Estrema sinistra e Partito
Operaio Comunista d’Iraq
Le informazioni sulla presenza di
formazioni e gruppi internazionalisti in Iraq (“Prospettiva Comunista”
e “Gruppo d’Azione Comunista”) risalgono alla primavera del 1991,
quando scoppiano le insurrezioni proletarie a Sulaimaniyya e Basrah.
Esse giocano un ruolo fondamentale nella formazione, organizzazione,
armamento delle shora (consigli operai). In quel periodo sono presenti
in Iraq anche militanti del Gruppo Comunista Internazionalista (che
pubblica irregolarmente ancora oggi una rivista in arabo e in kurdo e
che ha pubblicato molti materiali all’insurrezione del 1991 nella sua
rivista multilingue; per consultarla
www.geocities.com/paris/6368. Il
volantino sulla guerra in Iraq 2003 è disponibile in lingua italiana
sul sito
www.giovanetalpa.net).
La successiva repressione operata
congiuntamente da Saddam e dagli Alleati occidentali hanno ridotto al
lumicino l’attività di questi gruppi che ora si concentra soprattutto
nella “zona autonoma” kurda.
Le successive informazioni sulla
dinamica di questi gruppi sono state riassunte da Ilario Salucci nel
suo Il movimento comunista in Iraq (GiovaneTalpa, Milano,
2003):
Nel luglio 1993 si conclude un
processo di ricomposizione dell’estrema sinistra irachena.
"Prospettiva Comunista" (o quantomeno una sua maggioranza), già attiva
a Sulaimaniyya nel marzo 1991, si unifica con altri tre raggruppamenti
dando vita al "Partito Operaio Comunista" Iracheno, affiliato
all’omonimo partito iraniano sorto nel 1991. Altri piccoli
raggruppamenti sono rimasti indipendenti, come "Lotta Proletaria" (ex
"Gruppo d’Azione Comunista").
Il "Partito Operaio Comunista"
ha tenuto il suo secondo congresso nel dicembre 2002 a Sulaimaniyya,
dichiara di avere "migliaia di aderenti, in Iraq e all’estero", e il
suo attuale segretario è Ribwar Ahmad. Di orientamento "operaista",
consiliarista e antinazionalista (è a favore di un Kurdistan
indipendente se questo migliora le condizioni di vita e di lotta dei
lavoratori kurdi, ma è contro ogni ipotesi di Iraq federale che
rafforzerebbe le tendenze "etniciste" e nazionaliste nel Kurdistan),
fa della battaglia contro l’embargo internazionale e l’imperialismo
statunitense il centro della sua propaganda ("l’embargo ha distrutto
la resistenza delle masse contro il regime di Saddam. Ha indebolito la
loro volontà contro la sua arroganza…Chi usa simili mezzi per
costringere alla resa Saddam Hussein è ancor più criminale e crudele
di lui"), pur mantenendo una posizione radicale contro il regime di
Saddam Hussein. Rifiuta ogni ipotesi di alleanza con altre formazioni,
qualificate come borghesi, e non usa alcuna terminologia "patriottica"
a differenza del PCI. In prima linea nella battaglia contro le
formazioni islamiche, si batte per una "repubblica socialista". Ha
subito numerose perdite, soprattutto ad opera dell’UPK (Unione
Patriottica del Kurdistan), che nell’estate 2000 ha scatenato una
pesante repressione nei suoi confronti.
Il Partito Operaio Comunista
d’Iraq di fronte alla guerra
Il Partito Operaio Comunista (i
cui materiali in lingua inglese sono rintracciabili sul sito
www.wpiraq.org/english) si è distinto per una dura contestazione del
Congresso delle Opposizioni Irachene tenutosi alla metà di dicembre
2002 a Londra e cha ha sancito il sostegno politico e logistico
all’intervento imperialista anglo-americano. I militanti del POC hanno
picchettato la sede del Congresso accusando le opposizioni
nazionaliste di essere marionette degli USA e della CIA, nazionalisti
kurdi mercenari e gangs reazionarie islamiche. Sul loro striscione era
scritto “no al regime baathista, no alla vostra Conferenza, no alla
guerra, no all’assassinio dei bambini in Iraq, no alla politica della
fame, sì a una repubblica socialista”. (informazioni tratte da Forward
n.4 organo in lingua inglese del POC d’Iraq).
