tempo gli autori hanno strutturato il soggetto basandosi su materiale riguardante la vita dell'editore scomparso mentre sulla sua morte hanno presentato le due contrastanti versioni ampiamente illustrate in questi giorni dalla stampa italiana e straniera

nell'abitazione gli uomini dell'ufficio politico hanno sequestrato un paio di pantaloni grigi sporchi di terriccio un paio di scarponcini di cuoio giallo e suola di gomma sporchi di fango chiavi d'automobili fra di esse non c'è quella del camioncino VW come ha specificato il magistrato un impermeabilino di tuta mimetico con scritto in inglese Emergency Blanket sul fodero di plastica l'indumento è identico a quello trovato nel Volkswagen parcheggiato a 150 metri dal luogo dove giaceva il corpo dilaniato dell'editore inoltre molle pezzetti di legno sagomati una linguetta di bomba a mano una busta contenente polvere d'alluminio un pacco di fotografie al vaglio del magistrato un distintivo che riproduce Mao Tsetung un altro con la scritta Servire il popolo e poi libri editi dall'editore

le sorprese non sono finite dopo la morte dell'editore un nuovo caso riesplode in modo clamoroso il dott. Giuseppe Rauti esponente del Msi e fondatore di una organizzazione che è stata più volte indicata come una delle centrali più pericolose dell'estremismo di destra è stato indiziato di reato per concorso in strage continuata Rauti che era stato arrestato nelle scorse settimane sarebbe responsabile anche della strage di piazza Fontana strage che finora era stata imputata a Valpreda e ad altri militanti del circolo paranarchico 22 marzo

il documento che tuttavia ha maggiormente polarizzato l'attenzione degli inquirenti è un pezzo di carta topografica della città di Milano sulla quale sono segnati con circoletti rossi sette punti uno dei cerchietti comprende la zona dove sorge l'edificio della questura milanese un altro abbraccia il settore cittadino dov'è la caserma dei carabinieri di via Moscova altri punti stando a un'indiscrezione che non è possibile controllare corrisponderebbero a edifici d'interesse pubblico e grandi aziende e alle abitazioni di funzionari dello stato e industriali

da Treviso a Milano dal Veneto a piazza Fontana dalla strage del 12 dicembre 1969 alla banca nazionale dell'agricoltura conduce la pista nera ricostruita con pazienza ed encomiabile riservatezza durante due anni e tre mesi dai magistrati di Treviso stamane mentre i fascicoli e i reperti fra i quali numerose apparecchiature per ordigni esplosivi dell'inchiesta trevigiana erano già al sicuro nel palazzo di giustizia milanese tre identici avvisi di reato sono stati notificati in carcere a Pino Rauti Franco Freda e Giovanni Ventura essi sono ora formalmente indiziati anche per gli attentati del 12 dicembre 1969 a Milano e a Roma

naturalmente secondo indiscrezioni della questura la mappa del guerrigliero è stata subito collegata con le liste di proscrizione che si afferma sono state sequestrate nell'appartamento di via Legnano n. 32 trasformato in una centrale della congiura di qui la fulminea ipotesi se il traliccio di Segrate fosse saltato mezza Milano sarebbe rimasta al buio sia pure per pochi minuti e in quei pochi minuti si sarebbero scatenati i commandos delle brigate rosse indiscrezioni da fantacronaca ma col clima che c'è in questi giorni a Milano anche ai marziani si rischia di credere

 

 

 

SCENA DECIMA


Questa storia è la storia di una storia che racconta un'altra storia o meglio altre storie o che piuttosto crede di raccontarle perché ciò che può essere mostrato non può essere detto dice lei e lui dice forse è vero non so ma adesso io volevo dire un'altra cosa volevo dire che qui abbiamo anche un caso che è un caso dei più esemplari di processo a mezzo stampa questo tipo di processo che diventerà una pratica corrente per tutti gli anni 70 grandi processi pubblici sommari in cui si emettono subito a caldo a tamburo battente e in una sola volta incriminazioni giudizi e sentenze

che sono poi le cose che restano nella testa alla gente che di tutta la storia poi si ricorderà solo quello e per sempre che ha letto allora sul giornale nei titoli in prima pagina e se anche uno risulterà assolto innocente quando forse un giorno lontano si farà il vero processo in tribunale poi ci sarà sul giornale solo un trafiletto minuscolo in una pagina che nessuno legge e il risultato lo vediamo ancora oggi dice il biondo perché vediamo che quello che è rimasto nella memoria di quasi tutta la gente di quel periodo degli anni 70 è che è stato un periodo cupo e sanguinoso mentre come tutti ci ricordiamo è stato un periodo sì duro e teso ma soprattutto di vitalità e di gioia e di intelligenza e di passione

qui forse adesso quello che servirebbe sarebbe fare un momento una parentesi e vedere come a partire dalla situazione e dal clima di allora la situazione si trasformerà tracciare insomma le linee di quello che avverrà dopo la morte dell'editore la nuova svolta che si determinerà non per questa morte naturalmente ma nel processo storico dice il biondo si d'accordo dice il libraio però volevo aggiungere una cosa a quello che dicevi prima che non è cominciata qui questa pratica del processo a mezzo stampa è cominciata già prima è cominciata in grande stile con piazza Fontana mi ricordo un episodio quando ho appreso la notizia quando sono uscito di casa quel pomeriggio che non ne sapevo ancora niente della strage

passo davanti all'edicola che mi conosce e dove compro sempre il giornale e l'edicolante con una faccia molto triste preoccupata mi chiede ha visto ha sentito io non sapevo niente e dico no lui prende il giornale il Corriere d'informazione mi sembra e me lo spalanca davanti con i titoli della strage e mi dice con una faccia quasi un po' da rimprovero mi dice eh ma non si fanno di queste cose io resto lì e come cosa non si fanno gli rispondo duro eh no lui si tira subito indietro e la cosa finisce lì ma la cosa è grave perché il giornale già annunciava gli anarchici come autori della strage e quello mi conosceva come anarchico comunista e cosi via

per capire il clima di allora dice il biondo teniamo anche conto che la morte dell'editore avviene pochi giorni dopo che a Milano c'è stato il più grosso episodio di guerriglia urbana il famoso 11 marzo con l'assalto e le fiamme al Corriere della sera tre ore di scontri duri di battaglia nel centro della città con i sassi le bottiglie le fionde con le barricate con i giovani che respingono per ore gli attacchi della polizia che poi alla fine disorientata si ritira sparando all'impazzata candelotti a altezza d'uomo e uno di questi poi in piazza della Scala piglia in faccia da pochi metri un passante un pensionato e lo uccide

