Dal Trattato di Brest-Litovsk, la rivoluzione
russa è entrata in una fase veramente difficile. La politica che ha guidato
l'azione bolscevica è ovviamente pace a qualsiasi prezzo in modo da guadagnare
una tregua, durante la quale essi possano espandere e consolidare la dittatura
del proletariato in Russia e realizzare il massimo numero di riforme socialiste
possibili. Loro tentano in questo modo di attendere lo scoppio della rivoluzione
proletaria internazionale e nello stesso tempo di accelerare questa per mezzo
dell'esempio russo. A causa dell'assoluta stanchezza nei confronti della guerra
da parte delle masse russe e della simultanea disorganizzazione ereditata dallo
zarismo, la continuazione della guerra appariva in ogni caso come un futile
spargimento di sangue, non c'era altra via d'uscita che quella di concludere la
pace al più presto possibile. Così è come Lenin e compagni hanno valutato la
situazione.
La loro decisione era dettata da due punti di
vista rivoluzionari: dalla loro incrollabile fede nella rivoluzione del
proletariato europeo come unica via d'uscita ed inevitabile conseguenza della
guerra mondiale, e dall'altrettanto incrollabile decisione di difendere con ogni
mezzo possibile il potere che essi hanno guadagnato in Russia, in modo da
utilizzalo per i più energici e radicali cambiamenti.
Eppure questi calcoli si facevano sfuggire
fortemente il fattore più importante, vale a dire il militarismo tedesco, al
quale la Russia si è arresa incondizionatamente attraverso una pace separata. Il
Trattato di Brest-Litovsk è stato in realtà nient'altro che la capitolazione del
proletariato rivoluzionario russo al militarismo tedesco. Dichiaratamente Lenin
ed i suoi amici non hanno illuso né se stessi né nessun altro a proposito di
questo fatto. Essi hanno candidamente ammesso la loro capitolazione.
Sfortunatamente essi hanno ingannato se stessi nello sperare di poter
raggiungere una genuina tregua a prezzo della loro capitolazione, di render
possibile per se stessi la salvezza dal fuoco infernale della guerra mondiale
per mezzo di una pace separata. Essi non hanno tenuto conto del fatto che la
capitolazione della Russia a Brest-Litovsk significa un enorme rafforzamento
della politica imperialistica pan-germanica e quindi una diminuzione delle
possibilità per una sollevazione rivoluzionaria in Germania. Neppure essi hanno
visto come questa capitolazione avrebbe portato non alla fine della guerra
contro la Germania, ma solamente all'apertura di un nuovo capitolo di questa
guerra.
Di fatto la "pace" di Brest-Litovsk è
un'illusione. Neppure per un momento c'è stata pace tra Russia e Germania. La
guerra è continuata sin da Brest-Litovsk su fino ai giorni nostri, ma questa
guerra è di un tipo particolare, combattuta solo da un lato: avanzo sistematico
dei tedeschi e silenziosa ritirata bolscevica, passo dopo passo. Occupazione di
Ucraina, Finlandia, Lituania, Estonia, Crimea, Caucaso, di sempre maggiori
tratti della Russia meridionale - questo è il risultato dello "stato di pace"
sin da Brest-Litovsk.
E ciò ha significato un numero di cose. In
primo luogo, lo strangolamento della rivoluzione e la vittoria della
contro-rivoluzione nelle roccaforti rivoluzionarie della Russia. Ciò è vero per
la Finlandia, le province baltiche, l'Ucraina, il Caucaso, la regione del Mar
Nero - cioè per tutta la Russia, per tutto il territorio della rivoluzione
russa, poco importa cosa i vuoti parolai piccolo borghesi possano balbettare a
proposito del "diritto delle nazioni all'auto-determinazione".
In secondo luogo ciò significa l'isolamento
della Russia rivoluzionaria dalle regioni minerarie e produttrici di grano e dai
rifornimenti di minerali ferrosi e nafta, cioè dalle più importanti e vitali
risorse economiche della rivoluzione.
In terzo luogo, l'incoraggiamento ed il
rafforzamento di tutti gli elementi controrivoluzionari all'interno della
Russia, permettendo loro di offrire la più forte resistenza contro i bolscevichi
e le loro misure.
In quarto luogo, la Germania giocherà la parte
dell'arbitro nelle relazioni economiche e politiche della Russia con tutte le
sue province: Finlandia, Lituania, l'Ucraina ed il Caucaso, tanto quanto con i
suoi vicini, come ad esempio la Romania.
