La
rivoluzione del 1848 fu fermata alla base. Ma l'ideale dell'era borghese, la
repubblica democratica, fu eretto. La borghesia, impotente e molle per natura,
non mostro alcuna volontà di realizzare questo ideale nella lotta. Ammainò la
bandiera davanti alla monarchia e alla nobiltà, si contentò del diritto di
sfruttare le masse economicamente e ridusse il parlamentarismo ad una parodia.
Ne risultò allora per la classe operaia il dovere d'inviare propri
rappresentanti al parlamento. Essa riprese dalle mani perfide della borghesia le
rivendicazioni democratiche, le propagandarano energicamente e tentarono di
inscriverle nella legislazione. La socialdemocrazia si diede in questo compito
un programma democratico minimo. Un programma di rivendicazioni attuali e
pratiche, adatte all'epoca borghese. La sua azione parlamentare era dominata da
questo programma, dalla preoccupazione di ottenere, cose, per la classe operaia,
e per la sua attività politica, i vantaggi di un campo d'azione legale,
costruendone e completandone la democrazia formale borghese-liberale. Allorchè
Wilhelm Liebknecht propose l'assenteismo si trattò di misconoscenza della
situazione storica. Se la socialdemocrazia vuole essere efficacie come partito
politico, deve entrare in parlamento. Non aveva nessuna altra possibilità
d'agire e farsi valere politicamente. Allorchè i sindacalisti deviarono dal
parlamentarismo e predicarono l'antimilitarismo, fecero conoscere la vanità e la
corruzione crescente della pratica parlamentare. Ma, in pratica, esigevano dalla
socialdemocrazia qualcosa di impossibile. Esigevano che si prendesse una
decisione che si opponesse alla necessità storica, che la socialdemocrazia
rinunciasse a se stessa. La socialdemocrazia non poteva accettare questo punto
di vista, poichè‚ era un partito politico che doveva andare in parlamento.
Anche il KPD è diventato un partito politico. Un
partito nel senso storico, come i partiti borghesi, come la SPD e l'USPD. I suoi
capi vi hanno la parola per primi, parlano, promettono, seducano, comandano.
Quando le masse ci sono si trovano davanti al fatto compiuto, devono mettersi
nei ranghi e marciare al passo. Devono credere, tacere, pagare, ricevere gli
ordini, le istruzioni e eseguirle. Devono votare! I loro capi vogliono andare in
parlamento. Devono dunque essere eletti. Dopo di che, attenendosi le masse ad
una sottomissione muta e ad una passività devota, sono i capi che fanno un alta
politica in parlamento. Pure il KPD è diventato un partito politico. Pure il KPD
vuole andare in parlamento. La centrale del KPD mente quando dice alle masse che
vuole andarvi per distruggerlo. Mente quando dice che non vuole compiervi alcun
lavoro positivo. Il KPD non distruggerà nessun parlamento, non lo vuole e non lo
può. Vi farà un lavoro positivo perchè vi è costretto e perchè lo vuole. Il KPD
è diventato un partito politico come gli altri. Un partito di compromesso, di
opportunismo, della critica e giostra oratoria. Un partito che ha cessato di
essere rivoluzionario.
Guardate! Ritorna in parlamento. Riconosce i
sindacati. S'inchina davanti alla costituzione democratica. Fa pace col potere
dominante. Si piazza sul terreno dei rapporti di forza reali. Prende parte
all'opera di restaurazione nazionale e capitalista. Che cosa lo differenzia
dall'USPD? Critica al posto di negare. Fa dell'opposizione invece di fare la
rivoluzione. Mercanteggia invece di agire. Chiacchiera invece di lottare. Tutto
perchè smette di essere una organizzazione rivoluzionaria. Diventa un partito
socialdemocratico. Non si distingue dai Scheidemann e dai Daumig che per
sfumature. E questo sarà la sua fine.