è interessante notare dice il libraio che questi scontri nascono ancora sulla lotta antifascista nascono in largo Cairoli contro un comizio fascista della maggioranza silenziosa però subito gli scontri si spostano verso altri obiettivi il Corriere della sera e le vetrine della Renault che vanno in frantumi insieme a alcune macchine esposte per ricordare l'assassinio di Overney un compagno ucciso a Parigi da un guardione della Renault è da notare anche che da quella manifestazione alcuni gruppi meno radicali si erano dissodati è proprio in quel periodo che per mancanza di elaborazione strategica i gruppi finiscono per esaurirsi e si rompe la loro unità d'azione e nasce l'autonomia

l'autonomia nasce su questo nasce dicendo l'antifascismo non è il problema l'antifascismo noi lo diamo per scontato il vero problema è lo scontro interno della sinistra in questa seconda fase questa svolta che avviene dopo la morte dell'editore la rivoluzione incomincia a decentralizzarsi dovunque c'è da rimettere in gioco qualcosa in rapporto alla propria collettività di appartenenza incomincia a sollecitare e a sostenere tutte le contraddizioni le insubordinazioni le rivolte tutte le rivendicazioni là dove nascono e allora nessuno ascoltava le Br che applicavano il vecchio modello rivoluzionario della centralizzazione politica monolitica che non aveva nessun rapporto con le insubordinazioni con il casino che stavano succedendo

e mentre il Pci facendo anche un indebito trapianto dell'esperienza cilena diceva è vero che c'è questa realtà golpista però bisogna sconfiggerla con un'altra strategia che non è quella del rapporto di guerra ma quella di riuscire a creare questa specie di fronte con i cattolici creare questo vasto movimento popolare per bloccare e isolare la destra golpista per cui il Pci parte su questo progetto a cui dà quel bruttissimo nome di compromesso storico cambia linguaggio butta via la vecchia retorica resistenziale e comincia a usare un linguaggio in cui sovrabbonda il termine democrazia però non sa inventare nient'altro riesce solo a vivacchiare a resistere alla dissoluzione della classe operaia distruggendo però tutte le forme di radicalità soprattutto nei giovani

lei si era avvicinata alla finestra e guardava giù dalla finestra adesso evidentemente qualcosa aveva attirato la sua attenzione perché era rimasta immobile un po' protesa in avanti sulla ringhiera che tagliava a metà la finestra senza appoggiarsi ma sporgendosi piegata verso lo strapiombo mi fai venire le vertigini da qua solo a guardarti disse il libraio non potresti tirarti un po' indietro adesso no disse lei ma però potresti non guardarmi no ma che cosa stai guardando disse il biondo lei non disse niente e non si mosse e continuò a guardare giù muovendo impercettibilmente la testa da destra verso sinistra come se stesse seguendo qualcosa mentre lui continuava a parlare

nell'autonomia non c'è un'idea di futuro questa è la novità perché mentre le rivoluzioni precedenti dicevano prima prendiamo lo stato poi lo trasformiamo il che vuole dire che quando fai una rivoluzione hai già una idea di futuro dentro il quale poi metterai tutte le vicende e le soggettività particolari vuol dire che prima ti scontri con una struttura dello stato delle gerarchie del lavoro esistente la abbatti la modifichi e poi rimetti in piedi un'altra struttura che sarebbe poi quella comunista e là dentro ci dovrebbe essere il modello di tutte le soggettività particolari che si risolvono e che invece non si risolvono poi per niente come abbiamo visto in tutte le realizzazioni finora del comunismo lei voltò la testa e ebbe la sensazione che gli altri stavano più attenti ai suoi movimenti silenziosi che alle parole di lui

questa è l'idea della struttura che poi determina tutte le altre cose che devono succedere e con la chiusura di questa fase antica della rivoluzione è anche questa idea che salta perché adesso quando le collettività i soggetti incominciano a rivoluzionare se stessi non partono più da una rimessa in discussione della struttura dello stato della gerarchia e così via ma agiscono e verificano immediatamente il rivoluzionamento nella loro situazione nella loro condizione attuale nella loro vita quotidiana e in questo senso sembrano agire senza futuro senza avere una visione di futuro globale perché le cose che fanno le fanno e le verificano direttamente nella loro situazione particolare dunque questa è una rivoluzione che marcia dentro i processi quotidiani e materiali e questa è stata la grande novità bene professore disse lei lasciando la finestra però adesso usciamo un po' no

va bene adesso andiamo a fare due passi dice lui passiamo il ponte e poi scendiamo giù fino al torrente vi voglio fare vedere dove era il vecchio mulino lei è contenta di buonumore gli prende il braccio ridendo mentre scendono giù per il sentiero ripido verso il torrente incassato giù tra le rocce poi dietro viene il libraio mentre il biondo era rimasto un po' più indietro perché era tornato indietro a prendere qualcosa la macchina fotografica forse e il sentiero è molto ripido sotto si vedono le rocce appuntite tra cui scorre l'acqua del torrente e sopra di noi c'è il grande ponte che ci sovrasta da una riva all'altra riva e alzando ancora più gli occhi si vedono le cime delle montagne vicine

io credo che quella fascia generazionale lì che è quella del biondo dice il libraio mentre scendono giù per il sentiero credo che questi giovani che allora avevano 15 o 20 anni quando si trovano a fare questa scelta che matura tra il 71 e il 72 e che diventa negli anni successivi processo generale nelle fabbriche nelle scuole nelle parrocchie nei quartieri è come se avessero subito una modificazione antropologica non trovo altro termine una modificazione culturale di sé irreversibile da qui non puoi più tornare indietro per questo poi questi soggetti più tardi dopo il 79 quando tutto finisce impazziscono si suicidano si drogano proprio per l'impossibilità e l'insopportabilità di essere riomologati

il rumore delle cateratte dietro di loro si perdeva ora nel fragore della cascata ancora da raggiungere l'aria era piena di spruzzi e l'acqua polverizzata se non fosse stato per il fragore quasi si sarebbe potuto udire il crescere delle cose al rapinoso passare della corrente attraverso la folta vegetazione infracidita che da per tutto attorno a loro spuntava dal terreno alluvionale improvvisamente rivide in alto il cielo le nubi da rosse si erano mutate ora in bianco-azzurrine un colore particolare luminescente masse profonde e compatte alla deriva illuminate sembrava più dalla luna che dal sole e tra esse rombava ancora il cobalto fondo e impenetrabile del pomeriggio

