Ultimo Aggiornamento : 16-04-2003 : Last Release
Nei segni che confondono la borghesia, la nobilità e i meschini profeti del regresso riconosciamo la mano del nostro valente amico, Robin Goodfellow, la vecchia talpa che scava tanto rapidamente, il grande minatore: la rivoluzione! - KARL MARX -
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L'ESTREMA SINISTRA IN IRAQ (NOTE)

Estrema sinistra e Partito Operaio Comunista d’Iraq

 

Le informazioni sulla presenza di formazioni e gruppi internazionalisti in Iraq (“Prospettiva Comunista” e “Gruppo d’Azione Comunista”) risalgono alla primavera del 1991, quando scoppiano le insurrezioni proletarie a Sulaimaniyya e Basrah. Esse giocano un ruolo fondamentale nella formazione, organizzazione, armamento delle shora (consigli operai). In quel periodo sono presenti in Iraq anche militanti del Gruppo Comunista Internazionalista (che pubblica irregolarmente ancora oggi una rivista in arabo e in kurdo e che ha pubblicato molti materiali all’insurrezione del 1991 nella sua rivista multilingue; per consultarla www.geocities.com/paris/6368. Il volantino sulla guerra in Iraq 2003 è disponibile in lingua italiana sul sito www.giovanetalpa.net).

La successiva repressione operata congiuntamente da Saddam e dagli Alleati occidentali hanno ridotto al lumicino l’attività di questi gruppi che ora si concentra soprattutto nella “zona autonoma” kurda.

Le successive informazioni sulla dinamica di questi gruppi sono state riassunte da Ilario Salucci nel suo Il movimento comunista in Iraq (GiovaneTalpa, Milano, 2003):

 

Nel luglio 1993 si conclude un processo di ricomposizione dell’estrema sinistra irachena. "Prospettiva Comunista" (o quantomeno una sua maggioranza), già attiva a Sulaimaniyya nel marzo 1991, si unifica con altri tre raggruppamenti dando vita al "Partito Operaio Comunista" Iracheno, affiliato all’omonimo partito iraniano sorto nel 1991. Altri piccoli raggruppamenti sono rimasti indipendenti, come "Lotta Proletaria" (ex "Gruppo d’Azione Comunista").

Il "Partito Operaio Comunista" ha tenuto il suo secondo congresso nel dicembre 2002 a Sulaimaniyya, dichiara di avere "migliaia di aderenti, in Iraq e all’estero", e il suo attuale segretario è Ribwar Ahmad. Di orientamento "operaista", consiliarista e antinazionalista (è a favore di un Kurdistan indipendente se questo migliora le condizioni di vita e di lotta dei lavoratori kurdi, ma è contro ogni ipotesi di Iraq federale che rafforzerebbe le tendenze "etniciste" e nazionaliste nel Kurdistan), fa della battaglia contro l’embargo internazionale e l’imperialismo statunitense il centro della sua propaganda ("l’embargo ha distrutto la resistenza delle masse contro il regime di Saddam. Ha indebolito la loro volontà contro la sua arroganza…Chi usa simili mezzi per costringere alla resa Saddam Hussein è ancor più criminale e crudele di lui"), pur mantenendo una posizione radicale contro il regime di Saddam Hussein. Rifiuta ogni ipotesi di alleanza con altre formazioni, qualificate come borghesi, e non usa alcuna terminologia "patriottica" a differenza del PCI. In prima linea nella battaglia contro le formazioni islamiche, si batte per una "repubblica socialista". Ha subito numerose perdite, soprattutto ad opera dell’UPK (Unione Patriottica del Kurdistan), che nell’estate 2000 ha scatenato una pesante repressione nei suoi confronti.

 

 

Il Partito Operaio Comunista d’Iraq di fronte alla guerra

 

Il Partito Operaio Comunista (i cui materiali in lingua inglese sono rintracciabili sul sito www.wpiraq.org/english) si è distinto per una dura contestazione del Congresso delle Opposizioni Irachene tenutosi alla metà di dicembre 2002 a Londra e cha ha sancito il sostegno politico e logistico all’intervento imperialista anglo-americano. I militanti del POC hanno picchettato la sede del Congresso accusando le opposizioni nazionaliste di essere marionette degli USA e della CIA, nazionalisti kurdi mercenari e gangs reazionarie islamiche. Sul loro striscione era scritto “no al regime baathista, no alla vostra Conferenza, no alla guerra, no all’assassinio dei bambini in Iraq, no alla politica della fame, sì a una repubblica socialista”. (informazioni tratte da Forward n.4 organo in lingua inglese del POC d’Iraq).

