Al Richardson è
improvvisamente scomparso il 22 novembre all’età di 62 anni. Nato nello
Yorkshire si era avvicinato alle idee socialiste aderendo all’organizzazione
giovanile trotskista di Gerry Healy Keep Left! nel 1964, subito dopo
essersi trasferito a Londra. Ma nel breve giro di qualche tempo abbandonava
questo gruppo – da lui ritenuto inveteratamente settario – per aderire
al’International Marxsist Group (IMG, sezione del Segretariato Unificato della
IV Internazionale) che operava all’interno del Labour Party. Nel 1968 si impegna
nella campagna per la solidarietà con la lotta dei Vietcong. Tra il 1970 e il
1973, dopo aver abbandonato l'IMG, fa parte del “Gruppo Cartista” che
raggruppava militanti provenienti dall’IMG e dalla corrente Militant. E’ in
questo gruppo che inizia a interessarsi della storia del movimento
rivoluzionario del XX secolo e in particolare del trotskismo. Di quel periodo
(1972) è un suo studio pionieristico sulla storia del movimento trotskista in
Vietnam ben prima che si potessero essere disponibili le importanti memorie dei
partecipanti al movimento trotskista in Indocina e in particolare quelle di Ngo
Van.
Dopo il 1973 abbandona ogni
militanza attiva tradizionale e si dedica pienamente allo studio e alla
ricostruzione storica che assume non come impegno non intellettualistico ma
piuttosto come tassello della rinascita più complessiva del movimento
rivoluzionario, e cioè della sua memoria.
Da allora inizia la
collaborazione con Sam Bornstein che frutterà una serie di libri sulla storia
del trotskismo britannico degli anni ’30 e ’40. di cui il più controverso (ma
anche il più riuscito) sarà quel War and International che narra le
vicende del trotskismo nel decennio che va dalla fine degli anni ’30 alla fine
degli anni ’40.
Dal 1988 è il promotore e
direttore della rivista Revolutionary History che con il suo taglio non
accademico, monografico e attualistico si imporrà come una delle più serie e
importanti riviste del movimento rivoluzionario, sin dai primi anni ’90.
Al odiava ogni tipo di
agiografia ed era curioso e interessato anche alle altre correnti del movimento
comunista del XX secolo dal brandlerismo fino al bordighismo e al consigliarismo
(ricordiamo uno splendido numero monografico di RH sull’Italia con contributi di
Arturo Peregalli e Paolo Casciola).
Fu uno degli ultimi storici a
incontrare C.L.R. James alla fine degli anni ’80; incontro che verrà trascritto
in un opuscolo-intervista, importante per chiunque voglia ricostruire la
biografia del rivoluzionario di Trinidad.
Al amava il confronto, e va
da sé quindi, i pub. In un pub proprio a pochi passi dalla via dove per anni
visse Karl Marx lo si poteva trovare molto spesso a discutere e confrontarsi con
marxisti e socialisti che giungevano per caso o a proposito a Londra da tutte le
parti del globo, accompagnando queste chiacchierate da un buon numero di pinte
di birra. Discussioni e libagioni che spesso non avevano termine se non notte
fonda e non conducevano da nessuna parte, proprio come deve essere una vera e
libera discussione.
Al era anche però anche
un’enciclopedia vivente e un indomabile curioso: era un esperto di egittologia,
conosceva molte lingue antiche e imprescrutabili ai più, amava la storia
medioevale e quella delle religioni. E forse ciò lo condusse ad essere un
piccolo luddista e a non provare alcuna simpatia per Internet e tecnologie
affini.
Chi lo ha conosciuto non può
dimenticare la sua bonarietà, la sua simpatia come del resto la sua irosità.
Nella lunga battaglia per
affrancare l’umanità dalla società divise in classi, non ebbe tentennamenti se e
come schierarsi sin da ragazzo. Fede che non lo abbandonato fino all’ultimo
giorno.
E anche adesso anche quando
la quotidianità sembra spazzare via ogni cosa, non ti dimentichiamo, ci sovvieni
spesso alla mente con affetto e nostalgia….compagno Al.
Yurii Colombo 12.12.2003