Ultimo Aggiornamento : 16-04-2003 : Last Release
Nei segni che confondono la borghesia, la nobilità e i meschini profeti del regresso riconosciamo la mano del nostro valente amico, Robin Goodfellow, la vecchia talpa che scava tanto rapidamente, il grande minatore: la rivoluzione! - KARL MARX -
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Corrente Comunista Internazionale

Contro la guerra imperialista! Contro le illusioni pacifiste! Per la lotta di classe in tutti i paesi!

 

 

Ancora una volta il Medio Oriente è immerso nell'orrore. Ancora una volta una pioggia di bombe si abbatte sull'Iraq. E mentre le potenze "civilizzate" spargono morte e miseria su una popolazione che già muore di fame, una pioggia di menzogne si abbatte sul resto del mondo per giustificare questa guerra, o per mistificare e deformare ogni opposi­zione reale ad essa.

Le menzogne degli Stati Uniti e della Gran Bretagna

Ci dicono che si tratta di una guerra per eliminare armi di distruzione di massa. Ma proprio questa guerra si combatte con armi di distruzione di massa e uno dei suoi principali obiettivi è proprio quello di dimostrare a che punto le armi di cui gli Stati Uniti dispongono sono potenti e distruttive, per scoraggiare chiunque voglia contestare la loro domina­zione sul mondo. Inoltre sono gli Stati Uniti e la Gran Bre­tagna che hanno fornito a Saddamle sue armi chimiche ne­gli anni ottanta, sono loro che lo hanno aiutato ad usarle nella guerra Iraq-Iran nel 1980-88, e sono sempre loro che non hanno avuto niente da ridire quando Saddam ha gassa­to le popolazioni curde di Halabaja nel marzo 1988.

Ci dicono che è una guerra contro il terrorismo. Ma tutti gli Stati - e non solo gli Stati deboli come l'Afghanistan o l'Iraq o gli embrioni di Stato come l'OLP- usano il terrori­smo come strumento di guerra. La Gran Bretagna da tempo si serve delle sue bande lealiste nell'Manda del Nord per fare il lavoro sporco per suo conto. E' con la CIA che il nemico attuale degli Stati Uniti, Bin Laden, si è addestrato, per fare la guerra contro la Russia in Afghanistan. Cosi la Spagna, attuale alleato della Gran Bretagna e degli USA ha usato le squadre della morte GAL per eliminare senza pro­cesso i terroristi dell'ETA. E, peggio ancora,questi Stati Uniti, che pretendono di fare la lezione al mondo intero sul pericolo terrorista, non hanno esitato a sfruttare gli attacchi terroristi contro la loro popolazione civile per mobilitare questa al sostegno alla guerra. Oggi è sempre più evidente che lo Stato americano, benché informato da tempo dei progetti di attacchi di Al Quaida sul territorio americano, non ha fatto niente per impedirli.

Chirac, Schoeder, Putin sono anche loro portatori di guerra!

Queste menzogne sono oggi sempre più evidenti. Ma i pae­si e gli uomini politici che proclamano di essere "contro la guerra", spargono menzogne ancora più pericolose.

Ci dicono che questa guerra non è giusta perché non è stata avallata dalle Nazioni Unite. Ma nel 1991 la guerra che ha provocato il massacro di centinaia di migliala di irakeni e ha lasciato a Saddam le mani libere per massacrare quelli che gli si rivoltavano contro era una guerra "legale", ap­provata dall'ONU. L'ONU non difende nessun tipo di giu­stizia intemazionale; essa è un covo di briganti dove si gio­

cano sporchi intrighi e le rivalità tra le grandi potenze.