perché gente come il biondo non può più tornare indietro da quella vicenda che nel 79 si rompe allora tutto si rompe tutto si è rotto però per rompere tutto occorre l'unione di tutti i partiti occorrono le forze armate occorre la magistratura occorrono tutti i mass media non è mai successo in uno stato moderno che ci voglia tutto questo spiegamento di forze per far fuori quella che viene definita una minoranza che invece era una maggioranza sociale in movimento di trasformazione di cui una parte ha subito una radicale modificazione antropologica come percezione del mondo delle emozioni del sesso della cultura del rapporto col denaro e quindi adesso se non sono impazziti restano ai margini o si appassionano per qualcosa che li riporta al loro passato come il biondo che è così appassionato adesso per l'idea di questo film

si sentì sciogliere il cuore un senso di pace generale di pace montana parve scendere su di loro era una sensazione falsa era una menzogna ma per un momento fu quasi come se stessero tornando a casa dalla spesa ai vecchi giorni lei gli prese il braccio ridendo si misero al passo ed ora c'erano di nuovo le muraglie e il loro viale declinava fino in strada dove nessuno aveva spazzato la polvere già impressa da nudi piedi mattutini ed ecco ora il loro cancello fuor dei cardini e steso a terra subito oltre la soglia come del resto era sempre stato steso con aria di sfida seminascosto sotto il cespo di buganvillea

guardali disse il biondo al libraio che aveva raggiunto mentre scattava una foto di lui e di lei che camminavano davanti a loro sottobraccio con aria felice non sembrano di nuovo una coppia il libraio non poteva troppo guardare in basso per via delle vertigini era meglio quando risalirono per il sentiero anche se più faticoso poi erano lì di nuovo nella casa all'imbocco del ponte che lo vedevano dalla finestra proteso all'altra riva erano lì di nuovo seduti io non so come è meglio raccontare questa storia diceva lui e se bisogna veramente raccontare una storia non è questo quello che mi interessa veramente non so voi ma io non so se questo è quello che ci porta dall'altra parte del ponte lascia perdere qui ora abbiamo tutto il quadro storico e politico

però qui ora bisogna introdurre dei fatti nuovi bisogna che succeda un fatto nuovo perché se no qui non succede più niente la storia non va più avanti resta lì così per aria arenata dovremo sforzarci un po' a trovare qualcosa che funzioni perché ormai siamo quasi alla fine e prima della scena finale bisogna mettere lì ancora delle cose perché ci sono delle cose che ancora vanno dette e chiarite dunque dove eravamo rimasti io sono stanca e non mi vengono altre idee dice lei potremmo bere qualcosa dice lui non vorresti smettere almeno per un po' di bere o almeno bere un po' meno dice lei in tono affettuoso gentile questa volta

eppure non dobbiamo a noi stessi a quel nostro io che creammo indipendentemente da noi di tentare ancora ahimè che è accaduto all'amore e alla comprensione che un tempo avevamo che cosa sarà di tutto ciò che cosa sarà dei nostri cuori l'amore è la sola cosa che dà un significato alle nostre povere esistenze sulla terra non precisamente una scoperta temo penserai che io sia matto ma è anche così che bevo come se stessi ricevendo un sacramento oh ascoltami non possiamo permettere a ciò che creammo di sprofondare nell'oblio in questo modo squallido

eravamo rimasti che dopo avere visto i giornali con la storia del riconoscimento del cadavere la notizia clamorosa che si tratta dell'editore i commenti le supposizioni eccetera la sera si scazzano la mattina dopo c'è la conversazione col comandante in paese poi c'è il pranzo con la lepre in salmì alcuni sono partiti alcuni sono arrivati e poi non so parlano di come è stata commentata la figura dell'editore s'indignano per come è stata mistificata calunniata derisa e poi si accenna un po' a cosa è successo dopo la morte dell'editore be' no questo non è che possono dirlo loro là allora questo siamo noi che lo diciamo qua adesso

è rimasto in sospeso quell'invito la sera alla cena in paese la cena per le nozze dei due giovani amici del comandante questo va bene ci vanno lì tutti ci sono queste tavolate vino e allegria si suona la chitarra si cantano le canzoni
le masse anche in Europa non stanno più a guardare
la lotta esplode ovunque e non si può fermare
ovunque barricate da Burgos a Stettino
ed anche qui da noi da Avola a Torino
da Orgosolo a Marghera da Battipaglia a Reggio
la lotta dura avanza i padroni avran la peggio
e quindi che cosa vuoi di più compagno per capire
che è suonata l'ora del fucile?
e così via e si canta anche Bandiera rossa e l'internazionale naturalmente e tutti che cantavano insieme

e poi quando c'è il momento della torta arriva la grande torta di nozze e lì sulla torta di nozze c'è una grande stella a cinque punte una stella rossa no ma questo è successo davvero io ci sono stato davvero a quel pranzo da quelle parti e penso che vada bene una scena così a questo punto una scena così è molto bella perché lasciando da parte le Br dovrebbe significare una scelta il passaggio alla nuova fase della rivoluzione una nuova storia che parte e che si mette in moto come poi in realtà è avvenuto qui non stiamo adesso a giudicare come e perché perché qui adesso stiamo solo raccontando una storia che è vera

naturalmente lì il biondo ci si trova benissimo fraternizza si unisce discutono s'intendono forse entrerà a far parte di quella banda forse in questo momento si gioca la sua scelta che sarà una scelta definitiva irrimediabile e che pagherà poi duramente ma senza rimorsi senza pentimenti gli altri noi siamo spettatori benevoli ma un po' distanti osservatori partecipi di una storia che ci riguarda ma di cui non saremo i protagonisti adesso lei vuole ballare adesso hanno cominciato a ballare con la musica che suona un valzerino e anche lei vuole ballare e balla col comandante che l'invita e che balla benissimo il valzer

e allora è lì che può essere che lì a un certo punto può arrivare quello con la valigia lo so che tu sei contraria ma pensiamoci un momento in tutto questo clima arriva lì alla festa quello della valigia arriva uno che nessuno conosce o che pochi conoscono o meglio uno che è di quel posto di quei paesi che lo conoscono tutti amico compagno degli sposi e dei loro amici uno del loro gruppo che è scomparso da un po' si dice che è entrato nella clandestinità arriva lì cercando con questa valigia dove ci sono dei documenti importanti lui è in fuga magari è ferito

magari era con l'editore sotto il traliccio pensa qualcuno e adesso deve affidare a qualcuno quella valigia perché deve andarsene alla svelta ha il tempo contato ma deve eseguire la sua missione consegnare quella valigia magari affidare a qualcuno la verità di quello che è successo sotto il traliccio di come è morto veramente l'editore forse quella verità è in una registrazione in una cassetta che consegna al comandante o a qualcun altro ma che non si dovrà ascoltarla prima del giorno del funerale dell'editore