Di seguito pubblichiamo la dichiarazione del POC del 20 marzo 2003 al momento dello scoppio della guerra.

 

 

 

 

 

Partito Operaio Comunista dell’Iraq

Dichiarazione del 20 marzo 2003

 

Basta con questa barbarie! La sanguinosa guerra Usa all’Iraq è iniziata!

L’incubo che tormenta la società irachena da oramai più di un anno, ha portato ora, con migliaia di tonnellate di bombe ed esplosivi sganciate sul popolo oppresso dell’Iraq, alla più grande catastrofe umanitaria del mondo. La distruzione di massa condotta dagli Usa contro il popolo d’Iraq è iniziata. In questo istante 25 milioni di bambini, giovani e anziani, uomini e donne irachene, i loro mezzi di sussistenza, sono alla mercé di missili e bombe distruttive. Le loro urla si sentono in tutto il mondo. Sono iniziate le ondate di miseria e di massacri. Questa barbarie viene condotta sotto la copertura del “farla finirla con la dittatura, liberarsi dalle armi di distruzione di massa e portare la democrazia”, ma realizza in realtà i criminali obiettivi dell’élite dominante degli Usa, simbolizzata dall’imposizione del “Nuovo ordine mondiale” sui popoli del mondo.

Questa guerra catastrofica è una guerra contro l’umanità intera e le sue libere scelte.  una guerra finalizzata alla soppressione preventiva, nel cuore dell’oppressivo mondo capitalista, di ogni passo avanti fatto dai lavoratori, da coloro che desiderano un mondo migliore e da tutti coloro che guardano alla porta che conduce alla libertà, all’eguaglianza e alla giustizia sociale. Questa guerra è il primo capitolo di un sanguinoso processo che ha come obiettivo l’intero mondo e che porta alla regressione della civilizzazione mondiale e dei suoi valori umani. Se non verrà fermata non ci saranno solo uccisioni di massa, feriti e miseria in Iraq, ma anche lo sviluppo del terrorismo e di movimenti militanti di tipo regressivo e oppressivo.

Il Partito Operaio Comunista dell’Iraq è contro questa guerra e si batte per la sua immediata fine. Milioni di persone hanno detto no a questa guerra ma gli assassini nell’amministrazione Usa hanno ignorato questa domanda e la libera scelta dell’umanità, e hanno iniziato questo massacro. Facciamo appello a tutti i lavoratori del mondo e all’umanità libera e civilizzata perché scendano nelle strade per protestare contro questo carneficina di massa. Il fronte dell’umanità civilizzata deve loro mostrare che non possono imporre la loro arroganza sul mondo così facilmente. Devono essere messi sotto pressione da dimostrazioni e proteste generalizzate e la loro autorità dev’essere sfidata. Dobbiamo far loro mancare la terra sotto i piedi in modo che siano obbligati a terminare questa guerra immediatamente. Il Partito Operaio Comunista dell’Iraq farà ogni sforzo ovunque si trova per opporsi a questa guerra e fa appello, a nome del popolo iracheno, a tutte le persone che amano la libertà a far finire questa guerra con una lotta duratura e ostinata.

 

 

(Informazioni a cura del Collettivo Comunista GiovaneTalpa www.giovanetalpa.net giovanetalpa@tiscali.it)

 

Pubblicazioni della GiovaneTalpa sugli stessi argomenti:

 

-          Né pace né guerra, rivoluzione! I comunisti e la guerra (da Marx ai giorni nostri). In appendice scritti di Lenin, Trotsky e Programme Communiste (40 pp. 2,50 euro)

-          International Socialist Review Resistenza & Rivoluzione. Palestina:un’interpretazione marxista (pp.115, 8 euro)

-          Abram Léon Il marxismo e la questione ebraica (pp. 227, 12,50 euro)

-          Ilario Salucci Il movimento comunista in Iraq (128 pp., 7,50 euro) in uscita ad aprile 2003

-          AA.VV. 1991: insurrezione in Iraq. L’eroica resistenza operaia tra baathisti e imperialisti. in uscita ad aprile 2003

 


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