Alle masse resta una consolazione: vi è sempre una
opposizione! Questa opposizione non si candida per il suo posto nel campo
controrivoluzionario! Che cosa poteva fare? Che cosa fa? Si riunisce e si
unifica in una organizzazione politica. Era necessario? Gli elementi più maturi
politicamente, più decisi e più attivi da un punto di vista rivoluzionario hanno
il dovere di formare la falange della rivoluzione. Non possono compiere questo
dovere che sotto forme di falange, vale a dire di formazione chiusa. Sono
l'elite del proletariato rivoluzionario. Per il carattere chiuso della loro
organizzazione guadagnano forze e acquistano una sempre maggiore capacità di
giudizio. Si manifestano in tanto che avanguardia del proletariato, come volontà
d'azione fianco a fianco degli individui esitanti e confusi. Nel momento
decisivo formano il centro magnetico di ogni attività. Sono una organizzazione
politica. Ma non un partito politico. Non un partito nel senso tradizionale. La
sigla del Partito Comunista Operaio Tedesco (KAPD) è l'ultima traccia esteriore,
ben presto superflua, di una tradizione che un semplice colpo di spugna non
basta disgraziatamente a cancellare da una ideologia politica di massa, ieri
ancora vivente, ma oggi sorpassata. Ma anche questa traccia gli sarà cancellata.
L'organizzazione delle prime linee comuniste della rivoluzione non deve essere
un partito abituale, sotto pena di morte, sotto pena di riprodurre la sorte che
toccò al KPD. L'epoca della fondazione dei partiti è passata, perchè è passata
l'epoca dei partiti politici in generale. Il KPD è l'ultimo partito. La sua
bancarotta è la più vergognosa, la sua fine la più povera di dignità e di
gloria. Ma che accade alla opposizione? Che accade della rivoluzione?
La rivoluzione non è affare di partito. I tre
partiti socialdemocratici hanno la follia di considerare la rivoluzione come
loro proprio affare di partito. La rivoluzione è affare politico e economico di
tutta la classe proletaria. Solo il proletariato in quanto classe può condurre
la rivoluzione alla vittoria. Tutto il resto è superstizione, demagogia,
ciarlataneria politica. Si tratta cioè di concepire il proletariato come classe
e di scatenare la sua attività per la lotta rivoluzionaria. Sulla base più
larga, nel quadro più ampio. Perciò tutti i proletari pronti alla lotta
rivoluzionaria, senza preoccuparsi della provenienza ne della base sulla quale
si reclutano, devono raccogliersi nei luoghi di lavoro in organizzazioni
rivoluzionarie di fabbrica, e essere riuniti nel quadro dell'Unione Generale dei
Lavoratori (AAU). L'Unione Generale dei Lavoratori non è un < non importa chi >
, un miscuglio qualsiasi, ne è una formula fortuita. E' il raggruppamento di
tutti gli elementi pronti ad una attività rivoluzionaria, che si dichiarano per
la lotta di classe, per il sistema dei consigli e per la dittatura. E' l'armata
rivoluzionaria del proletariato. Questa Unione Generale dei Lavoratori prende
radici nelle fabbriche e si edifica secondo i rami dell'industria, dal basso in
alto, federativamente alla base e organizzato in alto col sistema degli uomini
di fiducia rivoluzionaria. L'Unione spinge dal basso verso l'alto, si eleva
conformemente e a partire dalle masse operaie: è la carne e il sangue del
proletariato: la forza che spinge è l'azione delle masse: la sua anima il soffio
bruciante della rivoluzione. L'Unione non è una creazione di capi. Non è una
costruzione sottilmente congegnata. Non è un partito politico dalle chiacchiere
parlamentari e dei bonzi pagati. Non è più un sindacato. E' il proletariato
rivoluzionario.
Cosa vuol fare il KAPD ? Creare delle
organizzazioni rivoluzionarie di fabbrica. Propagherà l'Unione Generale dei
Lavoratori. Costruendo di fabbrica in fabbrica, di ramo in ramo delle industrie,
formerà i quadri delle masse rivoluzionarie. Li formerà per l'assalto, li
rinforzerà e darà loro le energie per il combattimento decisivo fino a quando
ogni resistenza da parte del capitalismo, in via di disfacimento, potrà essere
vinta. Immetterà nelle masse combattenti fiducia nelle proprie forze, garanzia
di tutte le vittorie nella misura in cui questa fiducia li libererà dai capi
ambiziosi e traditori. E a partire dall'Unione Generale dei Lavoratori,
cominciando dalle fabbriche, estendendosi sulle regioni economiche, e finalmente
su tutti i paesi, si cristallizzerà un movimento comunista. Il nuovo < partito >
comunista che non è più un partito. Ma è, per la prima volta, comunista!