 

 

 

SCENA UNDICESIMA


Milano è una piazza d'armi alla Scala c'è un muro di scudi di plastica una foresta di manganelli al Duomo a San Babila i baschi neri dei carabinieri marciano come alle manovre per prendere posizione a ogni angolo di strada le armi sono tenute bene in mostra compaiono anche i mitra pesanti caricatori da quaranta colpi due piedi sulla canna perché con quelli si spara distesi a terra il rinculo è violentissimo a far fuoco in piedi un uomo non ce la farebbe gli elicotteri sorvolano ronzando la città il pilota e l'operatore osservano col binocolo ma non è l'operazione strade sicure gli uomini sono venuti da tutta la Lombardia da mezza Italia per la prima volta a quanto si ricorda anche decine di commissari sono stati fatti accorrere da altre questure

era un martedì quando l'editore morì in un campo di grano ai piedi di un traliccio minato di martedì a due settimane di distanza il suo corpo dilaniato è stato tumulato nella cappella di famiglia al monumentale il corteo funebre non era stato permesso dalla questura per motivi di ordine pubblico la salma composta in una cassa di abete greggio chiarissimo l'abete dei suoi monti della Carinzia è stata portata in forma privata dall'obitorio al cimitero di prima mattina

il gran sole di primavera non è bastato a disperdere quell'atmosfera di grande tensione che la gente ha avvertito a Milano durante tutta la giornata per i funerali dell'editore la città ha vissuto una giornata di apprensione a momenti di angoscia tre elicotteri dei carabinieri si sono alzati in volo alle 7 del mattino e hanno continuato a girare sulla città fino al tramonto sorvegliando dall'alto strade piazze il centro la periferia e l'hinterland milanese per un raggio di 30 km posti di blocco lungo le autostrade le statali le provinciali code di automobili con le portiere spalancate clacson inferociti

la città quasi in stato di assedio per i funerali proibiti dell'editore si temevano incidenti che per fortuna non ci sono stati forse grazie anche all'imponente servizio d'ordine pubblico che ha scoraggiato eventuali fomentatori di disordini un piano preciso era stato predisposto fin da lunedì scorso dal questore d'accordo con il comando della I divisione Pastrengo dei carabinieri con la polizia stradale la polizia ferroviaria e i vigili urbani rinforzi di polizia e di carabinieri sono affluiti da altre città insieme con funzionari e con agenti in borghese si calcola che circa 5000 uomini siano stati impiegati in questo eccezionale servizio d'ordine

in una città praticamente stretta d'assedio con uno spiegamento di forza straordinariamente imponente si è fatto uso anche di elicotteri si sono svolti al cimitero monumentale i funerali dell'editore trovato morto sotto un traliccio dell'alta tensione a Segrate una località a pochi chilometri da Milano ieri il questore richiamandosi ad una legge del 1931 aveva vietato il corteo funebre col pretesto che avrebbe potuto causare incidenti pregiudizievoli per la sicurezza e la pubblica incolumità in seguito a tale grave decisione la città è stata posta sotto il controllo di migliaia di poliziotti e di carabinieri

le camionette delle cariche i gipponi gli idranti gli autocarri i cellulari i vetri protetti dal graticcio metallico a bordo cassette già aperte di lacrimogeni formano colonne ai lati delle vie in testa ad ogni colonna il trombettiere pronto a incrinare l'aria con i prescritti tre squilli il cimitero monumentale ricorda un castello assediato davanti alle rosse mura dei mattoni il verde schieramento compatto delle forze dell'ordine tutto perché si sta seppellendo un cadavere quello dell'editore

sono state utilizzate tutte le pattuglie al completo in particolare quelle civetta i carabinieri hanno agito in un raggio di trenta chilometri dal centro controllando circa 14000 auto e 25400 persone la polizia aveva provveduto anche a istituire un servizio di sorveglianza allo stesso cimitero monumentale prima ancora che vi fosse trasportato il feretro dell'editore la tomba di famiglia è stata presidiata nella notte precedente e sono stati sguinzagliati persino cani poliziotto addestrati alla scoperta di ordigni non si poteva neppure escludere la macabra ipotesi di qualche attentato anche nelle prossime notti la tomba rimarrà sorvegliata

praticamente in ogni quartiere gli imbocchi di tutte le strade e autostrade in un raggio di 20 chilometri almeno erano sorvegliati da 150 gazzelle dei carabinieri e ad ogni punto cruciale ad ogni nodo del centro e della periferia vigilavano posti di controllo forti di almeno un plotone ci sono stati scontri e disordini non importanti al ponte della Ghisolfa ma in compenso la giornata che si temeva potesse riportare a Milano la violenza di due settimane addietro è trascorsa tranquilla

mai visto uno schieramento di polizia così imponente per un funerale fin dal primo mattino agenti e carabinieri erano già in movimento erano passate da poco le sei ed in piazzale Gorini davanti all'obitorio sono arrivati sei camion una quindicina di jeep ed otto gipponi stracolmi di uomini in divisa c'era anche una corriera piena zeppa di agenti in borghese la bara che è arrivata al monumentale poco prima delle 8 il cimitero era già stato stretto d'assedio da migliaia di poliziotti e carabinieri è stata quindi sistemata in una cripta vicino all'entrata

erano le 7,30 quando il furgone nero del comune si è mosso dall'istituto di medicina legale di piazza Gorini dove il corpo dell'editore era stato portato con il falso nome di Vincenzo Maggioni le generalità che risultavano dalla carta d'identità trovata nelle sue tasche sin dal primo mattino la polizia aveva circondato tutta la zona per evitare che la triste circostanza fosse strumentalizzata dai gruppetti estremisti che diventasse il pretesto per una nuova manifestazione di piazza così come aveva disposto la questura solo i familiari hanno assistito a questa prima parte della cerimonia

tutt'intorno alla camera ardente rami gialli di forsizie un fittissimo intreccio ai piedi del feretro adagiato su un alto zoccolo un cuscino di rose rosse sul coperchio felci rami di pino e di altre piante di bosco solo più tardi è comparso un nastro rosso il grande afflusso dei visitatori è cominciato nel primo pomeriggio alle 15 tutto il piazzale del cimitero era pieno di gente sotto un sole che scottava erano in gran parte giovani giovanissimi bluejeans e maglioni folla anche sulla gradinata centrale e folla affacciata ai loggiati sul piazzale molta animazione un incessante brusio