Oggi Chirac, Schroeder, e Putin hanno la faccia tosta di presentarsi come "portatori di pace". Ma le referenze paci­fiste della "alleanza" antiamericana non sono che una presa in giro: in questo stesso momento la Francia - che è stata già in passato la principale responsabile dell'armamento e dell'addestramento degli squadroni della morte Hutu in Ruanda - sta conducendo un intervento militare in Costa d'Avorio per difendere i propri interessi imperialisti in questo paese. Da parte sua, la Germania ha provocato un decennio di guerre nei Balcani, attraverso il suo sostegno alla secessione della Croazia e della Slovenia dalla vecchia Jugoslavia: in questa maniera essa voleva estendere la sua influenza nel Mediterraneo e in Medio Oriente. Quanto alla Russia, le sue truppe continuano a devastare la Cecenia massacrando la sua popolazione.

Il capitalismo è imperialismo

I paesi che hanno cercato di fermare i piani di guerra degli Stati Uniti lo hanno fatto per proprie ragioni nazionali e imperialiste. Essi sanno che il vero obiettivo della "guerra contro il terrorismo" non è ne Saddam, ne Bin Laden, ma loro stessi.                                  ~

Gli Stati Uniti non fanno mistero della loro strategia impe­rialista complessiva. Dopo il crollo del blocco russo, alla fine degli anni ottanta, essi si sono ripromessi di utilizzare la loro schiacciante superiorità militare per impedire l'emersione di ogni altra superpotenza capace di competere con loro. E' in questo che sta il vero obiettivo di tutte le grandi azioni militari che hanno avuto luogo a partire dal 1991: la guerra del Golfo del 1991, quella del Kossovo nel 1999, l'Afghanistan nel 2002. Ma tutto è stato vano. Ognu­na di queste azioni non ha fatto altro che spingere le altre potenze, piccole o grandi, a mettere sempre più in discus­sione l'autorità degli USA. Perciò gli Stati Uniti rilanciano la loro strategia su scala più grande. Essi vogliono adesso avere un controllo diretto sull'Asia centrale e sul Medio Oriente, ed estendere il loro campo d'azione fino all'Estremo Oriente. Confrontati all'indisciplina dei loro principali rivali - Francia e Germania in particolare - gli USA cercano ne più ne meno di accerchiare l'Europa, e di utilizzare il loro controllo sul petrolio del Medio Oriente come un'arma contro le potenze europee e contro il Giap­pone. La Germania e gli altri sono sulla difensiva, ma essi sono nondimeno attori attivi in questo grande gioco impe­rialista.

Gli Stati capitalisti non si comportano così perché hanno dei cattivi dirigenti o per stupidità, ma perché fin dal 1914 l'estensione a livello mondiale del capitalismo significa l'estensione globale della guerra. Essendosi diviso il domi­nio del pianeta, le diverse potenze nazionali non potevano

più estendersi in maniera pacifica senza impadronirsi dei mercati e delle risorse dei loro rivali. Oggi, tutti gli Stati sono imperialisti e tutte le guerre del 20° e del 21° secolo -ivi compresa la sedicente guerra antifascista del 1939-45, ivi comprese le sedicenti "guerre di liberazione nazionale", ivi compresa la "guerra santa" predicata da Bin Laden -sono delle guerre imperialiste.

Il capitalismo non può più vivere che attraverso la guerra. Questa è la prova che esso è diventato da tempo un ostaco­lo al progresso umano, che la sua esistenza minaccia la so­pravvivenza stessa dell'umanità.

Contro tutte le illusioni pacifiste!

A febbraio milioni di persone sono scese in piazza per par­tecipare a delle manifestazioni, pensando che questo fosse il mezzo per "fermare la guerra". Ma la guerra ha prosegui­to il suo cammino. Ne i veti alle Nazioni Unite, ne gli ap­pelli ai grandi ideali, come la democrazia o la pace, hanno impedito alla guerra di passare.

Cento anni di conflitti imperialisti hanno mostrato che il pacifismo non ha mai potuto impedire al capitalismo di fa­re la guerra. In realtà il pacifismo è sempre stato utilizzato per preparare il terreno alla guerra diffondendo ogni tipo di pericolose illusioni:

illusioni sugli interessi pacifici di certi paesi capi­talisti, di certi partiti capitalisti o dell'ONU;

illusioni che ci si possa opporre alla guerra con mezzi pacifici e legali;

illusioni secondo cui la "democrazia" sarebbe un antidoto alle tendenze guerriere, che la "volontà _—--.dei popoli" potrebbe impedire ai governi di fare'la guerra,

illusioni che un giorno si potrebbe avere la pace nel mondo senza sbarazzarsi prima del sistema ca­pitalista.