Il risultato complessivo di quest'illimitato
potere tedesco sulla Russia è stato naturalmente un rafforzamento
dell'imperialismo tedesco, sia all'interno che all'esterno, e quindi
un'intensificazione della resistenza bianca e della propensione belligerante
delle potenze dell'Intesa, vale a dire il prolungamento e l'intensificazione
della guerra. Ed in realtà c'è di più: la debolezza russa, come evidenziato
dalla progressiva occupazione tedesca, dà naturalmente un incentivo all'Intesa
ed al Giappone per istigare una reazione sul territorio russo in modo tale da
combattere l'enorme supremazia tedesca e nel contempo soddisfare i loro appetiti
imperialisti a spese dell'indifeso colosso. Ora il nord e l'est della Russia
europea, tanto quanto l'intera Siberia, sono tagliati fuori, ed i bolscevichi
sono isolati dalle loro ultime risorse di rifornimenti essenziali.
Il risultato finale del Trattato di
Brest-Litovsk è quindi quello di circondare, affamare e strangolare la
rivoluzione russa da tutti i lati.
Ma anche all'interno del paese, nel territorio
che i tedeschi hanno lasciato ai bolscevichi, il potere e le politiche della
rivoluzione sono state forzate in difficili strette. Gli omicidi di Mirbach e
Eichhorn sono una risposta tangibile al regno di terrore dell'imperialismo
tedesco in Russia. La socialdemocrazia, bisogna riconoscere, ha sempre rifiutato
il terrore come atto individuale, ma solo in quanto essa considera la lotta
popolare come il metodo più efficace, non perché preferisce tollerare
passivamente il dispotismo reazionario. È certamente una delle tante
falsificazioni del W.T.B. [Wolff's Telegraphic Bureau's - Ufficio Telegrafico di
Wolff] la notizia secondo cui i social-rivoluzionari di sinistra hanno commesso
questi omicidi su istigazioni dell'Intesa. Questi omicidi erano intesi o come
segnale per una rivolta di massa contro il dominio tedesco, oppure sono stati
atti impulsivi di vendetta nati dalla disperazione e l'odio nei confronti del
sanguinario dominio tedesco. Però, qualunque ne siano le intenzioni, essi hanno
messo gravemente a repentaglio la causa della rivoluzione in Russia creando
divisioni all'interno dei gruppi socialisti sin'ora al governo. Essi hanno
comportato una divisione tra i bolscevichi ed i social-rivoluzionari di
sinistra; essi hanno creato un abisso ed un'inimicizia mortale tra le due ali
dell'esercito rivoluzionario.
Le differenze sociali - l'antitesi tra i
contadini proprietari ed il proletariato rurale ed altri - avrebbero dovuto
presto o tardi creare una divisione tra i bolscevichi ed i social-rivoluzionari
di sinistra. Sino all'assassinio di Mirbach, però, gli eventi non parevano
essere progrediti fino a questo punto. In ogni caso, è un fatto che i
social-rivoluzionari di sinistra hanno dato il loro appoggio ai bolscevichi. La
Rivoluzione d'Ottobre che ha portato i bolscevichi al timone, la rottura
dell'Assemblea Costituente, le riforme sin qui apportate dai bolscevichi,
sarebbero stati difficilmente possibili senza la cooperazione dei
social-rivoluzionari di sinistra. Solo Brest-Litovsk ed i suoi conseguenti
effetti hanno portato il disaccordo tra le due fazioni. Ora l'imperialismo
tedesco appare come arbitro tra i bolscevichi ed i loro alleati rivoluzionari di
ieri, tanto quanto esso l'arbitro delle loro (dei bolscevichi) relazioni con le
province del confine russo e con i loro stati confinanti. A causa di ciò, la
resistenza al governo bolscevico ed alle sue riforme, in ogni caso enormi,
cresceranno ancora. Per questo motivo, è chiaro che le basi sul quale poggia il
loro potere sono state significativamente ridimensionate. Probabilmente questi
fallimenti interni e la divisione tra gli elementi eterogenei della rivoluzione
era inevitabile, così com'è inevitabile la progressiva radicalizzazione di ogni
rivoluzione nel suo sviluppo. Ora, però, una controversia sulla brutale
dittatura militare tedesca è di fatto entrata nella rivoluzione russa.
L'imperialismo tedesco è la spina nel fianco della rivoluzione russa.
E tuttavia ciò non rende ancora la piena
estensione del pericolo! Il cerchio d'acciaio della rivoluzione mondiale, che
sembrava essersi spezzato ad est, sta ancora una volta circondando
implacabilmente il mondo intero: l'Intesa sta avanzando con le truppe ceche e
giapponesi da nord e da est come naturale ed inevitabile conseguenza
dell'offensiva tedesca da ovest e da sud. Le fiamme della guerra mondiale stanno
saltando da un lato e dall'altro del suolo russo ed in qualsiasi momento
potrebbero sommergere la rivoluzione russa. Ritirarsi dalla guerra mondiale -
anche a costo dei più alti sacrifici - è, in ultima istanza, semplicemente
impossibile da raggiungere per la Russia.