sulle grandi terrazze che si aprono a semicerchio intorno alla chiesa monumentale in un solenne scenario di archi di balaustre di marino e di statue la folla si affacciava come per assistere ad uno spettacolo altri sedevano in fila sulla gradinata che conduce alla cappella molti fumavano invano redarguiti dai pochi custodi c'era una strana atmosfera tra la kermesse e l'attesa di qualcosa di grave che sarebbe potuto accadere da un momento all'altro la morte dell'editore figlio ribelle della Milano ricca e potente che si rifletteva in quei monumenti funebri opere di grandi artisti e in quelle cappelle degne di figurare nei cataloghi di un museo sembrava un fatto incongruo e lontano una avventura incomprensibile e assurda

a braccia poco prima delle 16 la bara è stata sollevata dal catafalco di velluto verde fra due ali di folla è stata quindi portata fino alla cappella di famiglia la numero 177 al reparto 2 è stato un percorso brevissimo sotto un sole primaverile che stagliava ombre nette è stato anche il momento di maggiore tensione mentre dai gruppetti di estremisti con il pugno levato venivano intonate le prime note di inni e mentre qualcuno scandiva slogan come compagno sarai vendicato e borghesia assassina

quando la bara è stata finalmente issata in cima ai gradini si sono alzati pugni chiusi una selva di braccia ancora una volta si sono levati canti rivoluzionari e sono stati scanditi in coro i nomi di Marx Lenin e Mao Tsetung l'editore è stato assassinato borghesia assassina ha gridato qualcuno faceva caldo il cielo era di un azzurro terso ogni tanto si levava il ronzio dell'elicottero dei carabinieri che per tutta la mattinata e per buona parte del pomeriggio ha sorvolato la zona del cimitero monumentale quel rumore basso e insistente seguito dal fischio di un jet che stava prendendo quota si è portato via tutto l'inizio dei discorsi

fendendo a fatica la folla che aveva invaso le tombe vicine la bara è stata portata nella cappella di famiglia una costruzione neoclassica alta 17 metri rivestita di marmo botticino costruita nel 1915 su disegno dell'architetto Guido Cesarini vi riposano i corpi del padre dell'editore e della nonna accanto a loro è stata posta la bara che all'ultimo momento è stata ricoperta con una bandiera rossa molti hanno anche gettato fiori che sono ricaduti nell'atrio della cappella

continuava il pellegrinaggio davanti alla bara una sfilata lenta continua qualcuno toccava il feretro qualcuno alzava il pugno e qualcuno si faceva il segno della croce poi alle 15,30 un gran movimento di poliziotti si è formato un robusto cordone di agenti che a stento è riuscito però a trattenere l'ondata della folla la cripta in cui era esposta la bara si è di colpo riempita di un assordante brusio alle 16 infine la tumulazione il feretro è stato portato a spalle dai dipendenti della casa editrice è stato a questo punto che si sono levate le prime grida i primi canti

hanno cominciato a cantare quando il feretro portato a spalla da amici e da dipendenti della casa editrice ha lasciato l'androne nel quale era rimasto dalle otto del mattino coperto di felci e di rose su uno sfondo di rami di forsizia il fiore giallo che è il simbolo della Carinzia e cantavano a mezza voce un coro triste e sommesso nel quale a stento si distinguevano le esortazioni alla lotta dell'Internazionale

le canzoni della rivoluzione gli slogan della condanna e dell'ira gli impegni e i giuramenti di vendetta hanno accompagnato l'editore fino alla soglia della suntuosa cappella di famiglia dove la bara di abete bianco della Carinzia ornata di chiodi dello stesso legno è stata inumata qualche minuto prima delle quattro in un pomeriggio caldo di sole e gonfio di passione politica a salutarlo erano venuti in cinque o seimila barbe e capelli lunghi bluejeans e tascapani bandiere rosse occhi duri sui poliziotti schierati in una cintura di ferro intorno al perimetro del cimitero e ammassati all'ingresso davanti al cancello centrale

d'improvviso però il coro si è alzato di tono le voci si sono fatte rabbiose le mani chiuse a pugno sono diventate una selva e hanno cominciato a sventolare le bandiere rosse compagno sei stato assassinato compagno sarai vendicato e altre grida di rabbia altre minacce contro la borghesia assassina parole dure che risuonavano assurde nel pomeriggio di sole fra le tombe monumentali che fanno del cimitero di Milano forse il più importante museo della scultura lombarda e dove riposano da Manzoni a Cattaneo a Forlanini tutti gli uomini che nell'industria nelle lettere nelle arti figurative e nella musica hanno illustrato questa regione

la bara d'abete è stata rimossa alle 15,45 portata a spalla dai dipendenti della casa editrice fino alla cappella della famiglia reparto 2 numero 177 accanto alla tomba della famiglia Pirelli ma molto più grande quando la bara è stata calata nel sotterraneo della cappella la folla che salutava con i pugni chiusi cantando l'Internazionale ha cominciato a scandire compagno sarai vendicato alle 16,30 la tensione si è dissolta per le strade le colonne motorizzate della polizia sono rientrate nelle caserme e la città è ritornata finalmente alla sua vita normale

adesso escono dal cimitero ad ondate ininterrotte il piazzale è ormai pieno zeppo di gente davanti ai cancelli continua intanto a restare compatto lo schieramento dei poliziotti con lo scudo la celata calata sugli occhi e un grosso sfollagente impugnato tutt'attorno alle mura decine di camion di jeep di gipponi stracarichi di carabinieri armati di tutto punto i tascapane gonfi di bombe lacrimogene l'elicottero continua sempre a ronzare instancabile

lo spettacolo che si offrì ai loro occhi quand'essi emersero sulla strada fu terrificante i neri ammassi di nubi continuavano a salire nel cielo crepuscolare altissimi sul loro capo a un'altezza immensa un'altezza immensa fino all'orrore uccelli neri senza corpo più simili a scheletri d'uccelli vagavano come portati alla deriva tempeste di neve s'inseguivano lungo la vetta oscurandola mentre la sua mole si perdeva dietro un velo di stratocumuli ma l'intero massiccio sembrava avanzare su di loro viaggiando insieme coi nembi protendendosi sopra la valle sul fianco della quale incisa a rilievo dalla strana luce malinconica scintillava la piccola vetta ribelle d'un colle con un minuscolo cimitero in essa scavato

