Ancora una volta il Medio
Oriente è immerso nell'orrore. Ancora una volta una pioggia di bombe si abbatte
sull'Iraq. E mentre le potenze "civilizzate" spargono morte e miseria su una
popolazione che già muore di fame, una pioggia di menzogne si abbatte sul
resto del mondo per giustificare questa guerra, o per mistificare e deformare
ogni opposizione reale ad essa.
Le menzogne degli Stati Uniti e della Gran
Bretagna
Ci dicono che si tratta di
una guerra per eliminare armi di distruzione di massa. Ma proprio questa guerra
si combatte con armi di distruzione di massa e uno dei suoi principali
obiettivi è proprio quello di dimostrare a che punto le armi di cui gli Stati
Uniti dispongono sono potenti e distruttive, per scoraggiare chiunque voglia
contestare la loro dominazione sul mondo. Inoltre sono gli Stati Uniti e la
Gran Bretagna che hanno fornito a Saddamle sue armi chimiche negli anni
ottanta, sono loro che lo hanno aiutato ad usarle nella guerra Iraq-Iran nel
1980-88, e sono sempre loro che non hanno avuto niente da ridire quando Saddam
ha gassato le popolazioni curde di Halabaja nel marzo 1988.
Ci dicono che è una guerra
contro il terrorismo. Ma tutti gli Stati - e non solo gli Stati deboli come
l'Afghanistan o l'Iraq o gli embrioni di Stato come l'OLP- usano il terrorismo
come strumento di guerra. La Gran Bretagna da tempo si serve delle sue bande
lealiste nell'Manda del Nord per fare il lavoro sporco per suo conto. E' con la
CIA che il nemico attuale degli Stati Uniti, Bin Laden, si è addestrato, per
fare la guerra contro la Russia in Afghanistan. Cosi la Spagna, attuale alleato
della Gran Bretagna e degli USA ha usato le squadre della morte GAL per
eliminare senza processo i terroristi dell'ETA. E, peggio ancora,questi Stati
Uniti, che pretendono di fare la lezione al mondo intero sul pericolo
terrorista, non hanno esitato a sfruttare gli attacchi terroristi contro la loro
popolazione civile per mobilitare questa al sostegno alla guerra. Oggi è sempre
più evidente che lo Stato americano, benché informato da tempo dei progetti di
attacchi di Al Quaida sul territorio americano, non ha fatto niente per
impedirli.
Chirac, Schoeder, Putin
sono anche loro portatori di guerra!
Queste menzogne sono oggi
sempre più evidenti. Ma i paesi e gli uomini politici che proclamano di essere
"contro la guerra", spargono menzogne ancora più pericolose.
Ci dicono che questa guerra
non è giusta perché non è stata avallata dalle Nazioni Unite. Ma nel 1991 la
guerra che ha provocato il massacro di centinaia di migliala di irakeni e ha
lasciato a Saddam le mani libere per massacrare quelli che gli si rivoltavano
contro era una guerra "legale", approvata dall'ONU. L'ONU non difende nessun
tipo di giustizia intemazionale; essa è un covo di briganti dove si gio
cano sporchi intrighi e le rivalità tra le
grandi potenze.
Oggi Chirac, Schroeder, e
Putin hanno la faccia tosta di presentarsi come "portatori di pace". Ma le
referenze pacifiste della "alleanza" antiamericana non sono che una presa in
giro: in questo stesso momento la Francia - che è stata già in passato la
principale responsabile dell'armamento e dell'addestramento degli squadroni
della morte Hutu in Ruanda - sta conducendo un intervento militare in Costa
d'Avorio per difendere i propri interessi imperialisti in questo paese. Da parte
sua, la Germania ha provocato un decennio di guerre nei Balcani, attraverso il
suo sostegno alla secessione della Croazia e della Slovenia dalla vecchia
Jugoslavia: in questa maniera essa voleva estendere la sua influenza nel
Mediterraneo e in Medio Oriente. Quanto alla Russia, le sue truppe continuano a
devastare la Cecenia massacrando la sua popolazione.
