Ultimo Aggiornamento : 10-09-2003 : Last Release
Nei segni che confondono la borghesia, la nobiltà e i meschini profeti del regresso riconosciamo la mano del nostro valente amico, Robin Goodfellow, la vecchia talpa che scava tanto rapidamente, il grande minatore: la rivoluzione! - KARL MARX -
 
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SULLE LOTTE DEGLI AUTOFERROTRANVIERI: UNA GRANDE MOBILITAZIONE TRADITA DALLE BUROCRAZIE SINDACALI

 

Nelle ultime settimane abbiamo assistito a un forte movimento dal basso dei lavoratori degli autoferrotranvieri, un movimento che assieme alle mobilitazioni dei lavoratori delle FS e dell'Alitalia rappresenta un timido ma importante passo in avanti di autonomia proletaria, di volontà di lottare veramente, di rimettere al centro della stanca politica della sinistra, impegnata solo a pensare a come spartirsi le poltrone consiliari, parlamentari e ministeriali futuribili, i temi del salario, delle condizioni di lavoro e di vita di milioni di individui che vivono solo del loro salario (quando non sono disoccupati).
I lavoratori  autoferrotranvieri, decidendo come e quando scioperare (e su quali piattaforme), hanno messo in discussione uno dei tasselli centrali della concertazione sindacale: la regolamentazione degli scioperi. Non a caso gli Epifani, gli Angeletti, i Pezzotta  non hanno perso l'occasione nelle ultime settimane per condannare i metodi di lotta usati dai lavoratori, affermando di "comprenderli" ma non di giustificarli. E come potrebbero accettarli? Sono loro stessi ad aver firmato le leggi che come un cappio al collo degli operai regolamentano gli scioperi! Per loro vedere i lavoratori che si organizzano dal basso, senza e contro i loro apparati è fumo negli occhi, è la dimostrazione pratica dell'inutilità della loro esistenza in quanto burocrati. Le burocrazie tremano all'idea che i lavoratori prendano in mano i loro destini.
La lotta ha avuto un momento di straordinaria combattività nella giornata di ieri, 20 dicembre, quando a partire dalle assemblee notturne dei lavoratori dell'ATM di Milano, che decidevano di entrare in sciopero a "gatto selvaggio" prolungato, la lotta si è estesa in poche ore in varie città: da Venezia a Savona, da Como a Cosenza fino a diversi centri della Toscana. 
Al deposito ATM di Viale Sarca di Milano - uno dei centri più combattivi della lotta - nella notte veniva votato dall'assemblea questo ordine del giorno:

Ordine del giorno approvato all’assemblea dei lavoratori del deposito di “Sarca” dell’ATM di Milano.

I lavoratori del deposito di Sarca ribadiscono la propria volontà di ottenere quanto richiesto con le mobilitazioni di questi  ultimi due anni:

 

- 106 euro di aumento mensile indipendentemente dal paramentro;

- 2.900 euro di “una tantum” 

I lavoratori, in assenza di garanzie su quanto richiesto, si attrezzeranno per continuare la mobilitazione e chiedono la solidarietà degli altri depositi e delle altre aziende.

Milano, 20 dicembre 2003

 

  A questo punto i capi delle burocrazie sindacali si sono precipitati al Ministero del Lavoro per firmare un contratto bidone. Mentre i lavoratori chiedevano 2900 euro di "una tantum", CGIL-CISL e UIL firmavano per 871 euro, mentre i lavoratori chiedevano 106 euro di aumento contrattuale, firmavano per 81. Per Pezzotta ed Epifani 25 euro di differenza di aumento contrattuale, e oltre 2000 euro per il conguaglio sono differenze da nulla. Piacerebbe sapere quanto guadagnano loro al mese! Che li ti tirassero fuori loro dalle loro tasche la differenza.
In una Repubblica in cui solo poche settimane fa i parlamentari si sono aumentati gli stipendi di 600 euro al mese, si può ben risparmiare 25 euro togliendoli dalle tasche dei lavoratori più poveri!
Per i lavoratori dei trasporti, ma non solo, questa lotta è una importante lezione. Si può e si deve lottare in modo deciso per i propri diritti e per difendere le proprie condizioni di vita. Malgrado i sindacati abbiano firmato un contratto-bidone, si è visto che quando si lotta veramente tutti gli apparati dello Stato si coalizzano in ogni modo per frenare la lotta e per chiuderla quando vedono che sta sfuggendo da ogni controllo. E' stato starordinariamente importante che sabato i lavoratori dei trasporti a Milano si siano ricongiunti a quelli del commercio, anch'essi in lotta per il contratto.
E' necessario generalizzare le lotte, estenderle. Ma non per portare Fassino, Prodi e Bertinotti al governo visto che quando erano al governo hanno anch'essi attaccato i lavoratori come fa Berlusconi, ma accrescere l'organizzazione e la coscienza dal basso. Il problema non è solo il centro-destra ma il sistema capitalistico.
Ogni giorno di più il sistema capitalistico organizzato sulla base sfruttamento del lavoro salariato si dimostra un vero bidone proprio come il contratto degli autoferrotranvieri. 30.000 dipendenti della PARMALAT oggi si trovano praticamente sulla strada e il Ministro Tremonti ci dice che tutto ciò è avvenuto perchè le strutture che presiedono il controllo sulle SPA e sulla Borsa non hanno funzionato. La verità invece è che il capitalismo è un bidone perchè è un'organizzazione socio-economica basata sulle leggi del profitto e non su quelle dei bisogni umani: per i conducenti, per le hostess dell'Alitalia, per gli operai di una industria di latticini. Piano, piano questa verità si farà strada.
Altro che morte del comunismo!

 GiovaneTalpa - Milano 21.12.2003  

 

 

   

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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