ancora pugni chiusi levati al cielo inni intonati in coro slogan ripetuti infine gli inservienti hanno chiuso i cancelli lentamente aspettando che tutti lasciassero i vialetti di ghiaia su cui erano rimasti molti fiori i responsabili dell'ordine pubblico a Milano e a Roma erano sicuramente soddisfatti ieri sera i funerali dell'editore sono diventati comizio ma il comizio non è sfociato in incidenti lo spiegamento di polizia e di carabinieri ha ottenuto l'effetto deterrente che si proponeva la vita di Milano non è stata turbata da scontri e violenze alle inquietudini della vigilia elettorale al disorientamento per l'accavallarsi di piste rosse e piste nere non si è aggiunto un nuovo motivo di disagio

la manifestazione per l'editore al cimitero monumentale ha suggerito anch'essa nella sua sostanziale compostezza qualche riflessione gli studenti sono accorsi numerosi nella tenuta standardizzata giacche a vento per gli uomini pantaloni per le ragazze profusione di capelli e barbe ma di operai non crediamo di averne visto neppure uno e non si obbietti che gli operai a quell'ora erano in fabbrica perché ci sono quelli dei turni che finiscono alle due del pomeriggio o i tranvieri che lavorano di notte e tanti altri lavoratori liberi per le più svariate ragioni è che gli operai hanno capito come l'occasione fosse ben strana per una loro partecipazione

una tuta mimetica una tessera falsa una carica esplosiva che salta un prato di periferia nel buio della notte e adesso tutto quel sole la bara di legno pregiato la cappella alta 17 metri quasi una piccola chiesa i giovani che gridano borghesi assassini e promettono la prossima rivoluzione restituito nella morte alla sua dimensione ma ad essa conteso fino all'ultimo istante dai compagni che giurano di vendicarlo l'editore è scomparso nel pomeriggio di oggi personaggio emblematico di un tempo inquieto e confuso nel suo nome saranno forse commesse altre violenze ma oggi mentre la folla cantava bandiera rossa qualcuno ha certo pianto per lui

 

 

 

SCENA DODICESIMA


Tanto questo film non si farà mai disse lei la scena del funerale disse il biondo facendo finta di non sentirla e chiudendo la finestra perché c'era troppo vento è l'ultima scena è quella in cui tutti sono lì insieme per l'ultima volta per qualcosa che avevano in comune e che non c'è più ci sono lì tutti al funerale dell'editore e si consumano tutte le storie si consuma la rottura tra la giornalista e il biondo che mi sembra già chiara e scontata e che s'intreccia con la sua scelta politica che lo porterà alla lotta armata ma naturalmente questa scelta va preparata magari in un dialogo col comandante da cui risultano che so le differenze e i punti in comune tra la lotta partigiana e la nuova lotta armata quelle cose che abbiamo già detto insomma

e poi c'è lì al funerale il comandante commosso e silenzioso che ha deciso ormai di mettersi da parte c'è il libraio di cui non ci siamo ancora occupati molto e su cui penso che bisogna inventare una storia che ha a che fare con il suo lavoro con la sua libreria se no perché c'è qui un libraio in questa storia e poi c'è soprattutto la storia tra lui e lei che è un po' la storia centrale di tutta questa storia il loro rapporto andato in crisi e che potrebbe anche quello finire h mentre c'è tutta questa confusione al funerale in questo clima strano di tristezza e di eccitazione che è una scena importante perché è quella che simbolicamente spiega tutto e dovremmo un po' metterla a punto adesso prima di lasciarci

non so se riusciamo adesso a parlare di quello che è successo allora disse lei a ricostruire o almeno a capirla perché in fondo questa cosa ci ha colti assolutamente impreparati finiva una storia politica intensamente vissuta insieme per cui a un certo momento questo veniva a mancare e non si poteva più andare avanti con una vita di coppia che non poteva più essere quella di prima e allora o si aveva la forza di inventarsene un'altra cioè di dire ci modifichiamo eccetera ma ci modifichiamo insieme e questo è difficile però bisognava parlarne bisognava avere voglia di parlarne ma allora non è stato così allora si passava il tempo a parlare di tutto quello che succedeva fuori perché allora fuori succedevano mille cose o a leggere i giornali e l'unica volta che mi sono sforzata di tentare di parlarti tu leggevi i giornali

lui ebbe la tentazione di rialzare il capo e gridare di gioia lei è qui con me svegliati lei è ritornata amor mio tesoro mio ti amo il desiderio di trovarla immediatamente di ricondursela a casa in giardino c'era ancora in attesa la bianca bottiglia di Tequila Añejo de Jalisco semipiena di porre fine a quella gita insensata d'essere soprattutto solo con lei lo colse e il desiderio pure lo colse di ricominciare immediatamente a vivere con lei una vita normale e felice una vita per esempio in cui fosse possibile la stessa innocente grazia e letizia che tutta quella brava gente intorno a lui godeva ma avevano mai condotto una vita normale e lieta sì lo era stata

per dare un senso a questo personaggio femminile bisogna dargli un po' di spessore ma a tutti questi personaggi bisogna dargli un po' di spessore o non si capisce bene chi sono che cosa sono il libraio per esempio ce lo siamo perso per strada non può mica essere solo quello che registra le storie che senso ha in questa storia certo disse il biondo che si era messo a camminare su e giù nervoso ma qui tutti i personaggi sono appena accennati stiamo ancora solo cercando degli spunti delle motivazioni da inserire in questo quadro di quel periodo che abbiamo cercato di ricostruire mettendoci un po' tutti i nostri ricordi le nostre valutazioni ripensandolo adesso a distanza poi certo bisognerà poi scendere nei particolari

ma non si tratta solo di particolari disse lei ma anche di cose generali come il fatto che allora vivevamo un'idea e su questa idea tutto si muoveva facciamo questo facciamo quello facciamo la rivoluzione non c'era nessun bisogno di comunicarsi nulla c'era un obiettivo tutto esterno rispetto al quale agio disagio questo mi piace di più o di meno di quello che piace a te non era poi tanto importante l'importante era tutto fuori non era importante come erano le persone non era importante come era l'uomo come era la donna quello che voleva uno quello che voleva l'altro perché c'era questa specie di enorme mano di cemento che si stendeva su tutto e quindi non si stava tanto a pensare come dovevano essere i rapporti non solo tra uomini e donne ma anche tra gli uomini tra di loro e poi su tutto questo è arrivato l'alito della morte

perché non ce ne andiamo ora domani oggi stesso che cosa ce lo impedisce lui le cinse le spalle col braccio pose la testa bagnata di sudore sui capelli di lei come un bambino e per un istante fu come se uno spirito di compassione e di tenerezza aleggiasse su di loro vegliandoli proteggendoli lui riprese stancamente perché no? andiamocene per l'amor di dio andiamocene a migliaia a milioni di chilometri di distanza ovunque tu voglia purché sia lontano semplicemente lontano da tutto questo gran dio lontano di qua