Rappresentiamoci il processo in maniera concreta.
Vi sono 200 uomini in una fabbrica. Una parte di questi appartiene all'AAU e ne
fa propaganda, all'inizio senza successo. Ma alla prima lotta, nella quale i
sindacati naturalmente mollano, rompe i vecchi vincoli. Ben presto 100 uomini
sono passati all'Unione. Fra di loro 20 sono comunisti essendo il resto composto
da gente dell'USPD, e dai sindacalisti e disorganizzati. All'inizio l'USPD
ispira molta fiducia. La sua politica domina la tattica delle lotte che sono
condotte in fabbrica. Tuttavia lentamente, ma sicuramente, la politica dell'USPD
si rileva falsa, non rivoluzionaria. La fiducia che i lavoratori hanno per l'USPD
si attenua. La politica dei comunisti si afferma. I 20 comunisti diventano 50,
poi 100 e più, ben presto il gruppo comunista domina politicamente in tutte le
aziende, determina la tattica dell'Unione, domina nelle lotte per l'obiettivo
rivoluzionario. E' cosi in piccolo e in grande. La politica comunista s'impianta
di fabbrica in fabbrica, di regione economica in regione economica. Si realizza,
raggiunge il comando, diviene il corpo, la testa e l'idea direttrice del
movimento. E' a partire dalla cellula dei gruppi comunisti nelle fabbriche, a
partire dai settori delle mosse comuniste nelle regioni economiche che si
costituisce, nell'edificazione del sistema consiliare, il nuovo movimento
comunista. Dunque: una < rivoluzionarizzazione > dei sindacati, una <
ristrutturazione > ? E quanto durerà questo processo ? Degli anni ? Decine
d'anni ? Per caso fino al 1926 ? Niente di tutto questo. Il compito non sarà
quello di demolire, di annientare il colosso d'argilla delle centrali sindacali
coi loro sette milioni di aderenti, per ricostruirlo dopo sotto un altra forma.
Il compito è di impadronirsi delle leve di comando nelle fabbriche chiavi
dell'industria, del processo di produzione sociale, e pertanto decisive per
l'esito della lotta rivoluzionaria. D'impadronirsi della leva che può buttare
all'aria il capitalismo in interi rami industriali e intere regioni economiche.
La disponibilità risoluta all'azione di una sola organizzazione può quando il
caso gli si presenta avere più efficacia di uno sciopero generale. Là il David
della fabbrica abbatte il Golia della burocrazia sindacale.
Il KPD ha smesso di essere l'incarnazione del
movimento comunista in Germania. Ha voglia di richiamarsi rumorosamente a Marx,
Lenin, a Radek ! Il KPD non forma che l'ultimo anello del fronte unico
contro-rivoluzionario. Ben presto si presenterà in buon accordo con la SPD e la
USPD nel quadro di un fronte unico per un governo operaio < puramente socialista
> . La sua assicurazione di un ' < opposizione leale > verso i partiti
assassini, traditori degli operai, ne è una tappa. Rinunciare a combattere in
modo rivoluzionario gli Ebert e i Kautsky ( cf. Die Rote Fahne del 21 marzo 1920
) , è già allearsi tacitamente con loro. Ebert-Kautsky-Levi.
L'ultimo stadio del capitalismo morente. L'ultimo < soccorso politico >
per la borghesia tedesca. La fine. La fine anche dei partiti, della politica,
degli imbrogli, del tradimento dei partiti. E' il nuovo inizio del movimento
comunista. Il Partito Comunista Operaio. Le organizzazioni di fabbrica
rivoluzionarie, raggruppate nell'Unione Generale dei Lavoratori. I consigli
rivoluzionari. Il congresso dei consigli rivoluzionari. Il governo dei consigli
rivoluzionari. La dittatura comunista dei consigli.
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