Il capitalismo è imperialismo
I paesi che hanno cercato di
fermare i piani di guerra degli Stati Uniti lo hanno fatto per proprie ragioni
nazionali e imperialiste. Essi sanno che il vero obiettivo della "guerra contro
il terrorismo" non è ne Saddam, ne Bin Laden, ma loro
stessi. ~
Gli Stati Uniti non fanno
mistero della loro strategia imperialista complessiva. Dopo il crollo del
blocco russo, alla fine degli anni ottanta, essi si sono ripromessi di
utilizzare la loro schiacciante superiorità militare per impedire l'emersione di
ogni altra superpotenza capace di competere con loro. E' in questo che sta il
vero obiettivo di tutte le grandi azioni militari che hanno avuto luogo a
partire dal 1991: la guerra del Golfo del 1991, quella del Kossovo nel 1999,
l'Afghanistan nel 2002. Ma tutto è stato vano. Ognuna di queste azioni non ha
fatto altro che spingere le altre potenze, piccole o grandi, a mettere sempre
più in discussione l'autorità degli USA. Perciò gli Stati Uniti rilanciano la
loro strategia su scala più grande. Essi vogliono adesso avere un controllo
diretto sull'Asia centrale e sul Medio Oriente, ed estendere il loro campo
d'azione fino all'Estremo Oriente. Confrontati all'indisciplina dei loro
principali rivali - Francia e Germania in particolare - gli USA cercano ne più
ne meno di accerchiare l'Europa, e di utilizzare il loro controllo sul petrolio
del Medio Oriente come un'arma contro le potenze europee e contro il Giappone.
La Germania e gli altri sono sulla difensiva, ma essi sono nondimeno attori
attivi in questo grande gioco imperialista.
Gli Stati capitalisti non si
comportano così perché hanno dei cattivi dirigenti o per stupidità, ma perché
fin dal 1914 l'estensione a livello mondiale del capitalismo significa
l'estensione globale della guerra. Essendosi diviso il dominio del pianeta, le
diverse potenze nazionali non potevano
più estendersi in maniera
pacifica senza impadronirsi dei mercati e delle risorse dei loro rivali. Oggi,
tutti gli Stati sono imperialisti e tutte le guerre del 20° e del 21° secolo
-ivi compresa la sedicente guerra antifascista del 1939-45, ivi comprese le
sedicenti "guerre di liberazione nazionale", ivi compresa la "guerra santa"
predicata da Bin Laden -sono delle guerre imperialiste.
Il capitalismo non può più
vivere che attraverso la guerra. Questa è la prova che esso è diventato da tempo
un ostacolo al progresso umano, che la sua esistenza minaccia la sopravvivenza
stessa dell'umanità.
Contro tutte le illusioni pacifiste!
A febbraio milioni di persone
sono scese in piazza per partecipare a delle manifestazioni, pensando che
questo fosse il mezzo per "fermare la guerra". Ma la guerra ha proseguito il
suo cammino. Ne i veti alle Nazioni Unite, ne gli appelli ai grandi ideali,
come la democrazia o la pace, hanno impedito alla guerra di passare.
Cento anni di conflitti
imperialisti hanno mostrato che il pacifismo non ha mai potuto impedire al
capitalismo di fare la guerra. In realtà il pacifismo è sempre stato utilizzato
per preparare il terreno alla guerra diffondendo ogni tipo di pericolose
illusioni:
illusioni sugli interessi
pacifici di certi paesi capitalisti, di certi partiti capitalisti o dell'ONU;
illusioni che ci si possa
opporre alla guerra con mezzi pacifici e legali;
illusioni secondo cui la
"democrazia" sarebbe un antidoto alle tendenze guerriere, che la "volontà
_—--.dei popoli" potrebbe impedire ai governi di fare'la guerra,
illusioni che un giorno si
potrebbe avere la pace nel mondo senza sbarazzarsi prima del sistema
capitalista.