Ed ora le più terribili prospettive sono tese
di fronte ai bolscevichi, la fase finale del loro percorso e l'ultima spina -
un'alleanza tra i bolscevichi e la Germania! Ciò, ovviamente, creerebbe la
congiunzione finale in quella disastrosa catena che la guerra mondiale ha appeso
attorno al collo della rivoluzione russa: prima ritirata, dopo capitolazione, ed
infine alleanza con l'imperialismo tedesco. Per questa via la rivoluzione russa
verrebbe trascinata dalla guerra mondiale, dalla quale ha cercato di ritirarsi
ad ogni costo, nel campo opposto - dalla parte dell'Intesa sotto lo zar e dalla
parte della Germania sotto i bolscevichi.
È eterno merito del proletariato rivoluzionario
russo quello d'aver fatto seguire come primo gesto allo scoppio della
rivoluzione il rifiuto di continuare a lottare come recluta dell'imperialismo
anglo-francese. In vista della situazione internazionale, però, pagare servizio
militare all'imperialismo tedesco è anche peggio.
Si suppone che Trotsky abbia detto che se la
Russia dovesse scegliere tra l'occupazione giapponese e quella tedesca, essa
sceglierebbe la seconda, in quanto la Germania sarebbe più matura per la
rivoluzione che il Giappone. L'angoscioso aspetto di questa speculazione è
ovvio. Il Giappone non è difatti l'unico opponente della Germania; tali sono
anche Francia e Inghilterra, e tra queste nessuno può dire se le loro situazioni
interne siano più o meno favorevoli di quella tedesca per una rivoluzione
proletaria.
Il ragionamento di Trotsky è completamente
errato, però, in quanto i prospetti e le possibilità di una rivoluzione in
Germania vengono indeboliti ogni qual volta l'imperialismo tedesco viene
rafforzato o guadagna una vittoria.
Ma allora altre considerazioni, piuttosto
differenti da queste che sono apparentemente realiste, vanno prese in
considerazione. Un'alleanza tra i bolscevichi e l'imperialismo tedesco sarebbe
la più terribile sconfitta morale contro il socialismo internazionale. La Russia
era uno degli ultimi angoli dove il socialismo rivoluzionario, nella sua purità
di principi ideali, ancora teneva. Era un luogo in cui tutti i sinceri elementi
socialisti tedeschi ed europei potevano guardare per trovare sollievo dal
disgusto che provavano verso le prassi del movimento operaio dell'Europa
occidentale, per armare se stessi del coraggio per perseverare nella fede di
azioni pure e di sacre parole. Il grottesco 'accoppiamento' di Lenin e
Hindenburg estinguerebbe la fonte di luce morale proveniente dall'est. È ovvio
che i governanti tedeschi stanno tenendo una pistola puntata sulla tempia del
governo sovietico e stanno sfruttando la sua disperata situazione in modo di
forzarlo a questa mostruosa alleanza. Ma noi speriamo che Lenin ed i suoi amici
non si arrendano a costo di qualsiasi prezzo, e che rispondano a
quest'irragionevole richiesta con un categorico: "Siamo giunti fin qui, ma non
andremo oltre!"
Una rivoluzione socialista supportata dalle
baionette tedesche, la dittatura del proletariato sotto la protezione
dell'imperialismo tedesco - questo sarebbe il più mostruoso evento cui noi
potremmo voler testimoniare. E ciò che più conta, sarebbe puro utopismo.
Lasciando da parte il fatto che il prestigio morale dei bolscevichi sarebbe
distrutto nel paese, essi perderebbero ogni libertà di movimento e la loro
indipendenza persino in politica interna, ed entro un periodo assai breve essi
sparirebbero del tutto dalla scena. Ogni bambino può vedere che la Germania sta
non solo cercando ogni occasione per allearsi con un Milyukov, un Hetman o Dio
sa qual altro oscuro gentiluomo e politico dilettante, per porre fine allo
splendore bolscevico. Loro aspettano soltanto un'opportunità per gettare Lenin e
compagni (come fanno con gli ucraini, i Lybinsky e gli altri) nella parte del
cavallo di Troia; una parte che, quando recitata fino in fondo, significa il
suicidio per gli attori.