Queste illusioni non possono che disarmare ogni opposi­zione reale al corso, intrinseco del capitalismo, alla guerra. Peggio ancora, esse preparano la popolazione per l'arruolamento alla guerra perché se un capitale è "buono", "pacifico", e "rispetta gli interessi del popolo", allora noi siamo tenuti a prendere le armi in sua difesa quando questo viene minacciato da un capitale "cattivo", "antidemocrati­co" e "guerrafondaio". Ed è per questo che queste illusioni sono deliberatamente incoraggiate da tutte le forze politi­che della classe dominante e in primo luogo dai partiti della sedicente "sinistra", dai socialdemocratici ai trotskysti.

Contro la guerra imperialista - lotta di classe intema­zionale!

Solo un movimento che non ha nessun interesse nazionale da difendere - un movimento intemazionale della classe operaia - può opporsi alla guerra tra nazioni capitaliste. In tutte le guerre è la maggioranza sfruttata che paga il prezzo più alto, che siano soldati o civili, sul fronte o in quanto produttori e consumatori a cui si chiede di lavorare di più e di mangiare di meno in nome dell'interesse nazio­nale.

Ma la classe operaia non è una semplice vittima passiva della guerra. Sono gli scioperi di massa e gli ammutina­menti del 1917-18 che hanno messo fine alla Prima Guerra Mondiale - e c'è voluto che l'ondata rivoluzionaria fosse vinta perché il capitalismo si lanciasse nella sua seconda carneficina mondiale. E quando la classe operaia è risorta sulla scena della storia alla fine degli anni sessanta, la sua resistenza alla crisi del capitalismo ha sbarrato la strada a una terza guerra mondiale. Nei fatti, la principale ragione della forma che prendono oggi i conflitti imperialisti -quella di azioni di "polizia" contro dei capri espiatori come Saddam - è che il capitalismo oggi non è capace di forzare la classe operaia a seguirlo in un conflitto aperto tra grandi potenze imperialiste.

La classe operaia non può evitare lo scontro con il sistema che ci sfrutta. La ragione stessa della fuga in avanti del ca­pitalismo nella guerra, la sua incapacità ad assicurare lo sviluppo economico, provoca attacchi senza fine contro il livello di vita della classe operaia, attraverso uno sfrutta­mento crescente, la disoccupazione e la riduzione di tutti i benefici sociali. La marcia alla guerra provocherà una ulte­riore accelerazione di questi attacchi e la richiesta di sacri­fici sempre più grandi per gli sfruttati. Perciò la lotta inevi­tabile contro gli effetti della crisi economica costituisce an­che una lotta contro la guerra.

Oggi la lotta della classe operaia non può essere che difen­siva. Ma essa contiene i germi di una lotta offensiva, rivo­luzionaria, di una guerra di classe contro l'insieme del si­stema capitalista. Solo questa lotta può distruggere la mac­china da guerra capitalista e condurre l'umanità verso una comunità mondiale che getterà le guerre imperialiste e le frontiere nazionali nella pattumiera della storia.

Contro ogni solidarietà con i nòstri sfruttatori, che"essi siano cóntro o a favore dell'attuale guerra, che essi sia­no americani, inglesi, spagnoli, francesi, tedeschi, cinesi, russi, italiani o irakeni!

Per la solidarietà internazionale della classe operaia! Corrente Comunista Internazionale, marzo 2003

Questo volantino è distribuito in diversi paesi: Stati Uniti, Méssico, Venezuela, Gran Bretagna, Francia, Germania, Ita­lia, Spagna, Olanda, Belgio, Svizzera, Svezia, India, Australia, Russia.

Per ogni contatto, richiesta, ecc., scrivere a:

R.L C.P. 469,80100 Napoli Sito web: WWW.internationalism.org

 

 

 

 

 


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