secondo me disse il libraio dovrebbe essere lei che determina la rottura perché lei ha la coscienza della situazione in cui si trova il loro rapporto mentre lui sente solo un disagio che non si preoccupa tanto di approfondire per me allora è stato il contrario io invece in quel periodo ho fatto una famiglia ho fatto una figlia con quella ragazza con cui ero andato quella volta a trovare l'editore e ho fatto la libreria proprio in quell'anno l'ho fatta perché allora c'era una necessità che si sentiva anch'io sentivo che quella fase lì il 68 la contestazione l'autunno caldo era finita era stata una fase esaltante avevi capito tante cose però quello che facevi non era più sufficiente sentivi che occorreva costruire qualcosa di nuovo nei luoghi in cui ti trovavi a operare o altrimenti uscire da quel luogo e inventarne un altro

e questo in un certo senso è quello che ha fatto anche l'editore perché anche lui sentiva questa necessità che è diventata chiara per tutti in quel periodo di questo passaggio dalla teoria alla prassi come sperimentazione nel quotidiano e che da lì in poi non era più possibile la doppia funzione per esempio conciliare di lavorare in un giornale borghese e stare nel movimento adesso tu dovevi mettere in discussione direttamente il tuo ruolo e proprio nell'ambito del lavoro che sapevi fare costruire direttamente quotidianamente la possibilità di sperimentare la rivoluzione oggi qui da subito e con gli strumenti che tu avevi

se fai l'insegnante metterai in discussione il tuo libro di testo come facevano allora gli insegnanti che avevano fatto un centro di documentazione che faceva capo alla libreria e che volevano abolire tutta la cultura borghese fin dalla scuola materna se fai il professore all'università farai dei seminari sui Grundrisse come facevi tu e se lavori nei libri inventi una libreria magari un circuito di diffusione come struttura di servizio del movimento queste cose bisognava fare e si facevano allora ma questo forse quella coppia non l'ha capito o almeno non l'hanno capito insieme l'hanno capito forse con tempi diversi ma dovreste essere voi a dircelo a dirci insomma perché allora vi siete lasciati

ma io sono tornata lei diceva almeno pareva non lo vedi siamo qui ancora insieme siamo noi non puoi vederlo le labbra le tremavano lei stava per piangere e a un tratto gli fu vicina fu tra le sue braccia ma lui guardava al di sopra della sua testa si posso vederlo rispose ma non poteva vedere soltanto udire il mormorio il pianto e sentire l'irrealtà io ti amo ma non potrò mai perdonarti abbastanza profondamente era questo che aveva in mente di aggiungere e tuttavia stava andando con la mente ancora a tutta la vicenda dal principio alla fine come fosse per la prima volta a tutto quello che aveva patito senza di lei

deve essere chiaro disse lei che lei non lascia quella storia perché non le è piaciuta io quella storia l'ho trovata molto appassionante e non posso dire che mi faceva rabbia perché mi è stata imposta perché quella storia io me la sono voluta e l'ho amata e è stata bella anche per me però forse poi dopo ho pensato che ne dovevo trovare magari di meno belle ma dove non sto lì da una parte insieme a voi che gentilmente mi portate con voi a vedere l'editore o gli scontri in piazza allora tutta questa impostazione qua a un certo momento non mi riguardava più per cui mi sembra più giusto che lei adesso nemmeno ci sia al funerale lei non ci va proprio al funerale e lui la cerca ma lei non c'è perché è già uscita da questa storia

la finestra si spalancò di colpo una raffica di vento freddo sparpagliò i fogli sul tavolo alcuni caddero per terra e il libraio si affrettò a raccoglierli mentre il biondo chiudeva un'altra volta la finestra girando bene in fondo la maniglia facciamo in fretta disse lui riempendosi un bicchiere non abbiamo più molto tempo io penso che su questa storia di lei e di questa coppia dovremo tornarci su un'altra volta ma ci siamo dimenticati un'altra cosa molto importante che qui alla fine deve venire fuori sempre se siamo tutti d'accordo su questa storia del nastro della registrazione che loro ascoltano dopo il funerale tu no naturalmente perché tu hai già voluto uscire da questa storia o no

dio sa che ti ho già visto così infinite volte i pensieri di lei stavano dicendo l'amore di lei stava dicendo nella semioscurità del bar troppe volte perché tutto questo possa comunque rappresentare una sorpresa tu mi stai rinnegando ancora ma questa volta c'è una profonda differenza questa è come l'ultima rinnegazione oh perché non puoi tornare indietro dovrai continuare così sempre così all'infinito a camminare in questa stupida tenebra cercandola anche ora là dove non posso raggiungerti sempre più a fondo nella tenebra della separazione della scissione oh perché lo fai

lui vuotò il bicchiere e continuò quello con la valigia che è arrivato lì alla festa con la valigia ha consegnato quel nastro con su tutta la storia a qualcuno che secondo me devi essere tu perché il fatto che sei la memoria storica delle storie di questi anni non è un ruolo da sottovalutare non sono d'accordo con lei perché è un ruolo che si può anche mostrare che può creare situazioni interessanti e dunque sarà poi il libraio dopo il funerale a far ascoltare questo nastro ai personaggi di questa storia e questo nastro concluderà la storia dell'editore perché lì c'è forse la verità della sua morte

la verità disse lei ho freddo e adesso credo che dobbiamo proprio andare ma potremo sempre tornarci su un'altra volta su questa storia forse questa volta ci siamo preoccupati troppo di trovare sempre delle spiegazioni e delle verità a tutti i costi e forse abbiamo perso di vista qualcosa di più importante forse invece le cose più importanti sono quelle che non sappiamo e quelle che non sapremo mai quelle per cui la figura dell'editore e anche quelle dei nostri personaggi restano nonostante tutti gli sforzi che abbiamo fatto delle figure un po' misteriose che non potremo mai capire e spiegare fino in fondo ma che proprio per questo ci fanno capire delle cose non vi pare forse hai ragione disse il biondo comunque adesso per concludere almeno per ora prima di lasciarci diciamo che la storia potrebbe finire così coloro che ascoltano dopo il funerale questo nastro questa voce sconosciuta che racconta la morte dell'editore