Queste illusioni non possono
che disarmare ogni opposizione reale al corso, intrinseco del capitalismo, alla
guerra. Peggio ancora, esse preparano la popolazione per l'arruolamento alla
guerra perché se un capitale è "buono", "pacifico", e "rispetta gli interessi
del popolo", allora noi siamo tenuti a prendere le armi in sua difesa quando
questo viene minacciato da un capitale "cattivo", "antidemocratico" e
"guerrafondaio". Ed è per questo che queste illusioni sono deliberatamente
incoraggiate da tutte le forze politiche della classe dominante e in primo
luogo dai partiti della sedicente "sinistra", dai socialdemocratici ai
trotskysti.
Contro la guerra
imperialista - lotta di classe intemazionale!
Solo un movimento che non ha
nessun interesse nazionale da difendere - un movimento intemazionale della
classe operaia - può opporsi alla guerra tra nazioni capitaliste. In tutte le
guerre è la maggioranza sfruttata che paga il prezzo più alto, che siano soldati
o civili, sul fronte o in quanto produttori e consumatori a cui si chiede di
lavorare di più e di mangiare di meno in nome dell'interesse nazionale.
Ma la classe operaia non è
una semplice vittima passiva della guerra. Sono gli scioperi di massa e gli
ammutinamenti del 1917-18 che hanno messo fine alla Prima Guerra Mondiale - e
c'è voluto che l'ondata rivoluzionaria fosse vinta perché il capitalismo si
lanciasse nella sua seconda carneficina mondiale. E quando la classe operaia è
risorta sulla scena della storia alla fine degli anni sessanta, la sua
resistenza alla crisi del capitalismo ha sbarrato la strada a una terza guerra
mondiale. Nei fatti, la principale ragione della forma che prendono oggi i
conflitti imperialisti -quella di azioni di "polizia" contro dei capri espiatori
come Saddam - è che il capitalismo oggi non è capace di forzare la classe
operaia a seguirlo in un conflitto aperto tra grandi potenze imperialiste.
La classe operaia non può
evitare lo scontro con il sistema che ci sfrutta. La ragione stessa della fuga
in avanti del capitalismo nella guerra, la sua incapacità ad assicurare lo
sviluppo economico, provoca attacchi senza fine contro il livello di vita della
classe operaia, attraverso uno sfruttamento crescente, la disoccupazione e la
riduzione di tutti i benefici sociali. La marcia alla guerra provocherà una
ulteriore accelerazione di questi attacchi e la richiesta di sacrifici sempre
più grandi per gli sfruttati. Perciò la lotta inevitabile contro gli effetti
della crisi economica costituisce anche una lotta contro la guerra.
Oggi la lotta della classe
operaia non può essere che difensiva. Ma essa contiene i germi di una lotta
offensiva, rivoluzionaria, di una guerra di classe contro l'insieme del
sistema capitalista. Solo questa lotta può distruggere la macchina da guerra
capitalista e condurre l'umanità verso una comunità mondiale che getterà le
guerre imperialiste e le frontiere nazionali nella pattumiera della storia.
Contro ogni solidarietà
con i nòstri sfruttatori, che"essi siano cóntro o a favore dell'attuale guerra,
che essi siano americani, inglesi, spagnoli, francesi, tedeschi, cinesi, russi,
italiani o irakeni!
Per la solidarietà
internazionale della classe operaia! Corrente Comunista Internazionale, marzo
2003
Questo volantino è distribuito in diversi paesi:
Stati Uniti, Méssico, Venezuela, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia,
Spagna, Olanda, Belgio, Svizzera, Svezia, India, Australia, Russia.
Per ogni contatto, richiesta, ecc., scrivere a:
R.L C.P. 469,80100 Napoli Sito web:
WWW.internationalism.org
|