Se ciò dovesse accadere, tutti i sacrifici
sopportati sinora, compreso il grande sacrificio di Brest-Litovsk, diverrebbero
completamente vani, poiché il prezzo di tali sacrifici sarebbe in definitiva la
sconfitta morale. Qualsiasi distruzione politica dei bolscevichi in un'onesta
battaglia contro le schiaccianti forze e le ostili pressioni della situazione
storica sarebbero preferibili a questa distruzione morale.
I bolscevichi hanno certamente fatto un certo
numero di errori nelle loro politiche e ne stanno forse ancora commettendo - ma
dov'è una rivoluzione in cui errori non sono stati commessi?! La nozione di una
politica rivoluzionaria priva di errori, ed oltretutto in una situazione
assolutamente priva di precedenti, è così assurda da essere importante solo per
un insegnate tedesco. Se i cosiddetti leader del socialismo tedesco perdono le
loro cosiddette teste in una così insolita situazione quale un voto nel
Reichstag, e se i loro cuori cadono nelle loro scarpe e dimenticano tutto il
socialismo che hanno appreso in situazioni in cui il semplice abc del socialismo
indica la via - ci si può attendere da un partito intrappolato in una situazione
realmente spinosa, nella quale mostrare al mondo nuove meraviglie, che esso non
commetta errori?
L'imbarazzante situazione in cui i bolscevichi
si trovano oggi è però, insieme alla maggior parte dei loro errori, una
conseguenza dell'insolubile problema di base posto loro dal proletariato
internazionale e soprattutto tedesco. Attuare la dittatura del proletariato e
una rivoluzione socialista in un singolo paese circondato da paesi imperialisti
e reazionari, nella furia della più sanguinosa guerra mondiale della storia
umana - questo è squadrare il cerchio. Qualsiasi partito socialista è destinato
a fallire in questo compito e a perire - sia che faccia o meno
dell'auto-rinuncia l'altro guida delle proprie politiche.
A noi piacerebbe vedere queste invertebrate
meduse, gli Axelrod, Dans, Grigoryanz o qualunque sia il loro nome, che, con
bocche spumeggianti, cantano in terra straniera le loro malinconiche canzoni
contro i bolscevichi. E - guarda! - essi hanno trovato un favorevole orecchio in
tali eroi come Ströbel, Bernstein e Kautsky; ci piacerebbe vedere questi
tedeschi al posto dei bolscevichi! Tutte le loro superiori comprensioni si
esaurirebbero rapidamente in un'alleanza con i Milyukov in politica interna e
con l'Intesa in politica estera; a ciò verrebbe aggiunta una conscia rinuncia di
tutte le riforme socialiste, o persino a qualsiasi movimento in questa
direzione, in politica interna - tutto ciò a causa della conscia saggezza eunuca
secondo la quale la Russia è un paese agricolo ed il capitalismo russo non è
adeguatamente cucinato.
Tale è la falsa logica della situazione
oggettiva: qualsiasi partito socialista che venisse al potere oggi in Russia,
sarebbe costretto a perseguire una tattica errata, fintanto che, come parte
dell'esercito proletario internazionale, è lasciato allo sbando dal corpo
principale di questo esercito.
La colpa dei fallimenti bolscevichi nasce in
ultima analisi dal proletariato internazionale, e soprattutto dalla persistente
e senza precedenti bassezza della socialdemocrazia tedesca. Questo partito che
in tempo di pace pretendeva di marciare alla testa del proletariato mondiale,
che pretendeva di consigliare e guidare il mondo intero, che nel suo paese
contava almeno dieci milioni di supporter di ambo i sessi - questo è il partito
che ha inchiodato il socialismo alla croce per ventiquattro ore al giorno per
quattro anni al soldo della classe dominante come i venali mercenari del Medio
Evo.
Le notizie che giungono ora dalla Russia
riguardo la situazione dei bolscevichi sono un appello a quelle vestigia di
onore che ancora restano alle masse di operai e soldati tedeschi. Essi hanno
freddamente lasciato che la rivoluzione russa venisse fatta a pezzi, circondata
e affamata. Lasciateli intervenire adesso, anche all'ultimo minuto, per salvare
la rivoluzione dal più terribile dei destini: dal suicidio morale, da un
alleanza con l'imperialismo tedesco.
Esiste un'unica soluzione alla tragedia nella
quale la Russia è attanagliata: un'insurrezione nelle retrovie dell'imperialismo
tedesco, la sollevazione delle masse tedesche, che dia avvio alla rivoluzione
internazionale per porre fine a questo genocidio. In questo fatidico momento,
preservare l'onore della rivoluzione russa equivale a vendicare quello del
proletariato tedesco e dei socialisti di tutto il mondo.
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