Di seguito pubblichiamo la
dichiarazione del POC del 20 marzo 2003 al momento dello scoppio della
guerra.
Partito Operaio Comunista
dell’Iraq
Dichiarazione del 20 marzo 2003
Basta con questa barbarie! La
sanguinosa guerra Usa all’Iraq è iniziata!
L’incubo che tormenta la società
irachena da oramai più di un anno, ha portato ora, con migliaia di
tonnellate di bombe ed esplosivi sganciate sul popolo oppresso
dell’Iraq, alla più grande catastrofe umanitaria del mondo. La
distruzione di massa condotta dagli Usa contro il popolo d’Iraq è
iniziata. In questo istante 25 milioni di bambini, giovani e anziani,
uomini e donne irachene, i loro mezzi di sussistenza, sono alla mercé
di missili e bombe distruttive. Le loro urla si sentono in tutto il
mondo. Sono iniziate le ondate di miseria e di massacri. Questa
barbarie viene condotta sotto la copertura del “farla finirla con la
dittatura, liberarsi dalle armi di distruzione di massa e portare la
democrazia”, ma realizza in realtà i criminali obiettivi dell’élite
dominante degli Usa, simbolizzata dall’imposizione del “Nuovo ordine
mondiale” sui popoli del mondo.
Questa guerra catastrofica è una
guerra contro l’umanità intera e le sue libere scelte. una guerra
finalizzata alla soppressione preventiva, nel cuore dell’oppressivo
mondo capitalista, di ogni passo avanti fatto dai lavoratori, da
coloro che desiderano un mondo migliore e da tutti coloro che guardano
alla porta che conduce alla libertà, all’eguaglianza e alla giustizia
sociale. Questa guerra è il primo capitolo di un sanguinoso processo
che ha come obiettivo l’intero mondo e che porta alla regressione
della civilizzazione mondiale e dei suoi valori umani. Se non verrà
fermata non ci saranno solo uccisioni di massa, feriti e miseria in
Iraq, ma anche lo sviluppo del terrorismo e di movimenti militanti di
tipo regressivo e oppressivo.
Il Partito Operaio Comunista
dell’Iraq è contro questa guerra e si batte per la sua immediata fine.
Milioni di persone hanno detto no a questa guerra ma gli assassini
nell’amministrazione Usa hanno ignorato questa domanda e la libera
scelta dell’umanità, e hanno iniziato questo massacro. Facciamo
appello a tutti i lavoratori del mondo e all’umanità libera e
civilizzata perché scendano nelle strade per protestare contro questo
carneficina di massa. Il fronte dell’umanità civilizzata deve loro
mostrare che non possono imporre la loro arroganza sul mondo così
facilmente. Devono essere messi sotto pressione da dimostrazioni e
proteste generalizzate e la loro autorità dev’essere sfidata. Dobbiamo
far loro mancare la terra sotto i piedi in modo che siano obbligati a
terminare questa guerra immediatamente. Il Partito Operaio Comunista
dell’Iraq farà ogni sforzo ovunque si trova per opporsi a questa
guerra e fa appello, a nome del popolo iracheno, a tutte le persone
che amano la libertà a far finire questa guerra con una lotta duratura
e ostinata.
(Informazioni a cura del
Collettivo Comunista GiovaneTalpa
www.giovanetalpa.net –
giovanetalpa@tiscali.it)
Pubblicazioni della
GiovaneTalpa sugli stessi argomenti:
-
Né pace né
guerra, rivoluzione! I comunisti e la guerra (da Marx ai giorni nostri).
In appendice scritti di Lenin, Trotsky e Programme Communiste (40 pp.
2,50 euro)
-
International
Socialist Review Resistenza & Rivoluzione.
Palestina:un’interpretazione marxista (pp.115, 8 euro)
-
Abram Léon Il
marxismo e la questione ebraica (pp. 227, 12,50 euro)
-
Ilario Salucci Il
movimento comunista in Iraq (128 pp., 7,50 euro) in uscita ad
aprile 2003
-
AA.VV. 1991:
insurrezione in Iraq. L’eroica resistenza operaia tra baathisti e
imperialisti. in uscita ad aprile 2003
|