vanno salgono sulla loro macchina vanno verso il luogo fissato dall'appuntamento lì parcheggiano l'automobile scendono e si mettono a passeggiare poco dopo sul luogo fissato dell'appuntamento che era vicino al cinema Vox poco dopo vedono il pulmino parcheggiato più in là e lui che aspetta sono le 7,30 circa grosso modo loro si incontrano con lui e salgono sul pulmino e partono lui è teso molto nervoso sembra che durante la strada avesse rischiato di fare un paio di incidenti tanto che uno dei due gli disse di fermarsi parlava a scatti poi lui e il secondo si misero a scherzare a dire battute spiritose e poi cominciarono a parlare di quello che avrebbero fatto dopo l'indomani

arrivano sul posto e portano il pulmino vicino al campo distante dal traliccio circa qualche centinaio dicono 500 metri lì lo fermano e scendono dal pulmino e lui entra nel pulmino dalla parte posteriore cioè all'interno e dice agli altri di aspettare sta dentro un 10 minuti circa quando esce dal pulmino ha indossato una casacca di tipo militare con molte tasche scaricano tutti gli oggetti dal pulmino e vanno verso il traliccio il tempo è umido pioviggina un poco o è umido è quasi buio si vedono delle luci in lontananza i due non riescono a comprendere o a localizzare bene la natura delle luci ci sono delle case in fondo il tragitto dal pulmino al traliccio avviene con difficoltà perché le scarpe sprofondano nel terreno molle comunque giunti sul posto portano il materiale e iniziano il lavoro

i due si occupano dell'agganciamento dei candelotti di dinamite a pacchetti di otto attorno al primo pilastro questi candelotti vengono schiacciati all'interno del pilastro compressi con delle tavole di legno e legati con del filo di ferro da questo pacchetto di candelotti esce un filo già preparato che viene appeso a uno dei tiranti del traliccio a questo punto sembra che lui si renda conto che i fili di collegamento ai cavi elettrici sono troppo corti si incazza bestemmia decide di usare tutto il materiale dei due tralicci per farne uno solo e di fare una cosa in grande va quindi verso il pulmino porta tutto il materiale del traliccio del secondo traliccio

il programma è di mettere cariche ovunque in pratica le tre o quattro cariche del primo traliccio dovrebbero essere applicate alle zampe del traliccio stesso le altre tre o quattro cariche del secondo traliccio progettano su consiglio del primo dei due accompagnatori di attaccarle ai tiranti superiori cioè ai longheroni della piattaforma orizzontale che dista da terra circa due metri e mezzo si accingono a questo lavoro lui sempre su consiglio del primo decide che la cosa migliore da fare è quella di andare in alto e applicare lì subito tutti i congegni va quindi verso l'alto il lavoro è difficoltoso bisogna scalare il traliccio lui quindi sale sul traliccio e si mette al centro del longarone orizzontale per passare il materiale

il primo consiglia di fare una scala una catena cioè per passare il materiale lui si trova in alto appollaiato con le gambe all'interno che penzolano all'interno del traliccio la schiena all'esterno seduto il primo resta per terra quasi sotto di lui a distanza di tre metri circa tutti i sacchetti sono disposti per terra il secondo si mette a metà strada dai due sul traliccio il braccio destro è attorno al pilastro portante destro i piedi sono sui longheroni e sui tiranti inferiori l'altro braccio è libero gli serve per prendere il materiale e passarlo a lui il pilastro già minato è quello di sinistra quindi lui si trova in alto con le gambe all'interno penzoloni seduto il secondo si trova in terra il terzo cioè il primo si trova a metà strada tra lui e il secondo in piedi sul traliccio con il braccio destro saldamente agganciato a quel pilastro

passano allora per primo i candelotti poi la pila poi l'orologio ricevuto il primo orologio lo sentono imprecare l'orologio è rotto non è funzionante sembra che si sia staccata la saldatura posteriore quella sulla cassa o qualcosa del genere comunque l'orologio non è in buone condizioni lui impreca getta a terra sotto di sé l'orologio dove verrà probabilmente trovato si fa passare il secondo orologio il secondo cerca il secondo orologio nel secondo cassetto dove erano contenuti lo passa al primo che lo passa a lui poi a secondo compagno volta le spalle a lui si mette cioè di spalle al traliccio e accucciato per terra sulla punta dei piedi guarda in lontananza le luci in fondo per vedere se qualcuno si avvicina se qualcosa si muove

il primo passa l'orologio a lui all'inizio lui aveva i candelotti di dinamite della carica che serviva a far saltare il longherone centrale in mezzo alle gambe tra le due gambe strette poi la posizione scomoda lo fa muovere si trova impacciato nella posizione impreca allora si muove sposta i candelotti all'esterno non più fra le due gambe si suppone probabilmente sotto la prima gamba cioè la gamba sinistra è in questa posizione seduto con i candelotti sotto la gamba in modo che li tiene fermi mentre prepara l'innesto cioè il congegno di scoppio tutto il progetto era quello di preparare il congegno sistemarlo poi agganciare i candelotti al tutto far pendere i fili e agganciare alla fine il tutto assieme agli altri posti sui piloni

è in questo momento che il primo quello a mezz'aria sul traliccio sente uno scoppio fortissimo uno scoppio secco viene investito dall'esplosione ma si aggrappa fortemente con il braccio al pilastro il braccio destro sente un forte dolore nell'orecchio sinistro cade per terra guarda verso l'alto ma non vede nulla guarda verso il basso e vede lui a terra rantolante la sua impressione immediata è che abbia perso entrambi le gambe si scuote va dall'altro l'altro si sente investire da un forte colpo ha un dolore forte alla gamba più che un dolore un colpo caldo alla coscia destra viene buttato per terra dal colpo l'altro va da lui immediatamente e gli dice che lui non c'è è scoppiato l'altro guarda in alto e non vede nulla guarda verso la posizione dove c'era lui e non lo vede allora guarda per terra e vede lui

il problema delle gambe uno dice ha perso entrambe le gambe poi gli sembra di ricordare che una delle gambe la gamba destra si è rovesciata sotto il corpo cioè in posizione che vedrà dopo la gamba sinistra non c'è è troncata il secondo ricorda il particolare del braccio il braccio destro di lui rattrappito sul petto con la mano rivolta all'esterno non riescono a capire esattamente cosa è successo e come i due terrorizzati scappano il primo il secondo cioè urla il primo lo richiama sente un forte dolore all'orecchio non sente più nulla ha l'occhio gonfio investito dall'onda dell'esplosione poi lo richiama fanno pochi metri circa 10-15 metri poi ritornano indietro lui sta rantolando ancora per pochi minuti poi ha un ultimo rantolo forte e non sente più nulla

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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